Titolo: Blame!
Autore: Tsutomu Nihei
Tipologia: Seinen
Edizione italiana: Panini Comics
Volumi: 10
Anno di uscita: 1998
"maybe on earth, maybe in the future"
Quando pensiamo alle caratteristiche peculiari che ogni buon manga (in
via generale) dovrebbe presentare, solitamente mettiamo in primo piano
elementi come una trama avvincente, personaggi ben caratterizzati, una
narrazione fluida et similia. Tale genere di valutazioni e di
aspettative, tuttavia, viene completamente stravolto e privato di senso
quando ci si approccia ad un manga come Blame. Non aspettatevi dunque una trama che catturi, che sia corposa o facilmente
decifrabile, non aspettatevi personaggi carismatici con solidi
background, non aspettatevi di capire qualcosa fin da subito (anzi non
aspettatevi proprio di capire qualcosa). Tutto ciò non ha veramente
importanza. Nihei non punta su questi elementi, almeno, non
principalmente. Si tratta quindi di un fumetto decisamente atipico, per apprezzarlo
veramente si deve assumere un punto di vista diverso dal solito.
Blame, fondamentalmente, lo si può definire come un'esperienza estetica
di grande suggestione e caratura. L'elemento preminente è la dimensione
visiva, che tuttavia si trasforma in concetto, fino a non essere più
solo mera grafica, ma una forma di comunicazione ben più viva. L'essenza
di Blame è la sua estetica. Nihei è un architetto, e ciò traspare
nettamente dalle affascinanti tavole che possiamo rimirare durante la
lettura: un tratto pesante, oscuro, denso, ci trascina all'interno di un
mondo contorto e delirante, composto da improbabili scale, foraggiato
di strutture vertiginose che sfidano ogni logica e ogni buon senso. Si
viene catapultati in un surreale aggregato di sofisticate architetture
da incubo, ricco di ambienti claustrofobici ed angusti che,
impensabilmente, si aprono poi su spazi illimitati e grandiosi,
vertiginosi baratri portano verso oscuri abissi sconosciuti. Il mondo è
composto interamente da inquietanti antri colmi di orrori innominabili,
molteplici livelli si susseguono e si stratificano, per lo più
disabitati, raramente si scorgono bizzarre città abitate da misteriosi
individui. In questo luogo facilmente si perde l'idea dello scorrere del
tempo o delle stagioni, poiché mancano quasi del tutto punti di
riferimento temporali e spesso anche spaziali: concetti come sopra e
sotto perdono di significato, diventano relativi, poiché anche la
gravità alle volte viene invertita e, soprattutto, perché di rado vi
sono elementi esterni che possano fungere da riferimento.
Altro ingrediente determinante è il silenzio. Ci si trova innanzi ad
un'opera prevaletemene muta, poveri sono i dialoghi e criptica la
sceneggiatura. Gran parte del fascino di Blame risiede proprio in questo
silenzio imponente ed attonito, che riecheggia in modo inquietante tra i
cabalistici e visionari intrichi di architetture. L'ambientazione
suggestiva e cupa gioca un ruolo essenziale nell'evocare un forte senso
di alienazione e d'angoscia, anche al lettore sembra di perdersi nei
dedali infiniti di quest'opera, proseguendo un disperato viaggio senza
fine, verso una meta sconosciuta. Tale aspetto è ciò che fa di Blame un
capolavoro, la capacità di comunicare senza dover ricorrere alle parole,
senza discorsi, senza nulla se non un apparato estetico stupefacente ed
immenso.
I personaggi, come già esplicitato sopra, non godono di
caratterizzazioni particolarmente elaborate, si tratta per lo più figure
enigmatiche, fredde e spietate, che sopravvivono in un mondo crudele,
freddo e spietato. La mancanza di una voce narrante e la povertà della
sceneggiatura, inoltre, rendono le figure che popolano questo mondo per lo più indecifrabili e
impenetrabili.
Non si pensi, comunque, che Blame sia totalmente privo di una trama.
Essa emerge mettendo insieme i vari frammenti ed indizi che vengono
sparpagliati nell'intera opera, combinando le piccole e fugaci
informazioni che si ricavano ogni tanto dai rari dialoghi sparsi quà e
là.
Tirando le somme Blame è un ottimo manga "fantascientifico", propone
qualcosa di diverso dal solito tanto da essere unico nel suo genere. Non
ci di deve intimorire di fronte al suo nome o innanzi alla sua
apparente incomprensibilità, poiché è un fumetto che può regalare molte
soddisfazioni.
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