giovedì 3 luglio 2014

Spice&Wolf: Recensione

 Titolo originale: Ookami to Koushinryou
Titolo inglese: Spice and Wolf
Regia: Takeo Takahashi
Soggetto originale: Isuna Hasekura
Sceneggiatura: Naruhisa Arakawa
Character Design: Kazuya Kuroda
Musiche: Yūji Yoshino
Studio: Imagin
Formato: serie televisiva da 13 episodi
Anno di uscita: 2008


Tratta dall'omonima serie di light novel partorita dalla fervida mente di Isuna Hasekura, "Spice&Wolf" si presenta fin dagli esordi come un'opera "sui generis", penetrando un campo che, invero, appare piuttosto inesplorato dall'animazione giapponese. Sto parlando, come indubbiamente avrà già intuito chi conosce la serie, dell'economia e del commercio. L'anime infatti si concentra sulle vicissitudini di Craft Lawrence, un solitario mercante che viaggia per il mondo con il suo fedele carro, commerciando in vari paesi e città assieme ad una assai bizzarra compagna. Tale non è altri che la seducente Holo: una dea-lupo, legata al culto della fertilità della terra, in cui purtroppo le persone hanno smesso di credere. Così, divinità oramai inutile e reietta, Holo decide di compiere un nostalgico viaggio di ritorno verso il suo paese d'origine.


"Spice&Wolf" è ambientato in quello che io definirei senza particolare indugio come un medioevo dai caratteri occidentali, notevolmente affine per certi aspetti a quello europeo. Vi sono analogie di natura economica e sociale, ma anche religioso-folkloristiche. Ci si imbatte, pertanto, in paesi immersi in superstizioni pagane, come quella relativa allo "spirito del grano", combattute e perseguitate dalla "Chiesa", un ordine religioso del tutto istituzionalizzato e alquanto rilevante politicamente, che professa la fede in un "Dio" molto simile a quello cristiano. Questa Chiesa appare spesso sotto una luce negativa, palesandosi per lo più il suo lato maggiormente corrotto e speculatore, senza menzionare inoltre le sue pretese sul potere temporale ed economico, decisamente poco religiose e ortodosse.
Un altro aspetto rilevante sul quale vale la pena soffermarsi è poi, ovviamente, quello economico e commerciale. Sotto questo profilo l'ambientazione si rivela indubbiamente ben curata e dettagliata. Il commercio ruota attorno a delle confraternite e corporazioni di mercanti, ognuna caratterizzata dalle proprie convenzioni e dai propri metodi di contrattazione e scambio. Parimenti, verranno sciorinate nel corso della serie molte informazioni riguardo alle valute, al cambio e ai vari metodi con cui si possono realizzare vere e proprie speculazioni su grande scala e truffe, fulcro della maggior parte delle vicende.

Se di primo acchito si potrebbe sospettare che questa serie faccia molta leva sulla sua connotazione "fantasy", in brevissimo tempo ci si rende conto che non è affatto così. La componente fantastica viene relegata alla mera natura sovrannaturale di Holo e della sua stirpe. Per il resto, "Spice&Wolf" si caratterizza solo secondariamente come un fantasy, il cardine attorno al quale ruota l'intera opera è un altro.
Ad una seconda occhiata si può dunque concludere che, piuttosto, è l'elemento "economico" a farla da padrona. Ciò tuttavia corrisponde soltanto a una mezza verità. Infatti si deve fare notare che, se da un lato le vicende si caratterizzano in maniera preponderante per la loro componente economica, dall'altro il vero perno della serie riguarda, più intimamente, i due personaggi principali. Ad essere centrali non sono solo le varie astuzie e furbizie impiegate nelle contrattazioni che affronteranno i nostri eroi, bensì anche lo sviluppo del loro rapporto. 


Tra i due protagonisti si instaura un'alchimia davvero particolare e deliziosa, intima, che emerge in primo luogo dai dialoghi. I diverbi e i battibecchi tra Lawrence e Holo sono la punta di diamante della serie, ciò che la rende particolarmente simpatica e godibile da seguire. La riuscita particolarmente felice di questi "duelli verbali" è dovuta in modo peculiare alla personalità della dea. Holo è una figura bizzarra, lunatica, spesso molto capricciosa e infantile. La sua caratterizzazione si fonda su un magico equilibrismo tra elementi del tutto opposti, che oscillano di continuo. Holo è forte, intelligente, sarcastica, tremendamente maliziosa e dotata di una affilata arguzia sviluppatasi nei millenni in cui è vissuta, ma al contempo si rivela estremamente fragile, in preda alla solitudine, bisognosa di affetto e di attenzioni. Se da un lato cerca di ostentare di continuo la sua superiorità e saggezza, dall'altro palesa anche un lato tenero e dolce, a tratti seducente. In definitiva è un personaggio complesso, i cui sentimenti sono difficili da interpretare per il povero Lawrence, poco esperto e, anzi, notevolmente impacciato con il gentil sesso. Così, entrambi si punzecchiano di continuo, con scarso successo del mercante nei suoi tentativi di decifrare i pensieri della compagna di viaggio. Proprio questa dicotomia si rivela capace di creare un legame sempre più forte tra i due, che nel corso della storia cominciano a condividere molto di più di un mero accordo per un passaggio. La cosa mi ha notevolmente colpito, poiché raramente ho riscontrato in altre opere una naturalezza simile nel costruire il rapporto tra due personaggi, e una simile capacità di esprimerlo attraverso piccoli atteggiamenti, paturnie e battutine argute.


"Spice&Wolf" è una serie che, alla fine, non parla assolutamente di nulla, ma proprio questo "non parlar di nulla" le riesce in modo ineccepibile e con grande stile. Perduto ogni anelito a una storia corposa, la serie riesce a trasportare in un mondo dall'atmosfera calda e accogliente, tanto che lo spettatore vi si può immergere totalmente. A questo proposito fondamentali sono le musiche, i colori, e i dettagli che riempiono di vita l'atmosfera, rendendola quasi palpabile. Sembra quasi di potersi sedere al tavolo di una locanda accanto a Lawrence e Holo, la gente che parla in sottofondo, e ordinare una birra e mangiare qualche dolcetto assieme a loro.

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