sabato 27 febbraio 2021

8 Mile: Recensione

 Regia: Curtis Hanson
Soggetto: Scott Silver/Eminem
Sceneggiatura: Scott Silver
Formato: film cinematografico
Anno di uscita: 2002

Negli ultimi mesi di reclusione istituzionalizzata, era inevitabile che passassi dai mix vaporwave di Biggie Smalls e Ice Cube a Eminem, che era molto popolare quando ero adolescente. Sicuramente la recensione di un film del genere sembrerà stridente nel contesto di un blog che (almeno dichiaratamente) tratta recensioni di anime e manga. Eppure la gioventù che viene rappresentata in 8 Mile - a parer mio - non è molto diversa da quella che consumava anime negli anni novanta ("Super Nintendo, Sega Genesis... When I was dead broke, man, I couldn't picture this" cantava Biggie Smalls/The Notorius B.I.G.). 8 Mile avrebbe potuto benissimo essere un anime di successo: i punti che andava a toccare erano sempre dei nervi scoperti, sia in oriente che in occidente. Ma veniamo a noi.  

B-Rabbit (interpretato egregiamente da Eminem, che in pratica rappresenta se stesso) è un operaio dei bassifondi di Detroit con una grande passione per il rap (era l'epoca d'oro del'hip-hop, anche in Italia). Ovviamente il protagonista è un ragazzo di strada, un bianco che vuole fare la musica dei neri (cosa molto difficile ai tempi causa razzismo e pregiudizi). Madre alcoolizzata e morbosa, compagnia femminile inesistente - la fidanzata lo ha lasciato e quella nuova comunque lo tradisce (cosa realmente accaduta con la moglie Kim). Insomma, B-Rabbit è un concetrato di rabbia, uno zombie incazzato che mediante le sue rime, anziché atteggiarsi a "gangsta" stile N.W.A., lancia cannonate contro gli artefici della sua infelicità, cercando un riscatto neanche sociale, ma personale/esistenziale. 

 

Il film è strettamente correlato alla cultura dell'hip-hop, e non potrebbe essere altrimenti. A mio modo di vedere le cose, all'inizio, prima che diventasse il trash commerciale che è oggigiorno, il rap era un modo dei neri di esprimere il loro disagio sociale. Certo, molti rapper erano comunque delinquenti, spacciatori ecc. Ma non avevano alternative per uscire dal mondo dei bassifondi in cui vivevano (e spesso ci rimettevano anche la pelle, si pensi a 2Pac e The Notorius B.I.G.). Per me l'hip-hop non era molto diverso dai lamenti blues dei neri del Mississippi, che venivano schiaviazzati nelle piantagioni di cotone dai Cowboy bianchi. In questo caso, nell'epoca moderna, c'erano le catene di montaggio della General Motors a gettare intere esistenze nell'oblio e nell'anonimato. Non per nulla, nel film gli operai "lottano" tra loro rappando. Tutto un modo di sublimare il degrado di un industrialismo di massa dal quale è impossibile fuggire. Questi scontri di rap, ai quali il protagonista partecipa la notte, in un locale appartenente alla comunità nera, sono un po' il fulcro del film, a parte ovviamente le vicende personali di B-Rabbit/Eminem e del suo gruppo di amici della strada.

Se nel pugilato ci si ammazza di botte, nel battling ci si distrugge a parole, andando a offendere l'anima, lo spirito dell'avversario davanti ad un pubblico assetato di miseria esistenziale (un po' come quel pubblico che si nutre di fenomeni da baraccone su Youtube no? Vedendo chi è peggio di me, sto meglio). In questa asserzione c'è molta postmodernità nel senso psicologico del termine: nutrirsi dell'altrui miseria è la stessa cosa che fa Misaki in Welcome to the N.H.K., tanto per dire. "Sono come me, ma si sentono meglio", volendo citare un brano di Frankie HI-NRG MC, forse l'unico vero rapper italiano.

Eppure B-Rabbit è un timido, diventato duro per necessità, quindi la prima volta che partecipa ad un battling, non riesce a parlare e pertanto viene ferocemente ridicolizzato. Si proseguirà poi con vari pestaggi a suo danno (Eminem è stato davvero pestato a morte a scuola, e finì in coma per tale motivo), umiliazioni a non finire, con vari spiragli dati dall'amicizia, dalla rabbia e dalla passione. Le invettive rappate da Eminem nel corso del film sono realmente improvvisate per necessità di realismo (lo scontro finale è epico), e la canzone Lose Yourself, hit mondiale dell'epoca, è stata da lui scritta durante le pause dalle riprese. Quando ascolto Stan, in cui il rapper parla di un suo fan che si taglia e che glielo scrive via lettera ("Sometimes I even cut myself to see how much it bleeds"), ci vedo un po' le ragazzine su TikTok che giocano a Blue Whale, tagliandosi le vene col rasoio o soffocandosi o buttandosi giù dai palazzi. Eppure, la differenza è che oggi non ci sono neanche più i bassifondi di Detroit a fornire una pseudo-giustificazione esistenziale, ma soltanto la dimensione della propria stanzetta, della connessione Wi-Fi, del cellulare e Instagram. La dimensione del proprio Io dissociato e nulla più.

Tornando al film, e concludendo lo scritto, devo dire che non mi è affatto dispiaciuto. Non è alta cinematografia, ma semplicemente un ragazzo che cerca di parlare di sé stesso ad un pubblico che in seguito lo renderà o un dio o un demonio a seconda delle circostanze (dati i testi delle sue canzoni, gli avvocati di Eminem lavoreranno a tempo pieno, dovendolo difendere addirittura dalle denunce della madre e di chi lo ha mandato in coma a furia di botte). Ciò detto, la scena finale, in cui lo zombie incazzato col mondo, una volta diventato un vincitore, se ne torna a lavorare in fabbrica, fa molto Yabuki Joe. Quel suo camminare nei bassifondi, solo come un cane, mi ha ricordato molto il finale del primo adattamento televisivo del manga di Takamori & Chiba. Ecco, a suo modo, forse B-Rabbit è un Ashita no Joe degli anni novanta che furono. E forse è anche per questo che l'ho davvero apprezzato.

113 commenti:

  1. Ciao Francesco, ti leggo da un pò anche se non avevo ancora commentato. Ho notato che non hai mai recensito "Alita l'angelo della battaglia", né il manga né l'anime né tantomeno il film. Sicchè credo che offra interessanti spunti di riflessione e mi piacerebbe molto conoscere la tua opinione su quest'opera, ti invito a prenderla in considerazione per le prossime recensioni.
    Il top sarebbe ovviamente che riuscissi a recensire sia il manga (almeno la prima serie), sia l'anime (è solo un OAV), sia l'adattamento cinematografico americano. Ma so di non avere alcun diritto di dirti di cosa scrivere sul tuo blog; è solo che mi appare come una lacuna il fatto che tu non ti sia mai occupato di quest'opera. E dal momento che sei arrivato a recensire 8 Mile, ho pensato che forse fossi a corto di idee e così ti ho voluto dare un suggerimento!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Paolo, dato che questo blog non è a scopo di lucro, qui dentro scrivo in massima libertà ciò che mi pare, e se avessi realmente un calo di idee, non scriverei più e farei altro, tanto non incasserei comunque nulla.

      8Mile è stato recensito perché mi è piaciuto, così come potrebbe essere recensito Alita manga prima serie, dato che Last Order non era davvero necessario e il film a pelle mi ripugna (un po' come quello di GITS, questi adattamenti all'americana proprio non mi attirano). L'anime, che è un OVA e quindi nasce come spot per il manga, non avrà mai una recensione qui, esattamente come il film e LO.

      La recensione del manga di Alita storico invece potrebbe arrivare, ma dovrei rileggerlo e al momento non mi sento di farlo.

      Grazie per il suggerimento comunque!

      Elimina
  2. Io davvero in vita mia non ho mai ascoltato musica rap, l'effetto che mi facevano appena mi ci avvicinavo era quello di un emetico... la sensazione rimane tuttora.

    Eminem invece mi ha affascinato da sempre, sia per le sonorità che per il contenuto delle sue canzoni.

    Credo - ad esempio - che sing for the moment sia davvero una delle più belle canzoni dell'epoca, una canzone che davvero vuole comunicare qualcosa. Scalda il cuore ogni volta che la sento,lo fanno molte delle sue canzoni.

    Per il resto credo che Eminem - ma dico l'ovvio - sia stato segnato da una esperienza di amore adolescenziale molto intenso... Sai com'è una bella ragazza che ti sta vicino quando sei uno sfigato e prendi botte, poi non la rimpiazzi più.
    Volendo è una cosa fuori dal tempo...

    mentre che scrivevo mi è venuto in mente un film di pupi avati... volendo anche esagerato. Il fulgore di Dony.

    Credo che ciò che possa emozionare l'essere umano sia alla fine siano sempre le stesse cose. Nei millenni.
    D'altronde chi ha visto Zeder di pupi avati, la sensualità delle inquadrature, delle musiche ... Non potrà che pensare ad Orfeo ed Euridice. E forse siamo di nuovo a certe corde di Eminem.

    è un accostamento audace, in realtà non c'entrano nulla, ma forse più profondo, nel senso di più sotto traccia, sotto cute, che Ashita No Joe...

    D'altronde Ashita No Joe è in realtà un anime davvero terribile e pieno di solitudine, in cui l'affetto è per lo più tra personaggi maschili. In ashita no joe è come se spirasse un vento freddo, forse è paradossalmente più vicino ai tempi attuali...
    Eminem ha molta sofferenza nelle sue canzoni, ma le si può trovare per altri versi anche molto dolci e umane...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Sai com'è una bella ragazza che ti sta vicino quando sei uno sfigato e prendi botte, poi non la rimpiazzi più."

      Prendo la cosa più in topic, dato che l'ossessione di Eminem per Kim penso che derivi veramente da qui. Trovare persone che ti stiano vicine nei momenti peggiori è quasi impossibile al giorno d'oggi. Una volta lo si faceva per convenienza (ovviamente esisteva anche il vero amore come potrebbe esistere anche oggi). Tuttavia di questi tempi ci sono molti egoismi personali di mezzo, e gli uomini non sanno più fare gli uomini (ma anche le donne non sanno più fare le donne). Nell'era dell'egoismo estremo, che talvolta sfocia in un vero e proprio distacco dalla realtà, modulo i vari complessi psicologici che si possono accumulare nel tortuoso cammino in un mondo senza futuro, senza riferimenti solidi e senza gratificazioni, è davvero difficile trovare una kannon che ti dia amore incondizionato. Ma anche solo un vero amico.

      Io comunque sono stato fortunato sotto certi aspetti, e certamente non mi sono accorto di quanta fortuna abbia avuto, perché troppo crucciato da altro. Bisogna svegliarsi più che incazzarsi come fa Eminem, tornando a lui.

