lunedì 28 luglio 2014

Aura Battler Dunbine: Recensione

Titolo originale: Seisenshi Dunbine
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino (basato sui suoi romanzi originali)
Sceneggiatura: Minoru Yokitani, Yoshiji Watanabe
Character Design: Tomonori Kogawa
Mechanical Design: Kazutaka Miyatake, Yutaka Izubuchi, Tomonori Kogawa
Musiche: Katsuhiro Tsubono
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 49 episodi
Anni di trasmissione: 1983 - 1984


1983, Tomino dona al mondo dell'animazione giapponese "Aura Battler Dunbine", una delle prime (se non la prima) opere animate fantasy provenienti dal "paese del sol levante". A ben guardare si può tuttavia scorgere un aspetto ulteriore, "Dunbine" non è un mero fantasy ma un esperimento particolarmente bizzarro e insolito, che vede l'armonizzarsi della componente "fiabesca" e "medievaleggiante" con un ingrediente tipicamente tominano: il mecha.
A questo punto devo chiedere gentilmente al lettore dubbioso e diffidente di non smettere di leggere, scettico o nauseato che sia all'idea di un simile accostamento. Invero, Tomino riesce a fondere e a coordinare questi due mondi e generi, apparentemente impenetrabili ed estranei tra loro, con grande semplicità, rendendoli anzi la base per impostare l'intero e più intimo significato dell'opera. Questa serie inoltre rientra a pieno diritto (assieme a "Ideon" e "Z Gundam") in quel gruppo di lavori, accomunati da un elevato tono di pessimismo e drammaticità, che cagionarono al loro ideatore il nomignolo di "Kill 'Em All Tomino".

sabato 26 luglio 2014

Welcome to the N.H.K: Recensione

 Titolo originale: NHK ni Youkoso!
Regia: Yusuke Yamamoto
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Tatsuhiko Takimoto & Kendi Oiwa)
Sceneggiatura: Satoru Nishizono
Character Design: Takahiko Yoshida
Musiche: Pearl Brothers
Studio: GONZO
Formato: serie televisiva di 24 episodi
Anno di trasmissione: 2006

 
Sato è un debole: ha lasciato l'università e da quattro anni non esce mai di casa. Un giorno di apatia come un altro. Mentre se ne sta disteso con lo sguardo vacuo in mezzo alla sua disordinata camera, piena di cianfrusaglie e fetenti sacchi dell'immondizia, bussa alla sua porta una testimone di Geova. Aperta la porta, a fianco della vecchia brontolona, se ne sta in disparte una ragazza esile, dai lineamenti fini e dagli occhi neri come il diamante, la quale ripara dal sole la sua pelle, bianca come il latte, proteggendosi con un apposito ombrello. Ella è Misaki, una ragazza che stranamente sa tutto di Sato, e che vorrebbe aiutarlo a uscire dalla sua condizione di hikikomori attraverso la stipulazione di un grossolano contratto, consistente nell'obbligo di partecipazione a degli incontri serali nel parco tra i due: delle vere e proprie sedute psicoanalitiche improvvisate. All'alienato Sato la provvidenza farà reincontrare anche Yamazaki, un ex compagno di liceo dal carattere forte e dai nervi molto sensibili, il quale si è trasferito a Tokyo per perseguire il suo sogno otaku: diventare uno sviluppatore di giochi erotici. Questi sono i tre protagonisti di "Welcome to the N.H.K.", quello che personalmente reputo uno degli anime più significativi e impegnati degli ultimi anni. L'opera - apparentemente superficiale, ma in realtà molto intelligente e profonda - parla della condizione dei giovani giapponesi di adesso; della società giapponese di adesso - si potrebbe generalizzare -, presentando un ritratto realistico e quanto mai preoccupante. E' l'anime che rappresenta un'intera generazione di ragazzi senza valori, senza punti di riferimento da seguire, indeboliti da una società competitiva, sfacciatamente ipocrita e consumistica; uno slice of life che offre spunti di riflessione molto ampi colpendo perfettamente nel segno, con il suo stile godibile e introspettivo.

sabato 12 luglio 2014

Fang of the Sun Dougram: Recensione

 Titolo originale: Taiyou no Kiba Dougram
Regia: Ryousuke Takahashi, Takeyuki Kanda
Soggetto: Hajime Yatate, Ryousuke Takahashi
Sceneggiatura: Sukehiro Tomita, Hiroyuki Hoshiyama, Soji Yoshikawa
Character Design: Soji Yoshikawa
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Tooru Fuyuki
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 75 episodi
Anni di trasmissione: 1981 - 1983


Il 1981 è stato un anno di importanza storica per l'animazione giapponese. Dopo l'iniziale flop televisivo di "Gundam", la messa in onda dei tre film omonimi del 1981 fu un grande successo e inaugurò un nuovo modo di fare animazione. Il "realismo" introdotto da "Gundam" creò un nuovo genere, un nuovo modo di caratterizzare i personaggi e le vicende che li coinvolgevano, sempre più vicine alla realtà e alle nostre esperienze di vita vissuta. Seguendo questa strada, Ryousuke Tahakashi, collega di Yoshituki Tomino nel glorioso studio Sunrise di allora, volle spingersi oltre, creando un'opera robotica ancora più realistica di "Gundam" e dai notevoli risvolti politici e sociologici. Nacque allora nel 1981 "Dougram", uno dei più grandi capostipiti real robot di sempre, insieme al poliedrico "Votoms" e al già citato tominiano "Gundam".

