domenica 22 marzo 2020

Dream Hunter Rem: Recensione

Titolo originale: ドリームハンター麗夢
Soggetto & Regia generale: Okuda Seiji
Character Design: Moori Kazuaki
Musiche: Gotou Hideo, Manabe Heitaro, Kawai Kenji
Prodotto da: Anime R & co.
Formato: serie OAV di 3 episodi
Anno: 1985


Rem è un'investigatrice dell'ignoto. 44 Magnum alla mano, il suo lavoro consiste nell'entrare nei sogni altrui al fine di sconfiggere i demoni che vi risiedono; ovviamente, questa idea di base apre a molte possibilità, sia grafiche che "filosofiche". Per ovvie ragioni commerciali, la ragazza è una simpatica loli dai capelli verdi, che all'occorrenza indossa una divisa sexy à la Leda, seguendo la moda OVA del periodo. Ma non fermiamoci alle apparenze: sebbene inizialmente sia stato concepito come mero porno d'autore, Dream Hunter Rem, quello fatto e finito, è tutto sommato pregevole. Tecnicamente parlando, abbiamo un cast di animatori stellare, tra i quali spicca Oobari Masami, ben noto per i suoi robotici mozzafiato. Nel terzo episodio, forse il più struggente, le musiche sono di Kawai Kenji, ben noto per i suoi lavori con Oshii Mamoru... insomma, la perizia tecnica dell'opera, che di fatto è un minestrone postmoderno di generi che va dal fantasy all'horror più inquietante, non si discute. Ma c'è anche dell'altro.

martedì 17 marzo 2020

Che cos'è stato e cos'è per me Evangelion: un post personale


Ho finito l'ultima revisione della mia recensione di Evangelion (mi scuso se ho cancellato tutti i commenti ma date le continue revisioni, avere tot commenti riferiti a versioni vecchie della recensione era leggermente confusionario). In questo post, spiego perché ho deciso di impostarla in modo "più oggettivo" possibile, avvalendomi altresì della consulenza dell'amico Gualtiero Cannarsi, che ha accesso a molto più materiale originale di me (io non so il giapponese e questa è una grande limitazione per qualsiasi animefan o recensore/studioso che sia). 
Come molte persone nate all'inizio degli anni novanta, ho conosciuto Evangelion su MTV, quando avevo circa dodici anni. Il sabato pomeriggio, subito dopo mangiato, a Torino, casa di mia nonna paterna, era un momento sacro (a casa della mia nonna materna, casa in cui vivevo dato che i miei genitori erano divorziati, non si riusciva a prendere MTV). Nadia, quando ero più piccolo, mi aveva flashato per tutto l'apparato mistico/SF e per la generale intelligenza della regia - le tematiche della morte e dell'ambiguità della scienza, che per un bambino sono quasi inintelligibili, ma cariche di fascino. 

giovedì 12 marzo 2020

Dragon League: Recensione

 Titolo originale: ドラゴンリーグ
Regia: Takamoto Yoshihiro
Soggetto: Takashiro Saeki
Sceneggiatura: Mitsui Hideki
Character Design: Kobayashi Kazuyuki, Tannai Tsukasa
Musiche: Fujino Kouchi
Prodotto da: Fuji TV, NAS
Formato: serie TV da 39 episodi
Anno: 1993


Ben pochi si ricorderanno di Dragon League, piccolo capolavoro dimenticato che si aggirava per le televisioni regionali italiane nei primi anni del duemila. Questa recensione è una piccola dichiarazione d’amore ad un anime in grado di appassionarmi sia da piccino che adulto; anche se, purtroppo, da adulto ho dovuto accontentarmi dell’unica versione reperibile su internet, ossia quella in spagnolo presente su Yutube (con qualità video molto discutibile, essendo un VHS rip).
Dragon League sostanzialmente parte dall’idea di base di fondere Kyaputen Tsubasa con Dragon Quest, gioco che all’epoca aveva molto successo presso i giovani. Purtuttavia, l’opera certamente gode di vita propria, e vanta di un chara impeccabile, di un ultimo arco apocalittico in pieno stile 90s e di personaggi in grado di bucare lo schermo.