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lunedì 5 agosto 2019

Gosenzosama Banbanzai: Recensione per l'anniversario.

Titolo originale: Gosenzosama Banbanzai
Regia: Mamoru Oshii
Soggetto: Mamoru Oshii
Sceneggiatura: Mamoru Oshii
Character Design: Satoru Utsunomiya
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Pierrot
Formato: serie OAV da 6 episodi
Anno: 1989 

Premessa: salve a tutti sono onizuka90, l'amministratore scomparso da tempo immemore, è tantissimo che non scrivo nulla di nuovo sul blog ma ho deciso di tornare per dare un tributo a Gosenzosama Banbanzai, una serie di cui non si parla mai ma che merita l'attenzione degli appassionati, perciò... ecco a voi la recensione su una delle opere più particolari di Oshii! 




Le persone tipicamente dedicano la propria vita alla finzione.

Agosto 1989, il “paese del sol levante” vede sorgere una nuova opera dal genio di Mamoru Oshii, si tratta di Gosenzosama Banbanzai (letteralmente “Lunga lunga vita agli Antenati”), una miniserie composta da sei OAV e partorita in sinergia con Kenji Kawai; il quale successivamente diventerà uno stretto collaboratore del Maestro, curando la colonna sonora di tutti i suoi lavori. 
“Gosenzosama Banbanzai” incarna in modo esemplare il caso di quelle serie animate rimaste ignote al mondo e il cui nome è presto svanito dalle scene, obliato nei meandri del tempo, per rimanere ad appannaggio di pochissimi e fedeli fan. L’occorrenza del suo anniversario, che cade oggi 5 agosto, pare pertanto l’occasione più appropriata per donargli un piccolo tributo, così da far brillare ancora una volta tale inestimabile gemma dell’animazione nipponica, nella speranza di farla riscoprire destando la curiosità di qualche nuovo appassionato, o di far scendere una lacrima di nostalgia a chi già ha potuto goderne la visione.

domenica 30 dicembre 2018

Lamù - Beautiful Dreamer: Recensione

Titolo originale: Urusei Yatsura 2 - Beautiful Dreamer
Regia: Mamoru Oshii
Soggetto & sceneggiatura: Mamoru Oshii
Character Design: Akemi Takada
Musiche: Masaru Hoshi
Studio: Studio Pierrot
Formato: lungometraggio cinematografico
Anno di uscita: 1984


Poco tempo dopo l’anime boom di inizio anni ottanta (i riferimenti nel film ci sono tutti), nel quale gli animefan adulti avevano messo in atto il loro primo, storico “coming out” (1982) in una società giapponese a loro indifferente se non ostile, dopo aver girato il trascurabile Only you, primo film omaggio al mondo di Urusei Yatsura, Mamuru Oshii, con il qui presente Beautiful Dreamer, decide di analizzare l’otakuzoku dall’esterno, mediante un’opera decisamente complessa, matura e d’autore (una delle prime nel suo genere).
Il contesto è quello del Giappone della bolla finanziaria fittizia indotta dagli investimenti esteri e dalle incoscienti politiche della banca centrale nipponica: analizzando tutti i vari media del periodo, canzoni pop incluse (una su tutte: la storica Merry-go-Round di Tatsuro Yamashita, 1983), è possibile farsi un’idea dell’opulenza della Tokyo di allora, ben distante dagli attuali standard recessivi dell’economia giapponese. L’eterna estate di Beautiful dreamer è analoga al “migliore dei mondi possibili” di Megazone 23 e alla città contenuta dalla colossale SDF-1 di Macross. E’ l’estate della Tokyo “congelata” nell’occidentalizzazione, nell’apatia e nella dimenticanza del passato.

