domenica 6 dicembre 2020

Kimagure Orange Road: Recensione

 Titolo originale: Kimagure Orange Road
Regia: Kobayashi Osamu
Soggetto: Tratto dall'omonimo manga di Matsumoto Izumi
Character Design: Takeda Akemi
Musiche: Sagisu Shirou
Studio: Studio Pierrot
Formato: serie televisiva di 48 episodi
Anni di trasmissione:1987-1988


 A poco tempo dalla morte di Matsumoto Izumi, vorrei qui ricordarlo scrivendo un attimo su Kimagure Orange Road. In particolare l'anime, che in quanto a mood di quell'epoca, parlo del Giappone ottantino, ha ben pochi rivali.  Certamente, il character design di Takeda Akemi e le musiche di Sagisu Shirou sono un'ottima base di partenza; la poetica, quella dell'adolescenza, della magia, del benessere generale sono catartici, quasi curativi nell'oggidì. Kyosuke infatti è un esper, ma i suoi poteri sono un po' la trasfigurazione di ciò che si viveva "nella miglior epoca possibile", volendo parafrasare il contemporaneo Megazone 23. Ma in tutto ciò vi è un punto di rottura, che è il perno intorno al quale ruota l'opera: Ayukawa Madoka, una ragazza che nonostante tutto questo, è sola, indurita da una famiglia assente e da un'epoca priva di delimitazioni - il bullismo, il desiderio di trasgredire a tutti i costi. 

 
 
Kyousuke, da parte sua, anche se i suoi poteri potrebbero renderlo un dio, fa di tutto per evitare tale "trasgressione". Egli si contiene, e aiutato altresì da una famiglia molto presente, incarna un po' come dovrebbe essere un giapponese durante la bolla economica: un individuo dotato di Spirito - che nella cultura giapponese è fondamentale, si pensi ai Kamikaze che si suicidavano confidando nell'eternità del loro "kokoro" -, e del coraggio del samurai - indispensabile per innamorarsi di una come Madoka, perseguendo poi il proprio amore in modo incondizionato.

 

Siamo quindi di fronte ad uno slice of life, uno dei capisaldi del genere, nel quale i poteri della famiglia di Kyosuke forniscono numerosi spunti narrativi (non sempre sfruttati al meglio a mio parere). Quel che potrebbe sembrare un banale triangolo amoroso - Kyousuke, Madoka, e Hikaru, la migliore amica di Madoka -, oltre ad essere una valida testimonianza storica della Baburu, è invero la storia di un ragazzo che si innamora di una ragazza molto diversa da lui, e che in qualche modo la salva dalla sua profonda solitudine (si pensi alla sigla di chiusura, in cui Madoka è sempre sola e malinconica, e alle melodie struggenti che suona al sax per sfogarsi). Le difficoltà di comprensione tra Kyousuke e Hikaru e Madoka non sono banali, in quanto i primi due, essendo amati da famiglie equilibrate e presenti, fanno molta fatica a capire la durezza di una persona "abbandonata" che ha avuto un'infanzia difficile. Madoka infatti non è una vera è propria tsundere, dacché in lei non vi è alcuna plasticità o cliché: Madoka è se stessa  e basta, tant'è che arrriva ad ammettere che se avesse incontrato Kyousuke da piccola, non sarebbe diventata così.

 

In pratica, come suggerisce Garion Oh, il fatto che la predestinata sia Madoka non è una cosa dovuta o scontata: Hikaru, semplicemente, nel suo benessere, sia interiore che esteriore, non ha alcun bisogno di essere salvata. L'amore lo possiede già.

 Resta poi da accennare la ripetitività della serie nella sua parte centrale, contrariamente all'andamento più lineare del manga, un fattore comune a molte serie televisive simili, destinate ai pomeriggi degli adolescenti giapponesi dell'epoca. Tutto l'apparato artistico, sia sonoro che visuale, fanno dimenticare le varie ridondanze, calando, quasi a voler commuovere, in quella Tokyo senza tempo, piena sì di magia, ma anche di contraddizioni. E i cento scalini, il cappello che vola via, lo sguardo profondo di Madoka e la freschezza e l'ingenuità di Kyousuke. La gioia più estrema. Il bivio della malinconia. La calda afa di un'estate sopita nel passato di ognuno di noi. 

 

39 commenti:

  1. Come sempre ottimo articolo.
    Opera che, come dici, fotografa perfettamente gli anni Ottanta giapponesi (con uno sguardo sull'estero? Chissà...)
    Ti dirò, sui poteri: a volte ho anche pensato che forse non erano affatto necessari, e questa avrebbe potuto essere una storia slice of life normale (quindi non para-normale) come tante altre che funzionarono e funzioneranno (Licia, Rossana, Marmalade Boy).
    Azzeccatissimi i personaggi, vero.
    E credo che nessuno sia un cliché, ma solo l'espressione materializzata di un qualcosa di intangibile.

