venerdì 20 settembre 2024

Le fiere del fumetto nel 2024: Riflessioni e divagazioni personali


Un lettore,  che in questo articolo chiamerò ***, mi ha scritto in un gruppo Telegram di aver partecipato a una fiera del fumetto nel sud Italia. È un ragazzo che non ho mai conosciuto di persona, ma con interessi musicali,  culturali e cinematografici abbastanza ricercati (se non fosse così non mi leggerebbe, d'altronde). "Sono andato per tentare di rimorchiare qualche egirl" ha scritto. "Ma lo spettacolo in fiera è stato desolante: le egirl stanno tutte con megrechad e corechad, e io sono come invisibile per loro. Ho vagato un po' per la fiera ma mi sentivo come un alieno:  eppure una volta quello era il mio mondo". Megrechad e corechad a parte, che sarebbero derivazioni più o meno nerd del fantomatico chad di cui la redpill, ossia il bel ragazzo di status e bellezza elevata che ha facilmente accesso alla vagina (o al culo, dipende dai gusti), la sensazione di "estraneità" di cui mi ha parlato *** devo dire che l'ho provata anche io alle ultime fiere a cui sono stato. Ero lì per Shito ovviamente, un amico di lunga data, e non di certo per rimorchiare qualche egirl; eppure il sentore di "essere fuori posto" non mi ha mai abbandonato un secondo. Se provo a scavare nella memoria, mi vengono in mente i vecchi Lucca Comics ai quali mi portava mia madre da ragazzino: qualche tensostruttura fuori dalle mura, presenza di cosplayer quasi nulla (una maglietta degli Slayer era già tanto) e si andava lì per la limited di Wolf's Rain (devo ancora averla da qualche parte, quella col librone della Luna), per cercare qualche carta  di Magic a buon prezzo o per girare le bancarelle e ravanare nei cassettoni con le OST di anime e visual novel (fu così che conobbi Tsukihime, tra l'altro, per via della  suggestiva copertina del CD: mi sentivo dark e mi ero trovato una cosa dark, fine). Non esistevano i social media, non esistevano le egirl e nemmeno  i Moccia o i Cicciogamer della situazione. La passione per una cosa, dico una passione a livello individuale, la si sentiva propria e basta, senza alcuna necessità di emulazione o di affidarsi a un guru. Era impossibile pertanto sentirsi "fuori posto", perché la pressione sociale era pressoché nulla. Si accettava di essere diversi, di essere soli, e andare a Lucca a comprarsi la Cardass Masters della waifu Mana Kirishima era il proprio rifugio, perché nella realtà, a scuola, le ragazze non si mettevano con quelli problematici o diversi dalla massa. 


Non compravo queste minchiatine perché me lo diceva Dario Moccia, ma perché erano un mero palliativo all'assenza di affetto femminile. 


La Lucca nella quale ho incontrato Mamoru Oshii, quella del 2015, per me non era già più una "Lucca normale". I social media si erano ormai affermati e pertanto le persone, nerd inclusi, erano già tutte un po' uguali tra loro: egirl, cosplayer, influencer in erba con o senza blogghino, bellocci con la faccia da ebete e il pelo di figa ancora attaccato alla lingua, e così via. Se io da  ragazzino mi sentivo "dark" era perché a scuola ero il figlio povero di divorziati nelle scuole medie dei ricchi, là dove i figli degli avvocati, anche se brutti e stupidi, avevano accesso alle attenzioni delle ragazze mentre quelli come me, di fatto, venivano tagliati fuori e dovevano dimostrare di esistere facendo casino (ed ecco quindi le note sul registro, i richiami dei professori e così via). Idem alle superiori, con l'aggravante che questa volta erano scuole per poveri e quindi le leggi naturali agivano indisturbate senza alcun manto di ipocrisia o buone intenzioni. Ora, da adulto, capisco benissimo perché mia madre spingeva tanto sul mio abbigliamento e sui miei modi di fare: lei sapeva che avrei dovuto recitare la parte del ricco, altrimenti sarei stato tagliato fuori da tutto (ovviamente all'epoca, da buon adolescente problematico, mi ribellavo a qualsiasi cosa, quindi anche ai suoi moniti, che trovavo frivoli). A contribuire alla mia esclusione era altresì la mia sete di ideali: la rabbia verso l'ingiustizia della natura e della società, cose che già intuivo senza essere passato da Schopenauer; il desiderio di un amore grande ed eterno (infatti l'unico vero amore della mia vita è stato quello con una ragazza che, almeno inizialmente, condivideva i miei stessi folli desideri e ideali). In pratica ero un otaku a tutto tondo, e lo scrivo utilizzando il termine nella sua accezione originaria, e non per dire "so' figo" come spesso capita nella società del ritardo mentale in cui viviamo. Anche la mia ex lo era, e proprio come l'uccellino di Utena che a un certo episodio si schianta contro la vetrata dell'accademia Otori, entrambi ci eravamo schiantati contro la realtà, facendoci del male a vicenda. Penso che questa sia la vera quintessenza dell'essere otaku, ossia una profonda frazione tra ideale e reale, tra il sé e la società tutt'intorno, che poi ovviamente deve andare a compensarsi nell'intrattenimento o nel collezionismo. Nel diorama il tempo non ci può far male, cantava Bianconi nell'omonima canzone. E poi sì, eravamo stati insieme a vedere i dinosauri al museo di Storia Naturale di Milano, ovvio. 


Long ago I wandered thru my mind // In the land of fairy tales and stories // Lost in happiness I knew no fears // Innocence and love was all I knew // It was an illusion


