"L'ombra del bambù // spazza la scala // ma immobile rimane la polvere".
In questo post parlerò di Natsume Sōseki e "recensirò" i suoi libri. Innanzitutto, chi è Natsume Sōseki? In Italia pochi lo sanno, dato che a scuola non viene insegnata la letteratura giapponese e comunque le elite intellettuali del belpaese capiscono poco o nulla dell'argomento (in Italia vigono le equazioni Giappone = Gardaland e letteratura giapponese = Murakami Haruki + Banana Yoshimoto, quindi è logico che il più grande scrittore giapponese moderno venga perlopiù ignorato o affrontato in modo superficiale). Ma come sono arrivato io, Francesco tal dei tali, a Sōseki? Ci sono arrivato a ritroso, partendo dalla riflessione di Anno Hideaki, il regista di Evangelion. Nella sua opera prima Anno parlava di solitudine nella postmodernità, della difficoltà a definire se stessi in assenza di punti di riferimento sociali e affettivi, nonché del vuoto interiore che da tutto ciò derivava. Scavando poi nel pensiero e nell'opera dell'autore, sono quindi pervenuto a Love & Pop, che altro non è che l'adattamento filmico di TopazII, un romanzo di Murakami Ryuu (da non confondere con Murakami Haruki, che fa libri giocattolo a mio avviso privi di spessore intellettuale, da qui forse la ragione della sua fama in occidente). Ciò premesso, Murakami Ryuu è lo scrittore preferito di Anno Hideaki e pertanto il suo intellettuale di riferimento: tutto ciò che c'è di sociologicamente o psicologicamente elevato in Evangelion c'è anche nelle opere di Murakami Ryuu, e infatti, non per nulla, l'apice registico di Anno è l'adattamento diretto di un suo libro. A Murakami Ryuu tra l'altro si deve anche parte del successo di Evangelion in patria: fu proprio lui a capire immediatamente le potenzialità dell'opera e a parlarne bene nei suoi editoriali, contribuendo così ad alimentarne il mito. Partendo dall'animazione e passando per il cinema, siamo quindi giunti nel campo della letteratura giapponese. Dotato di un talento fenomenale e di uno sguardo disilluso e onesto nei confronti della società della Baburu, nonché della crisi che era conseguita dallo scoppio di questa bolla finanziaria che arricchì a dismisura il Giappone degli anni ottanta, con il suo romanzo d'esordio, Blu quasi infinitamente trasparente, Murakami Ryuu vinse il premio letterario più prestigioso del Giappone, il premio Akutagawa, e si sa che le raccomandazioni e il politically correct lì non contavano (e tutt'ora non contano). Il romanzo infatti, allo stesso modo di Evangelion, creò un certo scandalo e spaccò in due l'opinione pubblica. Murakami Ryuu e Anno Hideaki avevano colpito nel segno, additando i problemi di una società piena di contraddizioni e quantomai succube di un'occidentalizzazione più subita che assimilata. In pratica fecero la stessa cosa che fece Sōseki a suo tempo. Siamo quindi partiti da Evangelion, opera pop abbastanza conosciuta (e ancora a suo modo attuale) e siamo arrivati all'origine della letteratura giapponese moderna, ossia al protagonista di questa specie di monografia.