giovedì 4 luglio 2024
Dino Buzzati, il trauma del tempo e altre riflessioni
venerdì 16 giugno 2023
Questo mondo non mi renderà cattivo: la poetica del senso di colpa
La seconda serie di Calcare è decisamente migliore della prima: costituisce un passo in avanti sia a livello di narrazione che di contenuto. Il generale qualunquismo degli italiani l'ha tuttavia inquadrata come una serie prettamente politica - "Oh, minchia, le zecche vs i fasci cattivi se li poteva risparmiare"; "roba troppo politica per me, spiace"; "troppo pesanteh", "troppo impegnata" ecc. In realtà Calcare non è mai stato un autore superficiale, fin da quando pensava in francese in mezzo alle cumpe coatte della sua periferia romana. Anzi, proprio da questa sua diversità nasce la poetica Calcariana, il dialogo con l'Armadillo/coscienza: l'ammissione e conseguente esplorazione di un profondo senso di colpa nei confronti di chi, contrariamente a lui, non ce l'ha fatta, o quantomeno non aveva la sua fortuna (i.e. l'istruzione, l'intelligenza, le origini medio-borghesi). "Questo mondo non mi renderà cattivo", come tutte le altre opere dell'autore, è infatti un distillato di senso di colpa e inadeguatezza, una cosa della serie "so di essere sempre stato un privilegiato, ora sono diventato addirittura un socialista da poltrona, ma voi, compagni miei delle strade e dei centri sociali, continuate a soffrire. E ciò secondo me è ingiusto".
martedì 23 novembre 2021
Strappare lungo i bordi: Il prezzo della moratoria
Si sta dicendo molto sulla serie animata di Zerocalcare: "le solite tematiche del fumettista", "sembra un po' La profezia dell'armadillo", "è una fucilata", "c'è il treno, quindi la tematica del viaggio", ecc. In pratica, la fiera delle banalità. D'altro canto, quando Michele Rech viene intervistato, di solito l'intervistatore gli propone domande davvero banali, avendo una conoscenza dell'autore – e soprattutto del suo contesto sociologico – soltanto superficiale, quando non del tutto assente. Non me la sento neanche di "recensire" quest'opera, per quanto le mie recensioni siano molto particolari: il cartone animato in questione è molto simile, come impostazione scenografica e registica, a un fumetto dell'autore; la differenza principale sta, come dice anche lui stesso, nel fatto che lo spettatore può diventare partecipe delle musiche ch'egli ascolta durante la stesura, e cioè la creazione, il pensiero, delle sue tavole. Dal punto di vista tecnico-graficoe animazioni fanno il loro dovere e le colorazioni non stonano mai: nulla da lamentare pertanto. Lascio quindi una piccola considerazione personale, come sempre per chi ha già visto la serie e vorrebbe su di essa un'opinione più "cosciente" del solito.