In tutto questo comunque, tornando alla mia adolescenza reale e biologica, avevo ancora diritto a un'individualità: ero il figlio povero di divorziati, sì, tuttavia sapevo strimpellare la chitarra, ascoltavo i Black Sabbath e non Gigi Dag e pertanto, magari, al paese potevo ancora sperare di trovare qualcuno simile a me con cui andare d'accordo. Qualche compagno di scorribande metallaro infatti lo trovai, inclusa una fidanzatina, la povera del paese – era quasi una gitana, i capelli neri lunghi e sporchi, un visino da cerbiatta col naso a scivolo –, che lasciai dopo due settimane perché ero un ingenuo (girava voce che mi volesse lasciare e io diedi subito retta alle malelingue). Quando venne nella mia classe per chiarire, la ignorai e rimasi lì come un autistico a giocare a The Magic Box, un gioco di ruolo da tavolo di mia invenzione. Chiusa la breve parentesi adolescenziale, questo in origine era lo scopo delle fiere: la coesione sociale di un gruppo di reietti consapevoli di esserlo. Non per niente andavo lì per incontrarmi con quelli dei forum tematici, gli unici veri amici su cui potevo contare. Eravamo in pochi, sì, erano ambienti a misura d'uomo quelli. Erano il rifugio di coloro i quali avevano l'onere di essersi smazzati fin da subito le ingiustizie intrinseche della vita su questa Terra, quindi per forza di cose andare a Lucca era il top. Ecco, ora però non è più così: le fiere mi sembrano esattamente come la scuola, non mi paiono più luoghi di rifugio o coesione. La società tutta è come la scuola (il corechad altro non è che il famoso figlio dell'avvocato ambito da tutte, no?) In fondo Mark Zuckerberg era uno pseudo incel brutto come la fame ma con i soldi che aveva inventato Faccialibro per spiare le compagne di classe,  quindi è tutto  molto banale, sì, perché invero il Male in se stesso è la più grande delle banalità. In questo contesto, il nostro lettore *** della situazione non può più trovare conforto in una fiera del fumetto, perché in quel luogo troverà le stesse meccaniche sociali di sempre (gli influencer vip che gli fregano le donne, la fiera della vanità e dell'ostentazione e così via). Di fatto i social media hanno amplificato e diffuso le differenze tra persone standardizzandole e capillarizzandole in qualsiasi contesto; ed ecco che abbiamo dark che sono dark solo di aspetto, egirl che fanno cosplay di anime che non hanno mai visto, i vari Fabrizio Corona degli anime e manga che parlano giappominchiese. Insomma, ormai sono Tutti Fenomeni: non è frustrante essere circondato da gente che a ogni ora,  ogni santo giorno, deve farti vedere quanto è brava e bella e ricca e che sta sempre lì a insegnarti a vivere? Se da ragazzino avessi avuto Youtube con sopra Matteo Mancuso che sparava scale ai duecento chilometri orari, tutto bello e perfetto e bravissimo e bellissimo, molto probabilmente avrei odiato la chitarra; se avessi seguito Moccia avrei odiato i cartoni animati giapponesi e le carte di Magic, che erano le mie vie di fuga, delle cose che tutti sapevamo essere da perdenti, da puzzoni, delle cose di cui non avrei avuto bisogno se fossi stato bravo, bello, ricco e simpatico come lui (sarei andato appresso alla figa, piuttosto). Mi viene in mente Lou Reed, che suonava quel che suonava perché era un relitto della società. Nel mondo di oggi sarebbero mai esistiti i Velvet Underground? Non credo proprio, dato che i modelli di perfezione indotti dai social media vengono supportati da una politica invisibile (ma onnipresente, un po' come il Wi-Fi e BlackRock) della rimozione del dolore e del lato "brutto" della vita. Se l'unico modello valido di maschio umano è un bambinone gioioso felice di essere consumatore, di conseguenza il Lou Reed della situazione va rimosso, in quanto non banalizzabile nella solita retorica disneyana sulla bontà umana che va tanto di moda nell'oggidì. 


Questo a momenti piange mentre canta. Non è proprio Damiano dei Maneskin.


Ora che sono adulto, comunque, sento di aver perso la maggiorparte del  mio vecchio interesse nelle "cose nerd" (che è scemato in modo inversamente proporzionale alla mia disillusione nei confronti delle cose della vita). Andare a una fiera nel 2024, pertanto, per me è una forma di alienazione duplice rispetto a quella provata dal mio lettore ***, che comunque è ancora appassionato (e forse questo è un altro problema:  la "passione", altra cosa da censurare e rimuovere, un po' come il dolore). Oggi, alle fiere, oltre a essere obbligato a rivivere i tempi dolorosi delle scuole medie e superiori a trenta e passa anni, ho altresì perso l'interesse nella "materia prima", se così la si può chiamare. Mi sento un po' come la Faye di Cowboy Bebopche si risveglia dall'ibernazione e trova il mondo cambiato (questa sensazione l'ho avuta soprattutto nell'immediato post pandemia, anche se poi ci si abitua, si prova a ricostruirsi altrimenti non si va avanti – morire è troppo sbattimento, meglio vivere, mi ha detto una volta mia madre). Riassumendo, comunque, in generale si potrebbero identificare i recenti cambiamenti della società in tre punti: 


1) La proroga indefinita di un modello adolescenziale alla vita adulta, dove prima avveniva una naturale sovversione di valori da frivoli a reali. 


2) La virtualizzazione e sovraesposizione dello stato di Natura da parte dei social media: se prima gli attori, i vip della televisione o i calciatori, ossia i top tier della società, venivano considerati irraggiungibili, oggi, tramite i social media, oltre a essere diventati alla portata di tutti, diventa quasi obbligatorio emularli, pena l'invisibilità. Di conseguenza i più sfortunati, che dapprima avevano i loro spazi e le loro possibilità di riscatto, di fatto vengono considerati o si considerano subumani. Penso che sia da qui che nasce il fenomeno incel, alimentato altresì dalla cultura tossica e oggettificante delle dating app


3) Una retorica disneyana della bontà umana basata sul politicamente corretto, che anzi di mitigare differenze e problematiche sociali, le amplifica. 


Il mio lettore *** queste cose le sa, e l'atto estremo nella sua cameretta incel è stato quello di leggersi il Libretto Rosso di Mao TseTung, un po' come Fantozzi che leggeva il Capitale, sbottava, incontrava il Megadirettore Galattico e poi tutto tornava come prima. "La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza" legge *** mentre pensa alle egirl della fiera. "È una società dove le cattive persone, quelle frivole e ignoranti e fortunate, vincono su tutto, mentre invece quelle meritevoli e per bene vengono affossate". Senza regole là fuori si torna allo stato di natura, ma quando si prova a cercare rifugio, anche soltanto nella propria cameretta, ecco i social che ci riportano tutto in casa, amplificando ed esasperando il disagio primigenio. "Un missile su Bruxelles, un missile sulla Casabianca e una testata nucleare su Silicon Valley" ha scritto qualche sbandato in mezzo a un marasma di commenti YouTube in calce alla solita notizia sulla guerra in Ucraina. Parole, parole, parole. Postmodernità è caos e solitudine, la cameretta spoglia, l'attaccamento a un passato idealizzato (ah Vicenza, ah la mia ex!). Certi tipi di individui sono sempre stati avvantaggiati rispetto ad altri, ma ora, contrariamente a una volta, non c'è più rifugio. Quando *** disinstalla i social dal telefono, la sua cameretta incel diventa il nuovo monastero di clausura benedettino; quando *** sceglie di non segarsi più su XVideos si fa infine asceta gnostico che rifugge dalle tentazioni del Dio malvagio, altro che la castrazione dei Catari Albigesi. Al posto della Vergine Maria a cui dedicare le proprie preghiere ecco una waifu a due dimensioni; il lettino non è di legno ma caldo e confortevole; il cuore troppo saturo e impaurito per potersi più aprire a qualcuno, ma allo stesso tempo troppo giovane per la misericordia. È anche inutile rivendicare qualcosa, perché tanto alla propria voce di invisibile se ne sovrapporranno infinite altre in infiniti altri nonluoghi: la violenza necessaria al cambiamento risulta priva di direzione, viene quindi rivolta verso di sé – almeno ci si sente vivi. E bingo, bingo davvero, il potere ha vinto. Ma vinto definitivamente, non si torna più indietro. Sovrainformazione, saturazione, entropia massima che invero è sinonimo di morte, sicché la vita si autoalimenta proprio per fronteggiare l'inesorabile crudeltà del secondo principio della termodinamica, quella legge che fra qualche miliardo di anni decreterà la massima entropia dell'universo. Fuggite, fuggite, fuggite dalla vita, ora ch'essa è più invivibile che mai. "Se non ho il Libretto Rosso di Mao sotto mano mi sento male" mi scrive ancora ***. "Osare battersi, arrischiare, vincere".  Nel 2024 (mi viene quasi da riderci sopra: forse Mao TseTung era un memelord a sua insaputa). Ah, il passato! Ah, le certezze! Le narrazioni, le ideologie, Dio... Ci vuole un folle per restare sano di mente // In questo mondo tutto ricoperto dalla vergogna [...]  Un'istantanea multicolore che // bloccata nel mio cervello // mi ha mantenuto sano di mente per un paio d'anni, // diluendo le mie paure di diventare come gli altri // che diventano madri // e padri infelici di bimbi infelici, // e come mai?

