giovedì 6 aprile 2023

La vera origine del complottismo


Ho tenuto la "conferenza" su Gurdjieff  un po' controvoglia, se devo essere sincero. Fatto sta che l'ho comunque tenuta. La sostanza di ciò che ho detto era più o meno la seguente: 1) questo tipo di insegnamenti non sono roba per tutti, è necessario essere abbastanza feriti dalla vita per riuscire a introiettarli; 2) siamo bestie, ma possiamo essere qualcosa di più esercitando la nostra coscienza e tenendo sotto controllo il corpo; 3) la società in cui viviamo privilegia soltanto la bestia che è in noi sminuendo del tutto lo spirito, quindi il lavoro da fare è difficile e bisogna andare controcorrente. 


Alla conferenza erano presenti cinque persone, quattro maschi e una femmina. La femmina mediante un'intervento per alzata di mano ha ammesso di fare largo uso di social e di provare disagio a causa di essi; il maschio A, un mio conoscente dedito al satanismo razionale, ha seguito il tutto con interesse ed entusiasmo; il maschio B, un classico fighetto anonimo e senza personalità, è stato zitto, molto probabilmente senza capire; il maschio C, un basso proletario abbastanza sveglio e pragmatico, ha capito qualcosa, ma i suoi interventi erano quasi sempre narcisistici e self-centered; il maschio D, il più vecchio dei presenti (generazione X credo) ha fatto anche lui interventi self-centered, dimostrando di essere ossessionato da un ipotetico complotto mondiale massone ecc. (cosa che non mi interessava trattare né affrontare, dato che l'insegnamento di Gurdjieff si basa esclusivamente sullo sviluppo della coscienza dell'individuo, e in esso non vi è accennata alcuna teoria del complotto. Certo, vi è una sana critica all'industrialismo, ma questa è cosa ovvia, dato che l'industrialismo fa leva sui bassi istinti umani al fine di creare più "animali da consumo" possibili, quindi va contro lo sviluppo armonico dell'uomo). 


I giorni successivi il maschio D mi ha ricontattato più volte, cercando di convincermi con la sua teoria del complotto. Mi ha parlato di alcuni ebrei che secondo lui dominano il mondo - grazie al cazzo direi io, hanno inventato la proprietà privata e il capitalismo finanziario globale... -, e che sempre secondo lui vogliono sterminare la razza umana pian pianotto, in attesa della venuta di un loro messia/anticristo. Il covid, il calo delle nascite, la crisi finanziaria, la guerra in Ucraina ecc. ovviamente son tutte cose che fanno parte dei piani.  Mi ha anche detto che lui non ha paura di nulla (un Dio in Terra, praticamente), di voler procurarsi un'arma da fuoco, che io sono un coglione, un'apatico, che non uso la mia intelligenza come dovrei, abbandonandomi alla pigrizia e piegandomi al sistema (infatti lavoro nel settore finanziario, cosa da lui non apprezzata). Lungi da me voler criticare questo anonimo, che in fondo è una brava persona nonostante le cazzate che dice, vorrei un attimo soffermarmi sull'origine di tali cazzate. Perché un tizio a caso mi deve dire che non ha paura e poi mi chiede di procurargli un'arma? Un'arma la si usa per difendersi da qualcosa, quindi la si usa perché si ha paura di quel qualcosa. E' tutto ovvio. L'esistenza di un complotto ai nostri danni in qualche modo fornisce una dimensione epica alla nostra inutilità: se c'è il cattivo, noi siamo i buoni. E se noi lottiamo contro questo cattivo, riusciamo a definire noi stessi. Ossia possiamo sentirci vivi e con uno scopo nella vita. 


La verità è che il peso del nonsenso che è scaturito dalla mia conferenza è stato troppo per i suoi spettatori, a parte il satanista razionale e la femmina (e infatti non avrei dovuto tenerla questa conferenza, non ho mai creduto all'esoterismo come moda mainstream). Tra tutti i presenti, molto probabilmente è stata la femmina a uscirne più arricchita (se userà meno Instagram sarà stato un piccolo trionfo; ovviamente non la rivedrò più perché non faccio alcun proselitismo: non mi reputo affatto un illuminato, come ho ben specificato alla fine del calvario). Gli altri invece hanno reagito o introiettando definizioni teoriche, che ci può stare (sempre di cultura si tratta), oppure con esplosioni difensive di ego. In pratica, in quest'ultimo caso, il loro corpo ha parlato per loro. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la ricerca di finalismo tramite complotti, tramite narrazioni più o meno serie o ridicole, altro non è che un bisogno corporale, come possono essere il sesso o la defecazione. Parlare agli altri del complotto mondiale massone o della propria brillante carriera all'estero o di altre miserie egotistiche è la stessa cosa che pisciare contro un muro, o avere un getto di diarrea. Questo perché il corpo si sente minacciato dall'insensatezza della vita e della morte, nonché dalla palese impotenza dell'umana condizione, e allora crea strutture/narrazioni per cancellare questa sensazione di caduta nel baratro. Lo spirito, come avevo spiegato quella sera, non è innato, ma lo si costruisce con i propri sforzi coscienti. Ed è abbastanza sviluppato quando il suo titolare è in grado di fissare il baratro dell'esistenza per ciò che è realmente, senza impazzire. Chiamasi "nichilismo attivo", per dirla come Nietzsche: le cose non hanno senso, io non ho senso, nulla ha senso, ma faccio finta che ce l'abbia e vivo lo stesso, cercando di fare del bene (ossia cercare nel proprio piccolo di far sviluppare la coscienza altrui).  Quando D mi ha detto che secondo lui la nostra anima è eterna e ci scegliamo il corpo prima di nascere, e che non è vero che la si costruisce vivendo (e soffrendo) come invece dicevo io spiegando Gurdjieff, era sempre il suo corpo a parlare per lui. Il 99% delle volte è il corpo che parla per noi, nonostante crediamo di avere un'anima immortale (in fin dei conti l'essere umano è una bestia narcisista, come dicevo anche qui). 


