sabato 27 gennaio 2024

La vera guerra in corso


Il mondo è in guerra, e pure l'Italia lo è, tutta intenta a seguire il suo padrone a stelle e strisce con le pezze al fondoschiena: l'invio di navi nel Medio Oriente mi ricorda molto l'invio di soldati in braghe di tela in Russia quando c'era il pelatone servo dei nazisti (gli italiani sono un popolo di inservienti: cambia il padrone, ma le modalità di sottomissione incondizionata sono sempre le stesse). Certo, le missioni di guerra vengono ora chiamate "missioni di pace" con un gusto Orwelliano, l'informazione è manipolata all'estremo come accade in tutti i regimi, ma di fatto sì, c'è una guerra mondiale in corso. Le guerre nella postmodernità sono guerre localizzate e nelle quali non conta veramente la vittoria di un particolare schieramento: ciò che conta è che vadano avanti a oltranza, sicché più tali guerre durano e più il profitto sul sangue degli innocenti viene massimizzato. Ma ora qualcosa è cambiato: questa non è una guerra come tutte le altre. A Gaza è in corso un genocidio, del tutto taciuto dall'occidente; c'è stata una minaccia da parte di un parlamentare israeliano in merito all'utilizzo della bomba atomica (poi ritirata, ma dai lapsus freudiani delle persone si capisce comunque ciò che loro, nonché gli annessi entourage politici, pensano veramente). La guerra in Ucraina, d'altro canto, ha fatto il suo dovere: staccare l'Europa dal gas russo per annetterla completamente agli USA sotto tutti gli aspetti, anche energetici. In questo senso, gli yankee hanno raggiunto il loro obbiettivo, nonostante i soldati Russi stiano facendo stragi di ucraini e avanzando nella mattanza (e benché i nostri giornali di regime abbiano detto l'esatto contrario fin dall'inizio del conflitto). In tutto questo, gli schieramenti globali sono i seguenti: USA+Israele+Europa+satelliti Vs Iran+Russia+satelliti (la Cina è un player ambiguo, ma sta comunque rinforzando i suoi armamenti e si muoverà in base al proprio interesse, dando come al solito un colpo al cerchio e uno alla botte). 

Da un lato quindi abbiamo i paesi capitalistici e consumistici, quelli "senza Dio", in cui il controllo è esercitato mediante l'informazione, i social media e la pornografia, e nei quali la narrazione del successo economico del singolo individuo "libero di autorealizzarsi da sé" è il mantra dietro al quale si nasconde una strategia di smembramento sociale ben precisa (che ho già discusso altrove). Dall'altro invece abbiamo due paesi a trazione teocratica (ebbene sì, Putin dichiarò il comunismo o il "modo di essere" russo dedicato alla realizzazione pratica delle Sacre Scritture, cosa che un politico occidentale mai farebbe), guidati uno dal cristianesimo ortodosso, l'altro dall'Islam, ossia le due ultime grandi religioni familistiche rimaste (il cristianesimo occidentale, fin dalla riforma protestante – che tra l'altro è stata la vera miccia che ha innescato il capitalismo moderno, vedasi il saggio di Max Weber – ha via via perso la sua ortodossia, quindi non lo ritengo rilevante). Si capisce quindi il perché di tutto questo affannarsi a parlare e a demonizzare il "patriarcato" da parte dei media: è un modo di attaccare questi due paesi, che sono il nemico giurato dell'occidente capitalista post guerra fredda. Il capitalismo 2.0 – innescato dalla caduta del Muro di Berlino – per esistere deve infatti far fuori la figura di Dio, del Padre e del Figlio, dei padri e dei figli, dell'ordine ovvero il tessuto sociale comunitario: deve creare individui solitari e senza radici, senza guida, senza valori, incapaci di essere coesi. In tal modo, tali individui, sentendosi tristi e vuoti a causa dell'assenza di senso delle proprie esistenze, consumeranno più prodotti (l'uomo è un mammifero, ha bisogno del partner, ha bisogno del gruppo, ha bisogno del nido, e quindi di un luogo in cui sentirsi al sicuro). D'altro canto, ogni sistema teocratico che tuteli l'unione del nucleo familiare non può creare consumatori: il consumo è una distrazione dalla coesione sociale, è una distrazione dal dovere della crescita dei figli ("non comprare i rabbadani, le cose inutili", mi insegnava mia nonna, dotata di un forte retaggio cattolico provinciale/pastorale, e quindi familistico: soltanto perdendo un amore, anche e forse soprattutto a causa di tali distrazioni consumistiche, ho capito a posteriori il valore di questo insegnamento).