34 commenti:

  1. Poveraccio di un Mao, trasformato in una fonte di presunto auto-aiuto. In generale, poveraccio ciò che dovrebbe essere un punto di partenza e invece è solo un "atto estremo" (quasi peggio che essere solamente un talismano come un altro...!). Alla fine non si può che auspicare che il signor *** capisca quello che legge e sia al massimo solo il sentimento a tradirlo, come accadeva a Fantozzi.
    (Così ad occhio gli consiglio di passare almeno a "Riscossa multipopolare" del Marrucci, per assorbire un po' meno individualismo e un po' più conoscenza al di là delle terminologie alla *incel* e *chad*. Fine marchetta pamphlettistica autofinanziata :D )
    ----
    Certe storie mi fanno esser lieto di non aver sperimentato o visto quasi nulla. Ciò dovrebbe essere un problema, nevvero?
    ----
    (P.S. Che canale Telegram è?)

    RispondiElimina
  2. Bel post.

    Ti getto un po di cose di vita mia reale, che sono all'incirca tuo coetaneo. I videogiochi e la cultura anime/manga mi sono sempre sembrate cose da ritardati. Ma anche il genere fantasy. Nel senso che quando uscirono i primi harry potter e costavano tipo 18e a volume - io in genere divoravo libri in edizione newton and compton o presi da bancarelle al costo di un gelato al bar quasi - mi vergognai a farmelo comprare da mio nonno perché erano tipo 18e per una puttanata fantasy da ragazzino che si sente incompreso. Facevo le medie. Erano anche gli anni del signore degli anelli, questo lo lessi.

    Provai imbarazzo e rimpianto per il tempo sprecato a leggerlo. Diciamo mi concedevo victor hugo, balzac, dostoevskij. A livello di svago il ciclo dei tre moschettieri, incluso vent'anni dopo e il visconte di Bragellone. Anche ignorante e incolto e giovane come ero alle medie gia sapevo cogliere le diverse eta della vita e sentimenti con cui erano stati scritti. E negli anni capii perche furono tanto amati.
    Non che non avessi letto Ken Follett, Clive Cussler etc. Anni fa tutta una serie di libri li buttai. Erano letture da scuola elementare, anche se la cruna dell'ago aveva una vena di erotismo. Dovrei vedere se fu cestinato o meno. Sicuramente non me ne vergognavo come con Henry Potter. Di clivr cussler ne lessi uno e mi sembro spazzatura, cosi molti altri. Ma erano davvero anni di scuola elementare. Gia alle medie selzionavo.

    Poi vennero l'adolescenza e tutto il resto, pur avendo sempre simpatia per gli esclusi non è che non mi rendessi conto fossero ritardati e spesso anche sfigati. La vita la passo come la passo tuttora, le conversazioni fuori sono di un livello banale tanto che ho una doppia faccia. Non posso parlare con nessuno delle cose che mi interessano, non conosco nessuno a cui interessino e che ne abbia reale conoscenza.

    RispondiElimina
  3. Part 2

    Ieri visitando una paziente architetto e professoressa universitaria di storia dell'arte mi capita di citare Jonas Salk... le faccio ma sa che poi Francoise Gilot lo sposo in seconde nozze, curiosa come.cosa no...( penso io tra me e me:perche lo fece nella smania di rinnegare P., per poi rinnegarlo a sua volta afine vita.)
    Si finisce a parlare di Picasso, di come a riguardo ho trovato molto piu illuminanti i libri a lui dedicati dalle sue donne ( F Gilot, e in minima parte anche Fernande Olivier) che libri di critica anche rinomati come ad esempio quello di Gertrude Stein. E lei mi fa, eh si Picasso era un birbaccione.
    Io nei suoi ultimi dipinti di satiri e orge bucoliche, specie dopo la rottura da F, non ho che potuto pensare ai festini con le olgettine di Berlusconi vecchio e solo.
    Certe volte si sentono proprio dei gap comunicativi.
    Nella nostra generazione trovo molto intelligente Pietro Castellitto, il suo ultimo film Enea mi piace molto.
    Specie il modo in cui il protagonista si relaziona alla sua ragazza. Non ci vedo alcun gigachad, megachad etc.

    Alla fine o seduci per.forza sociale, o per desiderio di comunicazione
    Ho sempre puntato sulla seconda.

    Stante che una bella macchina costa, una bella.casa costa, delle vacanze decenti costano molto, uscire a cena in posti decenti anche etc.

    Quindi in genere davvero non ho mai sentito granche la retorica chad/ricco, se non nella misura in cui credo che un minimo benessere sia necessario. Davvero è sempre quello... il decameron non fu ambientato in un lazzaretto, the dreamers non in un trilocale in periferia con architettura simil sovietica etc.

    Vediti il film di Castellitto, gli scrissi anche un messaggio di complimenti su facebook che dovrebbe aver visualizzato. Lo vidi perncuriosita e cin scetticismo il film, ne rimasi incantato.

    Il messaggio erano molti complimenti, e poi che se non ci metteva di mezzo la mafia e la droga e le pistolettate avrebbe fatto un capolavoro immortale al livello dei 400 colpi di Truffaut. Veditelo, anche il protagonista aveva genitori divorziati o giu di li.
    La storia di Antoine Doinel nella storia del cinema è davvero molto bella. Credo ci si veda la crescita, la solitudine, il desiderio delle ragazze pur in assenza di cose da sfigati disturbati come le carte di magic e i cartoni animati (con tutto il rispetto per te), o i gruppi sociali e le dinamiche chad etc. Però e in Francia. La francia e un paese dove se.lavori e ti impegni compri casa e vivi.discretamente (non e il mito del successp etc, e un dato di fatto:; in italia se non hai soldi di famiglia e non ti muovi diciamo quantomeno cin astuzia fai il fantozzi della situazione. Le ragazze hanno interiorizzato questa.cosa.... bada

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so, io mi interessai a Picasso non so neppure perche. Credo per qualche motivo decisi di leggere il famoso libro La mia vita con Picasso, forse ne trovai qualche stralcio da qualche parte.
      Mi colpi molto, alla fine c'erano quei tratti di attaccamento morboso e reclusione/esclusione dal mondo che credo spinsero Proust a chiamare il suo V libro la prigioniera, che spinsero Howard Hughes prima a far diventare Jane Russell famosa per the outlaw (a proposito di esclusione, fa il paio con lo scomunicato di Jose Giovanni)e poi a metterla sotto contratto per non farla recitare o a far ritirare dalle scene Jean Peters, etc etc

      Curioso come anche nel libro scritto da Fernande Olivier... Picasso e i suoi amici... si parla di come i primi 3 mesi di relazione la chiuse in casa. Fu scritro nel 33, il femminismo quasi non esisteva, era una notazione caratteriale e nulla più.