      Elimina
    2. Le ragioni per cui è difficile sono complesse e molteplici...

      Una su tutte credo sia la differenza troppo grande tra età biologica ed età sociale matura, condanna necessariamente le prime avventure sessuali al rango di avventure giovanili...non solo a 13anni,anche a 20.

      Ovviamente è una bestialita.

      Ne vengono fuori adulti che si stordiscono come posso... Da vicino vedo denaro speso a fiumi e inutilmente, carriere casomai brillanti per affermare una felicità che non c'è...
      Mi viene in mente l'analisi di Nietzsche che fece Camus ne l'uomo in rivolta - credo che dandoti alla lettura dei classici troveresti soddisfazioni: un infelice che gridava alla felicità. Detta meglio.
      Credo sia un po' l:uomo moderno, se si può permettere gli oggetti e le esperienze totemiche di felicità.

      .. Presumo che anche tra classi diverse sia simile, con vari modi per stordirsi... .

      Per il resto se ne dovrebbe discutere a lungo.

      //

      Su eminem concordiamo, poi non so. La mia impressione è di una persona molto sensibile, anche di carattere, ma con intelligenza media o medio alta. Che si incazzi e non ne riesca ad uscire mi sembra fisiologico e normale.

      E poi beh ci vuole molta, molta fortuna. Forse piu da 50enne ricco che da ragazzino di periferia.

      Mentre scrivevo di eminem mi veniva in mente una dei film più famosi di mitchell leisen (midnight)...

      In breve lei per i casi della sorte seduce un milionario che vuole sposarla, poi rimane con un tassista spiantato ma gentile ma con il quale può essere a suo agio e se stessa.


      Questo credo sia un idea di vero amore. E di vero benessere.


      Oggi, sempre per il.discorso di gridare alla felicità, va infatti di moda il grottesco, i meme, la risata sguaiata, fantozzi rivalutato...

      Una società di repressi che inneggia al rutto libero come fosse il fantasma della sua libertà...

      Elimina
    3. Sarò più specifico... si lavora troppo, si è incapaci di vivere la solitudine domestica.

      Da cui il deprezzamento delle grandi ville in campagna per dire, contro appartamenti(ni) in città.

      Alla fine dalla filosofia, a concetti di economia spicciola il passo è breve.

      Di mio lavoro poco e vivo isolato e nel benessere. Sembra che attragga molto, tornando al discorso delle donne. ^^

      Poi non so quanto qualcuna, se le venisse data la possibilità, sarebbe capace di reggere a lungo.

      Elimina
    4. Boh, mi sembrano discorsi da centro sociale anni sessanta (forse da come parli ti saresti trovato bene in una comune, chi lo sa), a parte il fatto che la lingua batte sempre dove il dente duole.

      Elimina
    5. PS: siamo in recessione da anni e ora in una crisi simile ad una guerra mondiale. Tutto sto lavoro che dici tu non lo vedo, anzi lavorare è un privilegio per pochi. Sopratutto con un posto fisso statale/parastatale.

      Le paghe sono basse, gli straordinari non retribuiti. Prima di pervenire ad un lavoro chiamato tale, tonnellate di stage e precariato. Ma in che mondo vivi? Sul serio.

      Uno dei veri problemi di questa società è proprio la disoccupazione. E se lasci la gente a casa si deprime, perché si sente inutile, oltre a tutto il discorso economico che di certo un baronetto come te trascura in quanto nato arricchito.

      Elimina
    6. Mmm tipicamente molti dei mali endemici Italiani - dico a livello di comune sentire sociale - e proprio questo stato di sub povertà ed incertezza... Tipico da paese povero, in cui il lavoro e appunto poco e mal pagato.


      E sempre così, e come un cancro. Meditavo infatti di trasferirmi stabilmente all'estero, chissà.

      Che tu abbia soldi o meno, vivi comunque in una società di poveri in cui il denaro, e la sicurezza e l 'agio che ne derivano - bene piu raro che altrove e - sono tenuti appunto più on alta considerazione che altrove.


      Ieri sera vedevo il maestro di vigevano di petri. Interessante.

      Elimina
    7. Per la cosa del centro sociale boh, io sono molto ordinato e non mi piace vivere in gruppo. Ne convivere e avere intorno gente a caso, figuriamoci una comune. Non sono neppure un amicone e un casinaro.

      Però è vero che tendo a socializzare molto velocemente con tossici e affini se ne capito a contatto. ^^
      Poi il discorso era più ampio, non solo strettamente economico.

      In Italia cmq le condizioni del lavoro sono quelle che sono purtroppo... :/ e avvilente. Ce ne vuole per starne fuori da certe dinamiche :/

      Elimina
    8. Di mio cmq con calma e sangue freddo ho sempre ottenuto i risultati accademici e lavorativi voluti tra lo sbigottimento di molti. Se non di tutti. ^^


      Sbigottimento perché appunto vivevo per certi versi come un ragazzotto riccastro e sbandato. Macchine potenti, fidanzata, amanti, cena fuori 3-4 sera a settimane, vacanze lunghissime 😂😂😂 Non è successo nulla, tutto secondo come volevo. Lavorativamente almeno. :/

      Elimina
    9. Petri è sempre interessante. Ma quel film, come anche "La classe operaia", come anche "La proprietà privata" sono tutte cose troppo passate, che rendono merito all'impegno sociologico reale del regista, ma restano come graffiti di un'epoca fatta e finita, chiusa. Del resto non parliamo di archetipi, e tolti quelli (quelli veri) le nevrosi sociali seguono le epoche: ogni epoca ha le sue nevrosi diffuse. Se è per Petri, di suo ma sempre attuale restano "Indagine su un pornobebé", "Todo Modo" e "Buone Notizie" (che alla fine "è 'na storia de froci" - cit. e de monnezza, aggiungo io – ma senza sghignazzare. Anzi.)

      Elimina
    10. Ovviamente sono cambiate tantissime cose, tantissime sono rimaste uguali. In molte fu un pizzico preveggente.


      D'altronde parlavo pochi giorni fa con un amico e si stupiva anche lui della descrizione del mondo giornalistico che fece Balzac ormai quasi due secoli fa.

      Alcune cose restano attuali anche se vecchie, altre cambiano :)

      Elimina
    11. Cmq pensando a Petri mi viene in mente che alla fine facesse film molto sul sentire italiano... Lo sono tutti alla fine.

      Anche a ciascuno il suo.

      Negli stessi anni in Francia Truffaut avrebbe girato la storia di Antoine Doinel per dire.


      Io alcune cose le vedi tuttora... Il Blogger parlava del posto fisso e della precarietà del lavoro... Da qui mi è venuto in mente quel film. Credo offra spunti migliori di Ken il guerriero

      Elimina
    12. Addirittura riguardo il maestro di vigevano mi verrebbe da dire che alcuni aspetti siano archetipali, altri squisitamente italiano, altri preveggenti di un sentire postmoderno.

      Ma davvero pochi sono gli aspetti sociali strettamente legati a quell'epoca, tipici invece per esempio molti film di monicelli. Vita da cani, le infedeli, i soliti ignoti e tutti i film che fece con toto...più avanti film come Facciamo Paradiso o quello tratto d un libro di natalia Ginzburg... Caro Michele se non sbaglio.

      Tanto perparlare con cognizione di causa.

      Poi in ogni grande opera c'e sempre dell'universale, per questo è bello vedere.

      Elimina
    13. "Credo offra spunti migliori di Ken il guerriero"

      Il cristianesimo non piace al titanismo pornobebè francese. Non era Céline a mettere le bestemmie nei suoi romanzi? Ah no aspè però lui faceva il medico per gli indigenti.

      Cmq concordo con Shito, certi titoli sono cose di altre epoche, bisognerebbe cercare di pensare al presente mettendo da parte certi imprinting legati alla posizione geografica o al pensiero di altre generazioni che poco capiscono che cosa stia accadendo da vent'anni a questa parte.

      Elimina
    14. A parte che sono tutt'altro che titanico... Anzi quando invitato ad "impegnarmi" di più sul posto di lavoro per dire me ne esco sempre con cose molto laid back.

      La migliore fu... Qui in questo posto sì fa l'eccellenza.. La mia risposta ma in medio stat virtus.

      C'è un tempo per lavorare, e un tempo per dedicarsi a se, che sia la gioia o il dolore e la meditazione della solitudine.

      Per il resto non ho mai criticato, ne parlato, dei tratti pietistici del cristianesimo che ritengo salutari e umani se genuini.


      Un ragazzo di 30anni, intelligente, che scrive di Ken il guerriero...

      Ho letto poi la recensione, ed è davvero bellissima. Complimenti vivi. Sai che sono onesti dato che non mi mordo certo la lingua quando penso altro.

      D'altro canto ho sempre anche io trovato evocativi alcuni aspetti di Hokuto No Ken, e ho provato a vederlo un paio di volte trovandolo poi però il più delle volte ridicolo. Autentica spazzatura con qualche idea fighetta presa altrove.

      Per certi versi simile a Cowboy Bebop che però di idee evocative ne aveva forse anche ancor meno, quasi niente, se non un chara design affascinante.

      Elimina
    15. Secondo me per apprezzarlo veramente bisogna guardarlo in lingua originale pensando come un giapponese. Ma questo vale un po' per tutto.

      Per il resto posso capire.

      Elimina
    16. PS: i tuoi continui rimandi al titanismo francese, che è molto forte anche nell'esistenzialismo, ti rendono a tuo modo un "pornobebè titanico". Ma sono tutte cose superabili, l'importante è crescere.

      Elimina
    17. Ecco, questo sarebbe un momento da dedicare al lavoro invece che a scrivere cazzate su internet...

      Ho citato Truffatu solo perché molto noto e nazional popolare.

      Chiunque parli con cognizione di causa - e mi rendo conto che siano sempre in meno a poterlo fare - sa benissimo che i film di petri, tutti, sono segnata da un sentire molto italiano. Che lui anche abborisce, o talvolta salva come ne La Decima Vittima..., ma che comunque c'è.

      Potrei citarti vari registi americani, scandinavi, tedeschi, spagnoli.
      Vedili tutti, poi vedi Petri. Ne riconosci la genialità, ma ti accorgi anche: ops, era italiano.

      Per il resto vedi tante cose, leggi, documentati e capirai di più. Non fossilizzarti sull'animazione giapponese e sul postmoderno, è spesso un piagnisteo di giustificazione per far nulla.

      Ad esempio Pedro Almodovar è un altro dei miei registi preferiti, anche Luis Bunuel, mi piace Bigas Luna... Il cinema francese lo cito spesso solo perchè molto famoso.

      Di Almodovar ad esempio c'è un filmetto che adoro e che davvero ha valore quasi esclusivo come graffiti di un tempo che fu, e che non è più. (per quanto poi anche li ci siano cmq spunti interessanti)

      Pepi, Luci, Bom y los otros chicas del monton...

