sabato 9 ottobre 2021

Lupin III · Il castello di Cagliostro: Recensione & Rifessioni (by AkiraSakura & Shito)

 Titolo originale: Lupin Sansei · Cagliostro no Shiro
Regia: Miyazaki Hayao
Soggetto originale: Monkey Punch (personaggi), Maurice Leblanc
Sceneggiatura: Miyazaki Hayao, Yamazaki Haruya
Musiche: Oono Yuuji
Produzione: Tokyo Movie Shinsha
Formato: film cinematografico
Anno di uscita: 1979
 
 
L'esordio alla regia cinematografica di Miyazaki Hayao, precedentemente impegnato a dirigere la serie televisiva Lupin Sansei del '71 con i colleghi Oosumi Masaaki e Takahata Isao, non poteva che avvenire in un clima di pieno fermento per l'animazione giapponese. Si era infatti in pieno anime boom, e dopo la proiezione del film riassuntivo di Uchuu Senkan Yamato, avvenuta due anni prima, gli otaku si aspettavano opere animate in grado di venire incontro alle loro ormai riconosciute e marcate esigenze esistenzialistiche (o escapististiche che dir si voglia). A spadroneggiare nel neonato mercato "anime" (prima si sarebbe parlato solo di "terebi-manga" e "manga-eiga", ovvero "cartoni in tivvù" e "film a cartoni") c'erano da un lato la sete di SF roman, dall'altro la fame per il nascente genere lolicon, entrambe forme riparative di stasi sublime nella propria adolescenza e dei suoi dolci ideali. Proprio di questo parleranno già pochi anni dopo dei giovani autori intellettuali quali Kawamori Shouji e Mikimoto Haruiko in ChoujikuuYosai Macross, quindi Yamaga Hiroyuki e la futura GAiNAX col DAICON-IV Opening Anime, e quindi ancor più schiettamente Oshii Mamoru nel suo Uruseiyatsura2 · Beautiful Dreamer. La destrutturazione interna dell'otakuzoku e delle sue nevrosi si era già innescata, la lucidità dei suoi più brillanti esponenti era spiccata. In particolare, l'allora dilagante fenomeno dell'idolatria lolicon, pur serpeggiando in mille modi nella società giapponese (post)moderna si era manifestato dichiaratamente in primis con i manga di Azuma Hideo (premio Seuin nel 1979), tuttavia fu pressoché canonizzato proprio con il qui presente Lupin miyazakiano, ovvero con la sua adorabile eroina Clarisse, che divenne una sorta di reginetta del lolicon ambita e adorata da una sconfinata pletora di otaku in visibilio.

mercoledì 6 ottobre 2021

L'orologio di S.

 

Di rencente mi è capitato di reincontrare S., l'amico d'infanzia di cui avevo parlato in questo post. L'ho incontrato a Torino, dopo circa un anno che chattavamo in merito ad un suo orologio, un Universal Geneve automatico che alla fine mi ha svenduto a buon prezzo nonostante il suo elevato valore. A S. non penso interessassero neanche i soldi per quell'orologio di lusso, dato che avendo ereditato, aveva un Omega Speedmaster al polso e un Rolex in banca (mio padre era un grande appassionato di orologi, pertanto, di riflesso, me ne intendo molto). Questo mio conoscente di lunga data era ancora a dare gli esami universitari a trent'anni, uno dei tanti eterni adolescenti bloccati nella moratoria universitaria, che alla fin fine è un prolungamento indebito di una giovinezza che ormai non è più tale. Tutto ciò è normale nella nostra società, che essendo ormai re- infantilizzata, come narrava con grande lucidità il film di Shin Chan intitolato Il Contrattacco dell'Impero degli Adulti (non vogliamo scomodare Kojève dato che siamo in un blog di cartoni animati), fa molta fatica a produrre persone in grado di affrontare lo scorrere del tempo (si pensi all'abuso di photoshop e alla chirurgia plastica, per rimanere vaghi con gli esempi). Il povero S. è rimasto comunque bloccato per qualche anno a causa di un grave problema di salute: il suo pertanto non è un caso di fancazzismo, ma di moratoria obbligata (non aveva senso per lui lasciare l'università, dato che non aveva una compagna con la serietà necessaria per stargli vicino nel periodo post-operatorio e costruire con lui una famiglia).