Con questo discorso non voglio giustificare i metodi brutali della polizia iraniana nei confronti delle donne, o inneggiare a Putin. L'essere umano, a mio modo di vedere, è una bestia fallata, una sorta di virus: nasce come animale (a)sociale da una difficoltosa evoluzione partita da qualche scimmietta isterica ed è portato per sua intima natura a fare il male a sé stesso e ai propri simili (il socialismo a mio avviso è crollato proprio per aver fatto l'errore di considerare la natura umana come un qualcosa di positivo). Gli esseri umani tendono al solipsismo, alla tirannia dell'ego, all'antropofagia. Basta andare nei tribunali e leggere un po' di atti per farsi le idee chiare sul merito (soprattutto quelli riguardanti il diritto di famiglia e la tutela dei minori). Oppure nei sobborghi degradati delle periferie, lì dove non esiste la narrazione piccolo borghese progressista e favolistica del "siamo tutti buoni", del "tutti si possono salvare", del "non è vero che ci si salva da soli", o similari menzogne/pillole blu. La famiglia e la società sono naturalmente imperfette per via dell'asocialità umana: a lungo andare marito e moglie litigano, possono anche arrivare ad ammazzarsi a vicenda, possono cannibalizzare i figli (quante volte un padre magari stupra la figlioletta o una madre la vende ai vecchi bavosi per due lire), eccetera. Servono quindi delle leggi morali, delle grandi narrazioni molto forti che in qualche modo tengano sotto controllo la natura antropofaga dell'uomo. Questo a mio avviso è il compito connaturato delle religioni e dello Stato, e su questo concordo pienamente con Hobbes e Schopenauer. Il consumismo e il capitalismo, d'altro canto, fanno leva sul solipsismo e sulla bestialità umana (i social media, ad esempio, sono l'approdo finale del solipsismo di massa atto al consumo), puntano a indebolire lo Stato e a cancellare le religioni. Il capitale odia la socialità umana e umanistica, ha un cinismo di fondo per il quale i soldi valgono di più delle persone ed è lecito che la tecnologia, in ultima istanza l'intelligenza artificiale, prenda il posto delle scimmiette asociali bisognose di narrazioni e di leggi morali che tutti noi siamo. Le élite occidentali, comunque, spingendo sempre più sulla distruzione dei ceti medio-bassi, di fatto stanno praticando la loro stessa autodistruzione: gli schiavi vanno curati un minimo, se li si porta all'estinzione poi non possono più servire né riverire i padroni. Dunque rimarrai solo pure tu, grande potente che quando vai a Davos devi prenotarti una escort per sfogare i tuoi bassi istinti antropofagi. Se devi andare con la prostituta, comunque (e lo fai mentre i giornali che controlli strillano a più riprese contro il patriarcato che invero tu stesso rappresenti, e di nuovo torniamo a Orwell), forse solo lo sei già. Detto questo, per riassumere il mio punto di vista, per quanto difettose e sotto alcuni aspetti atroci, le religioni ortodosse di massa sono i sistemi di salvaguardia di una specie animale molto problematica che se non viene istruita (talvolta obbligata) a praticare la tolleranza, l'altruismo e l'amore per i suoi simili, tende ad autodistruggersi e a diventare succube della sua stessa antropofagia




