Titolo originale: Gorugo 13
Regia: Osamu Dezaki
Soggetto: basato dall'omonimo manga di Takao SaitoSceneggiatura: Shûkei Nagasaka
Character Design: Akio Sugino
Musiche: Toshiyuki Omori
Studio: Tokyo Movie Shinsha
Formato: film cinematografico
Anno di uscita: 1983
"Golgo 13: The Professional" è il primo adattamento cinematografico del
celebre manga hard-boiled di Takao Saito, ed è diretto dall'illustre
Osamu Dezaki, uno dei più grandi registi dell'animazione giapponese di
tutti i tempi. Il film traspone attraverso uno stile estremamente
autorale una vicenda autoconclusiva incentrata sulla figura del freddo
sicario Duke Togo, il quale si ritroverà coinvolto in una spirale di
violenza indotta da una diatriba interna alla mafia.
Siamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro di regia: "Golgo 13: The
Professional" è indubbiamente uno degli apici cinematografici di Osamu
Dezaki. Si assiste alla frammentazione della prospettiva con split
screen di tutti i tipi, sia diagonali che orizzontali e verticali; le
inquadrature si fanno progressivamente sempre più serrate, inclinate ed
opprimenti, in modo da accentuare l'atmosfera estremamente cupa ed
angosciosa che avvolge l'oscura vicenda rappresentata. Il character
design dell'onnipresente Akio Sugino contribuisce al "nero" mood
dell'opera con donne bellissime e maledette, criminali dalle espressioni
demoniache e dallo sguardo truce e malvagio, uomini tormentati dal
volto afflitto.
Ogni singola scena del film è a mio avviso perfetta, ed evidentemente è
stata studiata nei dettagli in modo da creare un bagno di sensazioni, di
emozioni, di particolari sfuggenti che vanno a formare un mosaico
estremamente tetro e senza speranza. "Golgo 13" infatti è puro gekiga,
un genere estremamente adulto, sanguinoso e dalle tematiche impegnate.
Non viene fatto alcuno sconto allo spettatore, ed ovviamente l'intero
film è un bagno di sangue pieno di morte e disperazione, con tanto di
una raccapricciante scena di stupro in grado di far sospendere
immediatamente la visione allo spettatore più sensibile.
Nell'opera prende il sopravvento il lato più nichilista e pessimista di
Osamu Dezaki, il quale tuttavia sembra essere alla costante ricerca del
bello anche nell'inferno più totale: si pensi alle splendide scene
d'amore, in particolare a quella estremamente significativa nella quale
Duke Togo e la sua donna hanno un rapporto sessuale in secondo piano,
nell'ombra, mentre in primo piano le luci della città che colpiscono la
parete della loro stanza formano delle figure geometriche astratte in
movimento. L'espressionismo tipico di Dezaki è in grado di creare
atmosfere e commistioni uniche, le quali fondendosi alle immagini
riescono a penetrare direttamente nell'inconscio di chi sta dall'altra
parte dello schermo. Allo stesso modo di "Ashita no Joe", in "Golgo 13:
The Professional" la luce è quasi completamente assente: anche quando le
vicende si svolgono di giorno sembra che in realtà si svolgano di
notte, in un buio cangiante che parla da sé comunicando un marcato ed
angoscioso pessimismo: il regista fa parlare direttamente le immagini,
senza aver bisogno di ricorrere ad alcun onanismo intellettuale di
sorta.
A livello di tematiche, nel film è presente un tragico rapporto tra
padre e figlio tipicamente giapponese nella sostanza, nonché una
condanna al culto della ricchezza e del potere, tema molto caro a Osamu
Dezaki sin dagli anni settanta. Ovviamente la vicenda si snoda
attraverso lo scibile tipico dei film noir e hard-boiled, eccellendo
nell'utilizzo dei cliché tipici del genere, come ad esempio femme
fatales, intrighi tra stato e mafia, sparatorie, eclatanti colpi di
scena degni dei migliori thriller.
E' da notare che nel film compare una scena realizzata interamente in
computer grafica, evidentemente una delle prime della storia, la quale,
data la sua bassissima ricchezza di dettagli, stona completamente con i
sacrosanti disegni realizzati interamente a mano. Sembra proprio che
Dezaki con questo film abbia voluto spingersi verso nuove frontiere di
sperimentazione cinematografica: nella storia dell'animazione giapponese
gli anni ottanta fuorono senz'altro seminali per quanto concerne lo
sviluppo di nuove tecniche registiche, di animazione e di design.
In conclusione, oltre ad essere un manuale di regia e di espressionismo,
"Golgo 13: The Professional" è anche un'ottimo film noir, e mi sento di
consigliarlo a tutti gli amanti del genere. Consiglio anche l'omonimo
manga, che in Italia è stato edito da J-POP, la quale ha reso
disponibili nella nostra lingua due raccolte di storie autoconclusive
mutuate dagli innumerevoli volumi usciti in Giappone: un cofanetto di
tre volumi con delle storie scelte dall'autore ("Author's Selection) e
un altro cofanetto di tre volumi con delle storie scelte dai lettori
("Readers' Selection).
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