Titolo inglese: Eden - It's an Endless World
Autore: Hiroki Endo
Tipologia: Seinen
Edizione italiana: Planet Manga
Volumi 18 (9 nella nuova edizione)
1998, Hiroki Endo pubblica sulla rivista mensile Afternoon il primo capitolo di quello che sarà poi il suo più grande successo: Eden - It's an Endless World!, conclusosi nel 2008 con il diciottesimo volume. Eden
è un fumetto che ha suscitato molto scalpore anche a livello
internazionale, tanto che negli Stati Uniti ha persino ricevuto dei
riconoscimenti da note riviste del settore, quali Wizard: The Comics Magazine e Newtype USA. In Italia a pubblicarlo è stata Planet Manga, che ultimamente ne ha proposto una nuova edizione.
“Dio ha creato l'uomo, ma ha decisamente fallito.”
Eden infatti si appropria di alcuni elementi
caratteristici di tali eminenze, per poi proporre qualcosa di molto
diverso e di nuovo. Tra di essi possiamo annoverare titoli quali Akira di Katsuhiro Otomo, dal quale Endo
attinge l'elemento post-apocalittico/distopico, oltre ad usarlo come
modello per lo stile di disegno particolarmente realistico. Probabile è
parimenti l'influenza esercitata dagli stilemi di Masamune Shirow,
soprattutto per quanto riguarda la complessità delle trame di natura
fantapolitica, e l'amore per quello che io definirei senza remore
“fanservice” tecnologico-scientifico, con tanto di numerose note a piè
pagina onde illustrarne i dettagli.
Eden inoltre deve molto anche a The End of Evangelion per quanto riguarda invece la sua filosofia più intima, ma questo argomento sarà affrontato successivamente.
Se mi si chiedesse di rispondere alla domanda: “Che cos'è Eden?”, ribatterei che si tratta in primo luogo di un manga fantascientifico, che tuttavia non si lascia affatto imbrigliare in rigorose inquadrature di genere.
Eden non è solo un'opera che specula su un - più o meno
- probabile futuro del mondo, è anche un'opera che parla di sogni
infranti, di storie d'amore, di passione, di speranza e di “umanità”,
insomma si tratta di un lavoro poliedrico e dalle molte facce. Eden è
anche la storia del percorso di vita di Ennoia e di suo figlio Elia,
che vogliono cambiare in positivo il mondo e per far questo decidono di
scegliere una via assai dura, quella dello sporcarsi le mani.
Proporrei di aprire l'analisi introducendo brevemente l'ambientazione in cui è calato l'intero inseme delle vicende. Si tratta di un contesto che si potrebbe comodamente definire post-apocalittico, in quanto la trama prende luogo in seguito ad una disastrosa epidemia virale che vede coinvolto il mondo intero. Il cosiddetto "disclosure", virus agisce trasformando le cellule in tessuto corneo, provocando così l'irrigidimento e la consequenziale cristallizzazione del corpo, portando prima alla paralisi e successivamente ad una atroce quanto lenta morte. Tale strage di vite umane ha avuto grosse ripercussioni dal punto di vista della spartizione del potere, facendo sì che quest'ultimo ricadesse nel monopolio di influenti organizzazioni sovranazionali. Tra queste vi è Propater, una delle più importanti, che gode di una vasta autorità a livello globale. Viene in questo modo tratteggiata la cornice di un sistema molto dettagliato, soprattutto a livello istituzionale e sociale, oltre che politico. Il mondo, in ogni caso, si trova sull'orlo del collasso: dilagano la guerra, la corruzione, la povertà, mentre le discriminazioni razziali e sociali si fanno sentire sempre più forti e l'umanità si staglia su di un baratro che parrebbe sancirne il definitivo epilogo.
Proporrei di aprire l'analisi introducendo brevemente l'ambientazione in cui è calato l'intero inseme delle vicende. Si tratta di un contesto che si potrebbe comodamente definire post-apocalittico, in quanto la trama prende luogo in seguito ad una disastrosa epidemia virale che vede coinvolto il mondo intero. Il cosiddetto "disclosure", virus agisce trasformando le cellule in tessuto corneo, provocando così l'irrigidimento e la consequenziale cristallizzazione del corpo, portando prima alla paralisi e successivamente ad una atroce quanto lenta morte. Tale strage di vite umane ha avuto grosse ripercussioni dal punto di vista della spartizione del potere, facendo sì che quest'ultimo ricadesse nel monopolio di influenti organizzazioni sovranazionali. Tra queste vi è Propater, una delle più importanti, che gode di una vasta autorità a livello globale. Viene in questo modo tratteggiata la cornice di un sistema molto dettagliato, soprattutto a livello istituzionale e sociale, oltre che politico. Il mondo, in ogni caso, si trova sull'orlo del collasso: dilagano la guerra, la corruzione, la povertà, mentre le discriminazioni razziali e sociali si fanno sentire sempre più forti e l'umanità si staglia su di un baratro che parrebbe sancirne il definitivo epilogo.