      A me Francoise Gilot piace(va) tantissimo. Aveva degli occhi splendidi da.giovane.Sulla stranezza della pittura cubista... beh nacque quando i quadri erano ancora oggetti di arredo di alta qualita, piuttosto che omg l'opera rivelatrice del noumeno. Quindi credo si adattarono e influezarono reciprocamente con l'architettura di interni e esterni.

      ****
      Io in Francia ci sarei rimasto al tuo posto avessi avuto una proposta congrua, alla fine stai a parlare qui di gigachad, redpill, solitudine.
      E non mi sembra sei una persona da buttare via.
      Forse è sbagliata la pozza in cui cerchi?

      Avere una carriera discreta non e mai il rosso e il nero. È un romanzo che si attaglia piu che altro agli ambienti carrieristici dell italia attuale.
      Hai presente le seggioline colorate che stanno nei parchi a parigi? Quelli hanno il culto del tempo libero
      Il rosso e il nero è piu una cosa da pezzentw morto
      C"e nel fondo la voglia di campare di rendite passive o comunque di posizione.
      Alla fine mi pare Julien Sorel fosse il figlio del mugnaio.
      Vedo molto piu sano lavoro tutte le settimane della mia vita il giusto per dignita personale, e.mi aspetto una paga congrua.
      Una cesura tra voglia di posto fisso alla checco zalone e do il culo cosi da arrivare a una rendita divposizione se non economica mi pare piu tipica di una societa che non ha conosciuto la borghesia diffusa.

      Elimina
    2. Aggiungo qualcuno dira, ma no il rosso e il nero è la voglia di rivalsa, il rancore e livore dopo aver subito prima in eta infantile, quindi adolescenziale e poi aver continuato ad essere umiliato nella prima giovinezza.

      A parte che non vedo situazioni come quella italiana attuale tanto simile a questa del libro. Il primo anno di università la prof di fisica disse ai miei colleghi state lontano da quello che vi porta sulla cattiva strada.
      Spiegavo ad un amico che a studiare troppo ce lo avrebbero messo in culo sia ora, che dopo quando saremmo stati forgiati a essere animali da monta sottopagati. Poi credo fui uno.dei 2-3 30elode della.classe, senza manco sapere tutte le formule. Me ne usci, questa formula non la ricordo quindi il calcolo non lo posso fare ma la.soluzione sarebbe questa all incirca.

      Peraltro sulle nevrosi da rancore, livore e frustrazioni varie ci scrisse un bellissimo libro Ernesto De Martino, a mio parere il piu grande antropologi italiano, si chiamava la terra del rimorso. Altro che lavorare la terra....io ho un ramo famigliare discretamente benestante (aziende, banche, terreni, etc) e l altro discretamente povero. Scommetti qual è quello piu rancoroso e che ha fatto il matrimonio di interesse per sistemarsi attratto solo da passare da operaio a piccolo industriale nel tempo di una gravidanza. Non è finita bene. Altro che il bello di lavorare la terra a mani nude.

      Elimina
    3. "Io in Francia ci sarei rimasto al tuo posto avessi avuto una proposta congrua"

      La vita accademica mi ha fatto odiare le mie passioni, ne parlavo giusto oggi con mia madre e marito.

      "Altro che il bello di lavorare la terra a mani nude."

      Non sono stato educato con questo tipo di arrivismo per fortuna, ma posso capire. La brava gente e la cattiva gente sta da entrambe le parti. Il punto dell'articolo e dei miei commenti è comunque soggettivo (il me stesso ragazzino e il me stesso adulto in relazione alle fiere VS il pdv di un lettore più giovane). Tu comunque rimani sempre molto proiettivo in ciò che scrivi, con un titanismo francesino che francamente non condivido.

      "alla fine stai a parlare qui di gigachad, redpill, solitudine"

      Osservo semplicemente ciò che mi circonda, in relazione al mio ambiente d'origine (ricordati che pure tu sei sempre qui a commentare cose che parlano di gigachad, redpill e solitudine).

      Ottimi spunti culturali cmq, molte cose che citi non le conosco.

      Elimina
    4. Te le dico, perché ricordo ancora...

      Ma perché una ragazzina di 18-19anni dovrebbe mettersi con te, anche se si potrebbe trovare bene, ormai tanto sembri vecchio, si blocca prima di cominciare.

      È piu indicata una di 24-26, neolaureata chenpiu o meno vuole sistemarsi.

      Io la vedevo all'opposto... e che se anche era strafiga e tutro, l'unica possibilità era nella teenage perché dopo o era gia impegnata o era già consumata ( e una strafiga gia consumata, specie se ben educata, al secondo giro lo sceglie per forza sociale in genere e spesso dura poco)

      Ho avuto ragione su quello, e anche sul lavoro. Casomai mi ha detto culo, anzi sicuramente. Pero mi ero messo in posizione di poter cogliere qualora fosse capitato. Allora ti passo qualche dritta per simpatia. Sono dritte che direi ispirate da concretezza e dal portare fino in fondo i ragionamenti.
      Ad esempio in una società allo sbando, non puoi pensare di trovarti la fidanzatina tra uscite in comune, giga incel arrapati e malmestruate che dopo la prima relazione devono svecchiare sui 35 e con la paura di trovarsi sole, e che a concedersi proprio non ce.la fanno piu.

      Questo è un post di sociologia spiccia.stile redpill, in realtà dietro c'è molto altro che sono i post di prima.
      Alcune cose le ho maturate con gli anni.

      Ad esempio una grande svolta ci fu dopo che mi lasciai la prima volta. Ascoltai tantissima musica, anche pop su tracce create da youtube.

      Quindi chesso bella stronza di masini, quelle di ligabue sopra citate, ripensai a quelle.di battisti che gia conoscevo. Poi ascoltai anche molta musica pop/cantautoriale francese... e mi resi proprio conto che tutta una narrazione era solo italiana.
      Quindi boh te lo passo, non mi costa niente.

      La riflessione su picasso, howard Hughes, gli egizi, etc e perche ho notato certi fenotipi. Credo ci potrei scrivere articoli a cavallo tra letteratura e filosofia e psichiatria e credo sarebbero significativi ma amen. Capire le proprie inclinazioni e ossessioni, e vedere come alla fine si ricada comunque in un certo fenotipo umano a me ha aiutato. Non c'entra niente con gelosia tossica o amare è saper lasciare andare (forse la lessi anche qua questa) è che proprio sono fenotipi psichici. Che peraltro hanno un discreto successo. Sia Hughes che Picasso sono passati alla storia come donnaioli. Allora forse conta piu il fenotipo psichico espresso e trovare quella che lo apprezza piuttosto che quelle che lo avversano :)

      Hughes si dice abbia inspirato Iron Man e tony stark, credo, non so eh, che se si va su una comunità incel sia percepito come giga mega.absolute ultra chad.

