venerdì 11 ottobre 2024

La musica che sto ascoltando: un post diverso dal solito



Ogni periodo della vita ha le sue BGM: sembra quasi che ci sia una correlazione tra melodia, armonia, memoria e sensazioni sicché talvolta, ascoltando ad esempio una canzone che ignoravamo da anni, le note e i suoni ci riportano immediatamente lì, in una dimensione nella quale, anche se per pochi minuti, il passato e i suoi fantasmi sembrano riprendere vita. Ho smesso di suonare sia a causa di mancanza di tempo che di voglia (molto meglio scrivere, almeno non ci si riduce a fare i manichini in interminabili sessioni di sala prove o al concertino nella birreria metallara). Tuttavia, mentre scrivo le mie cose inutili, ascoltare un po' di musica invero aiuta l'immaginazione, e le pulsazioni facilitano la ritmica delle frasi. Chiudendo la parentesi, in questo periodo della mia vita non sta accadendo nulla, non sono mai stato così annoiato, tuttavia sto ascoltando della buona musica. In questo post, giusto per staccare un attimo dall'atmosfera seriosa del blog, elencherò un po' dei brani che sto ascoltando qui dal deserto dei Tartari  di cui Buzzati, allegando una breve descrizione a ognuno di essi. In questo articolo ho linkato dei video YouTube: siccome la piattaforma è diventata molto aggressiva in termini di annunci pubblicitari, se ancora non ce l'avete vi consiglio di installare uBlock Origin sul vostro browser, in modo tale da ascoltare solamente la musica e non il trash di una piattaforma che, come tutto l'internet in generale, sta diventando sempre più una discarica spremi-soldi. 


1) Abbiamo tutti un blues da piangere, Perigeo



Un brano molto classico: arrangiamento nella norma e tocchi jazzistici tipici dell'epoca. Me l'ha fatto conoscere Manuel, quello del famoso post da migliaia e migliaia di visualizzazioni, e perciò lo ringrazio. Del brano mi piace l'atmosfera estremamente apocalittica e disperata, tuttavia tendente a una dimensione intimistica della sofferenza umana. Tipo che ne so, la fine di un amore molto intenso (perdere l'amore è un po' come morire: dopo non si sarà più gli stessi). 


2) If I ruled the World, NAS



NAS, che ho conosciuto grazie a Molly, l'amica di un mio lettore storico, è indubbiamente uno dei migliori rapper di tutti i tempi. Di mio ero già patito degli N.W.A., di Ice Cube ed Eazy-E, quindi non ho fatto fatica ad apprezzare tutto Illmatic, un disco che ascolto spesso quando guido per Milano. Ecco, Illmatic lo consiglio tutto, è una pietra miliare dell'hip hop (Life's a bitch and then you die, that's why we get high // 'Cause you never know when you're gonna go...). Tuttavia in questa sede preferisco mettere in evidenza If I ruled the World, un brano proveniente dal disco successivo del rapper. Questo perché qui ci sono toni apocalittici molto millennial: un po' come una ragazza magica degli anime anni novanta, NAS riflette su cosa avrebbe fatto nel caso in cui avesse goduto di un potere illimitato. Saturazione sociale, paura per il futuro, speranza di cambiamento: questo era il mood della seconda metà degli anni novanta e dei primi anni duemila. Ovviamente quel sense of wonder è poi sparito, l'hip hop è morto e tutto ciò che è rimasto è soltanto la sedazione, la normalizzazione di quell'Orrore che dapprima si rifuggiva. Un Orrore incarnato dal figlio di papà con la paghetta di seicento euro al mese che ora fa finta di essere gangsta, o dall'altro tatuato con i picchiatori fascisti a seguito, quello che l'Italia, insieme alla moglie, aveva eletto a modello sociale con tanto di onorificenze pubbliche. NAS e compagnia erano persone che da uno stato di disagio e di indigenza, tramite il talento, cercavano di levarsi dalle strade, rimanendo pur sempre una minoranza stigmatizzata da media ed establishment; ora invece la situazione sembra che si sia invertita, con l'establishment che crea i suoi modelli di consumo a tavolino al fine di cavalcare la "demenza social" delle masse. 


3) Where is the Love?, Black Eyed Peas



Una canzone con un testo del genere, nel nostro attuale occidente così ipocrita, guerrafondaio e succube dei potentati economici, non avrebbe di certo avuto l'eco che ebbe all'epoca della sua uscita grazie alla trasmissione su MTV. Ci sono ricascato sopra in un momento di studio della musica hip-hop anni novanta: documentandomi su internet ho scoperto che apl.de.ap e Will.i.am, i due membri fondatori del gruppo, sono in realtà stati scoperti dal Re del gangsta rap Eazy-E (infatti appaiono insieme per la prima volta nel suo brano Merry Muthaphukkin' Xmas). Questo mi ha portato a rivalutare in positivo una hit della mia adolescenza dal testo più attuale che mai. Dov'è l'amore? Boh, chi lo sa, sembra sempre più lontano e inarrivabile: forse gli gnostici avevano ragione.  I feel the weight of the world on my shoulder // As I'm gettin' older, y'all, people gets colder // Most of us only care about money makin' // Selfishness got us followin' the wrong direction // Wrong information always shown by the media // Negative images is the main criteria // Infecting the young minds faster than bacteria // Kids wanna act like what they see in the cinema, yo' // Whatever happened to the values of humanity? // Whatever happened to the fairness and equality? // Instead of spreading love we're spreading animosity...


