sabato 29 agosto 2015

Dolls: Recensione

 Titolo originale: Dolls
Regia: Takeshi Kitano
Soggetto: Takeshi Kitano
Sceneggiatura: Takeshi Kitano
Musiche: Joe Hisaishi
Casa di produzione: Office Kitano
Formato: film cinematografico
Anno di uscita: 2002


L'eterno vagare degli innamorati, che tentano di fuggire dal destino, legati l'un l'altro da una corda rossa. Camminano lentamente, con lo sguardo perso nel vuoto; per le strade, le ferrovie, i viali colmi di ciliegi in fiore; e la natura - che si manifesta in una poesia d'immagini, colori e suoni - sembra del tutto indifferente alle sorti dei suoi figli. Essi comunicano mediante sguardi fugaci: le parole sono inutili, generano soltanto incomprensione e dolore. L'unica vera realtà è quella del silenzio.

venerdì 21 agosto 2015

Sonatine: Recensione

 Titolo originale: Sonatine
Regia: Takeshi Kitano
Soggetto: Takeshi Kitano
Sceneggiatura: Takeshi Kitano
Musiche: Joe Hisaishi
Casa di produzione: Shochiku
Formato: film cinematografico
Anno di uscita: 1993


Un uomo, con il sorriso da giullare e gli occhi neri come l'abisso, si sta puntando una pistola in testa. Il suo è un atteggiamento beffardo, ma allo stesso tempo freddo e consapevole; per Murakawa, gangster al termine della sua carriera criminale, la morte sembra essere diventata una compagna in grado di dare conforto, una meta da raggiungere per trovare, dopo una vita di paura e violenza, la pace interiore. Questa scena chiave, in grado di condensare la poetica di Takeshi Kitano in una sola immagine, è sia un punto di partenza che un punto di arrivo, attorno al quale il regista costruisce un mosaico in grado di andare oltre i classici topoi del gangster movie, al fine di veicolare una potente riflessione inerente la condizione umana. Una condizione dettata irrimediabilmente dal cambiamento - quella medaglia le cui facce sono la vita e la morte - e dal rapportarsi dell'uomo con esso, sino alle tragiche conseguenze della sua irrimediabile lotta contro l'impermanenza delle cose. 

lunedì 10 agosto 2015

Marco - Dagli Appennini alle Ande: Recensione

 Titolo originale: Haha wo Tazunete Sanzenri
Regia: Isao Takahata
Soggetto: tratto dal romanzo "Cuore" di Edmondo de Amicis
Sceneggiatura: Isao Takahata, Seiji Okuda, Yoshio Kuroda
Character Design: Yoichi Kotabe
Musiche: Koichi Sakata
Studio: Nippon Animation
Formato: serie televisiva di 52 episodi
Anno di trasmissione: 1976


Nel diciannovesimo secolo, a Genova, Marco Rossi, un bambino di nove anni, deve affrontare la separazione da sua madre Anna, la quale lo deve lasciare per emigrare in Argentina, a causa della sempre più dilagante depressione economica. Rimanendo in casa con il padre, un medico presso l'ospedale per i poveri, l'intelligente e precoce Marco non riesce ad accettare di vivere senza una figura materna di riferimento, e decide di crescere all'improvviso, andando a lavorare per rendersi indipendente, ed entrando in rotta di collisione con il padre. Un giorno, improvvisamente, Anna smette di scrivere alla sua famiglia; questo fatto causerà l'inquietudine del già disagiato protagonista, che deciderà di intraprendere un lunghissimo viaggio in Argentina alla ricerca della madre scomparsa. Ha quindi inizio uno dei più celebri ed emozionanti viaggi di formazione dell'animazione giapponese tutta; il percorso, sia interiore che esteriore, di un bambino il quale, nel visitare molteplici luoghi a lui sconosciuti, attraverso l'amicizia, l'amore e la sofferenza, giungerà alla meta finale, il definitivo passaggio all'età adulta.