    Moz-

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    1. Ciao Moz, grazie per il commento. Secondo me hai perfettamente ragione, i poteri potevano anche non esserci. Il perno è la figura di Madoka e il contesto realistico che le sta attorno. Ma ci ho messo un po' a capire veramente questo anime.

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    2. Altri mi hanno detto che invece sono necessari; di certo è ciò su cui ha puntato la Fininvest presentando l'anime, visto che la sigla lasciava intendere che fosse una serie sugli ESPer e cose simili: il filone "maghette" tirava...
      Per il resto, come va? ;)

      Moz-

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    3. Immagino, ma fortunatamente ho visto KOR e non "E' quasi magia Johnny". XD

      Sto meglio direi. Come avrai notato, ho cancellato dei post troppo depressi e personali, perché tanto sono inutili. La cosa utile è tornare a recensire/scrivere come una volta. Riprendere in qualche modo ad essere il vecchio -ma anche nuovo, perché di certo ormai ho più esperienza di vita di 4 anni fa - AkiraSakura.

      Rimane comunque un periodo storico molto difficile questa "pandemia". E tutto sommato mi ritengo fortunato ad avere un buon lavoro ed un tetto sopra la testa (anche se queste cose non mi sono arrivate dal cielo, ma dopo uno sforzo di volontà notevole).

      Force of Will, come la carta di MTG ;P

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    4. Yes, ho notato la cosa dei post cancellati.
      Beh dai, stai reagendo, e sono contento se torni a scrivere con più assiduità, perché ritengo il tuo blog tra i migliori in assoluto.
      E fidati che ne ho visti tanti, in quattordici anni da blogger ;)

      Moz-

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    5. Grazie mille! Potrei dire il contrario: ho pochi lettori, ma i migliori che si possano trovare in giro. Grazie a tutti voi che mi leggete.

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  2. Ti invito a vedere anche il primo film, dove la recita finisce e si diventa adulti. Con tutte le conseguenze del caso.

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    1. Ciao Garion! Grazie per la precisazione. L'anonimo senza nick me l'ha altresì citato. Penso che lo recensirò a parte una volta recuperato (nei dvd Yamato che avevo non c'era).

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    2. E' che purtroppo non è mai stato ridoppiato, come invece è successo con la serie tv. Però recentemente Netflix Japan ha trasmesso tutta la serie, gli ova e il primo film in HD e adesso è facile da trovare in rete, muxato con i sub dell'edizione americana (alcuni nostalgici ci hanno messo anche l'audio mediaset).

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    3. Immagino che il doppiaggio Mediaset del film sia una ciofeca, sopratutto a livello di fedeltà all'originale...

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    4. Sì, soprattutto nei dialoghi chiave...

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    5. Concordo su quanto sia serio il primo film (in parte pure il secondo) anche se non canon al 100% in quanto mi sembra non sia stato scritto da Matsumoto Izumi ma da un altro autore con l'esplicito intento di fare un KOR più realistico (se non ricordo male non si fa alcun cenno ai poteri ESP).
      Resta comunque la risoluzione del triangolo che molti fan aspettavano.

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    6. E' a tutti gli effetti ambientato in un universo alternativo. Infatti non solo non compaiono i poteri ESP ma è anche temporalmente sfasato rispetto alla serie. E' sempre ambientato nel 1988, ma Kyosuke afferma di essere nato nel 1969. Mentre nella serie tv era nato nel 1972. Cmq non è questo l'importante, al massimo serve solo per consolare i fan a cui il film non piace perché troppo serio. Ma d'altronde il film è serio perché a una certa età non puoi più permetterti di fare lo stupido. Altri tempi.

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    7. @Garion Oh

      L'ho visto proprio stasera, e ho pianto di fronte alla sofferenza "stupida" di Hikaru. Dico "stupida" perché lei, da perfetta idol/bambina, non riesce ad affrontare la realtà della perdita, che è parte integrante del mondo degli adulti. Poi sì, in questo film la solitudine di Madoka è straziante. La scena in cui si mette il kimono per starsene da sola chiusa in casa durante il festival è molto pesante.

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    8. La cosa triste di Hikaru è che se nella serie sembrava quella "presa in giro", qui si rivela sapere tutto. E allora ripenso a inizio film quando va a raccontare Madoka di avere baciato Kyosuke. Quel bacio portrerà Madoka a chiedere a Kyosuke a fare chiarezza. D'altronde una risoluzione era ormai necessaria. Ma non mi pare che Kyosuke abbia sofferto di meno. Semplicemente, non si poteva proseguire oltre.

