sabato 4 ottobre 2014

Steins;Gate: Recensione

Titolo originale: Steins;Gate
Regia: Hiroshi Hamasaki, Takuya Sato
Soggetto: (basato sul videogioco originale di 5pb & Nitroplus)
Sceneggiatura: Jukki Hanada
Character Design: huke (originale), Kyuuta Sakai
Musiche: Takeshi Abo
Studio: WHITE FOX
Formato: serie televisiva di 24 episodi
Anno di trasmissione: 2011


Rintaro Okabe è un bizzarro inventore di aggeggi senza alcuna utilità pratica il quale si è autodichiarato "Mad Scientist", ovvero "Scienziato Pazzo". Un giorno, insieme a Daru, il suo geniale assistente hacker, riesce a creare uno strano congegno in grado di mandare e-mail nel passato. Questo fatto incuriosirà l'inizialmente scettica Makise Kurisu, una giovanissima e brillante fisica teorica, che si unirà ai membri dello strampalato "laboratorio" di Rintaro al fine di scoprire la causa dell'insolito fenomeno, forse correlato alle oscure cospirazioni legate al CERN di Ginevra...


"Steins;Gate" è uno sci-fi in grado di fondere assieme una vasta moltitudine di generi, spaziando dalla commedia al thriller psicologico attraverso una sceneggiatura complessa, ricca di colpi di scena e priva di quelle pesanti incongruenze di script le quali danneggiano la maggior parte degli anime affini. Alla regia abbiamo Hiroshi Hamasaki, il quale aveva dimostrato la sua grande abilità dirigendo il fosco ed ermetico "Texhnolyze"; la perizia registica di "Steins;Gate" è infatti notevole, sopratutto quando l'anime diventa un thriller fantascientifico a base di viaggi nel tempo e worldline alternative. La caratterizzazione del protagonista è molto curata: il "Mad Scientist" viene approfondito a trecentosessanta gradi, ha il suo lato oscuro e molteplici sfaccettature relativamente complesse; la sofferenza derivante dalla perdita di una persona cara lo farà maturare moltissimo: da otaku pieno di sé e ossessionato dalla tecnologia, Rintaro diventerà un uomo consapevole dell'importanza dei legami con le altre persone. Anche Makisu Kurise a mio avviso è ben caratterizzata, anche se rimane vincolata alla caratterizzazione da tsundere tout court senza alcuna crescita sensibile (il personaggio verrà comunque approfondito nel film "Steins;Gate: Fuka Ryouiki no Deja vu"). Per quanto riguarda i comprimari, essi sono i classici archetipi provenienti dal mondo otaku: la loli, il geek grasso con gli occhiali e il cappellino, la ragazzina con le orecchie da gatto, il trap, la meganekko superdotata e così via.


Le prime dodici puntate di "Steins;Gate" sono una vera e propria commedia otaku cliché, nella quale sono presenti numerosissimi riferimenti alla "cultura" moe, alle "ragazze" a due dimensioni dei giochi erotici, al culto del cosplay e dei cosiddetti Maid Café. E' bene evidenziare che la serie sia molto accomodante nei confronti degli attuali otaku giapponesi, consumatori ossessivi-compulsivi cresciuti a pane, internet e "Suzumiya Haruhi no Yuuutsu". L'ottima regia e le simpaticissime gag dei personaggi rendono comunque la prima parte dell'anime godibilissima, anche se in questo frangente la trama viene palesemente subordinata al fanservice. Solamente dopo il dodicesimo episodio la serie decollerà: tenetevi forte, perché da qui in poi "Steins;Gate" diventerà un vero e proprio viaggio sulle montagne russe, pieno di picchi emozionali notevoli, paradossi spazio-temporali, colpi di scena da brivido, puro sentimento il quale cercherà di contrastare la fredda tirannia del tempo e dello spazio. Viaggi nel tempo e amori in grado di superare le barriere delle leggi del mondo sono tòpoi sviscerati innumerevoli volte in numerossisimi altri media, dai quali "Steins; Gate" riesce a differenziarsi grazie al suo stile unico, risultando brillante, appassionante e ben costruito. I temi dello sci-fi classico vengono sviluppati con mezzi differenti dal solito (il "CERN", il "telefono a microonde"...); le atmosfere sono molto particolari: l'alchimia creata dalla commistione tra il grigiore delle ambientazioni, i ricercati effetti di luce e le suggestioni della OST contribuiscono a esaltare il sapore misterioso e avvincente dell'opera. Le sigle di apertura e chiusura sono splendide, rockeggianti e curate nei dettagli: due perfette alchimie di suoni e di immagini le quali si adattano benissimo a un anime contemporary otaku-oriented dalla qualità più elevata del solito.


Personalmente parlando, avrei molto gradito un approfondimento del versante distopico e post-apocalittico della serie, magari con ambientazioni e risvolti narrativi addizionali. Infatti, il numero di puntate in cui effettivamente "Steins;Gate" diventa "Steins;Gate" è molto basso: una maggior dose di sci-fi "alternativo" a mio avviso avrebbe reso "Steins;Gate" un anime indubbiamente migliore. E questo è tutto.






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