4) This Is All I Have for You,  Matsushita Makoto



Tutto il disco First Light di Matsushita Makoto è un capolavoro del City Pop. Questo tuttavia l'ho scoperto soltanto di recente, siccome ho ascoltato per anni Love was really gone, il brano di punta dell'album, trascurando invece tutti gli altri, che sono altresì molto belli, in particolare questo This Is All I Have for You, un flusso di coscienza funkeggiante e progressivo ma con quell'abito di malinconia e senso di perdita che tanto piacciono al sottoscritto. L'album comunque dà molto l'idea di un concept espiatorio su una storia finita male: ogni canzone sembra la fase di un ipotetico rapporto amoroso consumato nella sfavillante Tokyo anni ottanta (ovviamente il capolavoro Love was really gone è la penultima canzone, quella del rimpianto). 


5) Behind the Mask, Yellow Magic Orchestra



Gruppo storico, la YMO era un po' la risposta giapponese al techno europeo dei Kraftwerk. Il gruppo più che per i suoi meriti storici è noto per la figura di Sakamoto Ryūichi, che in seguito diventerà un compositore di colonne sonore per film e videogiochi. Questo brano è il mio preferito della YMO, sia per il groove che per il testo che per la sensazione di "futuro brillante" elargita dalle sue sonorità. Erano gli anni settanta, quelli in cui si credeva nelle grandi sorti progressive dell'umanità: il colossale sintetizzatore moog a rappresentare la tecnologia benevola e portatrice di benessere; il cappellino con la stellina rossa del batterista e gli arrangiamenti boogie in bilico tra sonorità maggiori e minori. Il tutto, nonostante il testo "sociologico" e "filosofico", rimanda al rifugio otaku nelle grandi narrazioni: dopotutto questa era la musica che ascoltavano i gainaxari e compagnia brutta. 


6) Everything Happens To Me, Sonny Stitt



Ne ho ascoltati tanti di sassofonisti, ma il mio preferito rimane Sonny Stitt, che nella sua carriera è sempre rimasto fedele ai dettami del Bebop senza tuttavia diventare una copia di Charlie Parker come tanti altri. Lo conobbi ascoltandolo in una versione live di So What di Miles Davis, e il suo assolo mi piacque talmente tanto che da ragazzino provai a riprodurlo con la chitarra (senza ovviamente capire l'armonia che c'era dietro). Di recente ho ripreso ad ascoltare ogni tanto un po' di jazz, riesplorando nel processo vari brani del Sonny Stitt solista: questo è il mio preferito, sicché sembra che il sax – pulito e privo di sbavature, tutto improvvisato ma non c'è una nota fuori posto – ci racconti una commovente storia urbana di altri tempi. 


7)  Something Wrong, CLAN OF XYMOX



Un brano goth comparso come suggerimento casuale su YouTube: certo, questo tipo di musica è molto derivativa di Siouxsie e Joy Division, ma a me piace lo stesso, così come mi piace la dark in copertina (un altro gruppo goth che apprezzo molto sono i Lebanon Hanover, soprattutto il brano Alien, che ascoltavo spesso quando scrivevo di una certa Lena). 


8) Watashitachi o Shinjite Ite, Cindy



Ed  ecco l'immancabile brano City Pop frivolo della playlist, con la bella Cindy (ma chi cazzo è?) in copertina. Questa per me è musica leggera e spensierata, certo, ma se andiamo a vedere la complessità degli arrangiamenti e le trovate armoniche e melodiche, il brano distrugge tranquillamente il 95% della musica pop contemporanea. Ascoltare ogni tanto la sorridente Cindy mi fa venire il buon umore, pertanto ben venga questo solare Watashitachi o Shinjite Ite, che ben si discosta dalla malinconia del ben più serioso e "apocalittico" Matsushita Makoto. Con Cindy che canta col cuore in mano sembra quasi di provare nostalgia per un'epoca mai vissuta; sovvengono immagini di una giovinezza in un ipotetico Giappone à la Kimagure Orange Road (ciao, Garion), con le sue fanciulle in fiore sorridenti, il Koushien e i brividi dolciastri del primo amore. 


9) People I Belong To, Gino Vannelli



Brother to Brother è un capolavoro del Jazz Rock: nel disco abbiamo il chitarrista Carlos Rios, uno dei migliori del suo tempo (non per nulla era allievo di Larry Carlton) e Mark Craney, un talento assoluto della batteria (diventerà poi batterista dei Jethro Tull e, causa sfiga, morirà di malattia a soli 53 anni). I fratelli Vannelli d'altro canto sono pure loro dei fenomeni: Gino ha un'estensione vocale prodigiosa e Joe crea degli arrangiamenti geniali. Non metto qui il brano di punta dell'album, ossia quello che dà il nome al disco; a livello di lyrics infatti preferisco questo poetico e commovente People I Belong To. I testi sono insoliti per il genere: anzi di parlare di sesso, droga e rock 'n' roll, i fratelli Vannelli, ferventi cristiani, preferiscono soffermarsi sull'importanza della famiglia e della coesione sociale. Da notare comunque come questo disco, pur essendo di matrice Jazz Rock, abbia influenzato il pop di gruppi ben più famosi e mainstream come Toto e similari. 


10) Bizzarre Love Triangle, New Order



Questa è una delle mia canzoni preferite quindi la ascolto spesso e non mi stufa mai. Un tizio su YouTube poi ne ha fatto un video utilizzando alcune scene di Hong Kong Express, uno dei miei film preferiti. In conclusione al post non potevo quindi non mettere questa canzone con questo video. Enjoy!

2 commenti:

  1. Ed io pubblicherò un commento diverso dal solito, fornendole una reliquia più o meno di quando anche lei suonava alla birreria metallara (Forse propria questa?):

    https://youtube.com/watch?v=gYfZXsxPA4k

    Nel caso wordpress cancelli il link:

    https:(slash)(slash)youtube(dot)com(slash)watch?v=gYfZXsxPA4k

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