(Il cane sono io)
Sebbene nonostante la narrazione passata dai media gli omicidi di donne nel contesto di un rapporto di genere siano in calo (almeno stando a quanto dice il prefetto di Padova qui), i femminicidi diventati casi di cronoca sono efferati, tremendi, quasi sempre accompagnati da preventive manifestazioni di insanità mentale da parte dell'assassino, sintomi che vengono del tutto trascurati dai genitori e/o dalle rispettive cerchie sociali dell'omicida (la società italiana non è assolutamente in grado di comprendere il disagio psicologico, ma sa soltanto buttare le cose in ciaciara e politicizzarle a posteriori, prendendo provvedimenti inutili). In particolare, nell'ultimo caso, sembrerebbe che l'assassino, prima di ammazzare la fidanzata, abbia confidato sia a lei che ai genitori di volersi suicidare, dimostrando altresì altre sintomatologie del disturbo borderline di personalità. Ciò premesso, l'opinione che mi è arrivata da tutto lo strombazzamento social-mediatico in merito a questo ennesimo orrore è che la colpa sia del "patriarcato" (spoiler: c'è stata una cosa chiamata '68), in particolar modo del maschio bianco etero di classe media, ossia mia e di quelli come me (ho come l'impressione che per i più ricchi, nel nostro paese, si tenda quasi sempre a usare il guanto di velluto: in fondo siamo un popolo di provinciali, di inservienti, di servi nati). Peccato che io, avendo avuto tra le tante sfighe anche un padre violento come cattivo esempio da non seguire, non abbia mai storto un capello a una ragazza (anzi, a Bologna, nel 2020, ho anche rischiato di essere accoltellato per salvarne una da una rapina). Ma va bene, ormai sono abituato a sentire di tutto, poco importa. Sinceramente, di mio, da maschio bianco etero appartenente alla classe media, mi sento invero molto debole in questa società: il dottorato non mi ha dato uno status sociale consono al titolo; il mio lavoro mi permette di arrivare a fine mese in autonomia ma non è che mi stia rendendo ricco; non sono così attrattivo presso le femmine, che di base preferiscono altri con più soldi e/o appeal sui social rispetto al sottoscritto. Spesso poi le persone tendono a proiettare su di me le loro stesse nevrosi, quindi ho quasi sempre la sensazione di rimanere bloccato in uno spazio vuoto in cui mi è impossibile comunicare realmente con il prossimo.