Autore: Nagata Kabi
Tipologia: Seinen Manga
Edizione italiana: J-POP
Volumi: 1
Anno di (prima) pubblicazione: 2016
Quella di Nagata Kabi è la lucida autoanalisi di una persona fragile che utilizzando il proprio Io come laboratorio, forse senza manco volerlo, fa luce su tutti i problemi di un'intera epoca/generazione. Il punto di partenza della vicenda è l'abbondono dell'università da parte dell'autrice, con conseguente esclusione dal mondo/società. Da lì in poi la Nagata inizia a maturare una profonda forma di depressione che la spinge a procurarsi tagli sulle braccia e a strapparsi i capelli procurandosi calvizie. La questione dell'omosessualità non viene affrontata né con toni politici né vittimistici, pur essendo il Giappone una cultura molto poco aperta in questo senso. Sabishisugite rezu fūzoku ni ikimashita (i.e. Per la troppa solitudine sono andata in un bordello lesbo), nonostante la sua confezione, non è assolutamente un manga per fujoshi o una puttanata con mire fanservicistiche: a parer mio è la naturale evoluzione ai giorni nostri del lavoro di Okazaki Kyouko, che già negli 80s parlava della vuotezza della società dei consumi utilizzando un giocattoloso contrasto tra bianco e rosa cipria, che la Nagata fa suo e arricchisce con un tratto molto personale.