      The outlaw in italia lo proposero come "il mio corpo ti scalderà". A me sono cose che colpiscono motlo e molto mi hanno lasciato a pensare.


      Elimina
    5. Io non ti conosco, ma ho come la sensazione che nei miei post leggi degli echi della tua esperienza personale e poi, incapace di accettarla e di metterla bene a fuoco, divaghi proiettandola altrove. In generale scrivo così e scrivo queste cose proprio stimolare questi "echi" di consapevolezza nelle persone. Il consiglio che ti posso dare io invece è di guardare al di là del tuo titanismo edipico, mettendo bene a fuoco le tue insicurezze (che sono generazionali, mi sa). Purtroppo per stimolare la consapevolezza e uscire dai propri loop emotivi bisogna affrontare i propri fantasmi faccia a faccia, buttando giù la maschera e gli autoinganni. E' una cosa terribile, non da tutti, che potrebbe addirittura far impazzire di tristezza, ma tu mi sembri abbastanza intelligente per poterci arrivare. Dico così perché oggi ho visto una persona molto simile a te, nel senso che si ammantava di un titanismo erotomane molto simile al tuo, ma molto più vecchia. Era una persona rovinata, consumata dalla vita come una sigaretta buttata a terra. E che aveva consumato altri. I serpenti vanno domati come fece Eracle, non ascoltati come fece Eva.

      Elimina
    6. No, è che vedo una generazione (e tanti miei amici, anche cari, che ci sono caduti dentro) stritolata tra una nuova povertà, confortevole e anche onorevole nella misura in cui può esserlo un lavoro da "capo"; un buonismo disneyano che è anche mancanza di rapacità, e un incapacità a soddisfare i propri desideri profondi.

      Poi la mia storia famigliare è un altro discorso.... con un termine che riecheggia l'orologeria, un'ulteriore complicazione.

      Ad esempio mi è piaciuto molto Pietro Castellitto per alcune sue dichiarazioni, che poi ha piu o meno ripetuto piu volte nelle interviste

      *****
      Nel dettaglio?
      «Un mondo dove i valori basilari dell’esistenza - voglia di potenza, di bellezza, di soldi e successo - sono ancora in voga. Dinamiche indicate come negative dal mio mondo di provenienza e da buona parte della società civile».

      Eppure?
      «Scontrandosi, queste dinamiche possono generare storie incredibili, piene di pietà>>
      ****

      Poi dai 19anni io andavo canzonando i miei amici con la storia di essere fedeli alla terra.
      Per dire, seguo il tuo blog da anni, credo da quando annunciasto chd volevi scrivere un libro.
      Allora pensai casomai diventa scrittore affermato, piu probabilmente scrive un libro anche discreto ma che non si cagherà nessuno e ci resterà male. Un po male ci sei restato. Oltre al prezzo di mettersi a nudo a 19,90euro.

      Tutte le riflessioni che ti ho passato mi hanno fatto da faro, e mi è andata benone.
      Ora sembra da sbruffone, ma non ho maschere ne nulla con me stesso.

      Per dire mi sarebbe sembrato molto piu fedele alla terra cercarsi un lavoro ben pagato per carico orario (almeno 10k netti) e poi mettersi in cerca. Passando da ade e persefone, alla bella e la bestia, a maledette malelingue di ivan graziani e alle 50 sfumatore.. alle ragazzine in realtà il quasi uomo affermato piace sempre. E sono malleabili, se una lavora non molla il lavoro per te deve andare tutte le mattine, l universita se non vai qualchd giorno nessuno ti dice niente.

      Supportare una mentre studia, casomai dirle brava che va 1 anno a fare un esperienza di crescita professionale altrove, cose cosi. A me sembra un suicidio.
      Una cena insieme se anche noiosa mi da il piacere di guardarla. Casomai domani muore. Stare a guadare il muro mi disgusta.

      Quindi ecco o accetti le regole e le dici brava mentre passa 10h a lavoro, la vedono carina i colleghi e tu stanca e sfatta, quando stanchi e sfatti siete entrambi.

      O ti metti a fare una guerra alla societa, e per fare la guerra ti attrezzi.


      Io ti consiglio di attezzarti per fare la guerra :)


      ///

      Sull erotomane. Quando convivi il vero erotismo e il piacere degli occhi . Ma è una cosa molto dolce.

      Ad esempio proust ne la prigioniera parla dei vestiti di mariano fortuny - non so se hai mai visitato la sua casa a venezia - e di dettagli di moda con dovizia di particolari, vestaglie etc.
      E una cosa che si riscontra spesso. Pare la stessa ossessione avesse Ric Ocasek per Paulina Porizkova nei primi anni di relazione. Sempre i medesimi modi dell'amore.

      Alla fine c'e solo dolcezza, ossessione, consapevolezza che una che ti scalda con il suo corpo è cmq cosa rara. E la pedofilia alla base, perche sembra che le ragazze riescano a dedicarsi realmente solo una volta.


      /// in breve sono consigli di vita. Se ti portano bene casomai ci vediamo tra qualche anno e mi paghi una cena.
      Senno rimango il coglione che ti scriveva sul blog

      Elimina
    7. Per dire quando una ragazza accetta di essere guardata, mangiata con gli occhi, ti si sta donando... e il prodromo dell atto sessuale.

      In una convivenza sana e un piacere che si rinnova ogni giorno.

      Per dire io sono arrivato alla conclusione che per molte donne il lavoro, fare un figlio subito o quasi subitonall inizoo della convivrnza o altri "impegni" siano tutti modi per darsi il meno possibile. Specie quando sono giovanj quindi stanno dando qualcosa che vale tanto.

      Darsi richiede accettare di essere consumate. Molte non ce la fanno. Ho gia scritto varie volte che la principessa splendente mi è piaciuto moltissimo?
      Per dire nella stessa linea io interpreto il lesbismo, una modo per eludere il farsi consumare

      Elimina
    8. 10k netti al mese in Italia a 30 anni o si nasce paraculati o sculati o si va a rubare. Quest'ultima opzione è la più intensah ed egiziana, cmq.

      Elimina
    9. Stante che dappertutto la fortuna e le occasioni conta più di altro, ove il dappertutto è inteso in vari campi... dall amore ma anche nel lavoro, ogniuno deve fare i conti con le proprie realtà.

