martedì 1 dicembre 2020

Fate/Stay Night: Heaven's Feel - III. Spring Song: Recensione

 Titolo originale: Gekijouban Fate/Stay Night: Heaven`s Feel
Regia: Sudou Tamonori
Soggetto: Tratto dall'omonima novel di Nasu Kinoko
Sceneggiatura: Sudou Tamonori
Musiche: Kajiura Yuki
Studio: Ufotable
Formato: film cinematografico
Anno di uscita:2021

 

Devo ammettere che è stata una curiosa sorpresa questo film, che conclude la trilogia cinematogafica di Fate Stay Night - Heaven's Feel, che di fatto è la terza route della Visual Novel di Nasu Kinoko - quella in cui la storia ruota intorno all'enigmatica Matou Sakura. 

Se i primi due film avevano una regia sciatta che riproduceva troppo fedelmente i ritmi lenti e i dialoghi semplicistici della novel, questo terzo film a parer mio si distacca completamente da tali atmosfere sonnifere per fornire una concentrazione di pathos e formidabili combattimenti. Dal punto di vista meramente concettuale, il significato ultimo dell'epopea di Fate viene evidenziato acutamente, quasi ai livelli metanarrativi del bel Fate/Zero

Il film narra dell'apocalisse adolescenziale di Matou Sakura, ragazza a cui di certo la vita non ha sorriso - come evidenzia altresì Rin nel corso del film, sentendosi in colpa per il suo status di "sorellona fortunata". Poco importa che Sakura sia stata utilizzata dal suo nonno adottivo, ripugnante stregone oscuro, al fine di diventare una perfetta guerriera dell'apocalisse - il cui scopo sarebbe  stato di condurlo alla vita eterna grazie al Sacro Graal. Tutto ciò è invero un pretesto per chiedersi: un ideale conduce davvero alla salvezza? O è destinato a frantumarsi sotto il peso della realtà, diventando poi nichilismo? Già ad esempio Unlimited Blade Works era la storia di Emiya Archer, il cui ideale nobile di diventare un eroe assoluto era sfociato nel nichilismo e nell'indifferenza. La sostanza, anche qui non cambia: il Graal non è nient'altro che una mostruosità nata dall'innocente desiderio di tre maghi del passato di cancellare il Male dal mondo. Allo stesso modo della Rivoluzione Francese, che era sfociata nel Terrore, la battaglia combattuta dai vari Master e dai loro Servant non è nient'altro che una corsa verso l'oblio. Qui si inserisce, in questo caso, la romance tra Emiya Shirou - che non è nient'altro che un giovane Emiya Archer ancora in preda ai suoi ideali romantici e cavallereschi - e la succitata Matou Sakura, che è allo stesso tempo topoi di yandere dolce, ma assassina, e di tetra strega/dark lady. 

 

La narrazione è incentrata sul percorso compiuto da Emiya Shirou per salvare in primis se stesso - il braccio di Emiya Archer, che infonde in lui la consapevolezza di quanto provato dal suo doppione più anziano nel corso delle sue gesta; e in seguito il salvataggio della sua amata, che di fatto ha con sé tutto il calvario à la Hotaru Tomoe di bipolarismo, potenza distruttiva etc. - il Graal in questo caso potrebbe benissimo essere il Pharaoh90, per rimanere in tema di cliché. Atmosfere molto cupe accompagnano i dubbi esistenziali di Sakura, che come tutte le malate, vuole essere semplicemente accettata per ciò che è, con tutti i rischi che ne derivano. Qui Shirou ovviamente non demorderà e tenterà il tutto per tutto al fine di riprendersela. E lungo il cammino riapparirà nientepopodimenoche Kirei Kotomine, che riprenderà il discorso interrotto in Fate/Zero. E di nuovo, si avrà lo scontro tra il suo nichilismo assoluto, da psicopatico senza amore, e l'idealismo di Shirou, che ama ed è amato.

 

L'essere umano illuso; l'essere umano idealista; l'essere umano senza cuore - anche letteralmente direi, nel caso di Kotomine; l'essere umano che ambisce all'eterno e l'essere umano che ambisce all'amore e all'accettazione. Tutto questo turbinio di "umanità" si dispiega di fronte all'abisso dell'impossibilità, dell'ignoto, del tradimento ontologico - il Graal. Almeno, mediante l'Individuazione junghiana di Shirou, che vuol dire altresì comprensione dell'altro, egli ottiene la sua donna, che in qualche modo poi cresce con lui in pace, archiviando i suoi "peccati". Perché sì, l'uomo è peccatore in quanto incapace di trascendere la sua finitezza. Il peccato è cedere alla meccanicità del reale - gli ingranaggi nel cielo dell'Unlimited Blade Works, che poi vengono spazzati via da Shirou. Abbandonando l'ego, in qualche modo Emiya Shirou porta a casa quanto desiderato, sconfiggendo il maligno.  Ma in fondo, dopotutto, Fate è una storia di eroi.

Rimangono i due, ormai adulti, con la piacevole sorpresa di una Medusa diventata una sorta di loro segretaria (quegli occhiali!). Sakura guarda la tomba del fratello stupratore, da lei ucciso, e continua a vivere nonostante tutto. Lo spirito di Shirou verrà nuovamente avvolto dal nichilismo, lì con la sua Sakura ormai adulta, forse incinta di un bambino? Non credo. 


In conclusione, al momento il film non è ancora disponibile nelle sale cinematografiche, causa CoronaVirus. Sarà possibile vederlo in primavera (credo). E' uno Spring Song in fondo, no? 

 

Il trailer rende l'idea della cinematica del film.Comprate il Blue Ray!

1 commento:

  1. Ok che il film era già molto lungo, ma il modo con cui viene salvato alla fine Shirou rimarrà oscuro per tutti quelli che non conoscono il Nasuverse.

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