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giovedì 12 marzo 2020

Dragon League: Recensione

 Titolo originale: ドラゴンリーグ
Regia: Takamoto Yoshihiro
Soggetto: Takashiro Saeki
Sceneggiatura: Mitsui Hideki
Character Design: Kobayashi Kazuyuki, Tannai Tsukasa
Musiche: Fujino Kouchi
Prodotto da: Fuji TV, NAS
Formato: serie TV da 39 episodi
Anno: 1993


Ben pochi si ricorderanno di Dragon League, piccolo capolavoro dimenticato che si aggirava per le televisioni regionali italiane nei primi anni del duemila. Questa recensione è una piccola dichiarazione d’amore ad un anime in grado di appassionarmi sia da piccino che adulto; anche se, purtroppo, da adulto ho dovuto accontentarmi dell’unica versione reperibile su internet, ossia quella in spagnolo presente su Yutube (con qualità video molto discutibile, essendo un VHS rip).
Dragon League sostanzialmente parte dall’idea di base di fondere Kyaputen Tsubasa con Dragon Quest, gioco che all’epoca aveva molto successo presso i giovani. Purtuttavia, l’opera certamente gode di vita propria, e vanta di un chara impeccabile, di un ultimo arco apocalittico in pieno stile 90s e di personaggi in grado di bucare lo schermo. 

sabato 4 giugno 2016

Ping Pong the Animation: Recensione

Titolo originale: Ping Pong the Animation
Regia: Masaaki Yuasa
Soggetto: Taiyō Matsumoto
Character design: Nobutake Itō
Direzione delle animazioni: Nobutake Itō
Musiche: Kensuke Ushio
Studio: Tatsunoko Production
Formato: serie televisiva di 11 episodi
Anno di uscita: 2014


«Le persone talentuose che sanno esattamente chi sono non cercano nulla. Quelli che non sanno chi sono... sono loro che lottano più duramente per vincere, in modo da provare qualcosa.» [Jō Koizumi]

"Ping Pong the Animation". Ovvero lo spokon secondo Masaaki Yuasa.
Se vista nell'ottica della flessione di titoli degni di nota che la sta trascinando in questi ultimi anni, l'animazione giapponese può dirsi arrivata a un punto morto. All'interno dell'ondata di produzioni omologate e iper-schematizzate che ci sta investendo in questo periodo, la ricerca stilistica e la coraggiosa innovazione che caratterizzavano l'industria fino agli anni Novanta sono sempre più un eco lontano, un fioco riverbero che riecheggia privo di forza in mezzo alla penuria di originalità; potersi gustare nel 2014 un prodotto come quello che mi accingo a recensire, vera e propria rivisitazione anticonvenzionale di uno dei generi più in voga nell'ultimo decennio, rappresenta dunque una piacevolissima scoperta.
Ma direi di procedere per ordine.

venerdì 4 luglio 2014

Aim for the Ace! (Jenny la tennista): Recensione

Titolo originale: Ace wo nerae!
Regia: Osamu Dezaki
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Sumika Yamamoto)
Sceneggiatura: Mitsuru Majima, Tatsuo Tamura, Toshio Takeuchi
Character Design: Akio Sugino, Takeo Kitahara
Musiche: Go Misawa
Studio: Mad House
Formato: serie televisiva di 26 episodi
Anni di trasmissione: 1973 - 1974

"...It isn't too late to start. Burn with passion, for your own sake." - Munakata Jun

Oka Hiromi è una ragazza come tante altre: insicura, timida, chiaccherona, piena di gioia di vivere e con una grande passione per il tennis. Un giorno, un misterioso e imponente allenatore, tale coach Munakata, intuisce in lei un grande potenziale, e decide di allenarla personalmente, facendola entrare nel prestigioso club di tennis del liceo nonostante il suo evidente status di principiante. Da qui in poi per Oka sarà l'inferno: ella dovrà rapportarsi con rivali invidiose al punto tale da arrivare a metterle puntine nelle scarpe per debilitarla; dovrà sconfiggere il complesso di inferiorità che da sempre nutre nei confronti di Ryuzaki Reika alias "Madame Butterfly", la migliore tennista dell'istituto, campionessa carismatica dal talento inarrivabile; dovrà quotidianamente versare lacrime e sangue, diventando via via sicura delle sue capacità; ogni giorno, sotto la supervisione dell'oni-coach Munakata - "l'allenatore demone" ad litteram - la maggiorparte del suo tempo sarà dedicato ad un allenamento sovrumano, alla ricerca di uno stile di gioco personale che, in un certo senso, equivale ad una vera e propria ricerca di identità. Per il tennis, Oka deve rinunciare a tutto, anche all'amore, cosa indispensabile per le ragazze della sua età.