La vera guerra in corso è quindi l'Occidente che ha deciso di spingere l'acceleratore sulla distruzione dell'Islam. Dopodiché, se vincerà, rimarrà il cristianesimo ortodosso, ossia la Russia, che potrà essere distrutta dal suo interno come accadde in passato con le politiche congiunte di Gorbačëv e dell'FMI. Nel frattempo si stringerà sempre più la cinghia sul ceto medio occidentale, come già stanno dimostrando le attuali politiche europee: le persone non potranno più avere né un lavoro né una casa né un'automobile né una famiglia. Si nutriranno di insetti e faranno largo uso di realtà virtuali e droghe pesanti tipo il Fentanyl, che al momento sta già facendo piazza pulita di meno abbienti nelle periferie statunitensi. L'umanità di oggi e di un non troppo lontano futuro, alla luce di ciò, me la immagino come una grande azienda in cui i dirigenti stanno cercando di far fuori i sottoposti che non sono abbastanza profittevoli, poiché nelle ore di pausa devono ancora pregare e crescere i figli; dopodiché, eliminati loro, sarà il turno degli ordinari dipendenti, anche quelli più bravi e devoti, fino a quando non rimarranno soltanto più i direttori generali. Ma un'azienda composta soltanto da alti dirigenti, inutile dirlo, è destinata a fallire: nel finale di Metropolis di Fritz Lang, il capitalista stringeva la mano all'operaio; nell'oggidì, invece, questa cosa non è più possibile: il capitalista si ciba dell'operaio. A tale preciso proposito, si può anche leggere il racconto Kappa di Akutagawa: il cannibalismo come soluzione finale agli esuberi portati dalla rampante tecnologia industriale.



Cristianesimo ortodosso e Islam non prevedono alcun transumanesimo, sicché l'esistenza di un Dio e la sua relazione con il mantenimento di conseguenti meccanicismi pratici di preservazione delle realtà sociali di riferimento sono cose date per assodate e non sindacabili, pena il crollo di tutto in insieme di pesi e contrappesi atti a evitare in ultima istanza la denatalità, che è sinonimo di distruzione della specie (sono infatti i mussulmani quelli che continuano a fare figli, a prescindere dalle loro condizioni economiche, sia in occidente che altrove: a Gaza infatti, ad esempio, che è un lager a cielo aperto, sono stati uccisi moltissimi bambini e bambine). Non è buffo come proprio i credi rivelati, dogmatici, si rivelino come le più naturalisticamente umane delle dottrine di vita? Le Sacre Scritture paiono talvolta come lucchetti apposti ai Vasi di Pandora. Fatto salvo ciò, l'Occidente industrializzato e consumistico (e anche la Cina, dato che al suo interno perseguita delle minoranze mussulmane) vuole distruggere l'Islam, sì, peccato che la manodopera basso proletaria che impiega appartenga in gran parte a tale religione  – gli occidentali statisticamente non fanno più figli. A riempire il vuoto lasciato dalla volontà di distruzione dell'altrui Dio (il proprio è già stato deposto da tempo, come osservavo prima) c'è appunto il transumanesimo, che è una corrente di pensiero figlia dell'illuminismo, del puritanesimo calvinista, in ultima istanza dell'ebraismo ashkenazita. Il Dio dei non-luoghi che benedice l'uomo solitario in grado di realizzare da sé il paradiso in Terra è invero molto diverso da quello territoriale, carnale, sanguigno e passionale dell'Islam e dell'ortodossia russa – gli ebrei ashkenaziti sono sempre stati un popolo "spatriato" dedito agli affari terreni; protestantesimo e calvinismo d'altro canto sono conseguenze dell'urbanesimo piccolo borghese, e quindi del passaggio da una realtà pastorale a una tecno-industriale, ossia, appunto, della transizione da luoghi a non-luoghi. L'intelligenza artificiale di cui tutti i giornali e telegiornali tanto sbraitano altro non è che la realizzazione finale di tutto un processo iniziato in Occidente con la Riforma e il deterioramento della Chiesa Cattolica. Se l'immanenza va realizzata mediante il profitto fine a sé stesso, e questa è l'etica senza radici ebraico-puritana, allora l'essere umano in quanto tale è inutile e bisogna andare oltre, bisogna far sì che la tecnica porti avanti la distruzione della vita per realizzare completamente i propositi dei numeri, delle equazioni e dell'astrattismo finanziario. Questo non è complottismo, ma il naturale approdo dell'inconscio collettivo tecnocrate delle classi dirigenti occidentali. 