sabato 5 marzo 2016

Sailor Moon: Recensione

Titolo originale: Bishoujo Senshi Sailor Moon
Regia: Jun'ichi Satou
Soggetto: Naoko Takeuchi
Sceneggiatura: Megumi Sugihara, Katsuyuki Sumisawa, Sukehiro Tomita, Shigeru Yanagawa
Character Design: Kazuko Tadano
Musiche: Takanori Arisawa
Studio: TOEI animation
Formato: serie televisiva di 46 episodi
Anni di trasmissione: 1992-1993


All'inizio degli anni novanta, con lo scoppio della cosiddetta baburu, la bolla economica che aveva indotto un benessere fittizio nel Giappone ottantino (a parte la svalutazione del dollaro dell'85 decisa al G5 tenutosi al Plaza Hotel di New York, che contribuì al tagliuzzamento del budget di molte serie animate in corso, esclusi ovviamente gli adattamenti televisivi degli inossidabili shounen della rivista Jump), l'animazione giapponese era in crisi, e la necessità di creare a tavolino un fenomeno sociale in grado di rimetterla sui binari del successo commerciale - ovviamente con un budget ristretto - era forte nei dirigenti Toei Doga.
Nel 1991, la misconosciuta ed ancora esordiente Naoko Takeuchi ha appena pubblicato "Codename wa Sailor V", un breve manga la cui protagonista è un'eroina mascherata dotata di una carismatica veste alla marinara modellata sulla base di quelle indossate dalle scolarette giapponesi. L'opera attira subito l'attenzione di Irie Yoshio - redattore capo di Nakayoshi, lo stesso mensile per bambine edito dalla Kodensha in cui negli anni settanta veniva pubblicato il seminale "Candy Candy" -, che propone all'autrice di iniziare un nuovo manga denominato "Bishoujo Senshi Sailor Moon", in cui oltre a Sailor Venus saranno presenti altre quattro eroine, in modo tale che, poco tempo dopo l'inizio della pubblicazione dell'opera (rivolta alle bambine di sei anni), la Toei Doga possa creare un tokusatsu show televisivo a cinque elementi seguendo l'esempio della formazione di "Yoroiden Samurai Troopers" mettendoci dentro un po' di "Silent Möbius" - le cui eroine che combattono i demoni hanno parecchie affinità con quelle della Takeuchi, la quale guardacaso è amica di Kya Asamiya, l'autrice del manga - e del nagaiano "Cutie Honey", dal quale "Sailor Moon" eredita il particolare gusto per la pop art e la catartica scena di nudo che avviene durante la trasformazione delle protagoniste in guerriere sailor, fattore che viene subito incontro alle esigenze dell'audience maschile assieme alle vertiginose minigonne da loro indossate.

sabato 26 dicembre 2015

One Punch Man: Recensione

Titolo Originale: Wanpanman
 Regia: Shingo Natsume
Soggetto: basato sull'omonimo manga di Yusuke Murata e ONE
Sceneggiatura: Tomohiro Suzuki
Character Design: Yusuke Murata
Musiche: Makoto Miyazaki
Studio: Madhouse
Formato: serie televisiva di 12 episodi
Anno di trasmissione: 2015


Nato come adattamento di un progetto web indipendente, casareccio e senza alcuna pretesa artistica, firmato da un autore improvvisato denominato ONE, il manga best seller di Yusuke Murata ha fatto parlare molto di sé, allo stesso modo della sua controparte animata, quel "One Punch Man" che oggigiorno è sulla bocca di tutti gli appassionati. Hype meritato o ennesima moda del momento, destinata a svanire nel nulla dopo qualche mese? Gli innegabili pregi tecnici, la freschezza del soggetto e la passione dello staff della Madhouse fanno decisamente propendere per la prima opzione.

mercoledì 3 settembre 2014

L'imbattibile Daitarn 3: Recensione

Titolo originale: Muteki Kojin Daitarn 3
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Hiroyuki Hoshiyama, Yoshihisa Araki
Character Design: Norio Shioyama
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Takeo Watanabe
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 40 episodi
Anno di trasmissione: 1978 - 1979

