domenica 17 gennaio 2021

Le ferite originali: Recensione

  

Qualche anno fa avrei voluto scrivere una "storia del nostro tempo". Parlo del periodo precedente agli attentati a Parigi. Un disadattato incontrava una cupa dark lady di un'altra religione, e i due, dopo essersi innamorati, si lanciavano in efferati attentati terroristici. Stile Prima Linea, ma ai giorni nostri. Per poi morire a malo modo entrambi, nella loro rabbia e frustrazione.  I due avrebbero avuto difficoltà ad avere rapporti sessuali, perché il corpo di lei, comunque molto bella, era stato dilaniato da una vita di abusi. 

Le bozze di quel racconto le ho perse. Ma ultimamente ne ho parlato con un amico, il quale mi ha detto: "sei sicuro che questa sia davvero una storia del nostro tempo? La Caruso fa storie del nostro tempo". Non conoscevo questa Eleonora Caruso, ma tra me e me  in effetti ammettevo che una storia del genere non poteva essere del nostro tempo. Perché non c'erano rapporti esasperati e meccanici, e anche quel poco sesso che c'era era una sofferenza, dati i problemi dei protagonisti; perché c'erano ancora delle cose in cui credere e per cui morire (tipo la religione di lei o gli ideali di lui).

Quindi, per aver l'idea di "una storia del nostro tempo", son partito da Le Ferite Originali, del quale voglio brevemente scrivere in questo post. Premetto che l'ho trovato molto sgradevole, una cosa a metà tra doujinshi hentai omoerotica e sfogo sociale/esistenziale (ovviamente è questa la parte che mi interessa di più). E poi sì, Vicenza, nella quale vivono i genitori di uno dei protagonisti, non è assolutamente una "città medievale", ma rinascimentale, dati i suoi capolavori Palladiani (ai quali sono molto affezionato tra l'altro). 


La (non)storia raccontata è quasi un topos della letteratura moderna (ad esempio mi viene in mente Uto di De Carlo, che aveva uno dei protagonisti più irritanti di sempre). In pratica, c'è un individuo bellissimo che mette tutti in soggezione, vivendo in quella che amo definire "god-mode". In questo caso, Christian, ovviamente affetto da disturbo bipolare, è un ex modello che riesce a "scoparsi" (la parola più utilizzata nel romanzo) contemporaneamente Davide, uno studente di ingegneria; Dafne, un'amica d'infanzia la quale, almeno fino a un certo punto, lo sopporta stoicamente pensando che un giorno potranno diventare dei bravi sposini borghesi; Dante, un uomo d'affari facente parte della "Milano bene". Più altri n tizi a caso nei treni o in giro (perché tutti sono disposti a concedersi immediatamente a uno che vive in god-mode ). Tra una "scopata" e l'altra, descritte in modo grezzo e brutale, quasi da film porno appunto, si intravede una lucida descrizione di Milano, città sia magnifica che oggettivamente puzzolente, gretta e superficiale, e del nulla che il protagonista incarna e che gli altri co-protagonisti vedono di riflesso in lui. Loro sono solo macchiette assuefatte dalla "bellezza" di questo tizio, e nulla più. Nella seconda parte del libro, finalmente i personaggi provano a risolversi, diventando meno dipendenti dall'animale Christian, che in un certo senso è il super uomo voluto dalla nostra società dell'apparenza, un simulacro vuoto dedito soltanto a violenza, consumo ed edonismo. Poco importa del suo disturbo bipolare, che può essere benissimo la malattia di una società che non sa più cosa vuole e si ritrova disconnessa all'interno delle sue stesse contraddizioni [tra l'altro di mio una volta conobbi una ragazza di bell'aspetto affetta da disturbo bipolare, ed ella, contrariamente a Christian, era molto intelligente, cosa che amplificava la sua sofferenza in modo vistoso e struggente. La realtà è sempre più complicata della finzione]. 


Molto probabilmente, il personaggio più profondo è Dafne, la brava ragazza borghese che sopporta l'animale adorato da tutti non tanto per la sua bellezza, ma per abitudine, per apatia, per sentirsi bene con se stessa fornendosi l'alibi di essere una "brava persona". Avendo (inconsciamente) impostato la sua vita sulla superficialità del consumismo e sulla sopportazione senza reazione, si ritroverà impreparata una volta scoperto l'ovvio, ed ergo dovrà ricorrere a cambiamenti drastici nel bel mezzo di una presa di coscienza devastante. Per poi esplodere nel classico "tutti tutti io vi odio tutti" di Evangheliana memoria. Poco realistico nei ritratti maschili, il romanzo ci fornisce invece un ritratto femminile azzeccatissimo e davvero "del nostro tempo". Ossia la ragazza agiata incapace di affrontare la vita, con conseguente esplosione apocalittica interiore in seguito a ovvietà.