      Lo facevo vedere a casa mia quando facevo i festini di vari giorni stile centro sociale... Ovviamente nel lusso e nella cultura vera però, non nel degrado dei centri sociali.

      L'indiscreto fascino del peccato, sempre di Almodovar, è anch'esso un pò un graffito se ci si pensa.

      Anche l'odore della notte di Claudio Caligari.

      O non essere cattivo, sempre di Caligari.

      però offrono sempre spunti universali.

      L'unica persona che mi stava dietro era la mia ex ragazza, era cresciuta con me, si era sforzata di tenere il passo, ne aveva le doti intellettuali. Era anche carina.

      Tutto il resto è noia davvero.

      Elimina
    18. I film su Antoine Doinel cmq, dato che ho citato quelli, non hanno nulla di titanico per dire.

      Sono solo molto aperti alla vita, quasi con un entusiasmo di mangiare la vita.

      Ma nulla di titanico, davvero. Se li vedi capirai quel che dico.

      Il primo poi, i 400 colpi, è significativo anche come film di un'infanzia difficile. Lo capii meglio alla mia terza visione, qualche anno fa...

      Si può parlare di impero degli adulti e della loro miseria anche senza alcun orpello fantascientifico.

      Questa è narrazione adulta. E triste.

      Elimina
    19. Non c'è nulla di male a essere quel che si è. Piuttosto, un rifiuto del proprio essere secolare e culturale è un rifiuto del sé, non c'è bisogno di chiamarsi Jung per capirlo.

      Almodovar. Eh, la caliente intensitah ispanica. Recuerdos de la Alhambra. Don Quixote. Mulini a vento e Dulcinee e Tristane. Tauromachia post-minoica. Olè.

      Elimina
    20. Il titanismo francese, o quello che si intravede nel tuo snobismo di provincia, è palese anche nelle opere più truci. Perché è il popolo che ha fatto rivoluzione, che in un certo senso ha ucciso Dio (per cosa poi). Io ci sono stato in Francia a lavorare, e l'ho vissuto questo titanismo, anche attraverso molta letteratura. Ma mi sembra che il tuo sia un diniego che porta ad un'estrema affermazione di quanto negato. Addirittura los tesso Céline di cui sopra, così come Camus, tra le righe hanno il loro essere puramente francesi. Si legga il caro vecchi Verga si si vuole qualcosa di veramente scevro da tali pulsioni egotistiche prive di un vero "centro di gravità" (cit.)

      Elimina
    21. La differenza tra il naturalismo francese (che è invero umanesimo scientista e quindi delirante d'onnipotenza) e il verismo siciliano dice davvero tutto. Da un sacco di tempo.

      Elimina
    22. Sul rifiuto culturale e secolare del sé ancora vedo molta ignoranza e parlare a sproposito.

      Non tutti hanno la stesse origini famigliari.

      Non che sia mai stato snob, anzi ... è una cosa venuta negli ultimi anni in cui ho capito un benessere in cui sono cresciuto.

      Lo snobismo è stata una conseguenza.

      In famiglia non si è mai parlato di posto fisso e precarietà del lavoro e cose simili per dire, sicuramente anche per moltissima incoscienza.
      Non si è tutti uguali, ma si può tracciare l'andazzo generale di un popolo.

      Elimina

    23. - Direi che pure il Verga sia finito male, anche se probabilmente con percorso diverso rispetto ai titanisti. Questi possono mantenere dei "fantasmi"/ricordi o delle altre persone con cui conversare anche in vecchiaia - se hanno modo di trovare un terreno comune, che è cosa forse non impossibile. Il verista invece temo che diventi un anziano relitto che non comunica nemmeno con sé stesso.

      - La mia intellettualità di riferimento di sinistra mi fa sapere che l'eradicazione del concetto di "degrado" (riferito ai luoghi specialmente) dal comune discorso, e di conseguenza dal comune ragionamento, sarebbe un risultato assai degno di nota e una speranza di progresso civile. Vi ringrazio se vi unirete in questa battaglia impersonale e spargerete la voce.
      La mia pseudo-intellettualità """personale""" ritiene che il pulito sia alla fine fastidioso quanto il troppo sporco e ne cerca costantemente conferma.

      - Elio Petri: sono convinto di aver visto qualcosa di costui, non ho la più pallida idea di cosa. Di sicuro via etere, e dove sennò?. Probabilmente spezzoni.
      Gli altri dell'elenco mi sono nomi (sic) - punto. Però devo dire che forse non ho bisogno di orpelli fantascientifici, ma senza dubbio di orpelli surrealistici o assurdi. Fantozzi rulez, anche se non solo.

      Elimina
    24. Ovviamente il naturalismo francese e umanesimo scientista, d'altronde si sviluppo e prospero negli stessi tempi e luoghi ove si sviluppo e prospero il positivismo.

      Elementare Watson, o no?

      Cosi come anche la tradizione di studi antropologici francesi e molto più gretta delle sue cugine tedesche e italiane.

      Detto ciò non si parlava di questo, che non si può che sottoscrivere.

      Elimina
    25. C'è chi crede che il positivismo sia "fase orale sociale", ovvero una bambinata eletta a dottrina "adulta".

      Quanto a secolarità e Jung, non si parla di famiglia, ma di cultura dei luoghi e dei popoli.

      Elimina
    26. positivismo > industrialismo > consumismo

      "C'è chi crede che il positivismo sia "fase orale sociale", ovvero una bambinata eletta a dottrina "adulta"."

      I.e. Erich Fromm

      Basta soltanto Fromm comunque per inquadrare il tutto, senza bisogno né di Jung né di francesate che nella vera sostanza delle cose non vogliono dire nulla.

      Poi non si può non parlare di queste cose rifacendosi a periodi o pensieri fuori tempo. Siamo qui, nel mondo globalizzato e post-industriale. Non siamo altrove.

      Elimina
    27. Uscendo definitivamente off-topic... Anche mio malgrado, perché alla fine la storia è una disciplina tutto sommato semplice per chi ha studiato abbastanza, e senza grosse possibilità di errore...

      In ogni caso il mio riferimento non era nulla di secolare, ma tipico dell'Italia del secondo dopoguerra.

      Banalmente in Italia non si sviluppo mai una classe borghese ampia, è stata sempre una faccenda di censo tra pochi privilegiati e non educati al lavoro, e molti educati a servire e sgobbare.


      Sono tipiche le storie di mezzadri arrichitisi e riccastri inabili al lavoro e alla furbizia rimasti velocemente poveri ... Dal Gattopardo di tomasi di lampedusa,a Speriamo che sia femmina e all'adattamento del mattia pascal di monicelli, cosi come Vaghe stelle dell'orsa di visconti.

      Non sono film e opere sociali, ovviamente, ma riflettono tali dinamiche.
      Cosi come la classa impiegatizia bassa è sempre stata molto affine al proletariato, vedi tutte le opere di Italo Svevo.


      Questa è storia d'italia. Semplicemente la commistione tra classi già descritta da Tomasi di Lampedusa nel secondo dopo guerra è impazzita del tutto. E il fatto che gente abituata al benesser e alla dignità e altri abituati a lavorare come schiavi e alla furberia competano per gli stessi posti di lavoro ha portato ad un deprezzamento del lavoro tutto.

      è stato un processo traumatico, differentemente che in altri paesi europei dove si è formata gradualmente una classe borghese, che casomai volendo scimmiottare la nobiltà, si è in un certo senso educata negli ultimi due secoli. In italia non c'è mai stata tale fase.

      Ovviamente le isole felici esistono, ma nessuno vuole passare per uno snob con la puzza sotto il naso, no?
      credo sia il motivo fondato per cui in italia si selezionino partner e amicizie a seconda della famiglia di origine, è una cosa che avversai molto da ragazzo ora scopro come avessero ragione i miei genitori e banalmente sia un modo sicuro per selezionare.

      L'intelligenza e la delicatezza non sono cose che si ereditano ovviamente, ma alla lunga conta spesso molto più la famiglia in cui sei cresciuto che le potenzialità di una persona.

      Tanto per dire. In italia credo che sia cosi.


      ////

      Tornando paradossalmente in topic... In italia non c'è il sapore dei film francesi di Truffaut, ne storie alla antoine doinel, ma neppure film in cui l'educazione sia veicolo di riscatto sociale come quello a cui gangsta paradise faceva da colonna sonora... Ci sono arrivati googlando i nomi dei rapper citati nell'articolo per vedere che roba fossero.


      Credo usare forzatamente termini come bambinata e pornobebe in un discorso serio, peraltro su un blog che recensisce cartoni animati commistionati a filosofia, tenuto da un dottorato in fisica che si lamenta del lavoro precario e degli stage...
      Ma cosa c'è da dire in più

      Elimina
    28. Sì, l'Italia non ha mai avuto una vera rivoluzione industriale. Per fortuna. Inoltre, come diceva il buon (a ses heures) Fukuyama, i cattolici dormono bene, mentre i protestanti mangiano meglio. Che il positivismo stia dove è nato, insieme a quel che ne consegue. Mom's spaghetti, time's up, over, blah!


      Snap back to reality...

      Personalmente ho sempre pensato di preferire un buon sonno a pancia vuota e un'insonnia dopo i bagordi. Ma questo molto prima di sapere chi fosse Fukuyama. Sarò che ho maggiore stima dello Spirito che dello Stomaco. Or either, you'd better lose yourself (in the music, the moment, you own it, you'd better never let it go-oh). A ciascuno il suo (che è di Sciascia, mi pare - non certo di Petri - e benché italiani entrambi tra l'intelletto siciliano e quello romano c'è una storia e un continente di differenza). You only get one shot, do not miss your chance to blow, this opportunity comes once in a lifetime. You'd better lose yourself.

      Ma anche no, no.

      Elimina
    29. > ora scopro come avessero ragione i miei genitori

      Chi disse: "chi non è socialista a vent'anni è senza cuore, chi lo è ancora a quaranta è senza cervello"?

      Ah, mi sa che lo so. Beh, se è lui diceva tante frasi a effetto che ogni tanto faceva pure centro secco, no? :-D

      Elimina
    30. > ma neppure film in cui l'educazione sia veicolo di riscatto sociale

      perché quella stessa idea di riscatto sociale è positivismo angloparigino: soldi, industria, sbronze e mignotte. Altro che riscatto.

      MA qui siamo in Italia. Prova con "il conte MAX", prima versione (ovvero, la seconda)-

      Elimina
    31. ahem

      avendo letto sia sciascia, molto per lettura sotto l'ombrellone e con il caldo estivo, che visto Petri.

      Ovviamente sciascia è ridicolo, pur apprezzando molto i siciliani. Le idee buone di Petri sono li dove non ha nulla a che fare con Sciascia. E sono molte, se una ha sia letto il libor che visto il film.

