Titolo originale: Vlad Love
Regia: Oshii Mamoru (regia generale), Nishimura Junji
Soggetto: Oshii Mamoru
Sceneggiatura: Oshii Mamoru
Character Design: Arakaki Issei
Musiche: Kawai Kenji
Studio: Production I.G., Drive
Formato: serie televisiva di 12 episodi
Anni di trasmissione: 2020 - 2021
Qualche anno fa Oshii Mamoru lamentava che non era più possibile realizzare anime iperrealistici come Ghost in the Shell o Patlabor. Questo fatto potrebbe avere molte ragioni culturali e/o economiche, ma secondo me si tratta semplicemente che l'anime boom, ossia il periodo d'oro dell'animazione – come tutte le cose a questo mondo – era destinato a finire (ed è effettivamente finito, e pure da tanto). Le serie di oggi "per adulti" (nel senso: per un pubblico non genuinamente infantile) sono per la maggior parte suddivise in tranche da dodici episodi, e sono basate prevalentemente su personaggi femminili destinati a diventare le cosiddette "waifu", ossia delle "fidanzate immaginarie" per gli otaku. Questa tendenza negli anime era già presente in Urusei Yatsura durante l'anime boom, ma era minoritaria rispetto alla componente fantascientifica dei suddetti (qui avevo provato ad analizzare le cause di questa transizione). Ciò detto, già con la "sua" prima Lum lo stesso Oshii aveva svolto un'analisi del fenomeno. Nel corso degli anni arrivò poi Suzumiya Haruhi no Yuuutsu, che esprime il format sul quale gli anime cosiddetti moe attuali si basano. Quest'opera era un po' come Urusei Yatsura, ossia un harem di belle ragazze "congelate" assieme al protagonista in un'eterna adolescenza. Infatti Vlad Love è in un certo senso la "parodia della parodia", il "riflesso del riflesso". Ossia qualcosa di non strettamente necessario, un mero divertissment d'autore.