Titolo originale: ∀ Gundam Called Turn "A" Gundam
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Yoshiyuki Tomino, Ai Ota, Hiroyuki Hoshiyama, Ichirou Ohkouchi, Jiro Takayama, Katsuhiko Chiba, Minoru Onoya, Miya Asakawa, Tetsuko Takahashi
Character Design: Akira Yasuda
Mechanical Design: Atsushi Shigeta, Kunio Okawara, Syd Mead, Takumi Sakura
Musiche: Yoko Kanno
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 50 episodi
Anni di trasmissione: 1999 - 2000
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Yoshiyuki Tomino, Ai Ota, Hiroyuki Hoshiyama, Ichirou Ohkouchi, Jiro Takayama, Katsuhiko Chiba, Minoru Onoya, Miya Asakawa, Tetsuko Takahashi
Character Design: Akira Yasuda
Mechanical Design: Atsushi Shigeta, Kunio Okawara, Syd Mead, Takumi Sakura
Musiche: Yoko Kanno
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 50 episodi
Anni di trasmissione: 1999 - 2000
Il rapporto di Tomino con "Gundam" non è mai stato idilliaco: in molte
interviste il maestro ha ammesso di essere stato molto frustrato dalle
pressioni della produzione e alienato dall'infinito franchise associato
al titolo. Nel 1999, per celebrare il ventennio della saga, la Sunrise
lasciò a Tomino piena libertà espressiva e un budget considerevole,
permettendo la realizzazione del "Gundam definitivo", che avrebbe
concluso la saga secondo la volontà del suo autore. Nasceva così "Turn A
Gundam", che vantava uno staff prestigiosissimo, tra cui spiccavano
Yoko Kanno alle musiche e Syd Mead ("Blade Runner") al mecha design.
Con questo titolo Tomino fa definitivamente la pace con la sua creatura: "Turn A" è pieno di citazioni e di omaggi a tutti i "Gundam" precedenti. Anche la trama si ispira a un'opera tominiana del passato, "Xabungle", una delle prime parodie del genere robotico insieme a "Daitarn 3". Infatti, inizialmente, "Turn A" sembra proprio una parodia di "Gundam" tout court: il robot che dà il nome alla serie non possiede fucili laser, ma solamente un'enorme palla di ferro con la catena; finisce quasi sempre per fare a botte con i mecha nemici, viene utilizzato per trasportare le mucche, come stendibiancheria, per lavare i panni e per altre degradanti mansioni casarecce. Con molta disinvoltura il robot viene chiamato "baffo bianco", per via dei suoi buffi baffoni a manubrio, oppure "bambola bianca"(!). Il protagonista della serie, Loran, non ha neanche un briciolo della virilità dei vari Amuro, Kamille e Judau, tant'è che in una particolare circostanza si vestirà da donna; inutile dire che una volta scoperta la sua "mascolinità", spesso alcuni personaggi continueranno imperterriti a chiamarlo Laura!
La storia di "Turn A" è molto interessante: dopo l'avvento di una misteriosa "Età oscura", l'umanità è regredita tecnologicamente al livello dell'800. Sulla Luna è presente una civiltà ipertecnologica governata dalla regina Dianna Soreil, che decide di fare della Terra il suo nuovo spazio vitale. Loran Ceahack, fedele servitore di Dianna, viene mandato sulla Terra per controllare la situazione prima dell'invasione. Qui il nostro protagonista diventerà il servo di Kihel Heim, una ragazza di buona famiglia praticamente identica alla regina (il lettore dedurrà autonomamente che ci sarà uno scambio di persona, ecc.). Quando un attacco nemico colpirà una statua di pietra gigante, adorata in un particolare rito iniziatico a cui parteciperanno Sochie (la sorella di Kihel) e Loran, verrà accidentalmente rinvenuto il Gundam baffuto che dà il nome alla serie, di cui Loran diventerà il pilota. Inutile dire che ci sarà una lunga guerra, molteplici scontri tra fazioni accompagnati da molta politica e da molti voltafaccia; il tutto con un enorme cast di personaggi, ognuno caratterizzato abbastanza bene, tra cui spiccano un clone di Char Aznable (Harry) e un clone di Scirocco (Gym Ghingnham).
Il grande difetto di "Turn A" è il cattivo dosaggio dei tempi: le prime trentacinque puntate, quelle ambientate sulla Terra, sono troppo lente. Nonostante il comparto tecnico da dieci e lode, tra cui spiccano dei fondali mozzafiato pieni di effetti di luce, che paiono dei veri e propri quadri, le vicende sono dilatate all'inverosimile; tutto è bello da vedere, i personaggi, con i loro movimenti iperrealistici, la regia magistrale, che non ha nulla da invidiare ai classici del cinema occidentale... Tuttavia, in molte puntate, non succede praticamente nulla, o comunque succede veramente poco; negli ultimi dieci episodi, invece, il ritmo è troppo veloce: accadono tantissime cose in poco tempo: cambiamenti di fazioni, intrighi e sottointrighi politici, nuovi personaggi, misteri rivelati e non (il legame tra Kiehl e Dianna non viene affatto svelato, è impossibile che la loro assoluta somiglianza sia solamente una coincidenza). Inutile dire che l'ultima puntata ingrana la quinta e ci offre un epilogo velocissimo, che avrei preferito gustarmi in qualche puntata extra.
Con questo anime Yoko Kanno raggiunge il suo vertice artistico: la colonna sonora è una gioia per le orecchie, e si sposa benissimo con il perfetto utilizzo dei colori e delle animazioni, fatte a regola d'arte. Il semplice ed elegante character design di Akira Yasuda fornisce un aggiuntivo tocco di classe e di stile alla serie, rendendola una vera e propria opera d'arte, come quelle che si ammirano nei musei. Questa eleganza si osserva anche in tutte le sigle di apertura e di chiusura, in cui gli splendidi brani di Yoko Kanno si fondono con un tripudio di colori ed effetti di luce. Oltre ad essere l'ultima serie gundamica diretta da Tomino, "Turn A" è l'ultimo "Gundam" realizzato interamente con i rodovetri: inutile dire che ho apprezzato moltissimo questa scelta, non essendo un particolare estimatore della computer grafica.
In conclusione, questo è il "canto del cigno" di Tomino. Un anime deliziosamente steampunk e bucolico, da guardare con cura, senza fretta e molto amorevolmente. Nella seconda parte della serie, in cui il vero potere del "baffo bianco" verrà rivelato, le cose si faranno abbastanza interessanti e (leggermente) apocalittiche, tuttavia senza quell'incisività e quella spettacolarità che avevano reso "Ideon" e "Dunbine" dei capolavori. Siamo nella fase post "V Gundam", quindi state tranquilli che i vostri personaggi preferiti non moriranno atrocemente dopo mille sofferenze: come in "Brain Powerd", le atmosfere di "Turn A" sono molto solari e rilassate, anche se è in corso una guerra planetaria.
Questo titolo è una visione obbligatoria per tutti i fan di Gundam con parecchi titoli alle spalle e per tutti gli estimatori di Tomino in generale. Le altre persone si troveranno comunque di fronte a un anime di ottimo livello, anche se si perderanno le numerose citazioni all'universo gundamico in esso presenti.
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