Visualizzazione post con etichetta romanzo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta romanzo. Mostra tutti i post

martedì 9 aprile 2024

Fame Blu, un libro di Viola Di Grado: Riflessioni personali


Premetto che il libro in questione mi è piaciuto. Lo stile dell'autrice (che deve molto ai classici giapponesi), la copertina, l'impaginazione, la scelta della carta... Insomma, non ho alcuna voglia di donarlo alla biblioteca, come spesso faccio con i libri che non mi lasciano niente. La trama narra della relazione omosessuale tra un'insegnante di lingua italiana e una giovane femme fatale cinese, tale Xu. L'incontro avviene a Shangai, che viene abilmente fatta rivivere dalla rodata tecnica della scrittrice. Per quanto cliché, Fame Blu si presenta come una storia di alienazione ben fatta: la protagonista narrante è abulica, in lutto per la morte del fratello e la sovrainformazione della sua nuova città la sommerge, diventando man mano parte di lei. L'esperienza dei rapporti umani, in primis il sesso, si mescola in un tutt'uno a quella del cibo, venendo per di più ostacolata dai limiti linguistici (l'autrice conosce il cinese e utilizza la sua conoscenza per creare incomunicabilità tra i personaggi). L'identità delle due protagoniste, che fanno sesso al mattatoio abbandonato mordendosi a vicenda, è un po' come uno specchio caduto a terra: frammenti dispersi nei quali non si vede altro che se stessi. Il cibo, così come l'amore macabro e tossico, riempiono vuoti compulsivi, ma non curano alcunché. Il tutto, finale a parte (è questa l'unica nota dolente, ma ne parlerò  più avanti) sembra quasi un film di Shin'ya Tsukamoto girato da un punto di vista femminile. Poi c'è il locale notturno amato dalla femme fatale, lo spleen e tutto ciò che vogliamo. Questo libro in un certo senso assomiglia prima parte del mio, anche se io lì raccontavo un amore tossico tra un lui e una lei. Eh sì, la borderline straniera. La modella superfiga che ti fa soffrire. Il/la partner tossico/a che a te, te che sei così debole e insicuro/a, sembra infondere un po' di brivido, un po' di voglia di strisciare a terra, le emozioni forti. Qualcosa di nuovo e di poco noioso. Perché ormai scriviamo tutti storie così?

sabato 6 gennaio 2024

Annuncio su Antropofagia: la prima presentazione dal vivo


Ciao a tutti e grazie per il supporto che continuate a dare a me e a questo blog. Come da locandina, la prima presentazione dal vivo del libro si terrà al CAM Garibaldi (Corso Garibaldi 27) a Milano, il 14 Gennaio alle 18:00. A intervistarmi sarà lo scrittore e Youtuber Antonio Belfiore. Se volete una presentazione nella vostra città, non esitate a contattarmi: basta trovare una libreria indipendente nella vostra zona e chiedere loro se sono interessati a farne una, in tal caso mi organizzerò con l'editore per incontrarci dal vivo. Un saluto da Francesco "AkiraSakura" Granziera. 

giovedì 16 novembre 2023

Annuncio importante: Antropofagia, il mio libro, è infine uscito.


Il punto culminante della mia carriera di blogger/scrittore è infine arrivato: la pubblicazione di un libro. Stufo delle solite lagne contemporanee piene di vittimismo, in cui chi sta male trova quasi sempre consolazioni di vario tipo, in cui gli autori sembrano avere paura di non spingersi troppo in là in quello che scrivono impauriti dal non vendere abbastanza, ho deciso di fare le cose a modo mio. Infatti, non per nulla, ci è voluto più di un anno per trovare un piccolo editore con il coraggio di pubblicare un libro del genere. Ciò premesso, ecco qui una nuova presentazione (l'avevo già un pochino presentato in quest'altro post): 

sabato 14 ottobre 2023

Antropofagia uscirà a breve: cosa dovrò dire nelle presentazioni?



