sabato 26 aprile 2014

Mononoke (TV): Recensione

Titolo originale: Mononoke
Regia: Kenji Nakamura
Sceneggiatura: Chiaki J. Konaka, Ikuko Takahashi, Michiko Yokote e Manabu Ishikawa
Character Design: Hashimoto Takashi
Musiche:Takanashi Yasuharu
Studio: Toei Animation
Formato: serie televisiva di 12 episodi
Anno di trasmissione: 2007


Mononoke è una serie del 2007 prodotta dalla Toei Animation e magistralmente diretta da Kenji Nakamura, regista di "Ayakashi: japanese classic horror". Quest'opera è considerabile infatti come una sorta di spin-off degli ultimi tre episodi di Ayakashi (intitolati: “Bake Neko”), un insieme di vicende parallele strutturate sulla medesima ambientazione e concentrate attorno all'enigmatica figura del farmacista (Kusuriuri), impegnato in un misterioso viaggio.


Mononoke è una di quelle serie che attirano immediatamente l'attenzione per la loro realizzazione tecnica e grafica. Questa infatti si discosta decisamente dai canoni tipici dell'animazione moderna per cercare invece un'identità e originalità proprie, traendo ampiamente ispirazione dalle stampe giapponesi tradizionali, sia per quanto riguarda gli ambienti sia per la ricchezza dei dettagli e delle decorazioni, elementi che impreziosiscono il tutto andando a comporre un incredibile e stupefacente mosaico di colori e figure, le quali sembrano come dipinte su pergamena. Si percepisce una palpabile atmosfera dal sapore “antico” che contribuisce al fascino esotico e misterioso che avvolge l'intera opera.
Senza timore alcuno la si può definire un'opera sperimentale, che interseca uno stile narrativo graffiante e travolgente, avvalorato e arricchito da una repertorio musicale d'eccezione, con una maniacale cura per i dettagli, rintracciabile persino nella realizzazione delle gocce di pioggia e dei fiocchi di neve.
Un'altra apprezzabile caratteristica si può rilevare circa la fattura del charachter design, spesso volutamente esagerato e caricaturale, in modo tale da evidenziare con efficacia le emozioni e le peculiarità caratteriali dei personaggi. Notevole anche il riferimento al teatro giapponese tradizionale, enfatizzato dall'aprirsi e chiudersi delle porte, tanto che sembra di assistere a una rappresentazione teatrale.

L'opera si struttura su cicli autoconclusivi di due o tre episodi l'uno, per un totale di cinque racconti.
Come già accennato in precedenza, la serie si concentra nel narrare le vicende di un enigmatico personaggio di cui poco si conosce, nemmeno il nome. Fin dal primo episodio viene svelato che si tratta di un “farmacista”, intento nel suo peregrinare per il mondo alla ricerca di sovrannaturali e pericolose creature denominate "mononoke". Esse nascono dal rancore, dai rimpianti, dall'odio e dalla disperazione delle persone, trascendono il mondo reale e portano distruzione ovunque si rechino, in cerca della loro vendetta; per questo si rende necessario purificarle. Arduo è perseguire tale fine, poiché occorrono tre indispensabili informazioni in merito a questi spiriti per poterli sopraffare: se ne deve conoscere “forma”, “verità” e “rimpianto”. In questo modo viene offerto uno spunto per sviscerare a fondo i personaggi dei vari racconti, in particolare si rivela importante ricostruire il passato e la vicenda psicologica che soggiace alla genesi del mononoke, elementi imprescindibili al fine del suo annientamento. Espediente piuttosto brillante, dunque, per infondere all'opera una notevole profondità e suggestività, merito anche del contributo offerto dalla sceneggiatura, incisiva ma illuminante, oltre che dal tono piuttosto tragico delle varie vicessitudini raccontate.


Fondamentale è la regia, capace di dosare perfettamente i silenzi, i momenti di stasi e di azione, forgiando in questo modo una perfetta atmosfera di tensione e d'insostenibile attesa per la manifestazione degli eventi. Ogni scena è un tassello che va a comporre e a chiarire la verità dell'oscuro orrore che si cela nei più reconditi anfratti dell'animo umano.
Il linguaggio visivo del regista non esita a impreziosire il tutto con elementi metaforici e simbolici di grande stile, conferendo in tal modo una maggiore suggestività ed espressività alla narrazione; è encomiabile anche la teatralità dei momenti dedicati al combattimento, coinvolgenti e sbalorditivi.

Per concludere, rintengo che Mononoke sia un'ottima serie dalle venature horror, che si distingue però anche per una forte componente psicologica e tragica. Un lavoro impreziosito da una regia azzimata e da un apparato estetico assai suggestivo. Non posso non invitare caldamente alla visione di questa serie così particolare e fuori dai normali schemi, non fatevi condizionare dalla sua estetica che, a prima vista, potrebbe fare storcere il naso a più di qualcuno. Mononoke rappresenta una ventata d'aria fresca nel mondo dell'animazione degli ultimi tempi, magari ci fossero più serie di questo tipo.





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