      Per il resto il riscatto sociale americano è invero molto educativo, non ho visto quel film nello specifico.... dico Dangerous Minds, ne ho visti molti altri.

      Non apprezzo lo spirito americano, ma c'è comunque un certo senso di rettitudine intrinseca in quella prospettiva di riscatto.

      Avevo esordito dicendo di Eminem che ha carattere, sensibilità, ma intelligenza media, al più medio-alta.

      Non lo seguo particolarmente ma a differenza di molti rapper non mi pare abbia comunque mai spinto un'immagine di soldi, sbronze e mignotte.

      Di nuovo si parla senza conoscere.

      Elimina
    32. Alla fine gli americani hanno fatto film come Dead End o Il Gigante per dire. E sono film che fecero epoca.

      Mi chiedo dove sia quell'idea di soldi, industria, sbronze e mignotte se non nella mente di chi scrive.


      https://www.youtube.com/watch?v=S_IROtua8WE

      fino a qualche anno fa youtube si usava per cose carine

      Elimina
    33. "tenuto da un dottorato in fisica che si lamenta del lavoro precario e degli stage..."

      Non mi lamento di nulla, era per rispondere ad una tua idiozia preconfezionata (come tante) sul fatto che si lavori troppo in un mondo non più in boom economico da 20 anni.

      Elimina
    34. PS: "pornobebè" è la parola esatta per descrivere i maschi di oggi, ossia dei masturbatori egocentrici (porno) che proiettano la loro perenne fase orale (bebè) sul mondo/persone che li circondano. Dall'altro lato invece ci sono le ragazze con onlyfans e Instagram.

      Elimina
    35. conosco varie ragazze che non hanno instagram, alcune anche molto belle.

      di nuovo è il tuo mondo, forse anche maggioritario, ma non è tutto.

      Sto bombardandoti di cose per fartene rendere conto, non per fare sfoggio di cultura.


      Ma anche le tue compagne di università stavano tutte su onlyfans e su instagram a mettere foto mezze nude, boh hai studiato fisica mica sei un instruttore di fitness.

      O ora fanno lavori malpagati che le tolgono un sacco di ore, e la giovinezza se ne è andata tra libri prima e lavoro surrettiziamente prestigioso dopo ?

      io vedo questo.

      Ma d'altronde mi rendo conto che la capacità di discernere la realtà non sia uguale per tutti.

      Elimina
    36. La cosa è molto, ma molto più diffusa negli USA, e come tutte le cose da lì è partita a livello "fordistico" (così come il porno, ossia l'oggettificazione di persone/rapporti e volendo anche sentimenti). Dico a livello fordistico perché penso che la base di tutto ciò sia già stata gettata da ciò che Stendhal descriveva ne il Rosso e il Nero.

      Infatti si dice "Influencer" usando il termine inglese. "Onlyfans", termine inglese.

      Elimina
    37. Ford in His Flivver, All's Right with the World (non è mia, c'è davvero in BNW)

      Le Rouge et le Noir era (è) un testo francese tanto intelligente che viene capito sempre al contrario. Un po' come The Great Gatsby.

      Carogne, carogne, carogne!

      Il diniego. L'idenficazione proiettiva. LA sublimazione. La mancata elaborazione. E poi, la scissione.

      Elimina
    38. Ho letto anche Brave New World ovviamente ed era interessante.

      Di fitzgerald lessi Tenera è la notte. Di Stendhal lessi tutto o quasi, incluso dunque il Rosso e il Nero. Interessante, ben scritto. Nulla di speciale. Stendhal scrisse cronache italiane, la certosa di Parma. Era ovvio che odiasse gli ambiziosetti, parliamo di questo. Non c'è bisogno di usare a sproposito termini propri della psicanalisi.

      Il tema del grande gatsby era ricorrente in quegli negli stati uniti d'america. E davvero poco fraintendibile almeno allora. Avevo citato Dead End casualmente... tanto per dirne uno con molte affinità.
      E ho letot poco, chissa quanti altri ce ne sono. era una cosa dell'epoca degli anni ruggenti.

      Elimina
    39. "Non c'è bisogno di usare a sproposito termini propri della psicanalisi."

      Che poi alla fin fine Fromm dice le stesse cose che ti stiamo dicendo in questa sede.

      Inutile dire che i pensatori tedeschi siano su un altro livello rispetto a quelli francesi. La filosofia dell'uomo vs la filosofia del pornobebè.

      Elimina
    40. Mah, non sono particolarmente appassionato di Francia. Sei tu che mi hai citato Stendhal, ho risposto in merito.

      Camus che citai ha secondo me una sensibilità molto improntata dal fatto di essere nato in Algeria, Maghreb... Da cui una sua certa atipicità rispetto alla corrente esistenzialista.


      Non ho letto Fromm, se mi vuoi spiegare con parole tue - o anche citare i passi di lui che ritieni significativi - sarò lieto di seguirti.

      Finora di concetti elaborati da te, in contrasto con i miei, in molti concordiamo infatti, ci sono un certo vocabolario da stordito di internet e ora questa cosa di onlyfans ed instagram.
      Scommetterei qualche migliaio di euro che tra le tue compagne di corso di fisica ce ne fosseor di molto carine che non si mettono a troieggiare eccessivamente su instagram, ne tanto meno su onlyfans.


      Ah e poi la lunga spiegazione storica sul fatto che siamo in una crisi economica negli ultimi 20anni - vero, ma in italia come dicevo un certo discorso da pezze al culo c'è da quando si è voluto fare dei borghesi di gente che fino a pochi hanno prima era proletario e subproletario. Su quello credo di aver già dato.

      Sulla cultura americana come cultura di mignotte, soldi e ubriacature pure. L'avete visto il bel finale de Il gigante?

      Spero di aver fornito spunti cmq.

      Elimina
    41. Fromm si può ridurre al mero titolo "Avere o essere", tanto quanto S. si riduce a "O si pensa o si crede". :-)

      Elimina
    42. BTW, per tornare in America e in-topic, alla fine M'n'M non è altro che il solito giocare al ricevitore nella segale per acchiappare la Phoebe negata. What a lousy story for a lousy humanity, that is.

      Elimina
    43. Non ci vedo granché punti di contatto con Holden...
      Più con gatsby volendo, se proprio lo si deve paragonare ad un classico della letteratura americana. Ma non farei il paragone.

      Di nuovo ripeto vedo un ragazzo dj grande sensibilità e carattere, casomai sfortunato tanto da non avere una seconda chance. E spesso così nella vita.

      Credo anche abbia buona coscienza della condizioni in cui vive(va) la gioventù moderna, e l'ho sempre apprezzato perché mi è sembrato voler incitare ad una reazione nelle sue canzoni.

      Credo sia stato oggettivamente sfortunato.

      Elimina
    44. Non con Holden. Col finale ovvero col titolo del libro. La risoluzione della rabbia nell'accettazione dell'infanzia negata dalla postmodernità nel ruolo pre-genitoriale. Che poi era l'unica cosa decente del libro. Nel caso di M'n'M: "A normal life is boring but the superstardom is close to post-mortem (...) he goes home and barely knows his own daughter..."

      Back to Phoebe, not to lose yourself.

      Elimina
    45. In termini inutilmente forbiti, giuro che ho fatto fatica a comprendere la frase (accettazione dell'infanzia negata dalla postmodernità nel ruolo pregenitoriale), credo che hai espresso quello che dicevo sopra.

      è stato sfortunato.

      Ovvero non gli è capitata un altra di cui prendersi cura.

      Mi chiedo se Salinger avesse studiato un pò di antropologia, il tabù dell'incesto, come in Egitto per esempio al faraone fosse concesso di infrangerlo. La società egizia era d'altronde molto erotica, chi ha visitato con attenzione ricorda che Amon veniva raffigurato itifallico.

      Tornando in America il primo Scarface, che fu un grande successo, era davvero molto incestuoso...

      "le attenzioni che ti da non sono quelle che un fratello da alla sorella" o qualcosa del genere, in inglese.

      Non per nulla l'America ha prodotto Gatsby, e tanti altri sulla stessa riga.

      /

      Non so quanto c'entri l'infanzia negata però, specie dalla postmodernità, nel non trovare un oggetto meritevole di attenzioni e affetto e nel dare di matto in reazione a ciò.

      Elimina
    46. Marshall Mathers credo poi sia stato grandemente innamorato di Kim, di nuovo è diverso da Holden... molto.


      La differenza tra chi non ha mai amato, e che ritrova con facilità infiniti partner a cui dire ti amo, e chi invece ha amato e fa fatica.

      Io questo - ancor prima di concettualizzarlo - lo vedo tutti i giorni tra i miei conoscenti, o casomai in storie che mi raccontano delle mie "amanti"... Peraltro pare che sia l'unico a dire alle belle ragazze che mi deprime averle in casa perché mi ricordano momenti di felicità coniugale che non ho più.

      Elimina
    47. "Peraltro pare che sia l'unico a dire alle belle ragazze che mi deprime averle in casa perché mi ricordano momenti di felicità coniugale che non ho più."

      Il tuo mi sembra molto un disturbo ossessivo di stampo relazionale, e molto probabilmente ne avevate uno di coppia con la tua ex.

      Fossi in te, per stare meglio, lascerei stare le tue "amanti", anche senza stare lì ad ascoltare le loro storie (tanto si sa cosa fanno...) e di cambiare. Sul serio, le tue auto-giustificaizoni esistenzialistiche sono peggio delle peggiori merdate otaku, perché hanno una patina "nobile" che le rende più capziose. Lascia stare tutti i tuoi meccanicismi mentali, diventa una persona più semplice, naturale, spontanea, dedita al prossimo e al bene in generale. Leggi Fromm anziché le cavolate francesi. Lascia stare l'erotismo e tutta questa ossessione di dover ottenere chissà cosa da una donna. Secondo me quando farai questo passo in avanti, arriverà ciò che cerchi.

      Non c'è peggior otaku marcito dell'otaku marcito che non sa di esserlo. Sempre postmodernità eh, nothing personal this time.

      Elimina
    48. Sto evitando moltissimo ultimamente, non che vada meglio ma almeno faccio economia di tempo. Su questo concordo si. :)

      Elimina
    49. Sull'ossessione di dover ottenere chissà cosa da una donna... A me piacciono molto... Non siamo tutti uguali. Tipicamente tutti quelli a cui piacciono davvero tanto, ho poi notato a forza di leggere e guardare film, hanno più o meno gli stessi gusti, più o meno le stesse ossessioni, più o meno gli stessi percorsi mentali.

      L'aneddoto personale di sopra era però per dire che una cosa molto postmoderna che vedo è gente, anche adulta, senza reale esperienza sentimentale, sempre apparentemente freschi, in realtà marci.