In breve: la ricerca di senso e finalismo risponde ai bisogni corporali di autoconservazione dell'uomo, non è cosa realmente spirituale. Lo spirito è semplicemente la "cristallizzazione" della forza interiore che permette di abbracciare la coscienza dell'assenza di senso delle cose della vita. Lo spirito è ciò che permette la contemplazione afinalistica del nulla.  


In merito a tutti i vari complotti, cosa dire? Che sono cazzate. L'essere umano è antropofago di natura, ossia si nutre dei suoi simili per sopravvivere. Di solito i più vecchi si nutrono dei più giovani, i più ricchi e potenti dei più poveri. E' sempre stato così. Basta leggere Kappa di Akutagawa per capirlo, in cui c'è il kappa capitalista che dice senza problemi di cibarsi della carne dei suoi operai, e che la cosa è del tutto legittima. L'antropofagia altro non è che una conseguenza del "desiderio del corpo", per dirla come Morioka Masahiro. Il complottismo altro non è che uno specchietto per le allodole di tale antropofagia, che il complottista non vuole vedere perché vuole sentirsi buono, santo e giusto, quando in realtà pure lui è antropofago. Cibarsi poi del proprio ego, della propria stessa merda, conduce a quel solipsismo antropofago tipico della società della solitudine dell'oggidì. E qui si che hai voglia a fare complottismi, un po' come l'hikikomori Satou di Welcome to the N.H.K. 


Cosa dire quindi a un complottista? Bisogna dirgli di non sprecare il fiato, e che anzi di dire cazzate potrebbe benissimo andarsene, che ne so, a farsi un'ottantina di vasche di nuoto. E' una cosa sicuramente più utile per lui, sicché almeno regolarizza la respirazione e si sforza a usare la testa per comandare i movimenti del corpo, mettendolo sotto tensione e sforzo (e quindi riducendo la sua supremazia per un po' di tempo). Perché il più grande orchestratore di complotti esistente non è un ebreo miliardario o un massone capo del WTO, ma semplicemente il tempo, il tempo che scorre e tutto uccide: i ricchi, i poveri, i sentimenti, la ragione, le bestie, le persone, i pianeti, le stelle. Tutto. Potrebbe anche essere che lo spirito vi sopravviva, chi lo sa. Di sicuro il corpo no. Anche il Re dei complotti morirà. Anche i governatori del mondo moriranno. Tutti moriranno. Con buona pace dei complottisti e della loro necessità di senso. 


12 commenti:

  1. Mi pento decisamente di non esserci stato, allora: non saprò come mi avresti malvagiamente descritto :D e soprattutto vorrei proprio fare esperienza di una situazione come quella che racconti, l'incrocio di una conferenza e di un gruppo di auto-aiuto! Il mio sarà uno slancio infantile alquanto imbarazzante, ma tant'è.

    Sul complottismo devo dire che non mi è mai appartenuta la visione macchinosa di un gruppo accuratamente organizzato, un piano minuzioso in fasi per comandare il mondo ecc., ma nemmeno una in cui a essere colpevole è qualche "parola con la maiuscola" disincarnata (il Tempo, il Ciclo delle Cose, lo Spirito dell'Uomo ecc.). Credo che quanto di più simile alla "verità" sia che si crea una circolazione culturale fatta in un certo modo per cui certe idee diventano egemoni per un insieme di scelte e di casualità, e infine inconsce, finché a tutti i livelli in caso di necessità si agisce secondo quelle senza pensarci, perché è "la cosa ovvia da fare". Diciamo che questa è la mia ricerca di senso, o meglio di qualcosa che vada oltre il "buon senso" invocato per ogni cosa.
    Sarei stato molto fuori posto dentro al tuo pubblico? :)

    (Pensavo che tutto il posto fosse un locale unico: eri in una saletta a parte, perché entrasse così poca gente?)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Mi pento decisamente di non esserci stato, allora: non saprò come mi avresti malvagiamente descritto :D"

      Male, ovvio.

