sabato 30 maggio 2015

The Fake: Recensione

 Titolo originale: Saibi (The Fake)
Regia: Yeun Sang-ho
Soggetto: Yeun Sang-ho
Sceneggiatura: Yeun Sang-ho
Character Design: Choe gyu-seok
Musiche: Jang Yeong-gyu
Studio: Studio Dadashow
Formato: film cinematografico 
Durata: 101'
Anno di uscita: 2013


E' un film decisamente anomalo, "The Fake". Gia' l'inizio è tutto un programma: un cane viene preso a martellate in testa da alcuni uomini ben vestiti, davanti ad una chiesa; il protagonista, un alcoolizzato violento e pieno di rancore verso i suoi simili, riempie di botte la giovane figlia, dopo aver speso al gioco d'azzardo tutti i soldi destinati ai suoi studi; e il tutto va avanti così, senza alcuna inversione di marcia, diventando sempre più violento, cinico e - questa è la cosa che più sconvolge - realistico, vero, senza alcuna svolta buonista che permetta alla catena di eventi creatasi nei primi frangenti di non sfociare in un finale simbolico ancora più terribile di quanto l'ha preceduto.

sabato 23 maggio 2015

The King of Pigs: Recensione

Titolo originale: Dwaejiui Wang
Regia: Yeun Sang-ho
Soggetto: Yeun Sang-ho
Sceneggiatura: Yeun Sang-ho
Character Design: Yeun Sang-ho, Kim Chang-su
Musiche: Been Eom
Studio: Studio Dadashow
Formato: film cinematografico 
Durata: 97'
Anno di uscita: 2011


«Un coltello è quello che distingue gli esseri umani dagli animali.
Non è una parte del mio corpo, ma mi dà comunque forza.
Ma quando gli uomini crearono i coltelli, anche qualcos'altro di inaspettato fu creato.
Il male.
Come gli artigli affilati di quel gatto, così è il rifiuto di lasciar andare il coltello, che non è una parte del nostro corpo.
Ciò che ci rende umani è il male stesso.
Ma allora, cosa possiamo fare per ottenere il potere? Forse delle buone azioni?
No. Per ottenere il potere dobbiamo diventare il male.
Se non vuoi essere una nullità devi diventare un mostro. Capito?
»

Un giorno, dopo aver brutalmente ucciso la moglie, Hwang Kyun-min, un amministratore delegato pieno di debiti, chiama il suo amico d'infanzia Jung Jong-Suk, uno scrittore fallito prigioniero di una vita piena di delusioni e frustrazioni. L'incontro tra i due diventa un pretesto per ricordare i giorni in cui andavano a scuola, un'istituzione non molto diversa dalla società in cui ora vivono, da adulti; tra un frammento di memoria e l'altro, emerge il ricordo dello scaltro Re dei Porci, un disadattato armato di coltello che li proteggeva dagli atti di bullismo quotidiani perpetuati dall'elite della classe, un ristretto gruppo di ragazzi provenienti da famiglie potenti e agiate, i quali potevano permettersi di infliggere ogni tipo di umiliazione ai meno fortunati restando impuniti e protetti dalle istituzioni.

sabato 16 maggio 2015

Omoide Emanon: Recensione

Titolo originaleOmoide Emanon

 Titolo inglese: Memories of Emanon

Autori: Kajio Shinji, Tsuruta Kenji

 Tipologia: Seinen Manga 

 Edizione italiana: Non disponibile

Volumi: 1

Anni di Pubblicazione: 2008

 


Emanon. Se lo rovesciamo si legge Noname, senza nome. Ed è proprio questo il nome, che allo stesso tempo non lo è, della misteriosa ragazza incontrata nel lontano 1967 da un adolescente qualunque, durante un ordinario viaggio in traghetto. Emanon. Una ragazza dall'aspetto trasandato, con la sigaretta e i capelli lunghi, i jeans, lo sguardo penetrante. Emanon, che dallo spazio infinito e pieno di segreti contempla la storia della vita sulla Terra; Emanon, che se ne sta chiusa nel suo bozzolo, nelle profondità delle acque primordiali. Nel posto ove tutti i ricordi degli esseri viventi devono ancora formarsi.

