Titolo originale: Simoun
Regia: Junji Nishimura
Soggetto: Fūkyōshi Oyamada
Character Design: Asako Nishida
Musiche: Toshihiko Sahashi
Studio: Studio Deen
Formato: serie televisiva di 26 episodi
Anno di trasmissione: 2006
Regia: Junji Nishimura
Soggetto: Fūkyōshi Oyamada
Character Design: Asako Nishida
Musiche: Toshihiko Sahashi
Studio: Studio Deen
Formato: serie televisiva di 26 episodi
Anno di trasmissione: 2006
Incredibile come certe opere d'animazione possano passare del tutto
inosservate al grande pubblico, senza che venga loro dato un minimo di
attenzione o di interesse nonostante il pregio di cui si possono
fregiare. Simoun è di certo un esempio eclatante di questo fenomeno che,
ingiustamente, lo ha reso quasi sconosciuto ai più. In effetti difficile
è immaginare il target di pubblico a cui sia ipoteticamente destinata
una tale opera, data la pesantezza e difficoltà dei temi trattati ci si
rende conto che abbiamo di fronte una serie estremamente di nicchia.
Uno dei tratti caratterizzanti di Simoun è l'ambientazione. In un mondo
chiamato Daikuriku, terra del cielo, vi è una civiltà depositaria di una
scienza sofisticatissima, eredità di un'epoca lontana. Essendo i
fondamenti di questa tecnologia ormai persi nei meandri del tempo, la
popolazione l'ha resa centro di un culto religioso, circondandola con
un'aura di sacertà e mistero ancora più grandi.
Tra questi prodigi, reliquie di un tempo ormai perduto, vi sono i
simoun, una sorta di navi con due motori circolari ad elica e due
postazioni di comando, chiamate rispettivamente auriga e saggitta,
considerati i "carri di Dio". Essi vengono utilizzati da delle
sacerdotesse chiamate "sibylla" per pregare la divinità, danzando nel
cielo ed intessendo dei sofisticati ed eleganti ricami con le scie dei
motori, i majon. Questi majon possono avere i più svariati effetti ed
essere utilizzati addirittura come potentissime armi di distruzione in
un conflitto. La guerra infatti dilaga nel mondo: le popolazioni vicine
agognano di impossessarsi di questa tecnologia così avanzata, in modo da
poter uscire dalla loro condizione di povertà e arretratezza e di
sopravvivere in una realtà ingiusta e crudele, dove soltanto pochi
possono godere dei benefici della cultura. Per questo motivo cercano in
ogni modo di appropriarsi dei simoun, con soventi attacchi armati ed
ingenti dispiegamenti di forze.
Un'altra particolarità dell'ambientazione consiste nel fatto che gli
individui nascono tutti femmina. All'età di diciannove anni potranno poi
scegliere il loro sesso ed entrare nell'età adulta, per farlo dovranno
recarsi ad una sacra fonte in cui saranno chiamati a compiere la
fatidica scelta che cambierà le loro vite, perdendo la purezza delle
fanciulle per diventare adulti. Solo le fanciulle che non si sono recate
alla fonte e che mantengono questa loro purezza possono diventare
sacerdotesse ed utilizzare i simoun e, per questo motivo, possono
rimandare la data in cui saranno costrette a recarsi alla fonte,
continuando il loro compito di pregare la divinità e di proteggere il
popolo in caso di guerra.
Le protagoniste di questa serie sono appunto un gruppo di dodici
sybilla, di nome Choir Tempest, chiamato a dover combattere
nell'imminente guerra con i paesi confinanti. Il conflitto viene però
descritto dal punto di vista delle sacerdotesse, dimodoché non ne
vengano approfonditi i dettagli e dinamiche precise, palesandone quindi
l'importanza secondaria rispetto al tema principale, ovvero
l'approfondimento della psicologia delle protagoniste. La narrazione si
concentra nel descrivere le vicende umane delle dodici fanciulle, i loro
rapporti personali, le loro speranze, i loro desideri, la loro
sofferenza, delineandone una caratterizzazione complessa ma credibile.
Questa analisi dei personaggi fornisce quindi il materiale per poter
sviscerare diverse tematiche, la più importante delle quali è la paura
di crescere, di diventare adulti, di abbandonare il proprio mondo per
entrare in uno nuovo e sconosciuto. La paura dell'ignoto, del futuro, il
senso di incertezza, la sfiducia di sé e la sfiducia nel prossimo sono
solo alcuni elementi che caratterizzano la psicologia delle sibylla e le
mille sfaccettature della loro personalità.
Un altro tema facilmente individuabile è quello dell'amore, della
coppia, sottolineato dal forte simbolismo del dualismo: le sibylla
devono essere in coppia - o "pair" - per far volare i simoun, il simbolo
religioso del loro dio è costituito da due ali perfettamente
simmetriche. Questo aspetto sensuale è esaltato anche da altri fattori
quali la danza, i vestiti, e anche i rituali religiosi, come per esempio
il bacio che si devono scambiare le sacerdotesse prima di apprestarsi
per il volo, o anche il fatto che, più il rapporto tra le due sibylla è
forte, più sarà potente il majon da loro eseguito.
Tematica secondaria ma non per questo trascurata è quella del rapporto
tra guerra e religione. L'incubo della guerra impernia l'atmosfera, la
morte è sempre vicina a coloro che rischiano la vita per proteggere la
propria gente, i propri cari, ma anche i propri valori. La religione
viene perciò in contrasto con la realtà della guerra, e ciò rende ancora
più difficile accettare che le sacerdotesse e gli strumenti divini,
quali i simoun, possano essere utilizzati come meri strumenti di morte e
violenza.
La triste realtà vince sulla superstizione, l'aura di sacralità attorno
alle sybille è destinata ad incrinarsi e il loro ruolo ad essere quello
di guerriere, più che di religiose; le loro preghiere si trasformano in
canti di guerra.
Dal punto di vista tecnico simoun ci offre degli sfondi completamente
disegnati a mano, con toni simili ad acquerello quasi estinti ed eterei.
Le strutture degli edifici sono elegantissime e questa eleganza si
rintraccia anche negli arredamenti, nelle vesti, negli stessi simoun
dalla forma e movenze aggraziate. L'animazione non è delle migliori,
come del resto la CG utilizzata per le animazioni dei velivoli, la quale
contrasta fortemente con i disegni. Le musiche sono stupende,
realizzate interamente da un'orchestra, forse tra le più belle che abbia
mai ascoltato. Il chara è molto curato e particolare, piacevole alla
vista, le sibylle sono una più affascinante dell'altra, difficile non
invaghirsi di una di loro, se non di tutte.
La trama è estremamente complessa e vi sono alcuni punti oscuri che
vengono lasciati insoluti. Nonostante ciò, la fine non lascia quel vuoto
e senso di incompletezza che solitamente si sente di fronte ad una
storia lasciata in sospeso, questo probabilmente perché il messaggio di
fondo riesce ad arrivare lo stesso, e ad essere completo ed esaustivo
malgrado i buchi tramistici. Il messaggio di trovare la forza per
accettare la propria sorte, di crescere e di diventare adulti, senza
rimpiangere quello che siamo stati, per cercare con le nostre forze un
nuovo mondo dove poter vivere, se non in questo in un altro ma senza
abbandonarsi allo sconforto e alla disperazione per il nostro
cambiamento, d'altronde ci sarà sempre chi ci ricorderà che, in passato,
siamo state fanciulle anche noi.
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