      "Credo che quanto di più simile alla "verità" sia che si crea una circolazione culturale fatta in un certo modo per cui certe idee diventano egemoni per un insieme di scelte e di casualità, e infine inconsce, finché a tutti i livelli in caso di necessità si agisce secondo quelle senza pensarci, perché è "la cosa ovvia da fare""

      Non ci ho capito niente :/ Sorry.

      "Sarei stato molto fuori posto dentro al tuo pubblico? :)"

      Boh, non ti conosco. Cmq era aperta a tutti la confe.

      "Pensavo che tutto il posto fosse un locale unico: eri in una saletta a parte, perché entrasse così poca gente?"

      Sì, era al piano terra. C'era lo sciopero dei mezzi cmq quel giorno, da qui la poca gente (contando anche il fatto che l'argomento era ostico e io un signor nessuno).

      Ciao!

      Elimina
    2. Proverei anche a chiarire, ma penso che aggiungerei solo confusione. Magari vedo se commenta qualcun altro sul tema del complottismo per confrontarmi. In sostanza comunque temo sempre che quando si astrae da un'analisi "materialista" della diffusione delle idee o dei fenomeni politici e si inizia con le interpretazioni metafisiche si rischia di banalizzare, di dare per scontato e inalterabile ciò che accade in parte per caso.

      (Chiedevo ironicamente se sembro abbastanza alienato da inserirmi nell'atmosfera di gruppo di auto-aiuto di cui sopra. Va be', dal modo in cui scrivo magari non si riesce bene a capire :D)

      Elimina
  2. Hai citato "Welcome to the NHK" che è uno dei miei anime preferiti (ho letto anche il romanzo) e sono d'accordo: il complottismo serve a illudersi che quel che accade non sia fuori del nostro controllo ma comunque "manovrato" (sia pure malignamente) da qualcun altro. É una tecnica per illudersi che se qualcosa va storta non è per colpa mia o di altri di cui avevo fiducia, ma dell'oscuro "burattinaio" che gestisce i destini del mondo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto. Anche io cmq adoro Welcome to the NHK, in primis il romanzo. E' la fotografia del nostro tempo.

      Elimina
    2. Ho letto il romanzo anch'io e credo abbia buoni elementi, però non l'ho apprezzato "stilisticamente": diciamo che in troppi punti mi sembrava scritto come la sceneggiatura pigra di un anime, mentre avrei voluto qualcosa di più "letterario" :D Magari l'anime autentico ne esce meglio.

      Elimina
    3. Certamente l'anime è superiore, ha delle differenze rispetto al romanzo ma sono tutte perfette per uno sviluppo della storia coerente con lo spirito della narrazione.

      Elimina
    4. Io l'ho letto 10 anni fa e non ricordo molto dello stile a parte il fatto che sia un romanzo "confessionale" in prima persona. Magari lo rileggo.

      Elimina
    5. Facesti anche una live stream su NHK un annetto fa, no?

      Elimina
    6. Sì, esatto. Poi non ho più fatto live perché non mi piace molto parlare.

      Elimina
  3. "Io non intendo affermare, con questo, che di cospirazioni non ne avvengano mai. Al contrario, esse sono tipici fenomeni sociali. Esse diventano importanti, per esempio, tutte le volte che pervengono al potere persone che credono nella teoria della cospirazione. E persone che credono sinceramente di sapere come si realizza il cielo in terra sono facili quant’altre mai ad adottare la teoria della cospirazione e a impegnarsi in una contro-cospirazione contro inesistenti cospiratori. Infatti la sola spiegazione del fallimento del loro tentativo di realizzare il cielo in terra è l’intenzione malvagia del Demonio che ha tutto l’interesse di mantenere vivo l’inferno."


    Questa citazione di popper racchiude, a mio avviso, il succo del discorso.
    Penso che alcune persone, più o meno disturbate, sentano il bisogno di inventarsi che la causa di tutti i mali del mondo sia una setta di persone che governa il mondo dall'alto senza che nessuno sappia qualcosa.
    Non è un caso a mio avviso che il tipo in questione fosse anche narcisista, o perlomeno egocentrico, molti dei complottisti che ho conosciuto avevano atteggiamenti messianici, molti altri erano solo confusi e cercavano un nemico semplice da attaccare, ma erano generalmente meno estremi e meno convinti.
    Questa cosa può anche applicarsi, non richiede sforzo puntare il dito contro gli immigrati, il capitalismo, le banche o Bush, diversamente, cercare di analizzare la società con rigore, nei limiti del proprio tempo e dei propri mezzi a disposizione, è molto più complesso, perciò puntare il dito contro un nemico che è definito ed invisibile allo stesso tempo è molto più semplice, oltre che più coinvolgente.
    Nella storia dell'uomo queste narrazioni quasi religiose sono onnipresenti

    RispondiElimina