      Tutti pronto a voler amare a 30anni come ne avessero 15... gli uomini che tristemente desiderano lo stesso trasporto, le donne a voler essere amate come delle principesse vergine che si concedono la prima volta...
      Questo mi sembra un tratto molto postmoderno, ecco. Se proprio dobbiamo parlare di postmodernità. Credo correli con la voglia di seppellire le ferite, di fare un amnesia selettiva di quel che non si vuole ricordare.

      Questo è davvero quello che più mi spaventa perché a quel che vedo a giocare a quel gioco si perde la possibilità di dare affetto reale. Oggi spesso i nonni sono figure di riferimento affettivo se ci fai caso, mi chiedo tra qualche anno cosa sarà.

      Questo si, mi spaventa ben più di instagram ed onlyfans.

      Elimina
    50. Sul fatto della mancata crescita psicoemotiva, sulla rincorsa all'esperienza adolescenziale anche quando la giovinezza è passata, creo sia tutto molto vero e terribilmente evidente. Credo sia l'effetto della reinfantilizzazione che prelude la reanimalizzazione dell'uomo (umano)postmoderno.

      Anche questo era precisamente descritto in BNW.

      Nella realtà, credo che una simile meccanica sia destinata a creare nevrosi terribili, e mi pare che l'attuale tendenza di relazionarsi alle nevrosi, invece che insegnare a risolverle, sia traghettarle in varie forme di psicosi pseudo-funzionali (magari con supporto farmacologico).

      Ovviamente sappiamo che la repressione (nevrotica) rimozione selettiva dei ricordi (psicotica), la negazione (nevrotica), il diniego (psicotica) e similari sono tra le più basilari meccaniche di difesa del cervello, o meglio della psiche, degli uomini.

      Il punto è che, oltre a tutto questo che è spaventoso, cose come instagram e onlyfans (che non avevo mai sentito fino a ieri) e tutto quello che ne consegue sono una macchina che crea i traumi che andranno a richiamare tutte quelle meccaniche che dicevamo sopra, innescando un circolo vizioso del disagio psichico e irrisoluzione e nevrosi e psicosi che inizia ormai già in tenera età, spesso persino preadolescenziale, e alimenta perfettamente sé stesso.

      Non vedo vie d'uscita. Anche perché tutto quello che si è elencato è solo un pezzettino delle forme di disagio psicosociale umano, non esauriscono certo l'ambito. Anzi.

      Elimina
    51. Ne parlavo pochi giorni fa con un conoscente...

      Esperienze di vita simili, stesse conclusioni.

      Lui lo diceva come mettere la polvere sotto al tappeto per andare avanti, e poi lasciare grandi problemi irrisolti.

      Un ragazzo molto intelligente, lui aveva mollato gli studi. Anche questa è una cosa tipica italiana del secondo dopoguerra di chi nasce in ambienti amorevoli e casomai di discreto benessere medio borghese, spesso non finisce gli studi o comunque esprime poco le sue potenzialità trovandosi inadeguato in una società dove il livello di competizione e quello della favelas, senza alcun rispetto del se se non quello che puoi garantirti per potere economico sovrabbondante.


      Per il resto si, concordo tristemente.

      Elimina
    52. Quanto alle meccaniche evidenziate, sempre questi giorni, pensavo ad esse come ad una sorta di arma nucleare della psiche umana, l'extrema ratio per sopravvivere a guerre, pestilenze, amputazioni e menomazioni, stupri, violenze.


      Usata oggi per soddisfare i più beceri e momentanei istinti.

      E come dare un fucile ad un bambino e chi ha l'intelletto per essere spregiudicato spesso non lo ha per essere anche ponderato. In questo ad esempio mi differenzio da molti, perché a fronte della massima spregiudicatezza - un tratto che terrorizza chi mi conosce - compio sempre scelte molto misurate.

      Elimina
    53. “Oggi spesso i nonni sono figure di riferimento affettivo se ci fai caso, mi chiedo tra qualche anno cosa sarà.”

      Penso che quanto descritto da FLCL sia estremamente veritiero. C’è la recensione per capire cosa voglio dire.

      La nostra generazione d’altro canto è esattamente ciò che descrivi (quella precedente i figli ancora li faceva).
      Ma anche un eventuale benessere della nostra generazione si basa sui nonni, perché a parte rari casi tipo il fondatore di Subito.it (un pornobebè che a furia di copulare giovani vergini strafatto di coca è finito al gabbio), con il proprio lavoro non si diventa ricchi. I nostri nonni invece avevano infinite possibilità di fare cassa perché l’economia reale ancora esisteva. Le nonne guardavano i figli e pace, a loro andava bene così. Come faceva notare Pasolini, si è passati da una cultura familistica di stampo provinciale ad un consumismo frenetico di importazione americana (quello che Shito chiama BNW alla fin fine). Per forza di cose tu ora mi parli di nonni come punto di riferimento affettivo.

      Il futuro è nelle mani degli islamici, dei cinesi o degli immigrati che ancora hanno un credo che in qualche modo tuteli la famiglia e i sacrifici necessari a tenerla unita - non ti racconto quanto siano attaccate alla famiglia le ragazze cinesi più belle, che venerano genitori e nonni, figure solide di riferimento nella tenera età, come se fossero dei Re. Questo lo so perché un mio amico è stato con una modella cinese e ho le idee ben chiare sulle “grandi narrazioni” che ancora tengono in piedi il loro concetto di famiglia e Stato. Giusto? Ingiusto? Vetusto? Finto-comunista? Però lì non c’è alcun calo di nascite e l’economia corre (se l’istituzione familiare è forte, anche lo Stato lo è, altrimenti Engels non avrebbe scritto libri interi sull’origine della famiglia).

      Poi, se parli ad un egiziano con moglie e 3 figli in un bilocale a Milano che lavora come uno schiavo per mantenere il tutto, certamente ha meno cazzate per la testa di un itaGliano che si fa i selfie tutto tatuato su Instagram. Ha una fede, un credo, una sola donna ecc.

      Elimina
    54. PS: Notare sempre come chi abbia molti soldi, tra i 30 e 40 anni, inevitabilmente diventi un pornobebè nonsense con destinazione finale dietro le sbarre o un nerd con le visioni stile Casaleggio. Anche la ricchezza ormai è postmoderna, premesso sempre che le cose che realmente servono non si possono comprare (l'amore vero in primis).

      Elimina
    55. Mah a me il fondatore di subito mi è sembrato uno che non aveva avuto esperienze sentimentali da ragazzo e voleva rimettere in pari...

      *E quando sei pieno di soldi eppure non riesci cominci a sclerare.*

      In questo caso, peggio di Eminem. Scommetterei lui non ha neppure avuto una sua Kim.

      Ma dove le hai viste le modelle vergini...

      Erano puttane in faccia, io non ci avrei speso manco 10euro ahaha Nel senso io ho pagato, ma ho preso il meglio... non delle troiette opportuniste che vomiterei anche solo a toccare.

      Ai tempi di Berlusconi ricordo che l'unica che mi piacque era la Pascale, e infatti poi è durata 10anni.

      ///

      Per il resto ognuno ha una sua disciplina, e se si ha buon intelletto e si è agito con intelligenza casomai anche un lavoro molto ben retribuito.

      E si può vivere decentemente, al di la di quello che accade fuori.

      Sono solo cambiate le proporzioni, ma le isole famigliari felici sono sempre stato in contrapposizione al degrado di chi, per nascita, debolezza, sfiga o quel che vuoi, viveva nella deboscia o nel degrado.

      Non ti faccio neppure esempi storico-letterari che mi sono stancato di citare.


      Quanto a me per esempio è duro pensare di continuare ad andare a lavoro con l'unica prospettiva di accumulare in banca o spendere a puttane. Se non il grande amore, spero che mi capiterà qualcuno di cui varrà la pena deviare un pò il corso dell'esistenza.

      Con questa prospettiva mi sforzo di dare il meglio ogni giorno, pur tra tremendi momenti di depressione.

      Elimina
    56. "Con questa prospettiva mi sforzo di dare il meglio ogni giorno, pur tra tremendi momenti di depressione."

      E' necessario un cambiamento da parte tua. Altrimenti a 60 anni sarai ancora lì ad andare a mignotte 18enni e a deprimerti.

      Devi recuperare la tua anima, che evidentemente da qualche parte c'è dato che sei sempre qui a postare. Se non tu non ne fossi dotato, non saresti qui a tempestare un blog di cartoni animati e filosofia di commenti.

      Elimina
    57. Solo una cosa, davvero cruciale. I citati "meccanismi di difesa psichica", soprattutto quelli più forti, ovvero già psicotici, sono INCONSCI. Non sono meccaniche, logiche, ragionamento a cui il soggetto deliberatamente ricorre. Che la psiche vi ricorra perché è scissa a seguito della tragedia della morte di un figlio, o che vi ricorra perché scissa a seguito della perdita di un modellino, è solo dipendenza (e segno) dell'epoca. La causa della scissione non cambia il risultato della scissione. Serve da alibi per chi giudica, col ditino alzato, se il trauma di un altro sia "degno" o meno, ma sono tutte cazzate da sermone paternalistico. Il danno psichico è danno psichico. In guerra la causa le morti, in pace lo causa altro. Il punto non è affatto questo. Il punto è la perniciosità di sistemi che causano il danno della propria epoca nella propria epoca.

      Su tutto il resto, disse già K. nel suo "Diario di un pornobebé".

      Elimina
    58. Nella mia esperienza ho visto più volte direttamente, e altre volte per racconto, un ricorrere a certi percorsi mentali se non del tutto conscio neppure del tutto inconscio.

      Sicuramente parliamo sempre di persone più intelligenti della media, però l'ho visto. Tipo affronto il problema, o vado giù di distorsione e negazione. Ho visto oscillare tra le due vie.

      Ho visto chi scegliere l'una e chi scegliere l'altra.


      Per il resto nessun ditino alzato, e piuttosto alla base della vita adulta saper dire... Guarda questa è una scemenza.


      E quello che ho cercato di portare all:autore del blog raccontando un po' di vita vissuta.

      Qualcuno che aiuti a realizzare la dimensione delle cose e dei traumi non è paternalismo, e aiutare a crescere davvero.

      Per sapere dare un bacio serve anche questo, sennò si finisce a regalare le carte di credito alle ragazzine che vogliono chissà quale scemenza. Pare il tizio di subito facesse così.


      Anche in epoca postmoderna si vive, ai invecchia, muoiono i nostri cari... Si deve aver il coraggio di essere tristi per quello che fa male veramente. E il motivo per cui i pagliacci mettono paura, una nonnina triste e dolce scalda il cuore.

      Elimina
    59. Sicuramente esistono meccanismi almeno "semiconsci" (nevrotici) e altri inconsci (psicotici). Si tratta appunto della differenza tra repressione>rimozione, o negazione>diniego.