D'altro canto, Davide è un semplice studente omosessuale, mentre Dante è un uomo poco affine a ciò che intendo per "boomer". Pare più che altro il ricco rampollo di una doujinshi. Ciò che è importante notare è che alla fine sia lui che Dafne rimangono (giustamente) irrisolti nelle loro "ferite originali", mentre invece Davide viene tirato fuori per un "happy ending" che, a parer mio, uno che aveva provato a fare un threesome con il fratello minorenne, malattia mentale o meno, non doveva meritarsi. Nei pochi hentai che ho letto, c'erano finali più di spessore [tipo uno, di cui non ricordo il nome, nel quale lui e lei, dopo tanto, ma tanto sesso, con una certa dose di malinconia si separavano per motivi lavorativi].

 

Ma ribadisco che a questi protagonisti della letteratura attuale - ma anche dei manga per ragazze, si pensi alle opere di Soryo Fuyumi - tutto è concesso, quindi la cosa non mi ha stupito. Non essendoci valori morali/esistenziali da perseguire, nel momento in cui vengono meno le grandi narrazioni, in un certo senso viene meno anche il senso della letteratura romanzesca. Mi vengono in mente i romanzi postmoderni di Murakami Ryu ad esempio, che tutto sommato sono molto simili a quelli della Caruso, anche se molto più freddi e lucidi (il Giappone è sempre stato l'avanguardia della postmodernità). 


Perché diciamocelo, in questo romanzo si vuole in qualche modo trasporre una sorta di rabbia primigenia, che si manifesta in molte forme, tra le quali quella del rancore nei confronti delle generazioni passate, che hanno avuto più privilegi sociali ed economici della nostra (l'autrice dovrebbe avere all'incirca la mia età). E poi il sentimento repulsivo nei confronti di un mondo in decadenza, perché da un lato questa decadenza camuffata da progresso libertario (Christian) affascina, ma poi bisogna in qualche modo regolarizzarla o limitarla (la terapia), altrimenti non si riesce a vivere. Perché sì, delle regole, dei paletti, delle convenzioni, anche se viviamo nel più pieno individualismo fashion anarco-italiota, sono necessari al fine di condurre un'esistenza quantomeno decente.

 

In conclusione, il libro è certamente ben scritto, ma non mi sentirei proprio di raccomandarlo o di elogiarlo. Di certo, il suo ruolo lo svolge benone: quello di essere una (non)storia del nostro tempo a tutti gli effetti. Una (non)storia in cui si viene sballottati qua e là senza alcuna finalità, per poi rimanere comuque irrisolti. Finali innaturali/anticlimatici a parte ovviamente.

18 commenti:

  1. Mi ha fatto venire in mente gli ultimi romanzi italiani che ho letto. Anni fa cmq.

    Sono i 4 di una chi,bruna bianchi traduttrice di tedesco e prof di università pare... e il romanzo (io sono una tigre) di Maruska Albertazzi, di cui poi ho recuperato anche un raccontino.

    Entrambi meritevoli... Alla fine credo che ogni libro non possa essere che una finestra nella mente (nello spirito?) di chi lo ha scritto.


    Quindi che non possa raccontare un'epoca, ma al massimo una persona. Come tale persona (complesso DNA ed espressione epigenetica) ha interiorizzato quel che nella vita le e capitato (fattori modificanti epigeneticamente l'io) , e cosa pensi in conseguenza di ciò (il modo in cui esprime attualmente alla stesura del libro il DNA, ovvero lo traduce).

    Dato che sei uno scienziato forse segui i passaggi di questa descrizione della psiche, un modo tecnico per descrivere l'ovvio.

    Sempre sulla società moderna mi viene in mente Christiane F. Anche qui andrebbe letto anche il seguito, per avere un senso di tristezza.
    Gli assistenti sociali al tempo erano molto lungimiranti sulla diffusione della TV.


    E parlando di David Bowie mi viene in mente Amsterdam di Jaques Brel... Che è una canzone già di un altra epoca.

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    1. Se una persona però è figlia di un'epoca, racconterà per forza di cose il suo tempo. Infatti non vedo nuovi autori scrivere robe tipo Moby Dick o Orgoglio e Pregiudizio. Ma neanche The Wasteland di T.S. Eliot, anche se sarebbe comunque attuale. Oppure il Rosso e il Nerodi Stendhal, volendo. Ora come ora, anche il linguaggio, che nasce dal corpo che è l'origine di tutto, sta decadendo, o quantomeno si è postmodernizzato (tipo i romanzi dadaisti giapponesi di un certo scrittore di cui non ricordo il nome).

