Titolo originale: Eria Hachi-Jū-Hachi
Titolo inglese: Area 88
Autore: Kaoru Shintani
Tipologia: Shounen Manga
Edizione italiana: non disponibile
Volumi: 23
Anni di Pubblicazione: 1979-1986
Il mio personale trascorso con "Area 88" è stato molto travagliato. In
primis ero rimasto letteralmente folgorato dall'OAV tratto dal suddetto
manga di Kaoru Shintani, celebre mangaka ed ex assistente di Leiji
Matsumoto (una piccola curiosità: lo Yattaran di "Capitan Harlock" è una
palese caricatura di Shintani. Egli era il costruttore dei modellini
di plastica che Matsumoto utilizzava per realizzare i suoi disegni).
Tuttavia, tale OAV era solamente un antipasto al lunghissimo ed
articolato omonimo manga, ed il suo finale era un vero e proprio "coito
interrotto": una conclusione sin troppo aperta e vaga. Constatato ciò,
decisi di acquistare su internet, a buon prezzo, un blocco contenente
l'edizione americana del manga: sin dai primi capitoli, avevo
immediatamente compreso di trovarmi di fronte ad un'opera di grande
caratura, che meritava pienamente la fama che tutt'ora ha in Giappone;
ma la cattiva politica editoriale della Viz Media mi ha costretto ad
andare incontro ad un secondo "coito interrotto": l'edizione americana
di "Area 88" è stata sospesa al quarantaduesimo capitolo, proprio sul
più bello. In preda ad un sincero sconforto, giacché le vicende ed i
personaggi di questo dramma cartaceo mi avevano letteralmente
conquistato, ho dovuto ricorrere alle raw giapponesi e ad internet per
conoscerne il finale e la sorte dei vari - amati - personaggi. Infatti,
molto stranamente, "Area 88" non è mai uscito in Italia, nonostante il
suo status di "cult" in madrepatria.
«Alba ad est ...
Tramonto ad ovest ...
Non vi è alcun cambiamento nella ripetitività della natura ...
Oppure l'amicizia degli uomini ...
Questa è l'Area 88 ... nel bel mezzo del campo di battaglia ...»
«Un giorno un uomo scompare. Ed in seguito verrà sostituito ...
Questo è l'eterno gioco della vita e della morte ...
Questa è l'Area 88 ...
Il luogo nel quale gli uomini sono marchiati a fuoco dalla morte.»
Sono metafore naturalistiche tipiche del gekiga, quelle dell'adulto
"Area 88". L'opera di Shintani, infatti, non è affatto semplicistica: la
condizione dei mercenari dell'Area 88 è quella degli eterni perdenti; è
la condizione dell'uomo braccato dalla natura e dalla malasorte.
All'epoca dell'uscita del manga, nei media di intrattenimento giapponesi
si potevano ancora affrontare determinati temi molto spinosi - nel
nostro caso lanciare un messaggio adulto e maturo senza cadere
nell'ingenuità di dipingere la natura come un'entità benevola, oppure
criticare la società giapponese e le politiche americane - non a caso il
manga è stato sospeso dalla casa editrice Yankee subito dopo che uno
dei suoi protagonisti, il principe di Aslan (una nazione fittizia del
medio-oriente), riceveva dagli americani un aereo dotato di ordigni
nucleari; e cominciavano altresì ad apparire nel plot verosimili
intrighi tra i trafficanti di armi e la mafia italiana in America. Nel
manga le - ancora attualissime - guerre tra i paesi del medio-oriente
(nel nostro caso viene tuttavia combattuta una guerra civile) sono
legate agli interessi degli americani e dei "signori della guerra", i
quali traggono profitto dalla vendita delle armi, oppure da determinate
incomprensioni tra persone miste a contrasti tra diverse ideologie di
governo - il principe di Aslan, Saki, combatte un'insensata guerra
fratricida contro il suo stesso fratello e contro suo padre, innescata
dai suddetti motivi.
