giovedì 8 gennaio 2015

Area 88: Recensione

 Titolo originale: Eria Hachi-Jū-Hachi

 Titolo inglese: Area 88

Autore: Kaoru Shintani

 Tipologia: Shounen Manga 

 Edizione italiana: non disponibile

Volumi: 23

Anni di Pubblicazione: 1979-1986 



Il mio personale trascorso con "Area 88" è stato molto travagliato. In primis ero rimasto letteralmente folgorato dall'OAV tratto dal suddetto manga di Kaoru Shintani, celebre mangaka ed ex assistente di Leiji Matsumoto (una piccola curiosità: lo Yattaran di "Capitan Harlock" è una palese caricatura di Shintani. Egli era il costruttore dei modellini di plastica che Matsumoto utilizzava per realizzare i suoi disegni). Tuttavia, tale OAV era solamente un antipasto al lunghissimo ed articolato omonimo manga, ed il suo finale era un vero e proprio "coito interrotto": una conclusione sin troppo aperta e vaga. Constatato ciò, decisi di acquistare su internet, a buon prezzo, un blocco contenente l'edizione americana del manga: sin dai primi capitoli, avevo immediatamente compreso di trovarmi di fronte ad un'opera di grande caratura, che meritava pienamente la fama che tutt'ora ha in Giappone; ma la cattiva politica editoriale della Viz Media mi ha costretto ad andare incontro ad un secondo "coito interrotto": l'edizione americana di "Area 88" è stata sospesa al quarantaduesimo capitolo, proprio sul più bello. In preda ad un sincero sconforto, giacché le vicende ed i personaggi di questo dramma cartaceo mi avevano letteralmente conquistato, ho dovuto ricorrere alle raw giapponesi e ad internet per conoscerne il finale e la sorte dei vari - amati - personaggi. Infatti, molto stranamente, "Area 88" non è mai uscito in Italia, nonostante il suo status di "cult" in madrepatria.

«Alba ad est ...
Tramonto ad ovest ...
Non vi è alcun cambiamento nella ripetitività della natura ...
Oppure l'amicizia degli uomini ...
Questa è l'Area 88 ... nel bel mezzo del campo di battaglia ...
»

«Un giorno un uomo scompare. Ed in seguito verrà sostituito ...
Questo è l'eterno gioco della vita e della morte ...
Questa è l'Area 88 ...
Il luogo nel quale gli uomini sono marchiati a fuoco dalla morte.
»

Sono metafore naturalistiche tipiche del gekiga, quelle dell'adulto "Area 88". L'opera di Shintani, infatti, non è affatto semplicistica: la condizione dei mercenari dell'Area 88 è quella degli eterni perdenti; è la condizione dell'uomo braccato dalla natura e dalla malasorte. All'epoca dell'uscita del manga, nei media di intrattenimento giapponesi si potevano ancora affrontare determinati temi molto spinosi - nel nostro caso lanciare un messaggio adulto e maturo senza cadere nell'ingenuità di dipingere la natura come un'entità benevola, oppure criticare la società giapponese e le politiche americane - non a caso il manga è stato sospeso dalla casa editrice Yankee subito dopo che uno dei suoi protagonisti, il principe di Aslan (una nazione fittizia del medio-oriente), riceveva dagli americani un aereo dotato di ordigni nucleari; e cominciavano altresì ad apparire nel plot verosimili intrighi tra i trafficanti di armi e la mafia italiana in America. Nel manga le - ancora attualissime - guerre tra i paesi del medio-oriente (nel nostro caso viene tuttavia combattuta una guerra civile) sono legate agli interessi degli americani e dei "signori della guerra", i quali traggono profitto dalla vendita delle armi, oppure da determinate incomprensioni tra persone miste a contrasti tra diverse ideologie di governo - il principe di Aslan, Saki, combatte un'insensata guerra fratricida contro il suo stesso fratello e contro suo padre, innescata dai suddetti motivi.

«Può una giovane donna vivere di soli ricordi?»

E' questa la domanda che si pone Taeko, la migliore amica di Ryoko, la quale ama talmente tanto il braccato Shin - spedito nell'Area 88 per mezzo di un'inganno dal suo collega ed amico Kanzaki - da non voler più intraprendere nuove relazioni con altri uomini. Ella decide di credere che un giorno potrà finalmente riabbracciare l'amato; e che nella straziante attesa sarà consolata dal rivivere tutti i momenti felici trascorsi con lui mediante la dolce carezza dei bei ricordi. Sembra che il tema della memoria sia abbastanza caro all'autore, siccome anche nel finale del manga esso gioca un ruolo fondamentale. Cancellando i nostri ricordi spiacevoli, possiamo rinascere come persone nuove, non contaminate dalla tristezza, dalla paura e dalla meccanicità che ci hanno segnato? Kaoru Shintani sembra non rispondere a questo interrogativo, che rimane aperto e di difficile soluzione. La vita futura, con tutti gli inganni che verranno, i quali sono immancabilmente dovuti alla nostra natura di eterni perdenti, ci trasformeranno nuovamente in animali braccati e senza speranza alcuna? A voi la risposta. L'unica certezza è che "l'eterno gioco della vita e della morte" ci avvolge con le sue ambigue, meccanicistiche braccia incuranti dell'umana sorte.


Al di là delle varie riflessioni che solamente una lettura adulta ed impegnata può stimolare, "Area 88", nella sua componente esclusivamente "action", è di grande qualità: l'autore dimostra una grande perizia tecnica nel disegnare aerei realmente esistiti, sui quali evidentemente si è documentato sin nei minimi particolari. Ai ricercati dettagli delle forme dei veicoli e delle ambientazioni fa da contrappunto un character design decisamente semplicistico, reminiscente del tratto tipico dei manga per ragazze dell'epoca. Infatti, Shintani iniziò la sua carriera nel 1972 come creatore di shoujo manga, e questo si vede: nello stesso "Area 88" è presente, tra le mille sfaccettature, una componente molto "femminile" ed incline al romanticismo e al melodramma tipici degli shoujo manga d'annata.


Spesso, alcune immolazioni nei capitoli finali dell'opera - morti tragiche con tanto di storie d'amore infrante e memorabili sequenze da tragedia greca, nonché spiriti di amanti che s'abbracciano nel momento della loro dipartita verso l'ignoto - mi hanno personalmente trasmesso un briciolo di quel "mood" che provavo nella visione del tominiano "Ideon", forse a causa dell'angosciosa e genuina presenza della morte; forse a causa dell'assenza di ogni possibile forma di speranza. La narrazione distaccata ed impegnata del manga, inoltre, mi sembrava quasi ricalcare i fasti dell'imponente (ma molto meno spettacolare) "Dougram" di Ryosuke Takahashi. Tutte opere uscite nello stesso periodo di "Area 88", le quali, personalmente, mi hanno dato simili sensazioni (sebbene a mio avviso "Dougram" e "Ideon" come profondità stiano su un livello ben più elevato rispetto ad "Area 88").


In conclusione, continuerò a sperare di poter godere in futuro di una traduzione completa del manga, in modo che questa opera possa essere finalmente usufruibile in modo completo da tutti gli "sventurati" che non conoscono la lingua giapponese. Se una casa editrice italiana - come ad esempio la Hazard Edizioni, la quale molto coraggiosamente ha pubblicato nel nostro paese numerosi manga gekiga d'annata - decidesse di portare in Italia "Area 88", sarebbe sicuramente una gran bella cosa, e non tarderei ad acquistare tutti i volumi di un titolo ingiustamente misconosciuto al di fuori dell'America e del Giappone.







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