Titolo originale: Ima, Soko ni Iru Boku
Regia: Akitaro Daichi
Soggetto: Akitaro Daichi
Sceneggiatura: Hideyuki Kurata
Character Design: Atsushi Ohizumi, Rie Nishino
Musiche: Taku Iwasaki
Studio: AIC, Geneon
Formato: serie televisiva di 13 episodi
Anni di uscita: 1999-2000
Soggetto: Akitaro Daichi
Sceneggiatura: Hideyuki Kurata
Character Design: Atsushi Ohizumi, Rie Nishino
Musiche: Taku Iwasaki
Studio: AIC, Geneon
Formato: serie televisiva di 13 episodi
Anni di uscita: 1999-2000
Non è raro nella nostra breve esperienza di vita rimanere imprigionati 
in meccanismi che ci obbligano ad agire contro la nostra volontà, 
proibendoci di essere noi stessi, influenzandoci sino al punto di mutare
 la nostra visione del mondo. Perché, in fondo, anche noi uomini siamo 
un complesso meccanismo, allo stesso modo di tutto ciò che ci circonda. 
Il meccanismo di un orologio funziona in un modo molto preciso, ma non è
 dotato di coscienza: un orologio non sa di essere un orologio, e non si
 pone neanche il problema degli altri meccanismi presenti nel mondo. 
L'uomo è un meccanismo molto più complicato dell'orologio, siccome, 
almeno in teoria, dovrebbe possedere la coscienza di sé stesso e delle 
sue azioni. Ma nel momento in cui ci si dimentica di essere uomini, e si
 agisce come delle macchine, si diventa molto più pericolosi di un 
semplice orologio. La follia e la sete di potere prendono piede, e, nel 
peggiore dei casi, vengono legittimate e giustificate da determinate 
ideologie, eserciti e assetti sociali.
"Ima, Soko ni Iru Boku", alias "Now and Then, Here and There" per gli 
occidentali, è una rappresentazione fantasiosa, ma allo stesso tempo 
tremendamente realistica, del meccanismo più atroce mai sperimentato 
dall'uomo: la guerra. Atmosfere cupe e angosciose, condite da 
ambientazioni fantastiche e allo stesso tempo terribili, convergono in 
un dramma umano in cui un soffice tocco di poesia, congiunto alla 
crudezza della realtà più spaventevole, rapisce e incanta, sferrando un 
grande pugno nello stomaco allo spettatore, al fine di metterlo in 
guardia su determinati fatti che sono realmente accaduti e che accadono 
tutt'ora nel mondo (secondo il regista, l'anime è stato creato 
ispirandosi ai rapporti del genocidio ruandese, e il suo scopo  è quello
 di denunciare l'utilizzo dei bambini negli eserciti dell'Africa 
Orientale). 
L'incipit dell'anime ricorda molto i miyazakiani "Conan il Ragazzo del Futuro" e "Laputa - Castello nel Cielo": Shu, un ragazzino energico, 
solare e ottimista, incontra una misteriosa bambina, Lala-Ru, la quale è
 in possesso di un ciondolo magico in grado di creare l'acqua dal nulla:
 quest'ultima, a causa del suo potere, è ricercata dalle forze armate di
 Hellywood, uno stato industriale nel quale vige la spietata dittatura 
militare del folle Hamdo, Re di una delle ultime roccaforti umane 
rimaste in un arido mondo post-apocalittico nel quale i mari si sono 
prosciugati. Il suddetto intende utilizzare il ciondolo di Lala-Ru per 
procurarsi grandi quantità del bene più prezioso del suo mondo, in modo 
tale da accrescere il suo potere.
Nella sostanza (ma non nella confezione, si pensi al design volutamente 
retrò e alle buffe scene d'azione alla "Conan il Ragazzo del Futuro"), 
"Ima, Soko ni Iru Boku" si discosta molto presto dalle sue reminiscenze 
miyazakiane, diventando un pesante viaggio nell'oblio di notevole intensità drammatica.