      Grazie comunque per il bel commento, mi segno quei titoli :)

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  2. Si, però all'interno di una stessa epoca ci sono persone ed esperienze di vita diverse...

    Casomai ci sono ragazze molto intelligenti (e carin) che non hanno mai letto un fumetto in vita loro...

    Casomai anche italiane e che per caso parlano fluentemente il giapponese..

    Ho googlato l'autrice del libro e di chiamava caska Langley come nickname, mi risparmio le impressioni che mi ha dato vederne foto perché poco consone al tono di un blog dove si mantiene cmq un certo aplomb.


    Figurati e un piacere parlare di letteratura e di vita con un ragazzo intelligente e che legge qualcosa :)

    P.s.
    Io stesso in vita mia ho letto un numero di manga che si contano in meno delle dita di due mani


    Oltre un certo punto critico di vissuto alcune cose cominciano a darti la nausea. Eppure si e nati tutti in questi anni

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  3. "Casomai ci sono ragazze molto intelligenti (e carin) che non hanno mai letto un fumetto in vita loro... "

    Hanno fatto bene direi, perché in una società del nulla come la nostra, magari ingoiare questo tipo di narrazione cercando di imitarle potrebbe risultare dannoso secondo me. Tipo le cosplayer o le goth girl, che magari facevano venire il durello intorno ai 18 anni, ma una volta arrivati a 30 ti sembrano pagliacciate e basta.

    "Oltre un certo punto critico di vissuto alcune cose cominciano a darti la nausea. Eppure si e nati tutti in questi anni"

    Questo è più che vero. Dal canto mio ho i miei totem, tot anime, tot manga (dei quali in casa ho anche qualche poster vintage di valore, giusto per fare arredamento in modo originale), ma ovviamente non vado oltre, ossia non divento mai un vero fag di sta roba (spesso quando vivevo con la mia ex, che ne guardava molti, mi addormentavo anche di fronte a capolavori, va a periodi). Non per nulla questo blog, nel quale scrivo ciò che mi pare, man mano che invecchio diventa uno spazio in cui si discute più di attualità che di cagate da nerd tipo il Rebuild di Eva se è in continuity o no.

    Comunque, in effetti, stando al tuo ragionamento potrei ancora pensare di scrivere la mia storia, anche se non è del nostro tempo ma è comunque una roba che secondo me è interessante.

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  4. Argh, leggendo l'altro anonimo m'è tornata in mente di colpo...
    questa è la stessa che ha scritto un romanzo in cui compare un discorso del tipo:

    (parlando di un manga)
    - Eh, qui c'è tensione sessuale!
    - Ma questi sono giapponesi! Riuscirebbero a creare tensione sessuale anche tra un rapanello e un piatto!

    ...?

    (Ho controllato, è lei, il libro è "Comunque vada non importa". L'avevo intravista in un'intervista (!) andata su NekoTV anni fa, era presentata appunto come scrittrice-fangirl credo, mi aveva incuriosito la descrizione che dava del suo romanzo di esordio...
    Ricordi della mia non adolescenza, perdonate...)

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    1. Sarebbe interessante leggere quel romanzo, ma su ebay sta a tipo 40 euro. Evidentemente è fuori catalogo.

      Molto probabilmente è una roba tipo Welcome to the NHK, a giudicare dal trafiletto.

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  5. la Caruso nasce come scrittrice di fanfiction e ha (fra le altre cose) un blog e un podcast su Evangelion, non so se lo sapevi quando hai citato l'opera di Anno come paragone
    io di suo lessi "comunque vada non importa" e ne ricavai più o meno la stessa impressione tua di sgradevolezza (c'era giusto molto meno sesso, toh), riconosco un tentativo serio di raccontare la gioventù di oggi ma non basta rifarsi a Evangelion per scrivere bene

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    1. A UN personaggio di Evangelion tra l'altro. A livello tecnico non credo scriva male, alla fin fine a furia di scrivere dopo un po' i risultati arrivano.

      Forse quello che racconta meglio la gioventù di oggi è Zerocalcare, in particolare Macerie Prime.

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  6. non ho mai letto i suoi libri, ma Eleonora Caruso scriveva con il nick di "CaskaLangley" su un blog dedicato a Evangelion con delle analisi decisamente interessanti e una sezione "facezie" fantastica.
    http://www.dummy-system.com/ , se qualcuno volesse buttarci un occhio

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    1. Non conoscevo questo sito. Grazie per la segnalazione!