 
Il dottor Haran Sozo era un brillante scienziato il quale conduceva delle ricerche su Marte. Egli riuscì a creare una nuova forma di cyborg al fine di potenziare la razza umana, i Meganoidi. Tuttavia, essi diventarono autonomi e sfuggirono al suo controllo, ed egli sparì, in circostanze misteriose, con tutta la sua famiglia, lasciando al figlio Haran Banjo un robot gigante di sua invenzione: il Daitarn. Il figlio del dottor Sozo si ritroverà, dopo esser fuggito da Marte, sulla Terra, a dover combattere contro i Meganoidi, i quali progettano, comandati dall'enigmatico Don Zauser e dalla glaciale Koros, di trasformare tutta la razza umana in cyborg. Al fianco di Haran Banjo ci saranno Beauty Tachibana, una bellissima biondona dalle forme perfette, svampita, figlia di un famoso imprenditore; Reika Sanjo, un'agente dell'Interpol dalla sofisticata femminilità, tuttavia molto meno appariscente della sua collega bionda; Garrison, un maggiordomo tuttofare alla "Batman"; Troppy, un orfanello che ama combinare guai...

lunedì 25 agosto 2014

Kill La Kill: Recensione

Titolo originale: Kill La Kill
Regia: Hiroyuki Imaishi
Sceneggiatura: Kazuki Nakashima
Character Design: Sushio
Musiche: Hiroyuki Sawano
Studio: Trigger
Formato: serie televisiva di 24 episodi
Anni di uscita: 2013


Se siete soliti bazzicare per la rete, e vi ritenete un minimo appassionati di animazione giapponese, è quasi impossibile che ultimamente non abbiate sentito nominare almeno una volta Kill La Kill, la serie che "ha salvato gli anime". D'altronde, diversi mesi prima che la serie stessa iniziasse ad essere trasmessa, il suo nome era già diffuso come il Verbo, e l'hype del pubblico considerevolmente al di fuori di qualsiasi scala di misurazione. Invero, nonostante l'espressione "Anime is saved" fosse nata più per ironia che per altro, tale entusiasmo tra gli internauti un fondamento ce l'aveva ugualmente: Kill La Kill si presentava come l'ultima fatica del ben noto Hiroyuki Imaishi, coadiuvato da quella parte di Gainax che l'ha seguito nel suo esodo verso il nuovo studio appena nato (Trigger). Insomma, le credenziali erano tutto fuorché povere.

lunedì 23 giugno 2014

Combat Mecha Xabungle: Recensione

Titolo originale: Sentou Mecha Xabungle
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Soji Yoshikawa, Tsunehisa Ito, Yoshihisa Araki
Character Design: Tomonori Kogawa
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Kouji Makaino
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 50 episodi
Anni di trasmissione: 1982 - 1983


Il nome del pianeta è Zola. Anche se nessuno se lo ricorda più. Da tempi immemorabili i membri di una ristretta e privilegiata classe sociale, gli Innocent, sfruttano per il proprio tornaconto l'ignoranza dei Civilians, la classe sociale inferiore, creando strane leggi e cospirando nell'ombra, alimentando per convenienza le conflittualità interne al loro dominio. Jiron Amos è un Civilian in cerca di vendetta, che dopo una serie di avvenimenti si unisce ai Sand Rats, una brigata di rozzi ladruncoli analfabeti e fracassoni. Essi diventeranno l'equipaggio dell'Iron Gear, una mastodontica corazzata/robottone comandata da Eichi, un'isterica ragazza di bell'aspetto che, a suo dire, vorrebbe piantare il seme della cultura nel deserto dell'ignoranza. Le azioni avventate di Jiron Amos faranno via via soffiare il vento della ribellione verso gli Innocent: i nostri scapestrati protagonisti diventeranno dei veri e propri rivoluzionari senza neanche saperlo...