      Mi pare di aver capito che in italia conta piu lo spirito di impresa ed organizzazione che il capitale che la professionalità.
      Se uno vuole fare il professionista e non farsi sfruttare troppo da giovane questo non è decisamente il suo paese,a proposito di Julien Sorel e analoghi. Salvo colpi di fortuna etc

      In generale mi sembra un paese molto povero e impoverito. Ormai quando vado in giro per alberghi e ristoranti gli italiani non li vedo quasi piu anche qui da noi...
      Quindi penso sempre che sarebbe cautelativo trasferirsi. Non ci sono ricette facili e pozioni magiche.
      Ma i titoli, le capacità e le proprietà che uno ha e cosa si può fare al meglio con quelle. E al piu valutare bene le varie situazioni.

      Elimina
  4. Aggiungo per darti un quadro completo.

    L'italia è il paese che Georges Bernanos diceva dedito al mercato delle vacche profumate, Juliette o la prosperità del vizio finisce a Roma.
    L italia è poi sempre stata terra di prostituzione... lo vedi addirittura in film hollywoodiani con attori mainstream (Suddenly last summer, con elizabeth taylor e katherine Hepburn), the roman spring of mrs stone, con warren beatty e vivien leigh etc

    Il grand tour era occasione di prostituzione minorile, ancora curzio malaparte ne parla ne La pelle.
    Tutta la produzione letteraria di moravia è piena di situazioni del genere.
    Quindi ecco, se io vado da mcdonald non mi aspetto il piatto delicato e raffinato. Si deve avere coscienza della mensa a cui ci si serve. Esistono gli aghi nel pagliaio ma a cercarli forse si diventa ciechi, cosi come per le troppe seghe.

    La canzone del sole di battiato, bella stronza di masini, quella di marco ferradini prendi un donna trattala male, l odore del sesso, eri bellissima, il volume delle tue bugie di ligabue.
    Nella canzone pop inglese, francese americana non c e tale narrazione cosi diffusa.

    Si potrebbe parlare di essere orientato spazio tempo e di sapere almeno dove ci si trovi.

    Come dire la francia sara stato il paese della signora delle camelie e di odette della recherche, ma l'italia ha dentro il degrado. Il sesso non come bello, ma come merce di scambio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti sei perso per stradala globalizzazione e l'americanizzazione dell'Europa: ormai tutto l'antico continente è terra di ragazzine imbottite di psicofarmaci che scrivono "h0 Sk0p@t0" su Threads. Vedo un abisso tra la Laide di Buzzati e le scoppiate di oggi. Il mondo è paese.

      Elimina
  5. Mah, non credo. In italia piuttosto si sente tanto la differenza regionale tuttora. Credo poi di non aver mai conversato con ragazze che si esprimessero in quel modo

    Le uniche due francesi con cui ho passato qualche notte per dire mi diedero una semsazione di frizzamtezza, tipo champagne... si che erano entrambe studentesse di sciences po. E potrei fare altri esempi, quello è carino perche diciamo è stato il mio modo di conoscere ls francia, che tanto mi piace oltre che come turista e comr lettore.


    Quel modo di esprimersi mi pare piu da scuola italiana di ragioneria e famiglia degradata. Per non dire che se una ragazza è molto intelligente casomai usera quel registro ma sapra anche cambiarlo se le capita l occasione.

    Piuttosto a chi giova rappresentarsi il sesso femminile cosi degradato in toto? Io non lo so.
    Il mio discorso sull italianira rifletteva una certa venatura sociale prostitutivo opportunistica, che a mio parere fa anche sentire a disagio chi le e avverso e non la segue spesso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riflessioni interessanti le tue che mi sento di condividere, se non altro quelle sulla narrativa del sesso in Italia. Quest'anno sono andato in Irlanda ed ho una delle differenze culturali che ho notato è come le ragazze fossero molto più aperte mentalmente e come, non nel mio caso, fossero disposte a provarci con ragazzi(il mio range d'età è 19-22, che è poi il mio stesso anagrafico).
      Questa è una cosa che in Italia si vede molto meno, è quasi sempre il ragazzo a fare la prima mossa.
      E il motivo sembra essere di orgoglio, non so se è totalmente collegato a ciò che dici, ma a me sembra che possa essere figlia dello stesso albero

      Elimina
    2. Sono d'accordo con le tue analisi anonimo. Vorrei aggiungere una considerazione, da zoomer noto che le mie coetanee estere sono più tendenti a provarci delle mie coetanee italiche, non sono sicuro che ciò sia quello che intendi tu, ma a mio avviso c'è un collegamento

      Elimina
    3. Non so ora fare comparatistica tipo le straniere la danno facile, o sono meno frigoriferi delle italiane, o sono piu fighe.
      Beh mi sembra fuori luogo e classica chiacchiera da bar. Anche perché non è che di straniere ne conosca molte. Un latin lover giramondo forse potrebbe parlare meglio.

      Poi Francesco se ho ben capito vive a Milano ed è di Torino. Che è vero sono piene di immigrati del sud, ma sono anchd città nordiche. E Torino si dicd la piu francese di italia.

      In generale dico spesso che in termini freudiani, giocosamente, l'italia ha una mentalità anale ritentiva. E cio si applica a tutto.

      Nota poi che qui gli stipendi non permettono di vivere dignitosamente. A meno di rendite corpose o lavori motlo ben retribuiti, che però sono incerti (imprenditoria, libera professione in privato, etc)

      Tu dici che c'entra?
      Io dico, l ho detto cento volte, mentre in Francia Truffaut girava la saga dj Antoine Doinel in italia c"era il neorealismo e la sua onda lunga.

      Mi pare Renzo e Luciana di Monicelli sia incluso in Boccaccio '70. Vi prego di guardarlo. Forse sta ancje su youtube.
      Qui siamo in una condizione dove quasi tutti la prima casa "bella" se la fanno over30. Casomai smezzando il mutuo.
      Che prima o vivono con i genitori oda studenti balordi eterni ragazzini.

      Se vivi come una disgraziata in ub mini appartamento in citta, o a casa dsi tuoi, e o anche cin lavoro mal pagato e o precario.

      Ma chd vuoi scopare se non scopate istantanee per stordirti e prenderti un altro disgraziato come te per lamentarvi insieme.
      Per questo secondo me all'estero si approccia meglio.
      Si ha una prospettiva di vita più realizzata e libeda per vivere la propria sessualita, che e l altro faccia dell'umano accanto all'operosita.


      Elimina
    4. Aggiugno, se forse già una decade fa elaboravo come uno dei tratti della postmodernita - prima ancora che si parlasse di incel e redpill - fosse la dissociazione socio-biologica.

      Da cui l unione nel 68 di studenti e operai accomunati dall essere poveracci frustrati ...

      Beh in italia credo anche i giornalisti mainstream del corriere e di repubblica concorderanno che questa dissociazione socio biologica - ovvero tra desideri e vita sociale e desideri e vita biologica- sia più accentuata che altrove

      Elimina
    5. Non credo tu abbia capito. Non dico che all'estero "la danno più facilmente" dico che c'è meno lo stigma per cui è l'uomo a diversi dichiarare. Ne ho parlato con varie persone e in effetti in Italia è più difficile che una ragazza si dichiari esplicitamente, manda segnali, ma non si dichiara esplicitamente. Questo intendevo, ed è a mio avviso un retaggio medievale. Comunque hai una cultura enorme

      Elimina
    6. Sul doversi dichiarare non so.

