venerdì 9 maggio 2025

Il fascismo della comunicazione


 Una mia amica dark, una persona molto buona e intelligente, apre una di quelle merde di app di incontri per cercarsi una fidanzata, scrolla un po' di profili e mi dice qualcosa del tipo: "Sembra che ormai la storia dell'avere malattie mentali venga fatta passare come un qualcosa di figo...  guarda un po' qua, ci sono ’ste ragazze che si vantano di avere problemi... Anche sui social è così, con tutti ’sti meme che semplificano e sminuiscono le cose. Vorrei proprio vedere se postassi la mia diagnosi firmata dallo psichiatra, vorrei proprio vedere cosa ci troverebbero di figo...". Io allora le rispondo: "L'intrattenimento ormai è la misura di tutte le cose". In questo post vorrei un attimo elencare e ragionare sul significato e sulle implicazioni di questa mia osservazione,  che implicitamente ne racchiude un'altra, ossia: "L'(in)esperienza del reale è stata ricondotta all'esperienza dell'intrattenimento". Giocando un po' come con le Matrioske, in ultima istanza si potrebbe dire: "Il principio del piacere, a livello sociale e sistemico (almeno per quanto riguarda l'Occidente), ha offuscato la realtà, a tutti i livelli e istanze". Ma procediamo con ordine. 

domenica 27 aprile 2025

Rivedere Ideon nel 2024


Ho provato a vedermi una serie Netflix a tempo perso: ho resistito un episodio, uno soltanto, poi ho smesso. Ho pensato: "Perché devo sprecare il mio tempo così?" E allora niente, siccome ho da poco rivisto La Rivoluzione Utena, decido di rivedermi anche Space Runaway Ideon, un anime che mi ossessionò non poco durante gli anni universitari. Ideon è austero, duro, un calcio sui denti, un po' come lo erano i laboratori al terzo piano sottoterra della facoltà di fisica di Torino. Le vecchie sale computer vicino all'entrata, le lavagnette, il silenzio e poca gente che vagava assorta nei suoi pensieri. I corridoi claustrofobici, che ai miei occhi presero vita soltanto quando li vidi percorsi dal cammino incerto di una ragazza alta e magra col caschetto, che avevo portato lì in qualità di fidanzata giusto per farle vedere i luoghi della mia solitudine (tra l'altro le scrissi una poesia che finiva con qualcosa del tipo "grazie a te non sono più solo"). Ma  prima di lei, quando il professore spiegava i buchi neri alla lavagna, io nel mentre pensavo al robottone che i buchi neri li creava ad hoc per distruggere i nemici. Ero proprio un otaku, sì, uno di quelli veri. E allora a trentaquattro anni (questo post l'ho scritto l'anno scorso) decido di rivedermi Ideon, e la cosa mi manda inevitabilmente indietro nel tempo. Il mondo è cambiato: la pandemia ha resettato la mia vita precedente, portandomi di fatto in un "mondo nuovo" fatto di persone ancora più sole e alienate di prima; alla pandemia è poi seguita la possibilità di una guerra mondiale atomica, più un genocidio tutt'ora in corso. Tante pecore incapaci di pensare, tanta tecnologia, le imminenti intelligenze artificiali, il potere sempre più  potente e sfacciato, nonché le crescenti difficoltà di riuscire a comunicare col prossimo,  sempre se nella testa del prossimo, effettivamente, ci sia qualcosa di diverso dalla spazzatura (quest'ultimo punto tra l'altro è uno dei temi portanti di Ideon). Insomma, il 2024 è il periodo giusto per rivedersi un anime figlio della guerra fredda, una situazione storica molto simile a quella attuale. Paradossalmente Ideon, pur vantando contenuti tremendamente maturi, è un anime rivolto ai bambini; ma ricordiamoci che era pur sempre il lontano 1980. Ora invece per l'intrattenimento ho come l'impressione che valga la regola opposta: opere tremendamente infantili che hanno come target principale gli adulti. Com'è cambiato il mondo, eh?

domenica 9 febbraio 2025

La Pioggia Nera, Cristo si è fermato a Eboli e La Possibilità di un'Isola: tre letture invernali


Nel vecchio Mars di Yokoyama Mitsuteru, le antiche sentinelle piantate dagli alieni nelle profondità terrestri giudicavano la specie umana come "pericolosa" nel momento in cui essa scopriva l'energia atomica. A quel punto il protagonista del manga, una sorta di giudice calato dall'alto in stile Childhood's End, si risvegliava e, dopo un attento studio in merito alla storia e alla bontà della specie, veniva chiamato a decidere se terminarla o no. Questo quesito filosofico, congiunto al trauma del bombardamento nucleare, è molto presente nella (passata) cultura pop giapponese, per interderci anime, manga, film, telefilm e videogiochi. Per un popolo imperiale, provinciale e contadino, infatti, il trauma derivante dalla scienza occidentale ha avuto l'impatto di una congiura cosmica, di una sorta di ritorsione degli dèi o della stessa Natura. Per capire bene questo fatto, tuttavia, a mio parere occorre lasciar perdere l'intrattenimento "pop" e andare a scoprire la letteratura a tema, la fonte diretta del dramma, in cui la disgrazia primigenia viene raccontata in prima persona da chi l'ha vissuta. Le fonti principali da cui attingere sono i romanzi di Ota Yoko e il qui presente La Pioggia Nera di Masuji Ibuse (per intenderci l'autorevole maestro rinnegato da Dazai Osamu poco prima del suicidio). In particolare La Pioggia Nera è una sorta di "coscienza  collettiva" dei vari testimoni di cui lo scrittore aveva raccolto e rielaborato gli scritti, quindi ha un po' il carattere di una vicenda totalizzante, raccontata in prima persona dalla gente comune. Ne La Pioggia Nera, infatti, non vi è alcuna forma di antiamericanismo o condanna politica, a parte qualche frecciata al farraginoso apparato statale dell'epoca: la luce letale su Hiroshima, così come le scellerate decisioni dell'imperatore, sono relegabili a rassegnati eventi di sventura cosmica, che si abbattono su un popolo già di per sé stanco e martoriato dalla guerra. In tutto ciò, dato il livello di maturità della narrazione e dei suoi taciti simbolismi, La Pioggia Nera ascende tranquillamente al rango di capolavoro e di opera intellettuale nel suo senso più profondo.