Mentre scrivo questo post, la fumettista Diletta Pasquini è in Francia a proporre ad alcuni editori d'oltralpe il progetto a fumetti di Antropofagia, il mio romanzo di esordio. Nel progetto, oltre a vari dettagli inerenti trama e personaggi, c'è una buona parte del dodicesimo capitolo dell'opera, quello in cui Lena spiega a Ulrico che "i buchi neri sono come le persone". La copertina del progetto, manco a dirlo, è un merger di due black hole, che ho fatto ridisegnare a mano a Diletta a partire da una foto astrofisica. L'opuscolo di presentazione del progetto è quindi una voluta metafora della condizione umana, al quale ho voluto dare i connotati di un'opera a sé stante rispetto a una eventuale versione completa del fumetto. Ciò premesso, cosa intende dire veramente Lena? Lei è molto schietta e concisa, molto pragmatica, in fondo è proprio una femmina. Io di mio posso dire che tutta la vita sulla Terra è un'emanazione del Sole, ossia di una palla di fuoco che va avanti a violentissime reazioni nucleari. Quando una stella muore, d'altro canto, diventa un black hole, un'entità mostruosa e distruttrice. La vita nasce dal carbonio, che a sua volta ha avuto origine dalle stelle. Noi siamo fatti di materiale stellare e in ultima istanza tutta l'energia presente sulla terra proviene dal Sole (i combustibili fossili altro non sono che la "storicizzazione" dell'energia solare assorbita dagli organismi defunti). La vita pertanto è un processo violento: sbranarsi a vicenda, o sbranare carne defunta per nutrirsi (che equivale a utilizzare combustibili fossili, in fondo), nonché lo stesso rapporto sessuale che dà la vita, sono goffi e brutali fenomeni di attrito. D'altro canto, la Storia dell'umanità è costituita perlopiù da violente guerre e millenni di odio reciproco. Statisticamente, i popoli sono come gas compressi in cui le particelle urtano all'impazzata l'una contro l'altra. La vita è crudele, imperfetta, la natura umana è atroce. E a peggiorare il tutto c'è la coscienza della propria condizione: gli esseri senzienti soffrono, e tra di essi soltanto pochissimi se ne accorgono, così da poter almeno tentare di mitigare le proprie stesse, ineluttabili sofferenze. Ma un giorno la bestia gridò amore nel cuore del mondo: alcuni animali fatti di materiale stellare si svegliarono e crearono dei meccanicismi di salvaguardia della loro specie. Quando questi meccanicismi verranno completamente distrutti, e di "risvegliati" non ce ne saranno più, perché sarà loro proibito di esistere, allora per l'umanità sarà veramente la fine. 



22 commenti:

  1. (Onestamente la suddivisione geopolitica in base al sentimento religioso mi sembra un po' tirata per i capelli o riduttiva... Ad esempio, l'altro Stato con forti caratteristiche nazionaliste a carattere religioso, cioè l'India, mi sembra ambiguo almeno quanto la Cina. Più in generale, la mia "bolla informativa" mi suggerisce che l'entità della "sfida all'occidente" sia inedita proprio grazie alla lasca ma efficace collaborazione/alleanza tra Stati con caratteristiche diverse quali la Cina, la Russia, alcuni Stati arabi ecc. In linea di principio e al netto della nostra posizione in tutto ciò, è una prospettiva incoraggiante...)
    ("ebbene sì, Putin dichiarò il comunismo o il "modo di essere" russo dedicato alla realizzazione pratica delle Sacre Scritture, cosa che un politico occidentale mai farebbe"... per favore rileggi la frase, ché mi è leggermente confusa :) Poi sarò io con i miei limiti di visione ad aver sempre trovato opinabile la presunta continuità tra URSS e Russia.)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le religioni sono le secolarizzazioni delle culture, ti sei perso questo passaggio logico mi sa.

      Elimina
    2. Più che altro non concordo molto con questo passaggio: si potrebbe pure sostenere l'inverso, oppure più semplicemente che religione e cultura si influenzano a vicenda senza che l'una sia sempre la causa e l'altra l'effetto.

