sabato 27 settembre 2014

Space Adventure Cobra: Recensione

  Titolo originale: Supesu Kobura
Regia: Osamu Dezaki
Soggetto originale: Buichi Terasawa
Sceneggiatura: Buichi Terasawa, Haruya Yamazaki, Kenji Terada, Kosuke Miki, Kosuke Mukai
Character Design: Akio Sugino
Musiche: Kentarou Aneda
Studio: Tatsunoko  Formato: serie televisiva di 31 episodi
Anni di trasmissione: 1982 - 1983


Cobra è un'avventuriero senza alcuno scrupolo morale di sorta, che vaga nello spazio a bordo della sua astronave accompagnato dall'assistente androide Lady Armaroid. Egli deve perennemente fuggire dalla grande organizzazione detta "Gilda dei Pirati", la quale intende ucciderlo per punire le sue intromissioni nei propri affari criminali. Per sfuggire all'organizzazione, Cobra decide di cambiare i propri connotati attraverso un intervento chirurgico, di cancellare i suoi ricordi e di rincominciare una vita normale nei panni del modesto impiegato Johnson. Una serie di circostanze casuali, tuttavia, spingeranno Johnson a ricordare il suo passato, e lo metteranno di nuovo davanti all'inevitabile scontro contro la temibile gilda comandata da Lord Salamender. Cobra potrà contare sulla Psychogun, un'arma contenuta nel suo braccio in grado di trasformare la sua energia psichica in raggi distruttori, e sulla sua costituzione sovrumana, la quale gli permetterà di sopravvivere in circostanze molto pericolose...


"Space Adventure Cobra" è l'adattamento animato operato dal celebre Osamu Dezaki - uno dei più grandi registi della storia dell'animazione, se non il più grande - dell'omonimo manga di Buichi Terasawa. Siamo nel lontano 1982, in pieno anime boom: l'uscita nel 1977 di "Star Wars" aveva profondamente influenzato l'animazione giapponese dell'epoca; la fantascienza in tutte le sue forme e manifestazioni era la moda seguita dalla maggiorparte degli autori, e sovente sfociava nella pura, maestosa e fantasiosa space opera tout court. In questo clima molto fertile e creativo, nel quale pietre miliari come "Capitan Harlock", "Uchuu Senkan Yamato 2", "Gundam" e "Ideon" erano all'ordine del giorno, aveva luogo l'unica incursione di Osamu Dezaki - regista conosciuto prevalentemente per i suoi adattamenti autorali di Meisaku e Spokon - nella space opera di stampo avventuroso. "Space Adventure Cobra" è direttamente influenzato da "Star Wars", con il quale condivide le ambientazioni, piene di strani alieni, robot, cacciatori di taglie et similia; lo stesso Cobra, nonostante sia dichiaratamente ispirato all'attore francese Jean-Paul Benmondo, è una sorta di incrocio tra Lupin III e Han Solo (a scanso di equivoci non mancherà un episodio nel quale anch'egli verrà ibernato in un blocco di grafite, esattamente come il suo antesignano); Lord Salamander, invece, nell'aspetto ricorda molto Dart Fener.


A livello registico, Osamu Dezaki, grazie alla grande libertà espressiva che deriva dalla direzione di una serie fantascientifica d'azione, si diletta con moltissimi sperimentalismi registici molto personali e all'avanguardia per l'epoca: si pensi alle suggestive inquadrature del primo episodio, che cercano in tutti i modi possibili di sovrapporre il sogno di Johnson con la realtà, anche attraverso l'utilizzo di split screen multipli disposti diagonalmente lungo lo schermo. Lo stile di Dezaki in "Space Adventure Cobra" raggiunge uno dei suoi apici: non mancano i suoi classici sfondi blu scuro, la generale tendenza all'espressionismo, le inquadrature oblique, l'effetto cartolina, i primi piani intensi e drammatici; le scene d'azione sono sempre perfette, spettacolari, con esplosioni continue e sparatorie assurde; sotto tutti gli aspetti si nota la continua ricerca della magia nella fantascienza tipica di quegli anni. "Space Adventure Cobra", infatti, ha un qualcosa di magico, uno stile di gran classe, unico, in cui il raffinato character design di Akio Sugino fa da contrappunto al geniale stile registico di Dezaki e alla ricercata colonna sonora, pregna di gradevolissime suggestioni lounge. 