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    9. Sì, poi alla fine la si vede tutta bella realizzata, sebbene sola. Madoka invece aveva per forza bisogno di Kyosuke.

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    10. Non sapevo di Ano hi ni kaeritai su Netflix Japan, se non ricordo male non era più stato ripubblicato per un problema di diritti legato alla scena della proiezione di Touch, no?
      Effettivamente però da una breve ricerca vedo che esiste anche un'edizione BD americana che include OVA + film. Wow.
      Ano hi ni kaeritai è un film che ai tempi mi è piaciuto nel suo essere doloroso ma necessario

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    11. Il film è un capolavoro ma non mi è piaciuto al modo in cui ci si è arrivati. Voglio dire dopo un inizio talmente promettente la serie dopo aver raggiunto il suo apice con l'episodio dell'isola deserta ha iniziato a peggiorare attraverso episodi con trame sceme che hanno distolto l'attenzione da quello che doveva essere il fulcro della serie ovvero lo sviluppo dei sentimenti fra Kyosuke e Madoka che prima o poi avrebbero dovuto portare al fine del triangolo amoroso. La seconda stagione ha davvero avuto a mio pareri episodi non necessari, indegni di essere stati il seguito dell'episodio dell'isola. Il finale dell'anime è stato troppo frettoloso, mi sembrato fatto completamente a caso dato che la serie sembrava più non avere una direzione chiara. Che delusione, se soltanto gli ultimi episodi della serie sarebbero stati più simili a quello dell'isola in cui il rapporto fra Kyosuke e Madoka veniva sviluppato ulteriormente avrei apprezzato il film ancora di più perché oltre ad essere un finale logico, realistico e agrodolce avrebbe avuto una degna costruzione dietro...

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  3. Ricordo che le prime puntate mi erano piaciute molto ma la seconda parte della serie perdeva qualcosa.. tuttavia la tua bella recensione mi ha provocato un po' di nostalgia, magari recupero l'originale con i sub in inglese, sperando nell'effetto catartico.
    Saluti da un tuo lettore.

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    1. Grazie! Di questi tempi secondo me ci sta un bel rewatch di KOR. Almeno sei nel Giappone anni '80.

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Posso anche concordare. TI chiedo soltanto di utilizzare la punteggiatura altrimenti leggerti è un po' faticoso. Grz.

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    4. Concordo, la seconda metta della serie è stata una vera e propria ciofeca, indegna dell'essere stata il seguito della prima. Troppi episodi filler e con trame sceme che aveva distolto l'attenzione da quello che doveva essere il fulcro della serie: ovvero lo sviluppo del rapporto fra Kyosuke e Madoka che avrebbe portato alla fine del triangolo. Mi è piaciuto Ano hi ni kaeritai come finale e pur essendo ambientato in un universo alternativo io dico che gli ultimi episodi della serie invece di avere quelle trame che abbia avuto con tanto degli due episodi fatti in maniera troppo frettolosa avrebbero dovuto essere più simili all'episodio in cui Kyosuke e Madoka erano rimasti da soli in quell'isola deserta in modo tale da essere usati come una perfetto modo per arrivare al film consapevoli che quello era l'unico modo in cui poteva finire la vicenda. Per quanto abbia amato il film penso che ci si arrivi proprio in una maniera davvero insipida per via di quanto la serie diventi deludente dopo un inizio tanto promettente.

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    5. Peccato che Garion non sia più in vita. Ti avrebbe risposto volentieri in modo molto preciso e dettagliato. Di mio ti ringrazio per le osservazioni e mi fermo qui, non ricordandomi il tutto perfettamente.

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  4. Conosco bene (e apprezzo!) l'interesse di Francesco (A-S) per certi temi psicosociologici, che inevitabilmente vanno a confluire nella concettualizzazione e nella vita del rapporto di coppia. Trovo però specialmente interessante che al giorno d'oggi, lui come altri suoi coetanei provino "nostalgia" dinanzi a un epoca, quella ottantina, che a tutti gli effetti non possono anagraficamente avere vissuto in alcun modo. Potrei facilmente pensare all'effetto di "idealizzazione dell'ignoto" (si stava meglio quando si stava peggio, e io non c'ero!) così mirabilmente esposto da Woody Allen, regista che non amo, in un film alquanto riuscito (benché davvero troppo misogino) quale "Midnight in Paris". Sarebbe tuttavia molto molto facilone e sbrigativo. Penso piuttosto a un senso di "risalita e recupero" di un passato recente che anche se non vissuto si sente in continuità con il proprio. Certo, potrebbe anche esserci un po' di fernweh diacronica, che forse è un po' tipica della generazione dei cosiddetti millenials, forse quella destinata a sentirsi più spesso "essere arrivata tardi alla festa" (quando la sala è vuota, e si sbaracca). Io stesso conosco molto bene questa sensazione in tante piccole cose, ma non a livello generazionale, infatti non ho mai provato "nostalgia" o "desiderio" verso gli anni Cinquanta, Sessanta e men che meno Settanta. Ma chissà, forse è solo che io in particolare sono sfacciatamente fortunato, e non ho mai desiderato trovarmi in altro luogo o tempo che i miei, in altre condizioni che le mie. Chissà.

