Titolo originale: Sky Crowlers
Regia: Mamoru Oshii
Soggetto: (basato sui romanzi originali di Hiroshi Mori)
Sceneggiatura: Chihiro Ito
Character Design: Tetsuya Nishio
Mechanical Design: Atsushi Takeuchi
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Production I.G
Formato: film cinematografico
Durata: 121'
Anno di uscita: 2008
Regia: Mamoru Oshii
Soggetto: (basato sui romanzi originali di Hiroshi Mori)
Sceneggiatura: Chihiro Ito
Character Design: Tetsuya Nishio
Mechanical Design: Atsushi Takeuchi
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Production I.G
Formato: film cinematografico
Durata: 121'
Anno di uscita: 2008
In un tempo in cui il termine "capolavoro" risulta essere un'espressione
ormai inflazionata, tanto da essere impiegata, nella maggior parte dei
casi, con tanta leggerezza quanto poco spirito critico, non si
commetterebbe, invero, empietà ne inesattezza alcuna nel riferirlo ad un
titolo quale il qui in esame The Sky Crawlers. Se infatti mi si
chiedesse, in tutta franchezza, quale opera d'animazione relativa agli
ultimi tempi meriti siffatto elogio, non potrei esimermi dall'indicare
tale lungometraggio, partorito dal genio creativo di uno tra i più
meritevoli artisti della sua epoca: Momoru Oshii.
Le dolcissime ed evocative musiche di Kenji Kawai ci accompagnano per
l'intera durata del lungometraggio, trasportandoci in un'atmosfera
pregna di triste malinconia. Il cielo plumbeo è quasi costantemente
coperto di nubi, opprime sia lo spettatore che i personaggi in un livido
grigiore di cupa tristezza e uggiosa ineluttabilità. Un inquietante ma
solenne silenzio pervade gli ambienti, rotto dal rumore dei motori degli
aerei da combattimento che si sfidano volteggiando con incredibile
maestria nel cielo, o dall'abbaiare di un cane che risuona in
lontananza. Le lande vaste e desolate tutt'attorno esaltano un senso di
sconfortante alienazione. All'interno di questo mondo al di fuori del
mondo: i Kildren. Giovani adolescenti destinati ad un eterno ritorno
segnato dalla morte e dalla guerra. Le scene si susseguono lentamente,
ma inesorabili. Sullo sfondo, un crudele gioco tra due grosse aziende
garantisce una continua guerra tra le due fazioni, una guerra falsa,
simulata utilizzando questi ragazzi come marionette sacrificabili e
sostituibili "ab aeternum".
Un guerra per assurdo definibile "giusta", se mai tale aggettivo le può
essere affibbiato, costruita in modo tale da permettere alla società di
condurre un'esistenza pacifica e tranquilla, una quiete artefatta,
edificata sul sangue e sul dolore di innocenti. D'altronde per
perpetuare la pace abbisogna la guerra, inalienabile aspetto che
contraddistingue l'ossimorica esistenza dell'uomo. Dunque, quale
soluzione migliore di una guerra che non è una guerra?
I Kildren sono frutto di un errore, di un esperimento genetico volto a
sviluppare una nuova medicina miseramente fallito, ma che ha portato
alla creazione di esseri "umani", immortali, che non possono né
invecchiare né crescere, ma solo morire in battaglia. Conducono
un'esistenza vacua, priva di ricordi, di sentimenti, di uno scopo, colma
di dolore e di un pletorico senso di impotenza. Una vita votata alla
morte, una vita creata per morire, una condizione di insostenibile
dolore esistenziale che non sorprende possa spingere, infine, all'atto
di estremo rifiuto della stessa volontà di vivere. Quale senso potrà mai
avere, una tale esistenza? In realtà i Kildren non sono poi così
differenti dall'uomo, il quale, smarrito ed estenuato in una società
apatica, conduce un'esistenza ripetitiva fine a se stessa, e senza
protestare si rende complice della finzione, accettandone per mutuo
consenso le regole, senza avere la forza di ribellarsi o anche solo di
comprendere la propria condizione, abbandonandosi al fluire degli
avvenimenti.
I retroscena sono ricostruibili principalmente grazie, oltre ai
personaggi esterni al "gioco", alle memorie di Kusanagi, unica tra i
piloti ad essere riuscita, per merito del suo talento, a sopravvivere e a
mantenere costante la propria esistenza, senza essere perciò replicata,
ed evitando in tal modo di perdere se stessa. Tale condizione di unica
testimone della verità la porta tuttavia all'esasperazione e alla
psicosi. Il cinismo e il nichilismo gravano sovrani sulle tematiche
affrontate in questo film, i personaggi si fanno portatori di dense
riflessioni riguardo la personalità e la sua dipendenza dai ricordi,
riguardo la società e riguardo l'uomo, che trova la sua unica libertà
nel volare in cielo, nel compiere ciò per cui è stato creato, uccidere o
essere ucciso, in un perpetuo e crudele gioco senza fine. Il film
inizia in un punto del circolo e termina nel medesimo, un ineluttabile
eterno ritorno destinato a ripetersi per sempre, privo di qualsiasi
speranza di essere spezzato, metafora della della condizione umana. La
vita è un continuo confrontarsi con i propri limiti e cambiare, un
continuo mutare e crescere, ma quale valore potrà mai avere se si è
destinati ad un limbo senza fine? La risposta a questo quesito il film
non la trova, se non in uno strenuo e quantomai vano attaccamento alla
vita da parte del singolo individuo, che rimane impotente innanzi al suo
gramo destino.
Andando a considerare l'aspetto prettamente tecnico, The Sky Crawlers
offre un'animazione fluida e curata, una regia studiata ed un ritmo
estremamente lento. L'utilizzo della computer grafica è magistrale, le
scene di combattimento aereo spettacolari e suggestive, gli sfondi una
gioia per gli occhi.
Per concludere, mi sento di suggerire la visione di questo film solo
agli appassionati di Oshii e del suo modo di fare animazione. Chi
infatti non sopporta il nichilismo probabilmente rimarrà indifferente o
infastidito da tale modo di porsi nei confronti della vita. Mi arrischio
però ad invitare anche i detrattori di tal pensiero alla visione, si
tratta di un lungometraggio che merita attenzione da parte di chiunque.
Nessun commento:
Posta un commento