      Come dicevo, mi preoccupa proprio la tendenza persino istituzionalizzata di giustificare la nevrosi, portandola a psicosi pseudofunzionale, piuttosto che trattarla.

      Una sorta di eterna terapia antidolorifica, ovvero sedativa, in ambito psichiatrico, che non mira davvero a curare il male, ovvero a portare a una elaborazione e risoluzione psicologia. :-(

      Elimina
    60. Si, ricordo la mia ex - che leggeva più di me e mi acculturava by proxy per cosi dire, come da mia indicazione - mi parlo di un libro di tale zeruya shalev in cui il protagonista, o uno dei protagonisti, era un anestesista che si faceva un sacco di soldi operando nel campo della terapia del dolore.

      Pare fosse simbolico. Però si, esattamente questo

      Elimina
    61. Giusto sulle tendenza a istituzionalizzare delle nevrosi pseudofunzionali, ancor più a fondo credo ci sia il voler negare che il passato, ogni attimo del passato, è come un macigno sul nostro futuro.

      Come sopravvalutare la possibilità reale di voltare pagina e scrivere nuovi capitoli della vita... Da cui una sequela di scelte sbagliate.

      Anche una cosa innocua come dedicare la giovinezza agli studi, ha poi in realtà un prezzo altissimo... Si scopre troppo tardi di aver puntato sul cavallo sbagliato, non si ammette l'errore, si continua a ipervalutare l'ambito lavorativo

      Lo vedo cosi spesso io.


      Lasciamo perdere in ambito sentimentale dove c'è una furia gigantesca di etichettare le prime storie importanti come "amore giovanile, chiuso razionalmente." Cit.

      Resta solo il denaro poi, i totem inanimati al più... e infatti... il prezzo degli oggetti status symbol, cosi come degli oggetti totemici, è schizzato alle stelle negli ultimi anni.

      Di mio ho deciso di non giocare a questo gioco fin da ragazzo. Non tengo animali domestici, non ho oggetti totemici legati legati alla mia solitudine.

      Elimina
    62. "Giusto sulle tendenza a istituzionalizzare delle nevrosi pseudofunzionali, ancor più a fondo credo ci sia il voler negare che il passato, ogni attimo del passato, è come un macigno sul nostro futuro."

      ----

      Mi vengono in mente due diverse canzoni del 2015, entrambe da anime giapponesi, entrambe parlano di crescita, entrambe scritte da femmine.

      1)
      "La tesi dell'angelo crudele: dalla finestra spiccherai ben presto il volo, traboccante di caldo pathos, SE TRADIRAI I RICORDI, abbracciando questo cielo e brillando, ragazzo diventa un mito!"

      2)
      "Per quanto sconsolato sia il momento, non mostrare lacrime ad ogni costo, e a quanto pare il cammino si farà rapido per cancellare i ricordi".

      ...

      Non che io la pensi così ma oh, coincidenze.

      Elimina
    63. Non credo ci possa essere alcuna possibilità di affetto reale e duraturo in tali prospettive ^^


      Piuttosto credo sia la base della discomunicazione, il disconoscimento che ognuno non è quel che sceglie di essere. Ma quel che è nato, e quel che gli è capitato.


      E il motivo per cui sposare una persona giovane e sempre la cosa migliore, e anche una ragazza che sposa un vecchio (20-35anche per dire) se lo ama veramente sta facendo un gesto di grande carità perché va ad amare qualcuno che nel cuore ha già altro, ha più ferite.

      Credo sia così.


      Sono modi mentali che ho visto più volte in chi è apposto con sé stesso. Così come vedo spesso isterismi vari in chi non vuole piangere e vuole brillare.



      Per le ragazze poi è sempre più dura, specie oggi. Perché sono passive, dunque ferite e feribili in modo più tragico che i maschi. Più lo rifiutano e più impazziscono.

      Io lo vedo tutti i giorni, anche a lavoro, la più alta capacità di soffrire evita gli isterismi.

      Elimina
    64. "la più alta capacità di soffrire evita gli isterismi."

      Qui mi trovi d'accordo. In una società liquida della comodità e della fluidità la lama di coltello della sofferenza coglie molto impreparati. Infatti quante volte diciamo che i nostri nonni "sono delle rocce".

      Elimina
    65. Non credo abbia neanche senso una cosa come tradire i ricordi.

      E gia sintatticamente sbagliato, può essere un momento di esaltazione. Poi si è quel che si e stati.


      Anche un ameba per la maggior parte dell'esistenza nel caso eh. Casomai un ameba intelligente. Oggi e la combinazione di gran lunga più comune.

      Elimina
    66. La cosa drammatica e che, come forse accennavo, non si tratta solo di essere una roccia ma proprio della capacità di essere in grado di dare affetto reale.

      I testi della canzone di cui Shito erano davvero afasia fluente :/

      Elimina
    67. Penso che la capacità di dare affetto reale prescinda dal discorso sulla postmodernità, dato che nel mio piccolo penso che chi dia affetto reale lo faccia in modo incondizionato (e consapevole). Una cosa già molto difficile nel passato, figuriamoci oggi.

      La persona che ti ama veramente è quella che passa sopra a tutto. Amori di questo tipo ne ho visti ancora oggi, ma in persone di generazioni precedenti. Nella nostra generazione lo vedo già difficile, dato che tendiamo ad ingigantire ogni cosa (perché in fondo siamo stati indeboliti sia da una educazione sbagliata che da una società sbagliata e senza appigli).

      Poi per carità, i nati nel 2000 e giù di lì ora come ora non percepiscono neanche il rapporto di coppia, dato che sono concentrati esclusivamente su loro stessi, sulle loro ideologie simulacro (pure metastasi del consumismo inutili a tutelare veramente il singolo come ad esempio faceva una volta il socialismo) e ovviamente dai like che riescono ad ottenere dai social.

      Elimina
    68. La mia idea è che ci sia una diretta proporzione tra capacità di accettare la sofferenza emotiva, piuttosto che rifuggirla, e capacità di amare.

      è una cosa che ho visto, in un senso o nell'altro, in molteplici persone, di età molto diverse tra loro, nate e cresciute in luoghi del mondo molto diversi tra loro

      Ti parlo di vedere a livello di percepire, cosi come si percepisce nell'aria l'odore del sangue e della morte per citarti una delle pagine più belle di deadman, una delle poche che mi impressiono realmente quando lo lessi da teenager. Che è l'età giusta per leggerlo.

      Non c'entra niente il fatto di passare sopra a tutto, anzi. è forse l'opposto. è quasi opposto al desiderio di essere felici ad ogni costo.

      Dato che avevamo parlato di prostituzione e di redpill... spesso le cose si accompagnano, in mood anche maccheronico e ridicolo, nella volontà di avere qualcuno accanto con cui fare festa e dirsi felici, impegnati, sistemati.

      L'affetto reale è invece sempre stare accanto nella tristezza e nella piccolezza e debolezza di essere umani.

      Paradossalmente credo che alla visione di Egawa manchi questa dimensione di tristezza , che forse è l'adultità... ma ricordo anni fa pensai che forse era anche normali, le persone più serie e adulte e mature forse non avrebbero mai lasciato su carta il loro pensiero.

      Credo sia cosi. Tutta la storia della letteratura, e della filosofia, se ci pensi, è la storia di chi doveva far rumore e non riusciva a starsene in santa pace nel suo cantuccio con i suoi cari.

      Elimina
    69. "Tutta la storia della letteratura, e della filosofia, se ci pensi, è la storia di chi doveva far rumore e non riusciva a starsene in santa pace nel suo cantuccio con i suoi cari."

      Certo. Tutta l'arte (non solo la letteratura, anzi altre ancor più) ha probabilmente una base autoterapica contro le nevrosi dell'artista.

      Elimina
    70. Non era quello il punto, ma piuttosto che si può accedere al pensiero solo di - con infinite sfumature e gradualità - nevrotici, irrisolti e disagiati di vario tipo.

      Non certo al meglio che sia stato elaborato e pensato dalla mente umana nel corso dei secoli. Come invece si dipingono tali discipline...

      è molto frustrante se ci si pensa

      Elimina
    71. “La mia idea è che ci sia una diretta proporzione tra capacità di accettare la sofferenza emotiva, piuttosto che rifuggirla, e capacità di amare.”

      Non sta scritto da nessuna parte che bisogna per forza soffrire per l’altro. La sofferenza va affrontata ma verrà poi superata se si vuole, dato che se ci si impegna le cose si possono mettere a posto (da qui il “passare sopra”). Poi personalmente ci sono cose tipo il tradimento sulle quali secondo me non si può “passare sopra”.

      “L'affetto reale è invece sempre stare accanto nella tristezza e nella piccolezza e debolezza di essere umani.”

      Sicuramente sì, ma bisogna anche superare la sofferenza. Se poi la sofferenza diventa una specie di narcisismo (facile), tipo quella degli esistenzialisti, è un grande errore.

      “Paradossalmente credo che alla visione di Egawa manchi questa dimensione di tristezza , che forse è l'adultità…”

      No, l’adutlità è capire che la sofferenza c’è, ma non si è obbligati a soffrire per forza (queste cose le lessi già in qualche scritto di Gurdjieff, che non era proprio uno shounen manga).

      Sofferenza e piacere sono come Yin e Yang: non può esistere né una dimensione soltanto di piacere né una soltanto di sofferenza. Le cose vanno comprese, mitigate e affrontate, ma non assolutizzate o ingigantite.

      Elimina
    72. Concordo su tutto, agli esistenzialisti neppure ci pensavo.


      Il mio punto era solo la ridicolaggine di una cosa come tradire il passato, come se fosse possibile. Afasia fluente dicevo.


      Se ci pensi tutte le religioni alla fine si fondano su una sorta di rispetto del passato e del se.

      Da cui evitare cose di cui poi pentirsi, prima ancora che la remissione dei peccati la retta via.


      Per il resto mi trovi d'accordo su tutto.

      Elimina
    73. Sì, il passato è scolpito nella roccia e rinnegarlo è una forma di escapismo (la pratica più comune ai giorni nostri). Lo si può contestualizzare però, che è sempre la cosa migliore perché è consapevole e non meccanica.

      Elimina
    74. Sicuramente si... Ti piace l'antropologia, ti meriti un consiglio di un libro... India di Mircea Eliade, lo sto leggendo a tratti in questo periodo è un discreto acume da antropologo si accompagna ad una grande abilità di scrittore.

      Contestualizzare e una gran cosa. E come se qualcuno avesse solo bisogno di una mano, di una persona amica o di un ambiente favorevole per farcela.

      Altre volte invece è inaccettabile proprio la contestualizzazione.

      Anche sprecare la vita fino a 30anni tra studio e cazzate varie e un demone mica da poco da affrontare eh, altro che instagram.

