Titolo originale: Akage no Anne
Regia: Takahata Isao
Soggetto: basato sull'omonimo romanzo di Lucy Maud Montgomery
Sceneggiatura: Takahata Isao
Character Design: Kondou Yoshifumi
Musiche: Miyoshi Akira, Kurodo Mouri
Studio: Nippon Animation
Formato: serie televisiva di 50 episodi
Anno di trasmissione: 1979
Se fosse ancora vivo, visionando Akage no Anne, e tenendo presente la fedeltà maniacale al romanzo originale della Montgomery che caratterizza la serie, verrebbe senz'altro da chiederglielo, dico a Takahata Isao - che all'epoca stava diventando un giovane padre -, se nella sua poetica e intellettualità sia stato influenzato da quel tipo di letteratura, o se l'abbia semplicemente utilizzata, facendola sua, per veicolare un messaggio vitalistico di grande impatto. A mio parere, in medio stat virtus, e l'opera in questione rimane forse la migliore storia di tensione e risoluzione mai vista in animazione. La "tensione" è ciò che deriva dall'animo ferito di Anne, orfana di entrambi i genitori e dal passato doloroso, che ritrova nella casa dai "Green Gables" (i timpani verdi) una nuova famiglia, formata dai fratelli Matthew e Marilla Cuthbert. A partire da questo evento vi sarà poi il suo percorso di crescita personale, narrato con la massima cura e delicatezza possibile, senza mai scadere nel melò. Il punto più tortuoso di tale cammino la spingerà poi a ricalibrare il tutto, compresa se stessa, per poi pacificarsi: God is in his Heaven, all right with the World. Questa citazione finale al Pippa Passes di Browning, nonostante il poeta fosse un del tutto sarcastico nel suo descrivere il pensiero di una giovane ragazza innocente transitata nei peggiori quartieri di Asolo (la solita critica al "migliore dei mondi possibili" di Leibniz a parer mio), per la Montgomery, così come per Takahata, ha invece valenza assoluta e simbolica: il mondo, e quindi la vita, vanno accettati per quello che realmente sono, con tutte le loro storture e durezze - "non devi fuggire!".