      Elimina
    3. No, non credo che sia così, animali e uomini si formano in base al contesto. Prova ad andare in cisgiordania e capisci perché quella religione è nata lì: non poteva nascere altrove. Lo stesso Cristo della pastorale e provinciale italietta è appunto un pastore con il barbone e gli occhi azzurri, mentre in realtà era un ebreo palestinese rivoluzionario. E così via. La stessa ortodossia russa non poteva che nascere in quel territorio austero, freddo e in braccio a una cultura violenta e sanguigna. E' tutto lapalissiano, la carne è carne e la terra terra.

      Elimina
    4. Capisco; io mi riferivo al fatto che, considerando un popolo di per sé (come dici tu, con le sue condizioni materiali ecc.), la sua cultura e la religione si inflienzeranno a vicenda: es. l'Islam è la religione di un sacco di popoli diversi tra loro, che l'hanno adottata per vari motivi (anche perché si confaceva alla loro cultura, magari), ed essa a sua volta ha modificato in parte i loro costumi, direi.

      Sicuramente poi sarò io a essere molto idealista (leggi: intellettualoide) su questi temi, specie perché è difficile dare un giudizio a fattori come "la carne" e "la terra"... a seconda del contesto possono sembrare i migliori dei valori oppure delle banali e schifose compulsioni a menarsi. Probabilmente discorderemo sul fatto che questo giudizio sia una necessità pressante oppure no :)

      Elimina
    5. All'Anonimo (*lui*):

      senza dubbio le ideologie, le grandi narrazioni e i loro personaggi nascondo in determinati contesti socioculturali specifici, e poi si "declinano" nei tempi e negli spazi in cui attecchiscono, venendo influenzati da quelli, e influenzandoli a loro volta evolutivamente. Più un'ideologia sopravvive, più si modifica in epoche e spazi in cui viene covata. Sicuramente è stato così per il Cristianesimo, ma anche per l'Islam, o per il Comunismo. Provarsi a comprendere qualsiasi cosa di lontano ovvero diverso dal sé è sempre la più improba delle imprese.

      Elimina
    6. Appunto, Shito... Occorrerebbe indagare gli "adattamenti locali" dell'ortodossia tra chiese russe, ucraine (dal 2014/22 sono almeno due e forse più in contrasto tra loro), turche e magari altre che non conosco; almeno ne otteniamo un'immagine meno monocromatica (color concime, chiaramente). :D

      Elimina
  2. Francamente non mi ritrovo con la visione che l'uomo sia homo homini lupus, la storia dell'umanita non è fatta solo di guerre e altri crimini, ma anche di eroismo, di santita e di storie di uomini e donne di buona volonta.
    Ps. Scusa gli eventuali errori di ortografia, ma non riesco a scrivere bene da cell.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so, non credo. Anche Pancho Villa veniva fatto passare per eroe, e così via. Diciamo comunque che postmodernità è post-umanità. Gli eroi ormai esistono soltanto più nella finzione, a parte alcuni rari casi. Il bisogno di epica nell'oggidì lo si ricerca nella finzione, non nel reale.

      Elimina
    2. Quando intendo io mi riferisco ai santi, ai saggi, alle persone di buona volonta che nel piccolo o nel grande hanno saputo fare cose buone non guardo ai rivoluzionari o persone simili.
      Insomma, se guardi bene alla storia, puoi trovare anche buoni esempi.

      Elimina
    3. --> "alcuni animali fatti di materiale stellare si svegliarono e crearono dei meccanicismi di salvaguardia della loro specie"

      Elimina
    4. Non credo, non siamo fatti solo di sola materia, sappiamo ragionare, pensare, distinguere il bene dal male, come ho detto la storia dell'umanita non è solo guerre e crimini atroci, ma anche di molte cose buone come scoperte scientifiche, artistiche, filosofiche, oltre a vari esempi di eroismo e santita.
      Ritengo sbagliato il guardare superficialmente al male e mai guardare in profondita anche a varie altre cose.
      m96m

      Elimina
  3. La contrapposizione di valori é reale e, almeno in Russia, questa viene usata dalla politica per giustificare le proprie azioni. Uno degli intellettuali russi piú influenti, Aleksandr Dugin, la cui figlia é stata fatta saltare per aria dai servizi ucraini, punta spesso sul conflitto valoriale tra occidente e Russia ortodossa-zarista. Peró sia lui che Putin mi sembrano fortemente anti-comunisti, si rifanno piú allo zarismo.