Dal punto di vista narrativo si deve ammettere come Eden abbia
degli alti e dei bassi; in ogni caso mirabile è il modo in cui l'autore
sia riuscito a rendere con efficace realismo i suoi racconti. Tale
risultato è conseguito, oltre che in virtù di un disegno molto
dettagliato e concreto, anche per merito della quasi completa assenza di
un narratore esterno alle vicende, e per il carattere estremamente crudo e "senza peli sulla lingua" con il quale Endo descrive le situazioni. Ritengo infatti che uno dei maggiori punti di forza del manga risieda proprio nella narrazione particolarmente pungente e spietata:
attraverso di essa si palesa la brutale realtà così com'è, senza
sentimentalismi o eufemismi di sorta. Non ci viene risparmiato proprio
nulla, non si trattengono i colpi e, sovente, si raggiungono toni assai
tragici se non anche truculenti.
Su tali basi cresce una trama articolata e complessa, che si dirama in
un cospicuo numero di filoni secondari, i quali si intrecciano, si
separano e si intrecciano di nuovo formando una rete sempre più
elaborata. Invero, assai numerose sono le figure che popolano questo
manga, ed Endo ne descrive per ognuna i propri drammi, le speranze e le battaglie, dando vita ad un intenso e struggente dramma corale.
Sono proprio gli esempi di umanità tratteggiati dall'autore ad essere
il cuore del suo fumetto, essi vengono rivestiti di background
approfonditi e coerenti, che si integrano alla perfezione all'interno
della struttura narrativa e dell'ambientazione.
Un aspetto interessante a proposito della definizione dei personaggi è il modo con cui Endo si approccia alla sfera sentimentale e sessuale,
categoricamente senza romanticismo e senza sottolinearne troppo
l'aspetto erotico. La dimensione del sesso è affrontata in modo molto
diretto, realisticamente, con l'unica eccezione di particolari
occasioni, dove al contrario essa viene utilizzata a fini ironici e
umoristici.
C'è da dire, inoltre, che la tematica sessuale/adolescenziale è da sempre molto cara all'autore, tanto che anche nei suoi Racconti brevi
le dedica appositamente dei pezzi, ad esempio: “Stazione”, “Sicuramente
diventerà una ragazza carina ” e “Hang”. Il ruolo stesso del sesso, in Eden,
non è statico, ma muta mentre si evolvono e crescono i personaggi.
Inizialmente viene concepito come un qualcosa di proibito dalla
religione, e come un enigma da parte dei giovani, che ancora non ne
hanno avuto esperienza. Successivamente esso acquista valore di semplice
atto naturale, perfettamente normale e non recriminabile, che lega due
esseri umani intimamente. Infine, nell'ultima tappa, esso si congiunge
con la questione relativa alla famiglia, e all'essere genitore.
Ritornado un attimo alla disamina della narrazione, devo ammettere che
si possono riscontrare alcune forzature per quanto riguarda il modo in
cui l'autore gestisce i personaggi, soprattutto per quanto concerne
alcune figure, che vengono estromesse dai “giochi” in modo un po' troppo
brusco o frettoloso. In particolare, verso la conclusione del manga, si
assiste a delle virate di trama forse un po' inaspettate, e di
conseguenza alcuni personaggi tendono a perdere di centralità strada
facendo.