«Può una giovane donna vivere di soli ricordi?»
E' questa la domanda che si pone Taeko, la migliore amica di Ryoko, la
quale ama talmente tanto il braccato Shin - spedito nell'Area 88 per
mezzo di un'inganno dal suo collega ed amico Kanzaki - da non voler più
intraprendere nuove relazioni con altri uomini. Ella decide di credere
che un giorno potrà finalmente riabbracciare l'amato; e che nella
straziante attesa sarà consolata dal rivivere tutti i momenti felici
trascorsi con lui mediante la dolce carezza dei bei ricordi. Sembra che
il tema della memoria sia abbastanza caro all'autore, siccome anche nel
finale del manga esso gioca un ruolo fondamentale. Cancellando i nostri
ricordi spiacevoli, possiamo rinascere come persone nuove, non
contaminate dalla tristezza, dalla paura e dalla meccanicità che ci
hanno segnato? Kaoru Shintani sembra non rispondere a questo
interrogativo, che rimane aperto e di difficile soluzione. La vita
futura, con tutti gli inganni che verranno, i quali sono immancabilmente
dovuti alla nostra natura di eterni perdenti, ci trasformeranno
nuovamente in animali braccati e senza speranza alcuna? A voi la
risposta. L'unica certezza è che "l'eterno gioco della vita e della
morte" ci avvolge con le sue ambigue, meccanicistiche braccia incuranti
dell'umana sorte.
Al di là delle varie riflessioni che solamente una lettura adulta ed
impegnata può stimolare, "Area 88", nella sua componente esclusivamente
"action", è di grande qualità: l'autore dimostra una grande perizia
tecnica nel disegnare aerei realmente esistiti, sui quali evidentemente
si è documentato sin nei minimi particolari. Ai ricercati dettagli delle
forme dei veicoli e delle ambientazioni fa da contrappunto un character
design decisamente semplicistico, reminiscente del tratto tipico dei
manga per ragazze dell'epoca. Infatti, Shintani iniziò la sua carriera
nel 1972 come creatore di shoujo manga, e questo si vede: nello stesso
"Area 88" è presente, tra le mille sfaccettature, una componente molto
"femminile" ed incline al romanticismo e al melodramma tipici degli
shoujo manga d'annata.
Spesso, alcune immolazioni nei capitoli finali dell'opera - morti
tragiche con tanto di storie d'amore infrante e memorabili sequenze da
tragedia greca, nonché spiriti di amanti che s'abbracciano nel momento
della loro dipartita verso l'ignoto - mi hanno personalmente trasmesso
un briciolo di quel "mood" che provavo nella visione del tominiano
"Ideon", forse a causa dell'angosciosa e genuina presenza della morte;
forse a causa dell'assenza di ogni possibile forma di speranza. La
narrazione distaccata ed impegnata del manga, inoltre, mi sembrava quasi
ricalcare i fasti dell'imponente (ma molto meno spettacolare) "Dougram"
di Ryosuke Takahashi. Tutte opere uscite nello stesso periodo di "Area
88", le quali, personalmente, mi hanno dato simili sensazioni (sebbene a
mio avviso "Dougram" e "Ideon" come profondità stiano su un livello ben
più elevato rispetto ad "Area 88").
In conclusione, continuerò a sperare di poter godere in futuro di una
traduzione completa del manga, in modo che questa opera possa essere
finalmente usufruibile in modo completo da tutti gli "sventurati" che
non conoscono la lingua giapponese. Se una casa editrice italiana - come
ad esempio la Hazard Edizioni, la quale molto coraggiosamente ha
pubblicato nel nostro paese numerosi manga gekiga d'annata - decidesse
di portare in Italia "Area 88", sarebbe sicuramente una gran bella cosa,
e non tarderei ad acquistare tutti i volumi di un titolo ingiustamente
misconosciuto al di fuori dell'America e del Giappone.
Nessun commento:
Posta un commento