E' da notare che nel secondo arco della serie Osamu Dezaki si costruisce il suo personalissimo Spokon virile e sanguinolento; in esso Cobra sarà impegnato come giocatore di una specie di baseball dei bassifondi in cui sono ammesse scorrettezze di tutti i tipi. Il primo arco della serie, invece, è quello più drammatico, e vedrà Cobra destreggiarsi in un'ambientazione tendente al noir, in una vicenda d'amore e di vendetta molto coinvolgente. Il terzo arco sarà quello decisivo, ed in esso il nostro simpaticissimo antieroe affronterà direttamente l'organizzazione che gli dà la caccia riunendo tutti i suoi ex compagni d'avventura. Putroppo in questo frangente Dezaki decide di ammorbidire il finale facendo "resuscitare" un personaggio chiave in modo abbastanza forzato, contrariamente al manga, che godeva di un finale ben più drammatico. Continuando il paragone con il manga, l'adattamento animato copre soltanto le prime tre saghe, ed è un vero peccato che la versione cartacea di "Space Adventure Cobra" non sia mai pervenuta integralmente in Italia. 


"Space Adventure Cobra" è una serie d'azione tout court, nella quale la spettacolarità ed il fascino del protagonista reggono tutto; non viene fatto alcun approfondimento dei personaggi, e nell'opera i riferimenti al cinema e ai comics americani si sprecano. Infatti, nonostante "Space Adventure Cobra" sia all'unaminità considerato come la diretta fonte d'ispirazione del celebre "Cowboy Bebop", in quest'ultimo era posta più enfasi nella caratterizzazione dei personaggi, a discapito dell'azione e della spettacolarità. "Space Adventure Cobra", inoltre, è una serie d'avventura molto fantasiosa, nella quale compaiono addirittura tappeti volanti, dinosauri, armi finali in grado di distruggere pianeti, tesori nascosti alla "Indiana Jones" e tante altre trovate molto bizzarre. Insomma, l'opera non è ancora influenzata dai dettami del postmodernismo che andranno molto di moda negli anni novanta, ma rappresenta una "transizione" tra modernità e postmodernità in cui il citazionismo è ancora legato ad una struttura narrativa lineare e non frammentaria.


Il protagonista della serie, Cobra, non è un eroe modello: alcune volte fallisce, non riuscendo a salvare determinate persone; talvolta utilizza metodi criminali, arrivando ad uccidere per raggiungere determinati obbiettivi. Egli ha comunque l'atteggiamento tipico degli eroi americani, della serie "take it easy", e si discosta molto dai supereroi giapponesi tipici degli anni settanta. Non per nulla "Space Adventure Cobra" nasce in un contesto storico nel quale i giapponesi, incoraggiati dal boom economico, potevano permettersi di mettere da parte il proprio complesso di inferiorità nei confronti degli americani cercando di batterli sul loro stesso campo.
Il budget della serie è molto elevato, e di conseguenza le animazioni e gli aspetti tecnici sono veramente all'avanguardia per l'epoca.


In conclusione, questa è una serie molto coinvolgente, una memorabile avventura in cui non manca un certo retrogusto drammatico. La grande simpatia del protagonista, la scoppiettante azione ed il raffinato apparato artistico creato dai grandissimi Osamu Dezaki e Akio Sugino piazzano "Space Adventure Cobra" tra quegli anime indimenticabili che vanno visti almeno una volta nella vita da tutti gli appassionati del cinema d'azione i quali non disdegnano il magico sci-fi giapponese tipico degli anni ottanta. 

















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