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giovedì 4 aprile 2024

Laboratorio Palestina, un libro di Antony Loewenstein


"Questo libro è stato scritto come un avvertimento riguardo al mondo spaventoso che potrebbe spalancarsi se un etnonazionalismo di stampo israeliano dovesse continuare la sua ascesa in un secolo già segnato dalla volontà di potenza di nazioni che non si piegano a niente, dalla Russia a Israele alla Cina agli Stati Uniti".  


Il libro in questione è uscito da poco, è stato scritto da un ebreo nipote di ebrei fuggiti all'olocausto (quindi direi che non si può tacciare di antisemitismo) e a mio parere è un capolavoro di giornalismo, allo stesso modo dell'inchiesta di Yoram Binur di cui avevo parlato qui. In quest'altro post avevo espresso le mie idee personali in merito all'attuale conflitto in corso; l'inchiesta di Loewenstein, rigorosamente documentata, sembra fare un ulteriore passo in avanti rispetto a  ciò che avevo scritto e pensato, fornendo un panorama a dir poco distopico dell'attuale presente della nostra umanità. Il libro infatti non si ferma soltanto a far luce sull'efferato militarismo hi-tech israeliano, ma mette in evidenza il controllo dei mezzi di comunicazione, in particolare i social media, da parte del ben noto Stato mediorientale da sempre in simbiosi con gli USA. Altro punto cruciale è l'utilizzo della Palestina da parte dell'industria delle armi israeliana come "ambiente di test" per i propri prodotti, che in seguito verranno esportati verso altri stati o regimi con la garanzia dell'efficienza anti-terrorismo, anche quando il terrorismo sono donne, bambini, ambulanze, ospedali, operatori umanitari e così via, generando introiti multi-miliardari. Detto ciò, in un certo senso mi stupisce che un grande e potente editore italiano come Fazi abbia deciso di pubblicare un libro del genere, contando gli interessi che attualmente l'Italia ha in ballo con Israele (in primis i contratti di fornitura di gas naturale nati dopo la faccenda Nord Stream, e qui si capiscono molte cose in merito alla censura in corso sui nostri media). 

domenica 29 ottobre 2023

Io, il mio Nemico: Retrospettiva & Riflessioni personali


Dato quello che sta succedendo in giro per il mondo, ho deciso di rispolverare una vecchia lettura sconosciuta ai più, ma ben nota a mia madre, che da giovane, un po' come me, era un'avida lettrice con una discreta sensibilità verso il sociale. Quindi, per ovvi motivi, lessi "Io, il mio nemico" da ragazzino, anche se all'epoca non avevo ancora la maturità necessaria per poterlo veramente capire, nonostante comunque, in qualche modo, lo avessi visceralmente assorbito e fatto mio (mi sembra di ricordare una fase della mia vita in cui volevo fare il militare e il giornalista). Fatte queste premesse, l'opera è appunto un capolavoro di giornalismo, quando il giornalismo ancora esisteva e non era perlopiù fake news o l'emblema dello sputtanamento e del partito preso come oggi. In sostanza, l'autore è un giornalista ebreo con un passato nell'esercito israeliano (paracadutisti, antiterrorismo), che nel 1986, di comune accordo con il suo giornale, decide di sfruttare il suo aspetto fisico e la sua profonda conoscenza della lingua e della cultura araba per fingersi palestinese.