mercoledì 3 settembre 2014

L'imbattibile Daitarn 3: Recensione

Titolo originale: Muteki Kojin Daitarn 3
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Hiroyuki Hoshiyama, Yoshihisa Araki
Character Design: Norio Shioyama
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Takeo Watanabe
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 40 episodi
Anno di trasmissione: 1978 - 1979

 
Il dottor Haran Sozo era un brillante scienziato il quale conduceva delle ricerche su Marte. Egli riuscì a creare una nuova forma di cyborg al fine di potenziare la razza umana, i Meganoidi. Tuttavia, essi diventarono autonomi e sfuggirono al suo controllo, ed egli sparì, in circostanze misteriose, con tutta la sua famiglia, lasciando al figlio Haran Banjo un robot gigante di sua invenzione: il Daitarn. Il figlio del dottor Sozo si ritroverà, dopo esser fuggito da Marte, sulla Terra, a dover combattere contro i Meganoidi, i quali progettano, comandati dall'enigmatico Don Zauser e dalla glaciale Koros, di trasformare tutta la razza umana in cyborg. Al fianco di Haran Banjo ci saranno Beauty Tachibana, una bellissima biondona dalle forme perfette, svampita, figlia di un famoso imprenditore; Reika Sanjo, un'agente dell'Interpol dalla sofisticata femminilità, tuttavia molto meno appariscente della sua collega bionda; Garrison, un maggiordomo tuttofare alla "Batman"; Troppy, un orfanello che ama combinare guai...


"Daitarn 3" è uno dei grandi capositipiti della parodia del genere robotico, assieme all'altresì tominiano "Xabungle" e alle "Time Bokan" della Tatsunoko. Titolo risalente al lontano 1978, "Daitarn 3" si colloca perfettamente nel fecondo periodo dell'anime boom, il quale ha inizio nel 1977, con il grande successo del film di montaggio de "Corazzata Spaziale Yamato". Nello stesso anno, l'epocale "Star Wars" inaugurerà, parallelamente al Giappone, un vero e proprio sci-fi boom occidentale. L'anime boom, che colloco dal 1977 al 1983 inclusi, fu un periodo in cui gli autori erano molto liberi di esprimersi, e in cui vedevano luce molte pietre miliari all'anno. "Mirai Shonen Conan", "Galaxy Express 999", "Capitan Harlock", "Gundam", "Dunbine", "Queen Millennia", "Macross", "Votoms", "Ideon", "Uchuu Senkan Yamato 2" ecc. erano titoli molto creativi, innovativi, i quali hanno fatto la storia dell'animazione. La libertà artistica di cui godevano gli artisti giapponesi all'epoca è paragonabile a quella che aveva generato i capolavori musicali del rock progressivo anni '70; libertà che spinse i vari musicisti a sviluppare nuovi suoni, tecniche, armonie, sperimentalismi di vario tipo.


"Daitarn 3", oltre ad essere una parodia del robotico, genere del quale ironizza sui vari cliché in modo assai caricaturale ed umoristico, è un vero e proprio omaggio al cinema occidentale e ai Comics americani. "James Bond 007" e "Batman" sembrano essere le influenze principali, tuttavia, l'opera, attraverso il suo ampio citazionismo, fa l'occhiolino ad innumerevoli film occidentali dei quali ricostruisce addirittura determinate scene e coleografie. Proprio come ha dichiarato Shinya Sadamitsu, regista e designer dallo stile molto sperimentale e dalla conoscenza approfondita di fantascienza, astronomia ed arte cinematografica occidentale, al tempo presente nel prestigioso staff diretto da Yoshiyuki Tomino.

«In "Daitarn 3" abbiamo sperimentato numerose tecniche. Nel dodicesimo episodio, ad esempio, tenendo ben presente la scena ambientata nello spazio del film "2001: Odissea nello Spazio" abbiamo tentato di riprodurre le profondità dell'atmosfera e di combinare le immagini con la tecnica dell'esposizione sovrapposta. Inoltre, influenzati da film quali "007", "Star Wars" e i lungometraggi di Kung Fu, abbiamo inserito numerose immagini sperimentali.» [Shinya Sadamitsu]


Siamo di fronte al primo ruolo di Norio Shioyama come character designer, presente nello staff creativo di "Daitarn 3" anche nelle vesti di direttore delle tavole originali e dell'animazione. Egli più avanti diventerà il character designer del celebre "Votoms", e vincerà numerosi premi per il lavoro svolto nell'epocale lavoro di Ryosuke Takahashi.

«Nel disegnare Beauty mi sono ispirato a Matilyn Monroe. Tuttavia ho voluto affiancarle Reika, quella che per me rappresenta l'ideale di donna giapponese. Guardando i disegni di Tomonori Kogawa ero rimasto impressionato dalla sua bravura, tuttavia cercai di metterci qualcosa di mio, nonostante fossi ancora inesperto.» [Norio Shioyama]


Al mecha design c'era il migliore di tutti, il grande Kunio Okawara; inoltre è da segnalare la presenza di YAS, sotto lo pseudonimo di YasuhikoTadano, nelle vesti di animatore e disegnatore di schizzi e tavole originali. La trentatreesima puntata, quella in cui Garrison pilota il Daitarn, è stata interamente realizzata da lui (circa quattromila disegni). E' facile intuire che nel periodo in cui vedevano luce i suoi capolavori Tomino fosse stato una persona molto felice, così tanto che, in un'intervista recente, ha dichiarato di aver molto rimpianto durante la lavorazione di "V Gundam" il fecondo periodo dell'anime boom.

