Ogni tanto capita che qualcuno mi scriva in privato per parlarmi di cose della sua vita e per chiedermi consigli, cosa che non mi stupisce affatto. È infatti ormai chiaro che io non faccio propriamente parte del "mondo nerd", né del giro degli "anime fan", ecc. La mia vita è stata troppo eterogenea per questo tipo di etichette. E d'altro canto anche questo spazio non è mai stato monotematico, a parte nella sua fase d'incertezza iniziale. A parer mio, l'atteggiamento monomaniacale verso una determinata cosa è il modo migliore per mettere sé stessi in moratoria e annoiare il prossimo, annullando le proprie possibilità di crescita. Il consumismo vuole proprio questo, così che la gente compri e non si faccia domande; lo spirito invece necessita di quanti più stimoli e impressioni possibili. Cosa intendo per spirito? Per spirito intendo la cristallizzazione del linguaggio che in qualche modo è sedimentato in noi. "In principio era il verbo" è una verità tanto iconica quanto scontata e di facile comprensione: il linguaggio è ciò che ci distingue dalle bestie. Leggere, scrivere, imparare a suonare uno strumento e a leggere la musica, imparare la matematica (che alla fin fine è un linguaggio), imparare una nuova lingua, imparare l'Arte, ecc. sono tutti modi di fornire cibo al proprio spirito. Non sorprende pertanto che il capitalismo contemporaneo stia facendo di tutto per far diventare la gente analfabeta e mentalmente pigra, facendo leva sulla parte più animale dell'uomo, che equivale appunto alla parte più analfabeta. Tutte le riforme politiche volte alla distruzione dello Stato, dell'istruzione, dell'Arte e della ricerca sono lapalissiane. Fatto salvo ciò, in questo post lascio alcuni appunti in merito ad alcune pratiche di vita che reputo salutari per l'uomo contemporaneo. Ovviamente nessuno è obbligato a seguirle dato che provengono dalla mia soggettività, che è diversa da quella di tutti gli altri. Il mio scopo è fornire spunti, non dettare leggi.
venerdì 19 maggio 2023
mercoledì 17 maggio 2023
Il Cielo sopra Berlino: Recensione
Mi sono interessato a questo film per via del carisma dell'immagine di copertina, l'angelo triste che osserva la Berlino degli anni ottanta dall'alto. Penso che sia un film abbastanza noioso, ma tutto sommato ha un suo significato ben preciso, che penso sia sfuggito alla maggiorparte della critica specializzata, che lo inquadra come un semplice film storico e politico. Il cielo sopra Berlino è in primis un film tedesco, tedesco nei suoi strati più reconditi, sia nella sua malinconia romantica che nel suo significato umanistico. Non per nulla l'ho visto in lingua originale e con i sottotitoli. La storia è semplice: un angelo si innamora di una trapezista, di una femmina umana, e decide di rinunziare alla propria immortalità per farla sua. Rinunzierà quindi alla sua rappresentazione onnisciente del mondo per entrare nel dominio della vita per la vita, il dominio del tempo e dell'impermanenza delle cose. Già qui c'è un po' di Schopenauer, più precisamente Die Welt als Wille und Vorstellung : l'angelo, l'elemento maschile (tutti gli angeli del film sono maschi) è la rappresentazione del mondo, la femmina umana, la trapezista del circo della vita, la voglia di vivere.
mercoledì 3 maggio 2023
Il vero significato de "La Storia Infinita" di M. Ende
Sono poco avvezzo alla letteratura fantasy, dico da adulto, trentatré anni compiuti a Gennaio (sono del Capricorno ovviamente). Da ragazzino ho letto Tolkien molte volte, ma da adulto ho poi capito che ne ero così ossessionato perché il mondo reale in fin dei conti mi ripugnava e preferivo rifugiarmi in universi fantastici. Mi colpì particolarmente una dedica presente su una copia del Signore degli Anelli all'epoca regalata a una mia parente dal suo fidanzato: "Qui potremmo essere sempre insieme, al riparo dalle cose brutte". Forse le parole non erano esattamente queste, ma siamo sempre lì. Secondo me scrivere un romanzo, anche se realistico, è il tentativo di fuga per eccellenza: ci si rifugia nel proprio mondo, anche se questo mondo è fatto di rielaborazioni soggettive di ricordi/persone/traumi personali. L'arte, tutta l'arte reale (non quella delle I.A. o le puttanate nerd commerciali che vengono spacciate dai più per arte), è un mero tentativo di riparazione. In pratica, l'autore di un'opera d'arte o letteraria reale sta semplicemente cercando di salvarsi tramite di essa. "Ci si salva da soli e si muore da soli", in fondo (queste parole non vengono da me, ma da una giovane artista che conobbi circa due anni fa: sempre per rimanere in tema fantasy, mi sono rimaste scolpite dentro come scritture runiche).