    Ad ogni modo mi sembra che pure la Russia viva una forte crisi (non solo economica, anche demografica), non so fino a che punto il ricorso a valori forti sia realmente sentito dalla sua classe dirigente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Essenzialmente concordo. Aggiungerei che apparentemente la sterzata in direzione "ortodosso-zarista" sembra una questione degli ultimi dieci/quindici anni, mentre prima a livello politico si tendeva alla vicinanza con l'Occidente purché si salvaguardassero le oligarchie.

      Elimina
    2. La postmodernità è arrivata anche in Russia, di certo la morte di Dio che c'è nell'occidente, tuttavia, non è della stessa intensità di quella russa. Anche perché il popolo russo, e non le oligarchie, non l'hanno mai veramente assorbita. Provate a frequentare delle donne russe per capire: vogliono l'uomo forte e sposarsi subito, ad esempio. Questo è imprinting ortodosso, quindi fortemente familistico, un po' come le vecchie donne meridionali del nostro paese.

      Elimina
    3. A mio parere c è stato uno spartiacque nel mondo occidentale con la rivoluzione francese, da cui il resto è tutto a discendere.

      Si è passati da un tipo di mentalità di tipo feudale ( mi capito un video dj Barbero in cui diceva che nel feudalesimo io sono ricco perché uno piu ricco di me mi da carico di parte della sua ricchezza) ad una di tipo illuministico.
      Ne deriva una diversa scala valoriale che a mio avviso si riflette anche nell'ambito delle relazioni


      P.s.
      Una che si vuole sposare subito, russa o meridionale, e una che si vuole sistemare e vuole un foglio scritto con le regole della società civile coms garanzia, oltre quello che tu le prometti a voce. Bada a non farti intortare... nelle donne conta l'età e il vissuto in quell'età , tutto il resto è secondario e credo importante solo nella misura in cui influenzi il secondo dei suddetti termini

      Elimina
    4. "A mio parere c è stato uno spartiacque nel mondo occidentale con la rivoluzione francese, da cui il resto è tutto a discendere."

      Questa è una forte semplificazione. In realtà i passaggi sono stati ebraismo non ortodosso > riforma protestante > calvinismo > illuminismo e ciò che da esso è conseguito. In occidente.

      "Si è passati da un tipo di mentalità di tipo feudale"

      Si è transiti dall'ancient regime all'illuminismo, sì, ma non tutto d'un botto. Vedasi i passaggi precedenti (consiglierei la lettura del saggio di Max Weber e del libro "La ragione aveva torto" di Massimo Fini per capire meglio cosa ho scritto).

      "Bada a non farti intortare".

      Era un esempio il mio, tu non mi conosci. Non sopporto comunque l'attuale tendenza a ricercare negli autori/pensatori/blogger/quel che siano l'esperienza personale, la storiella su cui gossippare. Anche quando presento dal vivo il mio libro, tutti a cercare la parte autobiografica della vicenda, manco vivessimo in un perenne Grande Fratello. E non c'è nessuno a "intortarmi", tranquilla (deduco dal tuo commento che tu sia una femmina). La mia soglia di sopportazione del prossimo si è molto abbassata nel corso degli anni.

      Elimina
    5. Rispondo all'Anonimo, senza *lui*.

      "A mio parere c è stato uno spartiacque nel mondo occidentale con la rivoluzione francese, da cui il resto è tutto a discendere"

      Concordo con Francesco nel dire che questa è una forte semplificazione, o meglio direi che è una eccessiva riduzione: se è vero che KOjève, riprendendo Hegel, come poi lo stesso Francis Fukuyama avrà a rimarcare nel suo più celebre saggio, "La fine della storia" si innesca con la rivoluzione francese, è altresì vero che la Storia non era iniziata col feudalesimo. La storia dell'umanità è fatta di evoluzioni e alternanze di modelli sociali e religiosi, ovvero comunque psicosociali. Già il passaggio da repubblica a impero, da comuni a signorie, dimostra i corsi e ricorsi. Lo stesso potrebbe dirsi, in Russia, per il passaggio da impero a socialismo a democrazia fortemente improntata su un condottiero, che si direbbe in latino Caesar, da cui Zar (che si pronuncia "kzar").