sabato 9 maggio 2015

Argento Soma: Recensione

 Titolo originale: ΑPΓΕΝΤΟΥ ΣΟΜΑ
Regia: Kazuyoshi Katayama
Soggetto: Hajime Yatate, Kazuyoshi Katayama
Sceneggiatura: Hiroyoshi Yamaguchi
Character Design: Shukou Murase
Mechanical Design: Kimitoshi Yamane
Musiche: Katsuhisa Hattori
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 25 episodi
Anni di trasmissione: 2000-2001


"Argento Soma" è la classica opera dalle potenzialità mal sfruttate. Il periodo in cui ha avuto origine è tuttavia molto fecondo: si tratta di quell'indelebile dopo-Eva in cui vedevano luce una moltitudine di anime seri e adulti dotati di un'elevata eleganza, spesso coadiuvata da contenuti per nulla banali. Etichettato dai più come uno sfacciato clone di "Evangelion", questo "Argento Soma" in realtà è il classico sci-fi robotico che sarebbe andato bene negli anni settanta, non per nulla possiede molti dei topoi tipici di tale epoca: mostri che attaccano la Terra una volta la settimana, sempre nello stesso punto; una fortezza delle scienze in cui è presente un gruppo ridotto di piloti di robot che devono affrontare i suddetti mostri - questa volta aiutati da un novello Frankenstein di origine aliena, che ha cambiato bandiera al fine di proteggere l'orfanella problematica della situazione; l'esercito terrestre cattivo che ad un certo punto si schiera contro i difensori dell'umanità, attaccandone la base con uno scontro all'arma bianca... e così via. A tutti questi schematismi ben collaudati si aggiungono il classico antagonista belloccio che verso la fine della serie si pente dei suoi misfatti cambiando fazione, gli intrighi politici e l'immancabile storia d'amore tragica - un dramma il quale, insolitamente, in questo caso si risolve subito, nella prima puntata. Nell'opera la componente esistenzialista e depressa è soltanto una facciata, una scelta dettata dalla moda del suo tempo: in realtà "Argento Soma" e "Evangelion" sono due cose ben diverse, e chi odia l'uno potrebbe amare l'altro e viceversa.

sabato 2 maggio 2015

Earth Girl Arjuna: Recensione

Titolo originale: Chikyuu Shoujo Arjuna
Regia: Shoji Kawamori
Soggetto: Shoji Kawamori
Sceneggiatura: Shoji Kawamori
Character Design: Kishida Takahiro
Musiche: Yoko Kanno
Studio: Satelight
Formato: serie televisiva di 13 episodi
Anno di trasmissione: 2001


Indubbiamente, "Chikyuu Shoujo Arjuna" è l'opera più adulta e riflessiva di Shoji Kawamori, un autore il quale di certo non ha bisogno di presentazioni. Si tratta di un majokko dal sapore decisamente anomalo, esoterico, in cui la cultura religiosa indiana fa da padrona, congiunta a determinati contenuti impegnati come l'esaurimento delle risorse del pianeta, l'alienazione dei giovani giapponesi postmoderni, i difetti di comunicazione tra persone, e, sopratutto, tra uomo e natura. L'opera, come si deduce immediatamente dal titolo, è ispirata alla Bhagavad Gita, quel libro che per gli indiani corrisponde al nostro vangelo; infatti, Juna e Chris, i due protagonisti dell'anime, non sono nient'altro che delle rielaborazioni fantasiose di Arjuna, il mitologico guerriero tormentato, accecato dal dubbio e dall'incomprensione, e Krishna, la divinità che si rivelerà al suddetto al fine di risvegliarlo dal caos presente nel suo animo.