mercoledì 6 agosto 2014

Mobile Suit Victory Gundam: Recensione

 Titolo originale: Kidō Senshi V Gundam
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Hideki Sonoda, Kazuhiro Kanbe, Ken Oketani, Minoru Onoya, Sukehiro Tomita
Character Design: Hiroshi Osaka
Mechanical Design: Kunio Okawara, Hajime Katoki, Junya Ishigaki
Musiche: Akira Senjou
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 51 episodi
Anni di trasmissione: 1993 - 1994

«Se usato per connettere le persone, questo Mobile Suit potrebbe anche piacermi.» [Shakti, rivolgendosi ad Uso]

«Non acquistate questi DVD, non è roba da guardare!» [Yoshiyuki Tomino, rivolgendosi ai potenziali acquirenti dei DVD di "V Gundam"]


"Victory Gundam" è a tutto diritto l'anime più sadico, triste e violento mai concepito da Yoshiyuki Tomino, il leggendario creatore di "Gundam" e "Ideon". Si tratta della trasposizione animata della suprema depressione e dello scazzo più totale nei confronti della vita, della donna e dello stesso "Gundam", reo di aver generato un merchandising sfrenato di gunpla, che, dai tempi "Z Gundam", rende l'autore insofferente e impossibilitato a sfogare la sua illimitata creatività in modo indipendente dalle pressioni dei produttori (all'epoca di "Victory" Tomino si era opposto alla fusione della Sunrise con Bandai, ma era stato ignorato e costretto a lavarore controvoglia). L'agognata libertà espressiva e la fine della depressione arriveranno solamente nella seconda metà degli anni '90, in cui l'autore partorirà i personalissimi e ottimisti "Turn A Gundam" e "Brain Powerd".


La trama di "Victory" è l'ennesimo riciclo svogliato dei cliché introdotti da "Gundam" e "Z Gundam": La League Militaire/AUEG combatte contro l'impero spazionoide indipendentista di Zanscare/Zeon/Neo Zeon; Uso, il giovanissimo protagonista dell'anime (tredici anni), è un newtype che impara subito a pilotare il Gundam, diventando in breve tempo un fenomeno; non mancano inoltre tutte le brutte copie mal caratterizzate dei vari Char Aznable, Haman Karn (questa volta in versione malata di mente e sadica, che si diverte a mandare gli oppositori sulla ghigliottina), Fa/Frau Bow, Hayato Kobayashi e compagnia bella. Tomino copia sé stesso a malo modo introducendo nell'opera addirittura tòpoi mutuati da "Ideon", come la principessa della fazione avversaria che si mette dalla parte dei protagonisti, la coscienza collettiva che diventa un'arma di sterminio di massa (si pensi al cosiddetto "Angel Halo" che compare nelle ultime puntate della serie), il neonato cosmico. Allo stesso modo di "Ideon", "V Gundam" è una serie nichilista, drammatica e con un'alto tasso di mortalità dei protagonisti: scordatevi pure l'happy ending ruffiano che va tanto di moda ai giorni nostri, in quanto il finale chiude tutto nella mattanza, nella cattiveria, nella freddezza e nel fallimento totale del genere umano.


Nell'anime domina l'odio feroce dell'autore, all'epoca ontologicamente incazzato con la donna in generis (forse in seguito ad un due di picche ricevuto da Maria Kawamura), alla quale imputa la causa di tutte le vicende più spiacevoli che possano capitare all'uomo: tradimento, sadismo, negligenza, menefreghismo, egoismo personale, superficialità, frivolezza... nessuna si salva, neanche Shakti, la giovane donna intesa come amica d'infanzia, la quale, con le sue scelte e azioni, causerà innumerevoli morti, disastri e tragedie di vario tipo. Il coronamento del maschilismo malato del regista depresso è quella memorabile scena "cult" in cui delle soldatesse in bikini vengono vaporizzate con la beam saber del Gundam, tanto per intenderci (!).