Quando uno capisce la diversità delle persone, è diventato veramente adulto. [Shito]

Ho voluto riscrivere una mia versione de Le Voyage au Boit de la Nuit di Céline. Ma siamo nel post pandemia a Milano, non c'è la guerra, e io non sono francese. C'è comunque il termine della notte, quello è inevitabile. [Io] 

Ulrico mi piace come protagonista per la sua non convenzionalità nelle reazioni, per il suo essere sempre un po' in balìa di tutto, perché non veste i panni falsi di un eroe, ma anzi... [F.A., scrittrice] 

La storia di Ulrico Niemand, un "Nessuno" di nome e di fatto, delle sue relazioni e della sua crescita in un mondo scomodo e apparentemente fuori misura. È difficile trovare il proprio posto e spesso i rapporti si attorcigliano per poi dispiegare. Una trama fitta: misteri, colpi di scena, debolezze, vendette. Gli ingredienti ci sono tutti, dosati con sapienza. Ottimo lo stile narrativo. [Valutatore Anonimo] 

Dato che un piccolo editore della provincia di Bari ha deciso di pubblicarmi il libro, un libro che uscirà a breve e che ha assorbito gli ultimi due anni della mia vita, e di pubblicarlo proprio a me, emerito Signor Nessuno della società italiana (ah, esiste veramente una "società italiana"? Forse mi sbaglio), ora mi chiedo: cosa dovrò dire della mia opera nelle presentazioni che sarò tenuto a fare? Il libro di punta della casa editrice, quello che ha venduto di più, che sta in alto nelle classifiche di Amazon eccetera eccetera, è quello di una ragazza borderline che racconta le sue sofferenze e le sofferenze che ha inflitto agli altri. Un'autobiografia molto sincera e onesta, ben scritta, tant'è che la ragazza in questione è finita pure in TV e ha avviato sui social un'attività parallela alla scrittura. Il mio libro, pur non essendo autobiografico, parla anch'esso di disturbi mentali e disagi sociali (e da qui credo sia nato l'interesse dell'editore), anche se, salendo sul predellino, non posso di certo dire "oh, raga, è la storia della mia vita di merda". E tutti: "poveraccio, ci fai quasi pena, mo' te lo compriamo". Questo perché Antropofogia, questo il titolo, è un'opera di narrativa, una cosa che vorrei avesse vita propria e, soprattutto, fosse slegata dalla figura del suo autore, cioè io. Ciò premesso, trattasi della storia di tre personaggi che hanno avuto gravi latenze genitoriali, che si ritrovano a lottare per sopravvivere in un mondo in cui le battaglie non avvengono mai ad armi pari, e in cui dietro a una facciata di buonismo, ottimismo e parvenza di benessere giace quel vecchio istinto antropofago che ha sempre caratterizzato la razza umana: una razza umana la quale, stordita dalle sue stesse nevrosi, dalla tecnologia e da falsi miti del progresso, è incapace di prendere coscienza della sua inevitabile autoconsunzione. 

mercoledì 3 febbraio 2021

Comunque vada non importa: Recensione

 

«Ho messo una maglietta di Emily the Strange. Me l'aveva regalata Miku perché pensava che io fossi come Emily. La scritta dice: "Emily non è pigra, è felice di non far niente". Nel disegno, Emily è sdraiata su una poltrona e fissa il vuoto, circondata dai suoi gatti.» 

 

Il primo libro della Caruso, a differenza de Le Ferite Originali e - almeno credo - degli altri libri della  "maturità artistica" della scrittrice (che non penso di voler leggere, mi fermo qui), è molto meno cliché e certamente non ancora ben polarizzato verso una particolare nicchia di lettrici/fujoshi. Comunque vada non importa (cit. Asuka di Evangelion) è schietto, brutale, talvolta goffo, ridicolo e risibile, tipo la Novel Welcome to the N.H.K. di Takimoto (che rimane comunque di qualità superiore). Siamo sempre lì: vita (o non-vita che dir si voglia) di persone nate negli anni novanta, venute su con Evangelion e MTV, incapaci di vivere, o quantomeno giunte al fondo di una propria pozzanghera esistenziale dalla quale è difficile risalire. Vuoi per la morte della madre, per un padre assente, o per un fratello che si taglia - molto probabilmente di realmente autobiografico c'è poco, ma l'idea di famiglia distrutta viene resa molto bene.