Titolo originale: Steins;Gate
Regia: Hiroshi Hamasaki, Takuya Sato
Soggetto: (basato sul videogioco originale di 5pb & Nitroplus)
Sceneggiatura: Jukki Hanada
Character Design: huke (originale), Kyuuta Sakai
Musiche: Takeshi Abo
Studio: WHITE FOX
Formato: serie televisiva di 24 episodi
Anno di trasmissione: 2011
Soggetto: (basato sul videogioco originale di 5pb & Nitroplus)
Sceneggiatura: Jukki Hanada
Character Design: huke (originale), Kyuuta Sakai
Musiche: Takeshi Abo
Studio: WHITE FOX
Formato: serie televisiva di 24 episodi
Anno di trasmissione: 2011
Rintaro Okabe è un bizzarro inventore di aggeggi senza alcuna utilità
pratica il quale si è autodichiarato "Mad Scientist", ovvero "Scienziato
Pazzo". Un giorno, insieme a Daru, il suo geniale assistente hacker,
riesce a creare uno strano congegno in grado di mandare e-mail nel
passato. Questo fatto incuriosirà l'inizialmente scettica Makise Kurisu,
una giovanissima e brillante fisica teorica, che si unirà ai membri
dello strampalato "laboratorio" di Rintaro al fine di scoprire la causa
dell'insolito fenomeno, forse correlato alle oscure cospirazioni legate
al CERN di Ginevra...
"Steins;Gate" è uno sci-fi in grado di fondere assieme una vasta
moltitudine di generi, spaziando dalla commedia al thriller psicologico
attraverso una sceneggiatura complessa, ricca di colpi di scena e priva
di quelle pesanti incongruenze di script le quali danneggiano la maggior
parte degli anime affini. Alla regia abbiamo Hiroshi Hamasaki, il quale
aveva dimostrato la sua grande abilità dirigendo il fosco ed ermetico
"Texhnolyze"; la perizia registica di "Steins;Gate" è infatti notevole,
sopratutto quando l'anime diventa un thriller fantascientifico a base di
viaggi nel tempo e worldline alternative. La caratterizzazione del
protagonista è molto curata: il "Mad Scientist" viene approfondito a
trecentosessanta gradi, ha il suo lato oscuro e molteplici sfaccettature
relativamente complesse; la sofferenza derivante dalla perdita di una
persona cara lo farà maturare moltissimo: da otaku pieno di sé e
ossessionato dalla tecnologia, Rintaro diventerà un uomo consapevole
dell'importanza dei legami con le altre persone. Anche Makisu Kurise a
mio avviso è ben caratterizzata, anche se rimane vincolata alla
caratterizzazione da tsundere tout court senza alcuna crescita sensibile
(il personaggio verrà comunque approfondito nel film "Steins;Gate: Fuka Ryouiki no Deja vu"). Per quanto riguarda i comprimari, essi sono i
classici archetipi provenienti dal mondo otaku: la loli, il geek grasso
con gli occhiali e il cappellino, la ragazzina con le orecchie da gatto,
il trap, la meganekko superdotata e così via.
Le prime dodici puntate di "Steins;Gate" sono una vera e propria
commedia otaku cliché, nella quale sono presenti numerosissimi
riferimenti alla "cultura" moe, alle "ragazze" a due dimensioni dei
giochi erotici, al culto del cosplay e dei cosiddetti Maid Café. E'
bene evidenziare che la serie sia molto accomodante nei confronti degli
attuali otaku giapponesi, consumatori ossessivi-compulsivi cresciuti a
pane, internet e "Suzumiya Haruhi no Yuuutsu". L'ottima regia e le simpaticissime
gag dei personaggi rendono comunque la prima parte dell'anime
godibilissima, anche se in questo frangente la trama viene palesemente
subordinata al fanservice. Solamente dopo il dodicesimo episodio la
serie decollerà: tenetevi forte, perché da qui in poi "Steins;Gate"
diventerà un vero e proprio viaggio sulle montagne russe, pieno di
picchi emozionali notevoli, paradossi spazio-temporali, colpi di scena
da brivido, puro sentimento il quale cercherà di contrastare la fredda
tirannia del tempo e dello spazio. Viaggi nel tempo e amori in grado di
superare le barriere delle leggi del mondo sono tòpoi sviscerati
innumerevoli volte in numerossisimi altri media, dai quali "Steins;
Gate" riesce a differenziarsi grazie al suo stile unico, risultando
brillante, appassionante e ben costruito. I temi dello sci-fi classico
vengono sviluppati con mezzi differenti dal solito (il "CERN", il
"telefono a microonde"...); le atmosfere sono molto particolari:
l'alchimia creata dalla commistione tra il grigiore delle ambientazioni,
i ricercati effetti di luce e le suggestioni della OST contribuiscono a
esaltare il sapore misterioso e avvincente dell'opera. Le sigle di
apertura e chiusura sono splendide, rockeggianti e curate nei dettagli:
due perfette alchimie di suoni e di immagini le quali si adattano
benissimo a un anime contemporary otaku-oriented dalla qualità più
elevata del solito.
Personalmente parlando, avrei molto gradito un approfondimento del
versante distopico e post-apocalittico della serie, magari con
ambientazioni e risvolti narrativi addizionali. Infatti, il numero di
puntate in cui effettivamente "Steins;Gate" diventa "Steins;Gate" è
molto basso: una maggior dose di sci-fi "alternativo" a mio avviso avrebbe reso "Steins;Gate" un anime indubbiamente migliore. E questo è tutto.
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