      "Una che si vuole sposare subito, russa o meridionale, e una che si vuole sistemare e vuole un foglio scritto con le regole della società civile come garanzia, oltre quello che tu le prometti a voce. Bada a non farti intortare... nelle donne conta l'età e il vissuto in quell'età , tutto il resto è secondario e credo importante solo nella misura in cui influenzi il secondo dei suddetti termini"

      Il matrimonio non è che un contratto civile. Una volta che lo si è reso liberamente rescindibile con il divorzio, ne resta una pantomima per gli sciocchini, una tagliola per gli stupidoni – che come sempre faticano a leggere la variazione linguistica diafasica giurisprudenziale della lingua. Credo sia dunque verissimo che per le donne conti il loro personale, femminile vissuto – vissuto nel tempo della loro personale vita. Credo infatti che le femmine umane siano proprio la vita e il tempo, laddove "Essere e tempo" è solo un libro scritto da un maschio, per intenderci. La banalità dell'umano, avrebbe forse detto la sua fu allieva.

      Elimina
    6. In realtà nel mondo antico mi sembra che,ovviamente con varie sfumature relate ai tempi e luoghi, una sorta di sapore "feudale" nella società ci sia sempre stato. Per dire in epoca romana mi viene in mente l'istituto del clientelismo.

      A ben pensarci mi sembra l'essenza stessa di un tessuto sociale coeso, ma forse esagero

      Elimina
    7. Rispondo a Francesco sulla Russia e l'Europa dell'est in generale. Ho conosciuto tante persone dell'est Europa a lavoro, relativamente giovani. Vivono le relazioni sociali in genere in maniera differente, ancora legati a valori quali la famiglia e l'amicizia, idem per la religione. Ho discusso con alcuni di loro sull'argomento e concordano col dire che in Europa occidentale i legami familiari sono ormai deboli.

      Vorrei solo aggiungere che il germe della post-modernitá é ben impiantato nei Paesi dell'ex-URSS. Interagendo con alcuni di loro mi hanno confermato il cambiamento in corso nei costumi (fortissimo in Polonia). Hanno un sentimento pro-USA molto forte, visto che grazie a loro si stanno arricchendo. Me ne sono accorto pure scrivendo su Reddit, impossibile criticare gli USA senza contrariare utenti polacchi o dei Paesi baltici.

      Elimina
    8. Ciao,

      "ancora legati a valori quali la famiglia e l'amicizia, idem per la religione"

      Infatti l'imprinting ortodosso è ancora forte in loro, contrariamente a noi occidentali, che ci masturbiamo continuamente con narrazioni del successo solitario di derivazione yankee.

      Per quanto riguarda i polacchi, loro sono un caso particolare. Comunque sì, un sistema di controllo basato sul piacere ha più appeal di uno basato sul dolore. Questa è la chiave del successo degli americani.

      Elimina
  4. La religione, o è un sentimento interiore e privato, una spiritualità, oppure è un sistema sociale e politico di stampo teocratico. Il che non è necessariamente un male, ma soprattutto non è necessariamente peggio delle alternative. Combinando Pascal e Schopenauer, due uomini del passato che davvero ritengo fossero dotati do ottime capacità intellettive, da un lato "o si pensa o si crede", dall'altro si tratta di una "scommessa" tra fede e ragione sempre a favore del fedele, ma che nessuno può davvero giocare liberamente, una non scelta. In un modo o nell'altro, chi ha una grande solidità di mente e spirito, auspicabilmente se la caverà. Ma è una condizione rara. Si tratta dunque, come sempre, di pensare con serena onestà e amore per il proprio consimile a cosa e come fare per i più deboli, fragili, la cui condizione non è affatto da spregiare, condannare e neppure irridere. Si tratta di mesta onesta di noi tutti. Sbranarsi a vicenda non fa bene neppure a chi si ingozza.

    RispondiElimina