«All'inizio del lavoro, il signor Tomino ci aveva fornito indicazioni ben precise, ma in seguito ci aveva lasciati molto liberi. Credo che, dopo aver lavorato insieme in "Zambot 3", riponesse in noi molta fiducia. In quel periodo lui era più libero di modificare lo storyboard, quindi noi leggevamo la sceneggiatura e realizzavamo lo storyboard, dopodiché lo mostravamo al regista. Ricordo che, nel disegnarlo, più che altro pensavo a come far ridere il signor Tomino. Abbiamo faticato molto per "Daitarn", ma nello studio si respirava un'atmosfera familiare e bella.» [Shinya Sadamitsu]


Siamo quindi ben lontani dall'incubo descritto da Satoshi Kon nel suo "Paranoia Agent", in cui lo staff di un'opera animata giapponese vive nello sconforto, nella mancanza di libertà di espressione artistica e nell'alienazione dovuta alle pressioni della produzione. I capolavori della storia dell'animazione sono spesso il risultato di una grande libertà espressiva, così vasta che, come testimonia il qui presente "Daitarn 3", spesso gli animatori erano liberi di fare di testa loro, addirittura di modificare lievemente, a loro discrezione, il design. Nascevano così i fans dei vari animatori, i quali erano in grado di riconoscere immediatamente i loro beniamini in base alle loro personali finezze stilistiche.


Nel periodo dell'anime boom, negli anime era consueta l'umanizzazione dei cattivi, scelta seguita anche dal qui presente "Daitarn 3", in cui i Meganoidi, i quali rappresentano gli antagonisti principali della serie, vengono messi sullo stesso piano dell'eroe il quale pilota il super robot. Haran Banjo non è molto diverso dal Meganoide che uccide ritualmente in ogni puntata con il Daitarn. Tomino, con la sua prima parodia del robotico - la seconda sarà l'altrettanto valido "Xabungle" - mette in scena il problema dei difetti di comunicazione tra persone, il quale sarà la chiave di volta di tutta la sua opera successiva (tale tema era anche presente nel precedente "Zambot 3"). Il Meganoide è in realtà un essere dotato di determinate ossessioni e/o complessi, il quale viene imparzialmente messo a nudo prima della sua rituale dipartita verso l'altro mondo. Il Meganoide è un buffone, ma allo stesso tempo una figura tragica, uccisa da un essere umano il quale non riesce a comprendere i suoi sentimenti e le sue motivazioni. Infatti Banjo è un anti-eroe il quale odia il padre e si contraddice in toto pilotando il robot da lui creato - il complesso di Edipo è un'altro tema ricorrente nell'opera di Tomino, così come il divario generazionale e il rapporto genitore-figlio -. Nell'ultima puntata della serie, quando arriverà infine il suo turno, Haran Banjo verrà impietosamente analizzato allo stesso modo dei Meganoidi; ed ecco uno dei colpi di scena che più rimangono impressi, un vero e proprio difetto di comunicazione finale il quale rappresenta il primo grande traguardo della poetica tominiana.


"Daitarn 3" è un action tout court dall'elevato "coolness factor", in cui il protagonista, unito alle sue bellissime assistenti, corre e spara dappertutto, compie salti, acrobazie, sale sulla sua Mach Patrol in giacca e cravatta come un novello James Bond e così via. Non è di certo un anime psicologico con grandi pretese di coerenza strutturale, siccome il target per cui è stato pensato è quello infantile (solamente con l'avvento di "Macross" nel 1982 gli anime robotici saranno rivolti agli adolescenti). Bambini giapponesi dell'epoca, i quali, ben lontani come background culturale da quelli occidentali, potevano usufruire senza problemi di scene tragiche, mature e crude. Anche con "Ideon" Tomino si rivolgeva ai bambini, nonostante la serie sia una delle più cupe e annichilenti mai prodotte. Anche con "Gundam": quando il regista scoprì che esso era stato molto apprezzato dagli studenti universitari rimase assai sorpreso. La mancanza di spiegoni di sorta e la presenza di alcuni misteri mai svelati da Tomino, come ad esempio il rapporto tra Koros, Don Zauser e Banjo, conferiscono a mio avviso un certo fascino all'opera, già di per sé molto carismatica.


"Daitarn 3" è un tokusatsu tout court: lo schema narrativo, come il lettore avrà facilmente intuito, consiste nel classico "mostro della settimana", in questo caso un Meganoide, il quale verrà puntualmente sconfitto con il colpo finale del robot, in questo caso il leggendario "Attacco Solare". Questo schematismo per me non è affatto un difetto, siccome viene sfruttato in modo molto intelligente dal regista al fine di analizzare le passioni e/o le ossessioni dei vari antagonisti, i quali nella sostanza sono veri e propri esseri umani tout court, potenziati grazie alla tecnologia, che dovrebbero rappresentare il gradino successivo dell'evoluzione umana. Questa tematica non viene comunque approfondita più di tanto, Tomino preferisce in questo caso lasciar spazio alla fantasia dello spettatore, stimolandola a dovere con numerosi spunti creativi.


NB: Il doppiaggio storico di "Daitarn 3" non è assolutamente fedele ai dialoghi originali, e snatura completamente il finale della serie. Pertanto è consigliata la visione dell'anime con l'ottimo doppiaggio fedele della Dynit, veramente ben fatto, allo stesso modo dell'edizione dvd, la quale presenta un'ottima qualità video e degli inserti extra molto interessanti, con molte interviste ai vari autori dell'anime (dalle quali ho attinto liberamente nello scrivere la qui presente recensione).







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