Titolo originale: Sasurai no Taiyō
Regia: Chikao Katsui
Regia: Chikao Katsui
Soggetto: basato sul manga di Keisuke Fujikawa e Mayumi Suzuki
Sceneggiatura: Keisuke Fujikawa, Hiroyuki Hoshiyama, Shunichi Yukimuro
Sceneggiatura: Keisuke Fujikawa, Hiroyuki Hoshiyama, Shunichi Yukimuro
Character Design: Shinya Takahashi
Musiche: Hideki Fuyuki
Studio: Mushi Production
Formato: serie televisiva di 26 episodi
Studio: Mushi Production
Formato: serie televisiva di 26 episodi
Anno di trasmissione: 1971
"Sasurai no Taiyou", conosciuto in italia per i suoi
adattamenti denominati "Jane e Micci" e "Che Segreto!" è il primo
anime musicale della storia. Non esistendo alcun gruppo
di fansub inglese che si sia preso l'onere di fornire un'adattamento
fedele all'originale, ho dovuto seguire l'anime nella sua versione
"Che Segreto!", nella quale i nomi dei personaggi sono stati
italianizzati.
L'opera tratta la storia di Nozomi (Nicoletta), una ragazza di umili
origini la quale deve farsi strada nel mondo della musica partendo da
zero; molteplici saranno i colpi bassi, le torture psicologiche e le
cattiverie pure delle quali ella sarà l'oggetto, sopratutto da parte
della sua odiosa rivale Miki (Michela), una ragazza ricca, altolocata,
che ovviamente può permettersi sconti ed agevolazioni nella sua carriera
di cantante grazie al denaro e alle raccomandazioni dei genitori.
Non è una favola, "Sasurai no Taiyou". L'opera, alla pari degli altri
anime/manga del periodo (in particolare quelli di Tezuka), è una critica feroce
alla capziosità della società dei consumi, al fatto che con il denaro
si possa comprare tutto, anche le persone, le emozioni e i sentimenti.
Miki infatti rappresenta la tipica idol superficiale che bada unicamente
alle apparenze, al vestire, al prestigio personale, tuttavia
rivelandosi senz'anima, allo stesso modo della sua musica prettamente
commerciale. Nozomi invece rappresenta l'artista di strada tout court,
colui che avendo vissuto molteplici angherie e proibizioni sente il
bisogno di esprimersi attraverso la musica; Miki si potrebbe paragonare a
Madonna/Lady Gaga; Nozomi agli "Eagles", cantanti americani cresciuti
per le strade i quali si esprimevano attraverso musica vera, vissuta.
Gli ambienti musicali rappresentati nell'anime non sono molto diversi da
quelli reali: c'è il maestro di musica pieno di sé e bravo a parole, ma
che alla fin fine si piega comunque di fronte al potere del denaro
(Egawa); c'è il paroliere - oserei dire alla Mogol - cinico e donnaiolo
in completa antitesi con i testi poetici che scrive; c'è il produttore
il quale ti dice che se non fai musica commerciale secondo i dettami
della moda del momento non ti sgancia un quattrino; ci sono i locali
blues/jazz dei bassifondi nei quali il musicista inesperto viene deriso
e umiliato con cattiveria; ci sono i proprietari dei bar che vogliono
che tu suoni canzoni popolari e frivole anziché roba più impegnata e
complessa, mandando a monte la tua identità di artista. Come può allora
sopravvivere una povera ragazzetta ingenua a tutte queste angherie?
"Sasurai no Taiyou" è a tutti gli effetti uno Spokon anni settanta, un anime
in cui si devono versare lacrime e sangue al fine di emergere in una
società logorata dal dopoguerra, dalla criminalità e dalle ingiustizie
sociali. E' molto diverso da un anime giapponese attuale, forse troppo:
in "Sasurai no Taiyou" l'occidentalizzazione e il capitalismo made in
USA sono visti come un male assoluto, in quanto nel dopoguerra il
risentimento dei giapponesi verso la perdita del secondo conflitto
mondiale e l'occupazione americana erano molto forti. Il Giappone di
adesso, avvolto dal benessere capitalistico e più che mai
occidentalizzato, ha completamente rimosso quella mentalità di
distinzione abissale tra ricco e povero onnipresente negli anime degli
anni sessanta e settanta, nei quali c'era la fame e nei quali i protagonisti per
ottenere un briciolo di successo dovevano fare enormi sacrifici,
rinunciando completamente all'amore e alla giovinezza (si pensi ad
esempio a "Attack n.1", "Ace wo Nerae" e "Ashita no Joe").
Contrariamente agli anime musicali recenti, come ad esempio "Beck" e
"Nana", in "Sasurai no Taiyou" non esiste l'amore adolescenziale,
quell'innamoramento che fa sbandare e andare fuori di testa i
personaggi: queste cose vanno bene quando ci sono i soldi; quando si fa
la fame le paranoie sentimentali lasciano subito spazio alla feroce
lotta per la conquista di un miserabile tozzo di pane.
Com'era la norma negli anime/manga anni sessanta e settanta, "Sasurai no Taiyou" è
la fiera del melodramma, delle cattiverie e delle sfighe più
allucinanti: genitori agonizzanti ricoverati all'ospedale che
necessitano di cure dai prezzi esorbitanti che ovviamente la
protagonista non può permettersi, scene strappalacrime in pieno stile meisaku, umiliazioni di vario tipo ecc.
A livello tecnico "Sasurai no Taiyou" è messo proprio male, malissimo,
anche per gli standard low-budget della sua epoca. Non è tanto il
character design a farmi rabbrividire (non è nulla di paradossale per
chi come me è abituato al tratto di Tezuka), ma la qualità bassissima
delle animazioni, dei fondali, la generale sciatteria nella scelta dei
colori e delle proporzioni dei personaggi (in confronto, "Ace wo Nerae"
del '73 è un capolavoro di tecnica). Molto probabilmente lo scoglio
primario nell'approccio a questo anime per il pubblico attuale sarà la
grafica, anche se ci metterei la firma sul fatto che, ormai, in una
società in cui vige la mentalità del "tutto è dovuto", e ci si
impressiona anche solo per un semplice insulto, vedere una ragazza che
si fa il cosiddetto "mazzo a tarallo" venendo spesso e volentieri umiliata con una
certa dose di cattiveria non possa destare molto interesse. Tuttavia,
penso che - passando sopra al finale, che ho trovato eccessivamente
telefonato e buonista, e alle ovvie ingenuità dell'epoca - questo
anime abbia ancora qualcosa da dire; che sia in qualche modo educativo,
in quanto permette allo spettatore di farsi un'idea del Giappone di
allora, e del fatto che per raggiungere un qualsiasi traguardo di
rilievo nella vita sia talvolta necessario pagare un prezzo molto
pesante. Anche perché il benessere sociale che tanto ci vizia e isola
nel nostro narcisistico individualismo sta man mano cedendo il passo ad
una nuova stagnazione economica, ma questo è tutto un'altro discorso -
si pensi all'abissale differenza tra Miki e Nozomi, la prima
egocentrica, viziata e sola, la seconda povera e ingenua, ma circondata da amicizie solide e da una buona dose di calore umano .
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