domenica 11 aprile 2021

Vlad Love: Recensione

 Titolo originale: Vlad Love
Regia: Oshii Mamoru (regia generale), Nishimura Junji
Soggetto: Oshii Mamoru
Sceneggiatura: Oshii Mamoru
Character Design: Arakaki Issei
Musiche: Kawai Kenji
Studio: Production I.G., Drive
Formato: serie televisiva di 12 episodi
Anni di trasmissione: 2020 - 2021

 

Qualche anno fa Oshii Mamoru lamentava che non era più possibile realizzare anime iperrealistici come Ghost in the Shell o Patlabor. Questo fatto potrebbe avere molte ragioni culturali e/o economiche, ma secondo me si tratta semplicemente che l'anime boom, ossia il periodo d'oro dell'animazione – come tutte le cose a questo mondo – era destinato a finire (ed è effettivamente finito, e pure da tanto). Le serie di oggi "per adulti" (nel senso: per un pubblico non genuinamente infantile) sono per la maggior parte suddivise in tranche da dodici episodi, e sono  basate prevalentemente su personaggi femminili destinati a diventare le cosiddette "waifu", ossia delle "fidanzate immaginarie" per gli otaku. Questa tendenza negli anime era già presente in Urusei Yatsura durante l'anime boom, ma era minoritaria rispetto alla componente fantascientifica dei suddetti (qui avevo provato ad analizzare le cause di questa transizione). Ciò detto, già con la "sua" prima Lum lo stesso Oshii aveva svolto un'analisi del fenomeno. Nel corso degli anni arrivò poi Suzumiya Haruhi no Yuuutsu, che esprime il format sul quale gli anime cosiddetti moe attuali si basano. Quest'opera era un po' come Urusei Yatsura, ossia un harem di belle ragazze "congelate" assieme al protagonista in un'eterna adolescenza. Infatti Vlad Love è in un certo senso la "parodia della parodia", il "riflesso del riflesso". Ossia qualcosa di non strettamente necessario, un mero divertissment d'autore. 

La vampira Vlad Transylvania Mai, che dà il nome all'opera – "Vlad Love" è più che esplicativo –, è l'indiscussa idol/waifu/oggetto moeru della situazione. Ma Mai si nutre del sangue altrui: e pur avendo le idee molto confuse, predilige il sangue di uomini "rotti", i famigerati SIMP - da "She Is My Princess", adulatori ossessivi di idol/cosplayer che si sollazzano su profili Onlyfans di ragazze - almeno nell'apparenza - intoccabili e incorruttibili (qui avevo accennato a queste novelle definizioni/meme). Il significato di questa metafora "sanguigna", in congiunzione al fatto che la vampira sia sempre più assetata (e comunque superficiale come persona rispetto alle pseudonarrazioni/aspirazioni che gli altri proiettano su di lei), è abbastanza palese. 

La "regina dei SIMP" è la co-protagonista Banba Mitsugu, che si affanna moltissimo a soddisfare i desideri della sua "principessa" (in pratica trovarle del sangue da bere), che tiene in casa e accudisce senza badare per nulla alla propria "dignità". Poi vi sono i maschi del club di Karate, che sono un po' la parodia dei giapponesi "castrati" che sbavano, ormai giunta una certa età, sulle giovani idol. L'attraente, ma - provocatoriamente - non più giovane Chimatsuri Chihiro (l'infermiera che aiuta Mitsugu a procacciarsi il sangue per Mai) fa un po' da punto di rottura della situazione, quasi come se Oshii volesse ricordare che a questo mondo non esistono soltanto loli, ma anche donne divenute tali in seguito ad una storia personale che in qualche modo le ha "temprate". E poi vi sono le compagne di classe di Mitsugu, abbastanza anonime a parte Watabe Maki, che sostanzialmente è l'incarnazione di un giovanile Oshii che bombarda il target dello show (ossia una generazione di otaku molto distante da quella di Urusei Yatsura ) con del citazionismo cinematografico d'essai fine a se stesso (Godard e compagnia, i vecchi film americani tipo Gone with the Wind, Casablanca ecc., tutto buttato lì a caso) e istruzioni su tecniche registiche fatte in casa - quasi come se si volesse dire: "piantatela di sbavare dietro alle idol e imparate a fare qualcosa!"

Fatte queste premesse, penso che la parte focale dell'anime sia il fatto che Mai assuma il carattere/caratteristiche del sangue che beve (risultando pertanto "vuota", così come deve essere una idol destinata alla "prostituzione visuale" richiesta dai SIMP). Ad esempio, bevendo del sangue "fantasy", nell'episodio quattro diventa un drago tipo quelli di Magic The Gathering o Dungeons and Dragons, e quindi, dato questo assurdo "scenario di guerra" ai danni di Tokyo, Oshii rifà una famosa scena di Patlabor 2 in toni parodistici. Ma il "nemico" questa volta è l'indigestione di pseudonarrazioni e proiezioni otaku, che alterano completamente la realtà e la percezione di essa, e non più un qualche cosa di realisticamente "politico" come poteva accadere nel capolavoro cinematografico del 1993.

Segue poi la cannibalizzazione di chi cannibalizza (inconsapevolmente) gli altri: si pensi alla recita scolastica in cui i personaggi decidono di proporre un loro adattamento di Castlevania (Akumajō Dorakyura per i giapponesi). Lo spettacolo ovviamente sarà un disastro, ma basterà Mai in abiti succinti a inscenare una pseudo romance yuri - del tutto improvvisata - con Mitsugu a rendere il tutto un successone di pubblico.