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  5. "Quando la sala è vuota, e si sbaracca"

    Penso che in generale il sentimento sia questo. Ad esempio, quando si inizia a lavorare dopo tot anni di precarietà o stage, lo si vede subito che le persone più anziane hanno avuto più facilità ad avere un buon posto di lavoro o a costruirsi una famiglia (personalmente questo inizialmente mi faceva provare rabbia e invidia, voglio essere sincero). Mentre noi "giovani" invece dobbiamo passare sempre per strade in salita o che conducono al nulla (sopratutto affettivo, vedasi i siti di incontri e la paraprostituzione odierna).

    Quindi per forza di cose gli anni ottanta appaiono più ricchi, più abbondanti anche a livello di sentimenti e di possibilità di trovare una compagna e /o un contesto economico su cui contare per cotruirsi una famiglia. Anche se forse questa è un'illusione (ma in Italia non credo).

    Questa cosa non è sempre cosciente, ma spesso è un vero e proprio feeling. Te lo senti dentro, che ora è una merda e che forse in quell'epoca era meglio.

    Infatti c'è tutto un movimento vaporwave che incarna queste sensazioni. Ma anche il semplice detto "ok boomer". Ok boomer, non puoi capire il mondo di oggi, quanto sia una merda e quanto noi stiamo male.

    Poi per carità, ad ogni epoca i suoi problemi.

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    1. Ottima chiarificazione! Per completare il quadro aggiungerei solo, forse, la differente demografia dell'epoca: il fatto che ci fosse un'ampia classe di giovani che riempivano le strade e interagivano tra loro creando gruppi, "movimenti" in senso lato, discutendo idee e miti comuni ecc. (nascono allo stesso modo gli otaku classici e i paninari, direi!). Costoro godevano di importanza commerciale, di fiducia in sé e quindi, come detto, ottimismo nella possibilità di farsi una vita. A proposito, mi aveva incuriosito una definizione della vaporwave come "nostalgia del senso di futuro" - in contrasto all'"eterno presente" di cui si ha percezione oggi.

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    2. Bella la definizione di nostalgia del senso di futuro. Direi che è proprio così.

      Poi sì, le uniche cumpe che abbia mai avuto nella vita sono state legate a figurine, non a pseudo-ideali (da salotto o da piazza che fossero stati, poco importa).

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  6. Conosco bene il sentimento "nostalgia del senso di futuro", voglio dire, non sono io a dire "The Future Was Yesterday"? Questo mock-up del celebre slogan SNK (The Future Is Now) rimanda proprio al ricordo di un epoca in cui "si immaginava il futuro", come anche nell'epoca d'oro della SF letteraria. Il ristagno di un eterno presente (nel caso di Eva: un eterna estate ammorbata dal frinire delle cicale) è invece il sapore fetido della postmodernità ormai svelata. Così è.

    Detto questo, molti miei coetanei nutrivano simili sentimenti di invidia generazionale per le facilità del boom economico sessantino, quando i posti di lavoro ti venivano a cercare in casa ed erano per la vita, cose così. Nonostante tutto, Penso ci sia una componente di indole individuale. O sarà che il mio realismo nichilista mi faceva pensare già alle elementari "ok, questa è la vita, questa è la realtà, io avrò sempre meno e sempre peggio – che sfiga crescere." Ma non me ne sono mai fatto un problema.

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    1. Penso che cominciai veramente a farmene un problema quando conobbi la mia ex, con la quale avrei voluto costruirmi una vita.

      Poi per carità, essendo io idealista tendo a mistificare. Una componente di rosicamento verso i boomer del passato comunque, al giorno d'oggi, è più che legittima credo.

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  7. "Le mie mani odoravano di patate. Non l'avevo capito e non riesco ad accettarlo pienamente."

    - libera interpretazione, ma per come la leggo mi rappresenta abbastanza.