Un aspetto sul quale vale la pena soffermarsi è poi quello dei dialoghi. Questi contribuiscono con il loro realismo a dare un tono molto serio al fumetto, ma si rivelano anche un'arma a doppio taglio. Raramente si assiste a mezzucci o espedienti che servano a dare spiegazioni di determinati argomenti o dettagli ignoti al lettore, ciò tende ad evitare grossolane forzature nel comportamento dei personaggi, ma anche a lasciare confuso chi legge. In poche parole non vi sono preamboli, o personaggi che di punto in bianco si prodigano nello spiegare fattori che essi danno, per forza di cose, già per scontati. Pertanto, inizialmente almeno, potrebbe non essere agevole inquadrare i loro discorsi, poiché ci sfuggiranno dettagli che solo con l'evolversi delle vicende verranno adeguatamente chiariti. Ovviamente vi sono delle eccezioni a questo modo di gestire la sceneggiatura, ciò si nota soprattutto nella seconda metà del fumetto, ove si inseriscono parti maggiormente descrittive, come ad esempio le (pseudo)delucidazioni scientifiche di Maya, oppure le cronache degli eventi a livello globale. Resta un punto fermo, in ogni caso, che la spiegazione di alcuni avvenimenti non è sempre limpida e cristallina ma, anzi, spesso ingarbugliata o non perfettamente chiara (ad esempio tutta la vicenda legata a Pessoa), tanto da poter dare la sensazione di essere approsimativa. In effetti credo che per assimilare per bene Eden lo si debba leggere più di una volta, il primo impatto facilmente potrebbe lasciare confusi.
Per quanto riguarda il lato contenutistico, Eden riesce
a gestire magistralmente una moltitudine eterogenea di tematiche, che
riguardano principalmente l'uomo, il suo rapporto con la natura, la
religione e, in ultima analisi, la ricerca della felicità. Alla conquista di tale agognata meta si oppone la dura e spietata realtà, che ha ben poca cura dei desideri del singolo. Il cinismo
di cui è velata quasi ogni storia è dirompente, e bene si abbina
all'incredibile attualità di molti dei temi che vengono proposti. Ad
esempio, alcuni racconti (a dire il vero piuttosto marginali e “di
contestualizzazione”) ed eventi ruotano attorno alla questione della
pulizia etnica e ai relativi interventi ONU nelle zone più a rischio,
descrivendo in modo molto realistico le dinamiche e le problematiche di
queste situazioni. Molti altri sono gli spunti presenti e la verità è
che in Eden c'è davvero di tutto: prostituzione,
pedofilia, mafia, tossicodipendenza, violenza, guerra, discriminazione
razziale, genocidi, ed altro ancora. Gli aspetti più rivoltanti e
riprovevoli dell'uomo, ma anche quelli più vicini alla sua natura,
confluiscono in una grande rappresentazione, un immenso affresco della
condizione umana in un mondo dilaniato e ormai prossimo alla sua
conclusione. Non vi è morale alcuna che possa reggere il gioco,
l'illusione della possibilità di un mondo pacifico e felice, privo di
violenza e di guerra, crolla inevitabilmente di fronte al determinismo
di una natura spietatamente indifferente, di fronte alla scarsezza delle
risorse, di fronte alla crudeltà e alla brutalità che stringono in una
morsa di ferro la stirpe di Adamo. Non ha molto senso parlare di buoni o
cattivi, alla fine esistono soltanto persone, che agiscono ognuno
perseguendo i propri obiettivi, i propri desideri, aspettative, o anche
solo la convenienza del momento. Persone che provano sentimenti, amore,
paura, odio, rispetto, lealtà, ma che molto spesso, inevitabilmente
aggiungerei, guardano soltanto ai propri interessi. L'unica vera legge che regola il mondo è quella del più forte, o si mangia o si viene mangiati, non ci sono santi. Eden diventa così un'opera corale, che fa perno sull'idea di un dramma globale che coinvolge tutta l'umanità.
-“Pensi che sia crudele?”
-“..., si”
-“Va bene così, è importante che tu lo senta. Non bisogna dimenticare che facciamo delle cose crudeli per vivere.”
Emerge (realisticamente) l'idea di un uomo che costruisce la propria felicità sulla disperazione altrui, affinché uno viva un altro dovrà soffrire.
Ed è proprio l'assurdità della necessità del dolore a rendere
quest'ultimo così difficile da sopportare e da accettare. Per contro da
sempre l'uomo si appiglia alla religione, ha bisogno di credere che vi
sia un motivo al suo soffrire, che il mondo abbia un senso, che il
dolore abbia un senso. Da qui i vari "al di là" che compensano le
sofferenze terrene, la ricerca di verità assolute e dell'eternità.