Il tema della guerra viene affrontato in modo genuino, sincero, senza 
alcun buonismo e ipocrisia di sorta. Certe scene in cui bambini uccidono
 altri bambini perché non possono fare altrimenti, giacché è la guerra 
in sé che li obbliga a spargere il sangue di altri innocenti, sono 
veramente impressive e crude nel loro realismo. In "Ima, Soko ni Iru 
Boku" le scene tragiche e commoventi si sprecano; l'ottima regia è in 
grado di fornire un continuo, indelebile, concentrato di emozioni, che 
ha il potere di rimanere impresso giorni e giorni dopo la visione, 
grazie anche alle splendide musiche composte da un ispiratissimo Taku 
Iwasaki: brani come "The Bottom" contribuiscono a creare quel mood 
estremamente cupo e ossessionante della serie, la quale non si abbandona
 a freddi e inutili intellettualismi, ma si concentra nel lanciare il 
suo profondo messaggio colpendo direttamente al cuore con una grande 
dose di pàthos.
Come era la norma negli anime degli anni novanta, l'opera è 
caratterizzata da una marcata introspezione psicologica dei personaggi, i
 quali, allo stesso modo di Hamdo, sono perfettamente credibili e 
assimilabili a persone in carne e ossa. Il sempliciotto di buon cuore 
Shu, novello Conan il quale viene tuttavia picchiato, torturato, mandato
 in guerra contro la sua volontà e che, nonostante tutto, non ha mai 
smesso di avere fiducia nel genere umano; Hamdo, un dittatore dello 
stesso calibro di Hitler e di Idi Amin Dada, un pazzo che non si fa 
problemi a mandare in guerra bambini e a ordinare genocidi in preda a 
veri e propri deliri da psicopatico; Sala, ragazza innocente che viene 
fatta violentare ripetutamente dall'esercito al fine di produrre nuovi 
soldati, la cui psicologia, in seguito a tali raccapriccianti eventi, 
andrà in frantumi; Nabuca, ragazzino soldato che sa di compiere atti 
crudeli ed ingiusti, ma che non intende ribellarsi al sistema, siccome è
 stato ingannato dalle promesse di pace di Hamdo; Abelia, il braccio 
destro di Hamdo, un valido ufficiale con una grande capacità di 
pianificazione il quale è completamente incapace di ribellarsi, forse a 
causa della grande paura che prova nel profondo del suo animo; forse 
perché nella sua vita non ci sono emozioni, sentimenti, coscienza, 
affetto e comprensione. Nel cuore di Abelia c'è soltanto tanta 
solitudine: e tale è la cosa che più la lega all'altrettanto isolato 
dittatore, con il quale ha un rapporto pressoché morboso. E poi c'è 
Lala-Ru, la quale, pur essendo qualcosa di molto simile a una divinità, 
con quel suo sguardo gelido e con le sue poche parole, è molto più umana
 di quello che sembra. Ella prova una grande indifferenza nei confronti 
dell'umanità, che fa da contrappunto al sincero entusiasmo di Shu: i due
 personaggi si completano a vicenda, sono gli opposti che si attraggono.
«Perché non usi il potere del ciondolo per portare l'acqua in posti diversi? Scommetto che che questo piacerebbe alla gente.» 
«No.»
«Perché no? Sono sicuro che ogni persona ti ringrazierebbe.»
«No. Potrebbero dirmi un milione di volte grazie, ma per me sarebbe indifferente.»
«Perché? Non ti rende felice essere apprezzata?»
«No. E loro non apprezzerebbero comunque. Loro tutti all'inizio mi ringraziano, ma poi incominciano a dare il mio dono per scontato. E presto, nel momento in cui non fornisco loro l'acqua richiesta, si fanno prendere dall'ira, e infine mi rinchiudono per sfruttarmi.
Ogni volta che utilizzo questo ciondolo, divento sempre più debole. Ma nessuno si cura mai di quello che mi potrebbe capitare.
E lo sai cosa fanno dopo? Si uccidono a vicenda. Così è sempre stato, in ogni luogo e in ogni tempo. Se metti abbastanza persone insieme, quelle combattono sempre. Dapprima implorano per le loro vite, e poi si uccidono a vicenda, sino a quando non rimane più nessuno. E' sempre così.»
«Ci potrebbero essere delle persone così, ma penso che la maggior parte delle persone sia buona. Ne sono sicuro.»
«Tutte le brave persone di questo mondo sono già morte.
Non voglio più sprecare la mia vita per gli esseri umani.»
«Io penso che tutti ti apprezzino allo stesso modo.»
«No. Grazie.» [Dialogo tra Shu e Lala-Ru]
«No.»
«Perché no? Sono sicuro che ogni persona ti ringrazierebbe.»
«No. Potrebbero dirmi un milione di volte grazie, ma per me sarebbe indifferente.»