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  8. Francesco: non sono io il fisico, ma in un moto decelerato come mi pare sia l'arco di parabola sociale in cui siamo nati e in cui viviamo (discendente), ovviamente se ti guardi alle spalle rosichi, se guardi solo un po' in avanti ti senti miracolato. Inevitabile.

    Anonimo (*lui*): davvero degna di signature, direi. Scherzi a parte, è la seconda prosizione correlata della seconda frase che per me risulta inspiegabile. Una delle mie massime è "Vivi ciò che hai, sogna ciò che puoi." Viene da un'elaborazione da una massima di Rousseau nell'Emile, dove lui dice "l'uomo libero fa cio che vuole e vuole quel che può" - una cosa che mi pare alla base della non-nevrosi e non-psicosi.

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  9. Non so perché "l'attrice dentro lo specchi(ett)o" sia Hotaru-chan, ma non potevo non postarlo qui:

    https://www.youtube.com/watch?v=AFX5fZwD0q8

    In ogni caso, credo personalmente che la perfezione di una anime opening sia, insieme a pochissime altre, sia Orange Mistery, che per qualche ragione non si trova nella sua forma audiovisiva corretta su YT, ma solo in orrendi montaggi.

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    1. "Non so perché "l'attrice dentro lo specchi(ett)o" sia Hotaru-chan"

      Hotaru-chan c'entra sempre qui dentro :)

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    2. https://www.dailymotion.com/video/xj886q

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  10. La perfezione di una sigla, come dicevamo.
    Anche il testo non fa eccezione.

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  11. So che questa è una recensione vecchia ormai di 2 anni e che quindi è un pò tardi per commentare tuttavia ho davvero voglia di parlare di questa serie. Ho apprezzato la tua recensione, sopra tutto le parti dove dici che Kyosuke ha salvato Madoka dalla sua solitudine e che Madoka non è vera e propria Tsundere.

    Riguardo alla serie in se io dicco questo: ottimo inizio, primi 19 episodi abbastanza carini( chi più e chi meno) ma poi diventa una delusione a causa di quanto le trame di alcuni episodi fossero abbastanza ridicoli... Voglio dire siamo passati dall'apice della prima stagione ovvero all'episodio dell'isola deserta in cui Kyosuke e Madoka hanno passato diverse ore in compagnia l'uno con l'altra a ad avere roba come un episodio dedicato a Jingoro, una parodia di Top Gun e Kyosuke ipnotizzato che cerca di fare foto a Madoka in biancheria intima... Ma siamo seri? Ciò è dovuto del fatto che hanno praticamente animato il peggio del Manga e non le sue parti migliori, infilandoci nel mezzo storie che si sono inventati di sana pianta che con la prima parte delle serie avevanno davvero poco a che fare... La serie ha un certo punto non nemmeno più avuto una direzione precisa proprio a causa del fatto che questi episodi ridicoli hanno distolto troppe volte l'attenzione da quello che doveva essere il fulcro della trama: ovvero lo sviluppo continuo dei sentimenti di Kyosuke e Madoka che avrebbe portato alla fine imminenti del triangolo. Cosi facendo si è arrivati ad un finale a mio parere frettoloso e quasi fatto a caso..

    Parlando del film per è davvero un capolavoro, negli ultimi 2 episodi della serie c'è stato il bacio fra Kyosuke e Madoka ma hanno avuto una grave mancanza: la rottura del triangolo... Da quel che ho capito il film è ambientato in usa sorta di Universo Alternativo, perché tirar fuori un universo alternativo quando già nell'universo principale il tutto si è concluso senza che ci venisse mostrato che Kyosuke lasciasse Hikaru prima di baciare Madoka? Mah...
    Parlando del film in se io l'ho davvero amato, un finale cosi agrodolce da essere la conclusione più logica e realistica. Peccato che per via dei difetti che la serie che la serie ha iniziato ad avere dopo i primi 19 episodi di cui ho già scritto in precedenza a questo film ci si arriva in una maniera frettolosa e insipida... Il film sarà si ambientato in universo alternativo ma comunque si potevano degnare di sfruttare gli ultimi episodi della serie per dargli una degna costruzione dietro in modo che ciò che si è visto nel film sarebbe sembrato ancora di più come il finale più logico della vicenda, e invece no...

    Tutto sommato questa serie per me è stata davvero un capolavoro solo a meta: buon inizio, una seconda meta indegna di essere il seguito della prima che ha portato ad un finale frettoloso e per concludere un finale alternativo migliore e più completo( a mio parere uno degli migliori film anime di tutti e i tempi) ma che meritava una costruzione dietro decisamente più curata..

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