Questo "bisogno metafisico" non fa distinzioni di razza, religione,
nazionalità: dio diventa lo specchio in cui si riflettono la miseria
della realtà, le paure e le debolezze umane. Dio diventa un rifugio in
cui fuggire per dimenticare i propri limiti e, quando anch'esso viene
meno, l'uomo continua a cercare disperatamente qualcosa che lo
sostituisca (ideologie, fondamentalismi etc.), egli non compie altro che
una mera sostituzione, imponendo un assoluto al posto di un altro. Ed è
qui che si innesca il "dilemma" posto all'umanità dal colloide. Le
varie mutazioni che colpiscono il disclosure virus, portano allo
svilupparsi di una sorta di colloide organico capace di assorbire ed
"archiviare" le informazioni degli individui infettati. Essi divengono
in questo modo dei “dati” all'interno di esso, fondendosi in un'unica
grande entità, perdendo la propria idividualità ma facendo salvi i
propri ricordi sotto forma di informazioni. Un elemento che ricorda per
certi aspetti il Third Impact di “The End of Evangelion”, la speranza
cioè dell'umanità di fuggire dal proprio dolore diventando una cosa
sola, abbandonando il proprio egoconfine e guadagnando una nuova forma,
un proprio assoluto, dando vita ad una sorta di divinità, un'arca che
porti alla volta di un nuovo universo. Si presenta quindi per l'umanità
la domanda fondamentale: la scelta tra continuare a vivere (e morire)
nel mondo, cercando di combattere per cambiarlo, oppure abbandonarsi ad
una facile fuga dal dolore nel colloide, facendosi infettare dal virus
per eternare i propri dati. In questo illusorio Eden forse gli uomini troveranno la pace dei sensi e dell'animo, ma sicuramente non la felicità.
-“Mana... tu credi in qualcosa?“
-”...(fa cenno di “no” col capo)”
-“E' molto comune nei paesi sviluppati con buone garanzie sociali, perché se si hanno risorse e si vive in una società equilibrata non si ha bisogno della fede.”
Rileggendo questa recensione mi sono accorto che, dai miei discorsi, sembrerebbe quasi che Endo
si fosse dimenticato che nel mondo non esistono solo dolore e
conflitto, ma anche lati positivi e, soprattutto, propositivi. Forse è a
cagione della mia natura e dei miei gusti l'aver incalzato maggiormente
su determinati aspetti, e di conseguenza l'argomento non è emerso come
avrei voluto. Ci tengo pertanto ad integrare l'analisi affermando che Eden sottolinea
brillantemente gli aspetti più “nobili” ed elevati dell'umanità.
L'autore tratteggia diverse figure cariche di speranza, di voglia di
vivere, che tentano di cambiare le cose. Si dà molto peso al valore, per
esempio, che la cultura e l'istruzione possono avere ai fini di
migliorare la società in cui si vive. Figure simili sono incarnate da
personaggi come Mahriam, che lotta per i diritti della minoranza etnica
cui appartiene, l'amico di infanzia di Pedro, che trova nell'istruzione
un modo per sfuggire alla strada e al diventare un mafioso, o il medico
indiano volontario, che cerca di aiutare le vittime della guerra. Dalle
loro storie nascono gran parte delle riflessioni che vengono proposte,
nondimeno senza farsi troppe illusioni. Infatti soltanto in una società
dove regna il benessere si può arrivare a credere che sia davvero
possibile un mondo senza violenza ed ideale. Tuttavia, le comunità
ricche (ironicamente) fondano la loro fortuna sulla povertà delle altre,
e quindi fanno crudelmente parte del gioco. Tali figure, per contro,
combattono contro qualcosa che non possono sperare di cambiare, ma
alcuni saranno anche coloro i quali rifiuteranno il colloide, consci del
valore che l'uomo può rappresentare. Questo è forse uno degli apici più
elevati di crudeltà di tutto il manga, e penso che sia anche una delle
considerazioni più attuali tra quelle che offre.
Eden - It's an Endless World!, oltre ad essere un fumetto
particolarmente maturo dal punto di vista contenutistico, mostra di
saper condire momenti di comicità, di azione e di riflessione in modo
molto intelligente, senza mai risultare (almeno, a me non lo è stato)
particolarmente pedante nonostante l'evidente complessità della trama.
Nelle parti iniziali la storia potrebbe risultare difficile da seguire,
poiché, come già detto, Endo non si prodiga nel contestualizzare subito
gli avvenimenti, optando per una comprensione a posteriori da parte del
lettore. Ma dategli fiducia, e vi saprà conquistare.
“Finora ho ribadito che il mondo è ingiusto e crudele, ma è proprio per questo che gli esseri viventi si evolvono, ed è così che, contemporaneamente, il mondo si riempie di una ricchezza e di una bellezza multiformi.”
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