A tutto questo seguono poi episodi lenti, poco animati (quando Oshii vuole inserire disegni molto dettagliati e  realistici, deve per forza utilizzare il fermo-immagine), che sanno molto di "solipsismo interrotto" (il regista molto probabilmente non si accontenta di aver rifatto Urusei Yatsura e vorrebbe andare oltre, sopratutto a livello narrativo, ma qui secondo me fallisce). Vlad Love rimane quindi un "cazzeggio da boomer", come molti otaku dell'oggidì l'hanno definito, non privo tuttavia di spunti di riflessione intelligenti (Oshii Mamoru è Oshii Mamoru e questo non si discute). Che poi alla fin fine il sangue di cui si nutre Mai è il sangue dei giapponesi, il sangue che lega - i famosi legami di sangue di Gosenzosama Banbanzai, e il loro essere ininfluenti nel contesto della modernità. Il sangue dell'identità volendo, altra cosa ininfluente in un'epoca in cui il nulla ontologico ha realmente trionfato (oltre ad essere "parodia della parodia", Vlad Love è certamente un "meme dei meme", dato che ormai le persone si classificano in base a stereotipi digitali).

Tecnicamente parlando, in conclusione, sembra quasi che Oshii cerchi di indossare un vestito troppo economico e stretto per lui; e infatti i primi episodi sono molto densi a livello visuale (chissà quanto sarà costato già soltanto citare per cinque minuti un pezzo di marmo come Patlabor 2 ), mentre gli ultimi sono un "vorrei ma non posso" realizzato in stile Dezaki Osamu, ossia quasi "fumettistico". Ma in fondo va bene così: per quanto l'opera non mi abbia di certo entusiasmato, penso che oggigiorno, dico a livello di "cazzeggio d'autore", sarebbe stato difficile fare di meglio.




6 commenti:

  1. Non ho visto la serie, ma devo dire che mi aspettavo proprio quello che hai descritto... già in un intervista del 2014 (https://www.youtube.com/watch?v=BYLZGJb2HA8 qui per chi volesse) diceva di volersi dedicare a cose più leggere e scanzonate. Peccato però che probabilmente non vedremo mai il seguito di Garm Wars, che al netto di tutto non ho trovato un brutto film, anche se devo dire che il sospetto di bias c' è tutto dato l' autore : )
    Ti posso chiedere dove è possibile vederlo?

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    1. Ciao, grazie per il link all'intervista, di certo arricchisce il post.

      Vlad Love lo trovi su Crunchyroll.

      Poi sì, quando Oshii dice che vuole fare robe leggere, rifà inconsapevolmente il Daicon 3, e siamo sempre lì.

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  2. Molto interessante, oggi purtroppo gli Otaku dominano e viziano il mercato anime (con prodotti fin troppo Moe e vuoti). Gli darò una possibilità

    P.S. Fino a quando esce qualcosa di Lupin III per me ci sarà sempre speranza. Gli ultimi film animati tratti dalla serie su Fujiko sono veramente carini.

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    1. Ciao! Non potrebbe essere altrimenti, dato che gli otaku sono gli unici che lavorano duramente come animatori per salari da fame. Purtroppo l'anime boom è finito.

      Poi io vedo otaku anche al governo e in posizioni di prestigio/potere, otaku che magari non sanno di esserlo, che sono i peggiori.

      Il nostro tempo è quello è.

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    2. A margine, non riesco a capire se ora in Giappone l'animazione televisiva sia ancora prevalentemente fatta "in casa" / passata ai "freelance" oppure se la maggioranza del "lavoro bruto" sia delocalizzata come nei tre quarti del mondo (ovviamente non parlo di sceneggiatura, regia generale, character design e definizione degli ambienti). Mi sembra di vedere indizi discordanti.
      E avevo pure letto che molti otaku oggi fossero più attratti dal disegno industriale o dai videogiochi, appunto per migliori condizioni salariali.
      Lo dico perché mi incuriosirebbe lo scenario in cui certe tendenze restano non perché ci sia qualcuno a spingerle, ma per pigrizia e perché, anche se si riducesse il loro pubblico, apparentemente resterebbe sempre qualcuno a finanziarle a sufficienza.

      Ma dovrei acculturarmi maggiormente sulle opere recenti per capire quali siano meno stantie, e ho l'impressione ce ne siano diverse. :-)

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    3. La delocalizzazione delle animazioni in Corea o altrove c'è sempre stata fin dai super robot settantini credo. Al giorno d'oggi c'è l'animazione per i bambini reali (tipo Yokai Watch), che di solito è un mediamix, e quella per gli adulti (ossia gli otaku), che è caratterizzata da brevi tranche (di solito 12 episodi a stagione: se tira bene, altrimenti magari non si fa l'altro arco). Avevo letto che le condizioni salariali sono molto peggiorate, e che non è facile fare l'animatore ai giorni nostri, sopratutto per gli studi di nicchia (KyoAni era un raro caso in cui pagavano decentemente per fare roba moe).

      Bisogna comunque essere davvero infognati per fare questo mestiere, e parlo di chi magari fa key animator in Giappone, non dei coreani.

      I videogiochi iniziarano ad essere più articolati e autorali degli anime già negli anni novanta. I coniugi Takahashi, quelli che scrissero Xenogears, se fossero stati assoldati tipo alla Sunrise, avrebbero dato alla luce dei capolavori dell'animazione. C'era sì Imagawa, per carità, ma i jrpg iniziavano davvero a volare in alto.

      Detto tutto questo, sotto consiglio del Mistè sto vedendo Gundam Iron Blooded Orphans, ed è un anime carino pur essendo recentissimo. Si vede che si sforza di non essere la solita minchiata. Poi vabbò, il vero Gundam è il primo, ma lo so a memoria. E ormai è anacronistico a livello di contenuto (Ideon è the real thing, anche oggi).

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