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  7. Credo che l'espressione "i nativi delle macerie" (di Michele Rech, alias Zerocalcare) sia una di quelle felicissime, rare nomenclature che racchiudono in loro l'intera essenza di un fenomeno complesso. Seguendo un suo suggerimento (di Michele) vidi un film francese, La Haine, del 1995. Fin lì tutto bene, ma dalla distanza quella pellicola mi fece pensare a un'altra dicitura sul genere, ovvero quella dei "figli illegittimi del benessere diffuso". Parlando invece di fanciulle e postmodernità mi venne poi in mente anche "figlie neglette del consumismo", ovvero ragazzine cresciute a favole&porno, con principesse Disney e pornoattrici – volti parimenti deformati in espressioni grottesche – da interpellare sullo schermino dello smartphone nell'intimità solipsistica del sotto-le-lenzuola nel lettino della cameretta di bambina. Prevedo burrasca vera, forse quella che stiamo attraversando ora non è che maretta.

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    1. (A simil proposito, dovrei vedere da molto "Teste rasate" (1993) di Claudio Fragasso - anche se quello è un film di genere in stile italiano almeno tanto quanto di denuncia sociale, e pare che la cosa venne avvertita all'epoca. Pare che faccia parte di un minuscolo filone nostrano di "film neo-neorealisti" esistito fra fine anni '80 e primi '90.)

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  8. "Prevedo burrasca vera"

    Giusto qualche giorno fa, la cronaca diceva che una ragazzina di 10 anni si era soffocata in diretta su TikTok. Siamo lì. E' l'inizio della fine.

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  9. Non so quale ragazzina interpelli le pornoattrici sullo schermino del telefonino nell'intimità della cameretta di bimba. Sembra un doujinshi utile a un pedofilo per segarsi sulla giovane e laida giovinetta... Niente di nuovo... da Pierre Louys a Maladolescenza c'è sempre stato quel tipo di immaginario che fa gioco a certi lubrici pensieri maschili.

    Il film teste rasate di fragasso, ne ho letto la trama, mi fa pensare sempre che il problema sia innanzittutto di tipo economico-sociale.
    Solo le persone a cui non viene offerto un futuro dignitoso sono sempre di più. Questo porta alla marcescenza della psiche.
    Una società in cui esistono solo prostitute, poverine ed avventurieri di varia foggia e costume.

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    1. Penso che la questione sia che la protagonista del romanzo della Caruso che si masturba 3 volte al giorno e guarda Evangelion protrae questo stato di congelamento fino a 30 anni, un po' come Urashima nel palazzo del Dio Drago. Questa cosa poco ha a che vedere con i rituali di iniziazione all'adultità/sesso che citi, nei quali esiste comunque un rapporto con l'altro, positivo o negativo che sia.

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    2. Mah io non mi riferivo ad alcun rituale di iniziazione,ma solo alla descrizione molto sudicia e porno-soft... Appunto citavo maladolescenza, Pierre Louys che ha scritto libri lubrici quale Figlie di tanta madre o giù fino al 700 con i raccontini di letteratura erotica francese spesso anonimi.

      Pierre Louys d'altronde scrisse anche la donna è il burattino, che poi adatto Bunuel... Come se un certo tipo di psiche ingeneri nella donna e nella ragazza gli istinti peggiori, tornando a quel che scrivevo molti messaggi addietro.

      E una realtà che vedo tutti i giorni con i miei occhi 👀

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  10. Io però non parlavo di finzione narrativa, Parlavo di una generazione, ormai, che consuma parimenti "Frozen" e "YouPorn" sui cellulari regalati alla prima comunione. Credo sia una situazione tanto squallida da non adattarsi a nessuna fantasizzazione, neppure la più sciatta. Infatti la realtà batte sempre la fantasia in quanto a miseria. Quanto all'interpellare, il senso era "riferirsi a quei modelli" (cosa tipica in età ancora formativa) alla ricerca di moduli comportamentali. Guardare quelle condotte, ripeto Principesse Diseny e PornoAttrici, per sedimentarne una logica di condotta. Poi dicono della disturbo borderline di personalità. Che sorpresa.

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    1. Quanta verità in ciò che dici. E poi con la dissoluzione della famiglia e la mancanza di figure di riferimento, o la presenza di figure di riferimento inette, o a loro volta con vari disturbi, certo che queste ragazze/i hanno il disturbo borderline e si tagliano in diretta su Omegle.

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