      Elimina
    75. "Anche sprecare la vita fino a 30anni tra studio e cazzate varie"

      Sono troppo pragmatico per darti completamente ragione. Senza studio ora come ora farei il manovale, altro che lavoro interbancario e casa a Milano.

      Elimina
    76. Non era riferito a te, non molto almeno :) piuttosto a quel che potresti vederti intorno.

      Hai cmq avuto una ragazza, da quanto scrivi una storia relativamente intensa. Poi non so, ognuno ha le sue misure.

      Elimina
    77. Sì, ma molto tardi. Diciamo che quella storia ha (anche) salvato la mia giovinezza in qualche modo. Difficile avere riampianti sotto quell'aspetto, dato che è stata una cosa "godsent" in un periodo di studi molto duro e cupo.

      Elimina
    78. Il problema degli uomini giovani è sempre ricondurre la femminilità al pensiero maschile.

      Ovvero, ricondurre in toto la vita al pensiero, il tempo all'assoluto.

      Vita e pensiero sono realmente opposti. Assoggettare la prima alla seconda è cosa maschile, come le religioni, le fedi, e ogni tentativo di imposizione deduttiva dell'ontologico sull'ontico, dell'ordinare l'essere, fino ai più ridicoli eccessi.

      L'umana virtù è nel mezzo: nel mezzo tra maschio e femmina, tra pensiero e vita, nel mezzo tra rappresentazione e voglia. Perché, è essenxialmente, l'umano è un essere medio. Proprio la mediocrità è l'umanità.

      Elimina
    79. Quello che vedo io e che gli studi non pagano mai in termini di vita, be tanto meno il lavoro, se fatto a spese di altro.

      E più quel che si perde, che quel che si guadagna.

      Vedi tu ora in ogni momento come agire. Cerca prima di vedere questa cosa intorno a te.

      Poi agisci di conseguenza.

      Un paradiso in terra va comunque finanziato, quindi ok avere un lavoro... Ma tra quello ed il fantozzi impiegatizio è un niente.
      Mi fermo qua che sto diventando nauseabondo a me stesso a dire sempre le stesse cose, posso immaginare a te.


      ///. Dalle risposte che mi dai, ds come interpreti onestamente la realtà, credo cmq tu sia mezzo salvo anche se e arrivata tardi.

      Elimina
    80. Sì, certo, ti ripeti sempre perché i tuoi loop riconducono alla perdita della tua ex, che non sei in grado di superare (in quanto troppo preso da te stesso credo).

      Elimina
    81. Mah veramente io nel mio ultimo messaggio stavo pensando ad uno dei miei "colleghi" , 50enne pelato, con gli occhietti, bassino, che ci provava grottescamente con una "collega" giovane e carina...

      Pensavo... Non paga proprio mai lo studio, e sempre più quel che si perde.

      Elimina
    82. Molto probabilmente questo qui non è un figo, o è stato sfortunato in giovane età.

      Io comunque con la mia ex ho salvato la baracca di una vita di sacrifici e sofferenze. Almeno quella cosa pura e importante l'ho avuta, anche se tardi. Per questo dico che Dio me l'ha mandata per misericordia sua.

      Sono ben lungi dal sentirmi uno sfigato morto di figa come quel cinquantenne infatti, nonostante molto probabilmente io abbia studiato il doppio o il triplo di lui.

      Elimina
    83. Semplicemente il lavoro non paga in termini di felicità, specie se fatto con la bava alla bocca della rivincita... Ops, non era questo il senso di oh my god il Rosso e il Nero? 😂

      Io invece ho sempre studiato e lavorato poco, me la sono cavata cmq. Il poco e relativo, mai avuto tempo ed energie per giocare a Magic per dire ^^ certe cose le ho semplicemente censurate in me, tipo meglio suicidarmi che usare in quel modo il mio tempo.


      In quel libro peraltro il protagonista ha anche successo con le donne, ma semplicemente non ha neppure la sensibilità per coglierlo

      Elimina
    84. E' il proprio essere bimbiminkia/pornobebè che andrebbe censurato, non di certo il giocare a Magic.

      Elimina
    85. "Ops, non era questo il senso di oh my god il Rosso e il Nero?"

      No.

      Elimina
    86. Disse il prof di letteratura, argomentando lungamente...

      Elimina
    87. Ovviamente passa dalla rinuncia alle aspirazioni di gloria militare verso quelle finanziate con studi e sotterfugi. Li dove il rancore e stato a lungo nutrito, come inciso nella pietra, diventa solo troppo grande e mangia l'intero personaggio.

      Era davvero un libro carino, Stendhal però scrisse anche cose come La Certosa di Parma e Cronache Italiane. Sarebbe ingiusto e parziale ricordarlo solo per quel libro

      Elimina

    88. Avevo ripreso a scrivere solo per la grande simpatia che nutro per Eminem, e avevo cominciato per la simpatia innescata dai racconti sull'infanzia ribelle.


      Con un dottorato in fisica pure pure, ci vuole una certa spina dorsale cmq,specie con un background difficile... Con altri proprio no.

      Elimina
    89. "Il rosso e il nero" va collocato nel suo contesto storico, cioè la Francia post-napoleonica, sennò non lo si capisce

      Elimina
    90. Credo anche io, alla fine è un libro semplice eppur intelligente con un po' di conoscenza dell'autore e contestualizzazione storica :)

      Elimina
    91. Il Rosso e il Nero mostra una profonda riflessione sulla restaurazione, ossia la nascita degli ideali borghesi (i famosi ideali della propria casa, del proprio tornaconto, che oggi si direbbero gli ideali della cameretta). I quali contrastavano, ed erano un punto di rottura, con i grandi ideali Napoleonici (che erano stati percepiti, in particolare dal protagonista, come noi ex-novecenteschi percepiamo i grandi ideali socialisti del passato).

      Questo è il vero significato de Il Rosso e il Nero, che è ancora attuale nonostante sia stato concepito in un'epoca diversa. Vi sono i corsi e ricorsi della Storia, non a caso l'Impero Romano è stata una forma (fallimentare) di globalizzazione come lo è quella attuale.

      Giudicare tutta la cultura con gli occhi di un ragazzino che vuole scopare, e che vuole rimanerlo nobilitando tale fatto, non è proprio una base solida sulla quale costruire un'esistenza dignitosa.

      Elimina
    92. Ora posto che l'ho letto in seconda media, ricordo lo divorai in 2-3 giorni e pensai wow...

      Ancora non c'era internet come lo conosciamo ora, la critica letteraria la prendevi dai libri e dalle 20-30 pagine che trovavi talvolta a inizio libro. Ad esempio un minuscolo apparato critico si trova sui libri garzanti.


      Credo che per Stendhal fosse in gran parte una questione di io individuale, per questo mi dicevo serve un po' di conoscenza dell'autore prima di sparare a caso.
      Meglio sparare a caso cose pensate che dei no lapidari, casomai dopo momenti di quoting di roba che "però no, io non penso in quel modo."

      Cmq tornando al testo, il discorso per un analisi appropriata r lungo, e meriterebbe una rilettura recente. Così infatti rischio pesanti strafalcioni, chiedendo indulgenza in anticipo, che d'altronde mi si deve per la lezione gratuita che vi vo a fare, evidenzio allora un paio di punti :

      - la Francia e stato sempre molto combattuta tra uno spirito più contadino e rozzo ed uno più intellettuale e raffinato/affettato. E simile all'Italia da questo punto di vista, si può dire però che in Francia sono andati al potere gli intellettuali, in Italia le componenti più rozze.
      La frizione ovviamente è violenta tra le due, questo è l'inizio del libro.
      I sogni di gloria sfrenata sono adolescenziali, e cmq piu un parto di testa che di pancia. Per dirla con termini odierni e rimandando ad un testo illuminante come L'adolescente di Dostoevskij.

      Pian piano il ragazzo cresce nel livore, alimentato prima dalla famiglia, poi dall'ambiente ecclesiastico cui deve ridursi per la possibilità di una carriera, dal fare da insegnante ai figli di un buon borghese...

      Poi anche la realizzazione, ma quando è ormai troppo tardi.

      La contestualizzazione storica serve solo per avere un idea di quanto potesse essere fulgidi gli ideali napoleonici rispetto ad una carriera ecclesiastica.

      Perché serve conoscere Stendhal, perché è uno che ha sempre fatto - esplicitamente - la lode della passione e dell'impeto contro l'agire di freddo calcolo. Questo pure aiuta a capire molto. Poi è scritto stupendamente, non lo rilessi ma perché ho ancora vivide in mente le sensazioni che mi suscitò.

      Elimina
    93. Il rosso e il nero significa solo che chi crede di avere un alto ideale per sentirsi migliore di qualcuno è il peggiore di tutti. E finisce in psicosi. Carogne, carogne, carogne! Il rosso e il nero è per far capire che alla radice dell'ideologia individuale dei "migliori" non c'è che il solipsismo narcisista. Ancora una volta la psiche della fine della storia: "soli in compagnia". È davvero un bel libro perché è scritto da un francese, in totale antitesi con le ideologie dominanti della sua patria culturale. In effetti lo si dovrebbe chiamare solo Le rouge et le noir. Sono quelle opere di forte autocritica del sé, tipo The Picture of Dorian Gray per il dandismo, o il DaiconIV O.A. per l'otakuzoku, o Bellissima per il cinema esso tutto. Sono quelle opere che chiamano un sipario.

      Elimina
    94. Si, ma farei due appunti

      - Stendhal aveva infatti grande passione per l'Italia, parliamo del 700-800. Quindi si.

      - si ok anche sull'alto ideale di sé, ma sarebbe da scotomizzato non notare che è un tipo di alto ideale reattivo, di risentimento per citare Nietzsche così a lungo chiamato in causa mi pare nella recensione di deadman. Cfr. Genealogia della morale, uno dei suoi migliori perché meno esaltatato.

      E banalmente un alto ideale di sé, alimentato pero in modo reattivo dalle umiliazioni varie subite.

      E vero che è in antitesi con la cultura dominante in Francia, che poi dell'illuminismo in poi sarebbe diventata sempre più dominante, ovvero l'intelletto astratto dalla vita vissuta per così dire che però dal vissuto quotidiano viene umiliato.

      Elimina
    95. Nel senso non e che non si debba avere un alto ideale di se e rotolarsi nella merda e nella frivolezza di produzioni adolescenziali quando si cominciano ad avere i capelli biancbi.

      Piuttosto si dovrebbe agire con dignità anche se la vita presenta piatti amari talvolta.

      Almeno io la vedo cosi

      Elimina
    96. Nel senso, non è dorian gray... A me pare evidente che tale alta idealità sia forgiata nelle umiliazioni quotidiane, alimentata dalla e nella distonia tra pensato e vissuto.

      è la cifra della società moderna, perché viene data cultura e pensiero anche a chi sarebbe meglio non le vedesse neppure certe cose.