      Cmq se ti piace qualcuna fai un po il simpatico/cretino con lei, prova a parlare un po, e vedi se ti da corda.
      Poi boh invitala a fare aperitivo o qualcosa. Al peggio ti dice che non può o è fidanzata etc

      Tanto invitarlo a fare aperitivo non è che voglia dire ti amo. Cmq devi portartela a letto in primo luogo :)

      Nel senso non vale manco la pena ragionarci su chi si debba dichiarare per primo:) faglielo capire che te la vuoi scopare

      Elimina
  6. Guardando la mia vita privata mi sento decisamente più vicino al te adolescenti che ai chad delle fiere delle fumetto, tuttavia più passa il tempo e più riesco a capire anche l'altra parte. Alla fine la maggior parte di questi non fa nulla di male, vive la propria vita serenamente e si diverte senza dare fastidio a nessuno. Da persona che ha provato il bullismo, quello vero, essere tollerato, pur rimanendo il più disagiato, è oro. Ogni persona ricerca la felicità, e lo fa in modi diversi se questi ci riescono "fondendo" il mondo che un tempo era quello dei fighi con il mondo nerd a mio avviso non è un problema.
    Io capisco la sensazione che provi, capisco il sentimento di sentirsi straniero dove una volta eri a casa, ma è la naturale evoluzione di tutte le cose, quando un qualcosa diventa popolare inevitabilmente porta più persone dentro e, dunque, anche la massa che non è emarginata per definizione.
    Per quanto riguarda il mondo dei social è vero, l'esposizione a determinati standard può essere snervante per molte persone, anche se è un problema diverso da quello di prima, però non saprei quanto sia davvero impattante

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, ovviamente niente di grave, il succo del post è la relazione di un ragazzino/giovane adulto con tratti da otaku di prima generazione che a un certo punto si ritrova cresciuto e cambiato (e la cosa è per lui sconvolgente, dato che come tutte le mentalità otaku originarie ha un cattivo rapporto col tempo e con il senso di perdita).

      Elimina
  7. Molto interessante sia il post che i commenti. Sono inoltre d'accordo per l ottimo Enea di Castellitto, anche per l ambientazione criminale che ha destato perplessità nei commenti, oggi Boccia (Tre metri sopra il cielo.. si) in una intervista parlava anche degli stupri e della castrazione chimica che riteneva punizione idonea al crimine, ricordandoci come nelle carceri gli stupratori siano tenuti separati dal resto dei detenuti , perché li ancora vige un certo codice morale che altrove sembra estinto. Mi sembra inoltre che sia girato attorno a due punti cruciali, senza mai chiamarli con il loro nome: i rimpianti e i rimorsi. La vita è fatta tutta di scelte, si sceglie anche di continuare ad esistere. Scegliere comporta sempre una rinuncia a qlc altro. Il qlc altro diventa rimpianto o rimorso ?L autore ad un certo punto decide di non rimanere in Francia, sembra una scelta dettata dal cuore, ma tra le righe si intuisce un sottile rimpianto di qlc che poteva essere e non è stato. Ma se avesse agito diversamente ne consegue che sarebbe stato meglio o invece avrebbe il rimorso di avere sacrificato il suo cuore per qlc che in fondo non era esattamente quello che sperava e voleva? Chissà, forse si forse no..Chiudo infine con una riflessione sulle passioni giovanili, che per incanto ad un certo momento del nostro cammino scompaiono, mutano, le vediamo come attraverso un caleidoscopio, in realtà niente si distrugge tutto si trasforma, io l ho compreso diventando genitore, riscoprendo con mio figlio quelli che erano gli interessi che avevo, cercando di trasmetterglieli lì ho ritrovati.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei una persona saggia, tu. L'idealismo e i vizi otaku amplificano i naturali rimorsi, comunque. Ogni cosa ha un prezzo.

      Elimina
  8. "La vita accademica mi ha fatto odiare le mie passioni".

    L'inganno, la delusione, la disillusione. Il fallimento di un sistema. Di crescita. Sociale.

    RispondiElimina
  9. Min permetto di aggiungere un ultima notazione. Io parlo sempre di soldi, case, etc. E ci credo fermamente, perché la società di oggi, specie italiana, nega quei piccoli piaceri di convivenza su cui anche se hai una bella ragazza che ci sta si fonda una relazione. Almeno che non si abbia la possibilità di remare contro corrente.

    Però sono del tutto contrario all'lms. Io credo fermamente che una relazione solida si fondi su due cuori e una capanna. E mal me ne incolse quando in un periodo della mia vita deviai da questa visione.

    Intendo come stato mentale. Poi una capanna se non sperduta e ben collegata oggi è un lusso. Io mi muovo in macchine, e di buon livello, che sono considerate di lusso.

    Ma lo stato mentale in casa è le piccole gioie quotidiane, perché comunque siamo poco più che poveri. Il poco più è quello che non ci rende ricchi ma ci salva dalle angherie e dai soprusi.

    Il secondo punto, che mi ha spinto a scrivere il primo, anche io sono stato adolescente, ero problematico, con una famiglia disgraziata e tutto ma sapevo di essere piu ricco della media dei miei coetanei. E sapevo che ero molto intelligente quindi avrei potuto avere un posto dj lavoro ben retribuito se lo avessi voluto.

    Eppure ho passato una adolescenza da solo, triste, tremenda. E non perché ero il piu povero. Molti compagni miei avevano ragazze più o meno carine e talvolta, pur frequentando il liceo, venivano da situazioni famigliari almeno economicamente molto molto peggiori della mia.
    Non ero neppure brutto anzi.
    Ero solo strano particolare.
    Quindi credo che ridurre al figlio dell'avvocato scopava ed io no perché ero vestito.male o non avevo la famiglia ricca sia davvero una miopia che fa male a.chi la dice.

    E che come con il lavoro e i 10k mensili netti ci si deve interrogare un po di più sulla realtà altrimenti si prendono dei pali assurdi.

    La cultura redpill ha creato lan figura del chad per spiegare questo. Io credo semplicemente fossi particolare, poi molti sono semplicemente rincoglioniti sfigati. Però tutta la dinamica descritta dal proprietario della pagina non la vedo.
    Tuttora credo se andassi in discoteca col macchinone e volessi rimorchiare la fighetta sicuro non verrebbe con me... ci sarebbe quello piu ricco, quello piu sfacciato, quello piu per lei. Ma non perché non sono al suo livello, sono semplicemente diverso. Non diverso in assoluto diverso rispetto ad.una tendenza maggioritaria :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo commento mi sei sembrato più lucido del solito, bravo.

      Elimina
    2. Ma no, è solo che è una conversazione e non un libro quindi si parla in risposta e per contesti. Se fosse un libro andrebbe letto tutto e non solo la trama su wikipedia o il retro di copertina per capirci qualcosa davvero e non fraintendere.