Gasaraki: Recensione

 Titolo originale: Gasaraki
Regia: Ryousuke Takahashi, Goro Taniguchi
Soggetto: Hajime Yatate, Ryousuke Takahashi
Sceneggiatura: Toru Nozaki, Chiaki J. Konaka
Character Design: Shukou Murase
Mechanical Design: Yutaka Izubuchi, Shinji Aramaki
Musiche: Kuniaki Haishima
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 25 episodi
Anni di trasmissione: 1998 - 1999 


Yushiro Gowa è un ragazzo giapponese introverso e taciturno, il quale viene inviato in medio oriente come pilota di un prototipo di robot militare sviluppato in grande segreto dalla sua famiglia. Qui incontrerà, durante un'attacco statunitense alla capitale del Belgistan (nome fittizio per indicare l'Iraq), Miharu, anche lei pilota di un mezzo bellico umanoide. Nonostante siano avversari divisi dal colore della divisa, Yushiro e Miharu percepiscono un forte legame spirituale, il quale sembra legarli da precedenti incarnazioni. Nel setting militare della guerra del Golfo si svilupperà la loro stoica storia d'amore, come se essi fossero allo stesso tempo attori di un poema epico legato al folklore giapponese e soldati impegnati in un conflitto non molto lontano dai giorni nostri.

venerdì 4 luglio 2014

Aim for the Ace! (Jenny la tennista): Recensione

Titolo originale: Ace wo nerae!
Regia: Osamu Dezaki
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Sumika Yamamoto)
Sceneggiatura: Mitsuru Majima, Tatsuo Tamura, Toshio Takeuchi
Character Design: Akio Sugino, Takeo Kitahara
Musiche: Go Misawa
Studio: Mad House
Formato: serie televisiva di 26 episodi
Anni di trasmissione: 1973 - 1974

"...It isn't too late to start. Burn with passion, for your own sake." - Munakata Jun

Oka Hiromi è una ragazza come tante altre: insicura, timida, chiaccherona, piena di gioia di vivere e con una grande passione per il tennis. Un giorno, un misterioso e imponente allenatore, tale coach Munakata, intuisce in lei un grande potenziale, e decide di allenarla personalmente, facendola entrare nel prestigioso club di tennis del liceo nonostante il suo evidente status di principiante. Da qui in poi per Oka sarà l'inferno: ella dovrà rapportarsi con rivali invidiose al punto tale da arrivare a metterle puntine nelle scarpe per debilitarla; dovrà sconfiggere il complesso di inferiorità che da sempre nutre nei confronti di Ryuzaki Reika alias "Madame Butterfly", la migliore tennista dell'istituto, campionessa carismatica dal talento inarrivabile; dovrà quotidianamente versare lacrime e sangue, diventando via via sicura delle sue capacità; ogni giorno, sotto la supervisione dell'oni-coach Munakata - "l'allenatore demone" ad litteram - la maggiorparte del suo tempo sarà dedicato ad un allenamento sovrumano, alla ricerca di uno stile di gioco personale che, in un certo senso, equivale ad una vera e propria ricerca di identità. Per il tennis, Oka deve rinunciare a tutto, anche all'amore, cosa indispensabile per le ragazze della sua età.

giovedì 3 luglio 2014

Spice&Wolf: Recensione

 Titolo originale: Ookami to Koushinryou
Titolo inglese: Spice and Wolf
Regia: Takeo Takahashi
Soggetto originale: Isuna Hasekura
Sceneggiatura: Naruhisa Arakawa
Character Design: Kazuya Kuroda
Musiche: Yūji Yoshino
Studio: Imagin
Formato: serie televisiva da 13 episodi
Anno di uscita: 2008


Tratta dall'omonima serie di light novel partorita dalla fervida mente di Isuna Hasekura, "Spice&Wolf" si presenta fin dagli esordi come un'opera "sui generis", penetrando un campo che, invero, appare piuttosto inesplorato dall'animazione giapponese. Sto parlando, come indubbiamente avrà già intuito chi conosce la serie, dell'economia e del commercio. L'anime infatti si concentra sulle vicissitudini di Craft Lawrence, un solitario mercante che viaggia per il mondo con il suo fedele carro, commerciando in vari paesi e città assieme ad una assai bizzarra compagna. Tale non è altri che la seducente Holo: una dea-lupo, legata al culto della fertilità della terra, in cui purtroppo le persone hanno smesso di credere. Così, divinità oramai inutile e reietta, Holo decide di compiere un nostalgico viaggio di ritorno verso il suo paese d'origine.