      ///

      ed è un libro profondamente francese si, perché la Francia è forse più di tutte la nazione che celebra la grandezza della mente, oltre il vissuto ed il sentito.

      In italia sarebbe stato un libretto banale, e avrebbe avuto toni diversi.

      Elimina
    97. Davvero non vedo il senso di non parlare di certe cose, quando il libro .. .bellissimo ma come 1000 altri a mio parere...

      parla di un ragazzo figlio di un mugnaio o qualcoa del genere, bistrattato dai fratelli più grandi più pratici e meno astratti di lui...

      che si fa strada nella vita facendo da precettore, studiando in seminario, facendo da segretario mentre sogna tutt'altro.

      Che è amato da due donne e che sa solo usarle.

      Il libro è questo. Perché dirne altro,boh.

      Ci sono degli aspetti universali e che possono astrarsi, ma davvero come si fa a non vedere che è fiele alimentata nella solitudine e nell'umiliazione. Boh

      Nella solitudine e nell'umiliazione. La stessa solitudine senza quelle umiliazione ed era un libro tutto diverso ^^

      Elimina
    98. Poi mi scuso con il gestore del blog per i toni accalorati, ma dire che Stendhal era contro l'ideologia dei migliori...

      Una pazzia...
      la certosa di parma, leucen leuwen, cronache italiane...

      è davvero un libro contro il nero per come inteso, e contro il covare nell'odio e nella doppiezza sentimenti di rivalsa.

      e contro il pensare e l'elucubrare, a favore del sentire. In questo si, è un pò e in parte antifrancese. E negli aspetti che ho detto sopra volendo concedere un pò alla visione di shito-.

      Che però tutto sommato è quantomeno parziale

      Ovviamente il desiderio di sentirsi migliori degli altri è solipsismo narcisista, ma il libro è tesi e antitesi tra passione genuina delle donne (ah, il post sulla redpill ... ahah) rispetto all'atteggiamento calcolatore di Julien Sorel.
      è un libro dove il personaggio maschile viene massacrato, non però in quanto maschio, ma in quanto colmo d'odio e risentimento.

      Dunque si, tutto giusto. Ma il focus non è l'ideologia dei migliori, ma la volontà di rivalsa contro l'impeto dei sentimenti.

      Era tutto sommato uno scrittore romantico.

      Sono sicuro che se Shito conoscesse Stendhal la metà di quanto conosce Miyazaki non se ne uscirebbe con tali considerazioni fuori fuoco. :)

      Quanto a me non è uno dei miei scrittori preferiti, ma negli anni ho letto molto di lui quindi ne parlo con una discreta cognizione di causa.

      Ho trovato su internet ad esempio questo che non trovo male:

      https://www.compagnosegreto.it/numero2/costellazioni9.htm

      Io purtroppo non posso scrivere con citazioni puntuali e piena cognizione di causa perchè sono davvero libri che ho letto anni fa. Tuttavia trovo la lettura di shito giusta ma un pò fuori fuoco, quella di Francesco del tutto insensata poiché focalizzata sul contesto storico, che è utile a comprendere la psicologia ma non come fine.

      è lo stesso errore di leggere Il gattopardo come un romanzo sul risorgimento, piuttosto che sul tempo che passa.

      Elimina
    99. Il Rosso e il Nero è un romanzo politico e questo è un fatto oggettivo. La contestualizzazione che ne ho fatto pertanto è pertinente. Poi sicuramente mi perdo qualche pezzo per strada, ok, ma mi ricordo le pagine e pagine di descrizione dei vizietti borghesi e di tutta la politica che c'era dietro. Cose messe lì a caso? Non credo.

      Ogni opera nasce in un contesto e non si può ignorare questo fatto. Almeno secondo me. Poi ben venga che qui si discuta anche di letteratura, non c'è necessità di scusarsi.

      Elimina
    100. Credo... però ammetto che forse sbaglio - che quello che tu dici fosse funzionale al fatto di mostrare gente che semplicemente vive, mangia, gode del bello della vita senza tanti grilli per la testa, casomai con mediocrità.


      Qui è quello che c'è di vero nell:interpretazione di Shito,credo.

      Per Stendhal credo fosse semplice descrizione di tipi umani, senza davvero alcun interesse politico, solo psicologico.

      Sempre stendhalianamente credo che i veri eroi del romanzi fossero i personaggi femminili...

      I francesi invero hanno alta considerazione delle donne e della loro passionalità contrapposta alla logoticita maschile, altro che popolo veneratore delle donne pubbliche.

      Elimina
    101. Cmq dato che parliamo di letteratura francese dell'800 e di borghesia, una definizione che mi rimase nel cuore... ero sempre in 2° massimo 3° media, fu quella che ne diede Victor Hugo nei miserabili, ricordo segnai il numero di pagina e la sottolineai anche. (p.s. su internet non c'è mica, c'è ancora qualcosa che differenzia lo studioso dal parvenu tecnologico del 2020 ahahah :P)

      Era "la borghesia è una sedia", inteso come il sedersi e adagiarsi su quel che si ha. Certo si parlava della Francia dell'800, ne parlava uno scrittore agiato... Pero trovai a suo modo significativa la frase... Poi Sartre infatti chiamava i borghesi porci.

      Come se per molta Francia la questione non sia mai stata tanto economica, quanto piuttosot di atteggiamento alla vita.

      Qui ancora il Rosso e il Nero di stendhal insegna tanto nell'interpretazione di Shito, che però poi cassa... Per stendhal credo semplicemente passione intensa >> vita placida >> grilli per la testa.

      A me viene da dire che avesse anche notato come lo stesso individuo che può far nascere in se intense passioni cresciuto a fiele e olio di ricino finisca per diventare la carogna più carogna di tutte.

      Elimina
  3. Volevo ricordare a tutti che "Alita" è un nome da lasciarsi ai personaggi di 8 Mile, laddove il manga (e i suoi derivati) di cui si dice si intitolano GUNNM. Volend9o, "Alita" sarebbe l'orripilante (in senso proprio) live-action movie realizzato in America, il che è coerente. Ma credo sempre sia davvero umiliante chiamare le opere giapponesi col loro nome ammerrigano, tanto perché in Italia anche la subcultura giapponese in fondo in fondo è arrivata dall'Atlantico, no? Opere e subculture aVIZzite in da ghetto, yo! :-(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A-lita > Lo-lita. :D

      Cmq sì. Andrebbe chiamato con il suo nome.

      Elimina
    2. Non sono d'accordo. Io, non sapendo leggere il giapponese, ho letto il manga nell'edizione italiana, dove è stato intitolato "Alita l'angelo della battaglia". Perciò l'ho chiamato così, anche presupponendo che Francesco ne avrebbe eventualmente recensito quest'edizione (se non è così, mi scuso). E ho visto il film (quasi) ononimo "Alita - Angelo della battaglia" doppiato in italiano, quantunque si chiami Alita anche in inglese (Alita: Battle Angel). Per inciso, comprendo l'inglese parlato ma con un pò di fatica, e quando guardo un film solitamente mi voglio rilassare, perciò se lo trovo doppiato lo preferisco tale.
      Personalmente sono contrario all'idea di dover mantenere a tutti i costi i titoli (e nomi di personaggi, etc.) fedeli all'originale, quando così facendo si va a modificare il significato estetico di un opera. Per esempio, in questo caso il titolo originale è stato cambiato in "Battle Angel Alita" nell'edizione statunitense dalla Viz Communications per una semplice motivazione estetica e di pronuncia: "Gunnm" risultava infatti avere un suono troppo duro, che non si adattava alla bella cyborg protagonista del manga. Similmente nell'edizione italiana il manga è stato intitolato "Alita l'angelo della battaglia", trasformando il nome della protagonista da Gally in Alita. Tecnicamente parlando si chiama "localizzazione"; ossia l'insieme delle tecniche per rendere fruibile al meglio un prodotto o un testo in una determinata area diversa da quella originaria.
      Infine comprendo che su questo blog serpeggi un certo anti-americanismo, ma a mio parere l'adattamento americano non è affatto "orripilante" (a differenza di quello di GITS). Naturalmente questo è un altro discorso, e ognuno è libero di avere le sue opinioni purchè non le presenti come le uniche valide. Lo stesso creatore del manga (Yukito Kishiro), ha così commentato la pellicola: «Grazie al grandioso staff è diventato il più grande film al mondo. Ogni volta che lo vedo trovo qualcosa di nuovo. La composizione è fantastica. [...] Il cuore del manga è stato brillantemente adattato per il film, tra cui le emozioni dei personaggi e le loro motivazioni che si sono rispecchiate alla perfezione nel lungometraggio, quindi sono stato davvero felice. Mi sento semplicemente molto onorato.»

      Elimina
    3. "Naturalmente questo è un altro discorso, e ognuno è libero di avere le sue opinioni purchè non le presenti come le uniche valide."

      Qui non serpeggia proprio niente, sono mie considerazioni personali. Se vuoi fare le tue senza contraddittorio, magari recensendo anche la tua opera preferita, sei libero di aprirti un blog tutto tuo.

      Il fatto che io abbia pubblicato il tuo commento, che non condivido per nulla, dimostra che qui non viene presentata l'unica opinione ritenuta valida come tu vuoi far credere.

      Te lo ripeto: apriti un blog. Così potrai recensire Alita-lolita e tutto il merchandising annesso, e non fornire perniciose visioni anti-americaniste come secondo te accade in questo blog.

      Poi sul discorso "adattamento" non mi pronuncio, si sa come la penso e non mi sembra questo post il luogo in cui parlarne. Molto probabilmente se Shito vorrà potrà farne uno lui sulla sua concezione di adattamento (ma comunque ci sono già i video con Dennimellow in cui lo spiega).

      Ciao

      Elimina
    4. PS: Il fatto che la mia ripugnanza per le "americanate" venga tradotta in antiamericanismo, quando ho anche amici americani legati al mondo di MtG, mi fa un po' ridere.

      Poi si capiscono benissimo le limitazioni del loro popolo, così come quelle del nostro e di altri.

      Elimina
    5. L'autore del manga in questione l'ha chiamato GUNNM, e ha chiamato la protagonista Gally. Così si chiamano. Fine. Io mi chiamo Gualtiero perché i miei autori (genitori) mi hanno chiamato così. Fine. Non so a chi Gally suoni strano o che, a molti miei conoscenti o amici il nome Gualtiero è sempre suonato strano, o buffo, o inadatto, o Dio sa che. Problemi loro.

      Elimina
    6. Ah, tutti i miei prodotti Apple – azienda statunitense – hanno l'OS impostato su lingua English (US). Antiamericanismo? Macché, sempre a buttarla in futile politica, è solo che ogni cosa ha un suo originale. E l'originale è solo l'originale. :)

      Elimina
  4. Ah, Ashita no Joe è innanzitutto un manga. L'anime capitò.

    RispondiElimina