      Elimina
    3. Concordo con tutto. Anche io credo che questa cultura incel abbia creato un mondo molto stereotipato che se prese sul serio possono creare delle illusioni che non ti permettono di capire che la realtà è più complessa

      Elimina
    4. Grazie, fa piacere aver illuminato almeno un po qualcuno.
      Davvero le categorie redpill, incel, chad sono a dir poco ridicole.

      Non tengono conto delle inclinazioni di qualcuno, del bisogno di pulizia o del viscidume delle persone etc.
      Se riesci leggi l'intervista sul corriere a Thomas Ceccon, a me torna tutto. Interpretata con le categorie redpill manda il sistem in crash.

      Ps
      Non mi creo un blog perché alla fine dico sempre le solite 3-4 cose in croce. Non ne vale la pena

      Elimina
  10. Post molto interessante, mi ha fatto sinceramente riflettere. Voglio condividere il mio punto di vista.

    Quando gli chiedevi a che cosa servisse il cinema, Fellini probabilmente ti rispondeva che il cinema non serve proprio a nulla. E probabilmente è vero, un opera artistica che agisce tanto sull'intimità di un uomo ha un significato solo se lo si guarda in una prospettiva personale. Il fatto di voler cercare un' "utilità" con così tanta foga in tutto quello che vediamo o assimiliamo è forse una metafora perfetta dei nostri tempi d'altronde (ma si sa, un tavolo continua ad esistere al di là dell'utiltà che gli diamo, un dipinto di Piero della Francesca continua ad avere un'anima anche se chi lo guarda fa i capricci perché non ne trova il "senso"). Sono convinto che il mondo lì fuori sia veramente tanto superficiale, e questo è uno dei motivi del perché quando mi ritrovo ad uscire con qualcuno o a scambiare qualche chiacchiera non si parla mai di cose "serie", di cosa ha rappresentato per me un film o un fumetto, di come vedo le cose davvero su questo o quell'argomento. Mi sembra una cosa così inadatta come una blasfemia detta in chiesa, il fatto di voler parlare seriamente quando il mondo non è mai stato serio. Tutto quello che uno può sperare di ricavarci è una nube di incomprensione e il massimo della considerazione finisce nello scherno. No, mi accontento di parlare di cose inutili come fanno tutti (quante volte uno finisce per banalizzare volontariamente un concetto senza neanche rendersene conto per risultare alla portata di tutti?).

    Cito Fellini, perché è proprio questa intimità che ci serve, che ci permette di parlare delle cose importanti. Quando si va al cinema c'è bisogno che le luci si spengano e che tutti smettano di parlare con chi gli è affianco, per due ora ci sono soltanto le singole persone, non la platea, il gruppo; poi, le luci si accengono e si torna al mondo reale, a parlare di cose intuli e stupide. Perché quando stiamo tutti insieme ci trasformiamo un pò tutti, non capiamo più niente e ci ritroviamo in qualche catena fastfood popolare a mangiare qualcosa non riuscendo a risalire neanche più al 'perché ora siamo qui' e in questi casi mi capita di rimpiangere la dignità che mi sentivo restituita quando le luci erano spente in sala. Così, ora chi va alle fiere del fumetto forse ci va non chiedendosi bene neanche perché ha deciso di andare lì, si segue il flusso, che oggi tira qui, domani chissà. Il punto è che non siamo più noi in tutto quello che facciamo: nella società più estroversa di sempre (espressione dello psicologo Jung) l'uomo finisce per pensare non più come individuo ma come gruppo. Fin quando i fumetti che in quanto arte dovrebbero farci vivere esperienze interiori sono visti come contenitori per accedere al gruppo sociale degli otaku (quelli fighi, non quelli puzzoni, s'intende) e trovare in questo gruppetto nuovi argomenti banali di discussione... allora ben poco ci differenzia da chi parla di vacuità e lo fa in un bar in piazza.

    Buona serata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, il tuo commento è davvero bello e ben scritto e quindi ti ringrazio. La postmodernità ha portato alla reinfantilizzazione della società, quindi sì, tutti noi "introversi" o "adulti wannabe" dobbiamo per forza adattarci a tutto ciò. Ma il discorso non si limita soltanto agli introversi: se tu sei una persona che ha sofferto parecchio in vita, e che di conseguenza ha sviluppato una certa "spiritualità", chiamiamola pure così, di conseguenza farai molta fatica ad adattarti alla postmodernità, che di fatto induce una "società senza dolore" (vedasi Taxi Driver, ad esempio). Fatto salvo l'ovvio, sicuramente stimo la tua capacità di adattamento: io invece faccio molta fatica e il risultato è che mi stufo delle persone, rimanendo quindi inevitabilmente solo. Da ragazzino, come tutti gli otaku reali, sognavo amori eterni, grandi ideali, pensavo che se mi fossi impegnato avrei contribuito a creare un mondo migliore. Ora, invece, da adulto, mi rendo conto che la mia vita è completamente inutile, e lo è a livello sistemico, come le vite di tutti i vari bambinoni consumatori. Anche l'amore ormai è un miraggio di senso, sicché l'individualismo feroce dell'oggidì lo rende molto raro e talvolta impossibile da preservare.

      Elimina
    2. Nonostante le tue parole devo ammettere di non essere per niente uno che si adatta facilmente; esco a malincuore dalla mia solitudine e se posso trovo mille scuse per mancare alle feste numerose. Quello che sento e che, sono certo, provano in tanti, è più una accondiscendenza d'inerzia e una rassegnazione generale per certe cose. Come dici tu, siamo cresciuti da bambini fra oggetti coloratissimi, film d'animazione rassicuranti, sogni radiosi per il futuro. Ora, usciti da questa bolla, disorientati come un neonato esce dall'utero materno, non possiamo fare altro che provare ad essere dei buoni adulti.
      Quando sono andato a vedere il Ragazzo e l'Airone al cinema ero riuscito a convincere alcuni miei amici vendendogliela come "l'ultimo lavoro di questo anziano animatore giapponese che in barba alle tecniche rapide e moderne dell'animazione moderna, continua ostinatamente a disegnare a mano i suoi film", su per giù. Uscito dalla sala ero agitatissimo, quando tornai a casa continuavo camminare avanti e indietro nel salotto e in generale ricordo che nel periodo successivo alla visione di quel film mi sentivo energico, tuttora la ricordo come una delle esperienze più forti fatte al cinema. Fra i miei amici alcuni sbadigliavano durante il film e quando si parlò poi di quella visione le discussioni non andavano oltre il "forte questo Miyazaki"; sembrava che avessimo visto due film diversi. Per me è proprio questa esperienza inspiegabile, misteriosa e personale che interessa.

      Aggiungo un commento sul tuo considerare la vita inutile. Dal mio punto di vista si può dire che la vita è sempre stata tale, e non c'è nulla di brutto o 'cinico' al riguardo. Non abbiamo il potere di far finire le guerre, di risolvere le ingiustizie che ci sono nel mondo. Per il fatto che sia inutile (che non ha un'utilità) non significa che non abbia un valore.

      Da questo lato dello schermo sembri una persona piacevole, ti auguro soddisfazioni da questo blog (che continuerò a leggere come sempre)

      Elimina