«Perché? Non ti rende felice essere apprezzata?»
«No. E loro non apprezzerebbero comunque. Loro tutti all'inizio mi ringraziano, ma poi incominciano a dare il mio dono per scontato. E presto, nel momento in cui non fornisco loro l'acqua richiesta, si fanno prendere dall'ira, e infine mi rinchiudono per sfruttarmi.
Ogni volta che utilizzo questo ciondolo, divento sempre più debole. Ma nessuno si cura mai di quello che mi potrebbe capitare.
E lo sai cosa fanno dopo? Si uccidono a vicenda. Così è sempre stato, in ogni luogo e in ogni tempo. Se metti abbastanza persone insieme, quelle combattono sempre. Dapprima implorano per le loro vite, e poi si uccidono a vicenda, sino a quando non rimane più nessuno. E' sempre così.»
«Ci potrebbero essere delle persone così, ma penso che la maggior parte delle persone sia buona. Ne sono sicuro.»
«Tutte le brave persone di questo mondo sono già morte.
Non voglio più sprecare la mia vita per gli esseri umani.»
«Io penso che tutti ti apprezzino allo stesso modo.»
«No. Grazie.» [Dialogo tra Shu e Lala-Ru]
Il racconto di Lala-Ru, nonostante sia macchiato da una concezione 
pessimistica della natura umana, è più che legittimo. In esso il 
comportamento dell'uomo nei confronti dell'acqua diventa un'allegoria 
del suo innato desiderio di ampliarsi, di espandersi, di consumare tutto
 quello che trova lungo il suo cammino, senza alcuna coscienza e freno 
inibitore, giacché la sua sete di potere cresce sempre più, prevaricando
 ogni cosa. Hellywood è uno stato industriale, non a caso collocato in 
una monolitica- e simbolica - torre, ove tutto viene prodotto in serie 
al fine di ricavare un maggior profitto, dalle armi, ai pasti sino agli 
stessi militari (la triste vicenda di Sala). La sanguinosa guerra tra il
 suddetto stato e Zari Bars, un villaggio pacifico di agricoltori, mette
 in luce come in entrambe le fazioni sono allo stesso modo presenti 
individui egoisti e alienati, i quali non si curano della sofferenza 
degli altri e che, accecati dalla paura e dalla codardia, non esitano a 
uccidere i membri della loro stessa comunità. Industrialismo e comunione
 con la natura vengono quindi messi sullo stesso piano, così come i 
concetti di "buono" e di "cattivo", che nell'anime perdono completamente
 di rilevanza: si pensi alla dittatura di Hamdo, che non viene affatto 
contrastata dalla maggioranza dei sudditi, i quali non pensano, non 
hanno il coraggio di ribellarsi, vengono storditi dalla propaganda e 
dalle menzogne; lo stesso dittatore viene dipinto come un prigioniero 
dello stesso meccanismo nel quale sono intrappolati anche gli altri 
personaggi: il meccanismo della follia.
Per quanto concerne i due piccoli protagonisti, sia Lala-Ru che Shu una 
volta giunti a Zari Bars dovranno mettere da parte le loro rispettive 
concezioni della natura umana, trovando un compromesso con la cruda 
realtà: la prima dovrà rivalutare le sue convinzioni dopo aver 
conosciuto Sis, una donna molto pragmatica e sincera che le vorrà bene 
incondizionatamente, come una vera e propria figlia; il secondo, dopo 
aver assistito ad alcuni eventi atroci, dovrà mettere da parte il suo 
inutile buonismo e agire per tentare di salvare le persone a cui tiene.
Siamo quindi di fronte a una spietata analisi dei meccanismi, sopratutto
 psicologici, che spingono l'uomo ad autodistruggersi. Tutta la serie è 
una progressione crescente di violenza che sfocia in un'apocalisse 
finale piena di morte e disperazione, di sentimento, di esistenze 
spezzate, di tristi e malinconici addii; e dopo, quando le acque si sono
 calmate, e il cielo viene mitigato dai colori rassicuranti del 
tramonto, rimane soltanto una leggera quiete, mista a tanta, tanta 
nostalgia per la vita. «Poiché dieci miliardi di anni sono così fragili e così effimeri... essi suscitano un agrodolce, quasi straziante, affezione.»
 



























Nessun commento:
Posta un commento