"Victory" è la fiera del complesso di Edipo, un anime in cui un bambino di tredici anni è attratto da donne più adulte perché ha avuto un rapporto travagliato con la madre e un rigetto totale della figura paterna; spesso la curiosità sessuale del protagonista darà sfogo al sadismo e alla perversione femminili: ad esempio, una ufficiale dell'impero sarà capace di ammanettare il povero Uso, spogliarlo, farci il bagno assieme NUDA tentando nel frattempo di strangolarlo e affogarlo con cattiveria. Il giovane ovviamente si salverà mordendo una delle mammelle del suo aggressore, e scappando via nudo a gambe levate (!).

 
Leggendo il paragrafo precedente, il lettore avrà intuito che "V Gundam" a tratti si fa beffe del fan gundamico medio, allo stesso modo del suo parente "ZZ Gundam" (altro "remake" svogliato di "Z Gundam" imposto a Tomino dalla produzione per vendere gunpla), altresì pieno di prese in giro e provocazioni più o meno velate (non posso non citare il Gundam con la testa di Zaku, tanto per dirne una). Tuttavia, "ZZ" era animato molto meglio, aveva un chara decisamente superiore e dava un finale completo a "Z Gundam", facendo pure ridere nella prima parte, che si potrebbe definire come la vera e propria versione gundamica del cazzaro e misconosciuto "L-Gaim". Ciò detto, in "Victory" anche le scene più ridicole hanno comunque un retrogusto tragico e amaro, il quale non stimola affatto ilarità, ma solamente tristezza a palate.


Se quindi "V Gundam" è una serie cliché deprimente, piena di morti e nella quale viene sviscerato in modo negativo il rapporto uomo-donna a tutti i livelli, si può ancora asserire che effettivamente sia un buon anime? Sì, a mio avviso. La regia è qualcosa di ricercatissimo, così come la bellezza della OST, che vanta di pezzi orchestrali drammatici e deprimenti in pieno stile "Evangelion", tra i quali spicca la canzone di Shakti, "Hinageshi no Tabi no mukou ni", l'insert song commovente per eccellenza, sopratutto quando viene proposta al momento della dipartita verso l'altro mondo dei personaggi più simpatici. Allo stesso modo di "ZZ", in "Victory" è presente un variegato numero di ambientazioni differenti, come ad esempio i freddi boschi di conifere, che contribuiscono ad accentuare il particolarissimo mood asettico della serie. Le animazioni e il design tuttavia non reggono assolutamente il confronto con "Z" e "ZZ", anche se l'anime migliora tecnicamente con il progredire delle puntate.


Personalmente, ho trovato i numerosi filler della serie imposti a Tomino dalla Bandai al fine di vendere giocattoli abbastanza noiosi: si tratta dei soliti combattimenti nello spazio iterati a oltranza per far sfilare i mecha, tra i quali sono presenti anche bizzarri robot insettiformi, oppure grossi serpenti meccanici - vorrei far notare che in antropologia il serpente è un simbolo spesso associato alla donna, si tratta di una coincidenza? -. Degno di menzione è il carismatico Gundam V2, le cui ali verranno riprese dall'Eva 01 nel film conclusivo di "Evangelion", allo stesso modo del marcatissimo complesso di Edipo del protagonista e di molte altre cose tipicamente tominiane, come difetti di comunicazione tra personaggi e nichilismo accompagnato da spiriti fluttuanti.


In conclusione, non consiglio affatto questo anime a tutti, ma solamente agli appassionati di "Gundam" e Tomino che vogliono vedere un mecha estremamente autorale, depressivo e malato. La visione misogina e pessimista di "Victory" verrà comunque rinnegata dal suo autore con il successivo "Brain Powerd", che di fatto è un'analisi del rapporto uomo-donna in tutte le sue forme in chiave positiva e ottimista. Tuttavia, se la vostra fidanzata vi ha lasciato per un motivo futile, se la vostra amica d'infanzia è una completa imbecille, se pensate che la donna come politico faccia solamente danni, oppure se vostra mamma se ne sbatte altamente di voi pensando unicamente alla carriera lavorativa, questo anime potrebbe comunque darvi un sacco di soddisfazioni. 
















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