domenica 27 luglio 2025

Lilja 4-ever: Riflessioni


Questo film, che ho deciso di visionare dopo un lungo periodo di astinenza dal medium visivo, è stato come una coltellata, e ci ho messo qualche giorno per riprendermi dal trauma (necessario ai fini della consapevolezza, per carità) che mi ha causato. Ovviamente è tratto da una storia vera, ed è girato altresì in modo ruvido, grezzo, in modo tale da svincolarsi dal concetto stesso di finzione. Lilja 4-ever tra l'altro non è nemmeno definibile come intrattenimento, anche se mantiene incollati allo schermo per tutto il tempo. Il regista è svedese, la pellicola datata duemiladue, una buona annata per il cinema in generale. Lilja, interpretata da una fenomenale Oksana Akin'šina, è una sedicenne che viene abbandonata dalla madre e dal patrigno in un paesino sperduto dell'Estonia, un luogo di cattiveria e miseria ancora reduce della caduta dell'Unione Sovietica. Tradita dalla zia, che la caccia di casa, e dalla sua migliore amica, che la fa passare per zoccola al suo posto per salvarsi la faccia, Lilja, una volta ufficialmente diseredata (la madre comunica per lettera ai servizi sociali la rinuncia alla propria patria potestà), si ritrova sola e senza un soldo in compagnia  del giovane amico Volodja, un dodicenne dalla situazione famigliare disastrata che, fortemente innamorato di lei, ne fa una sorta di figura genitoriale sostituto. Per Lilja non resta altro da fare che prostituirsi, e farsi ingannare da quello che sembra essere il suo "principe azzurro". Il resto del film è mera meccanica, ossia una spirale di rabbia, brutalità, dolore e rassegnazione prive di voce, fino all'ovvio, devastante finale.