Titolo originale: Muteki Kojin Daitarn 3
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Hiroyuki Hoshiyama, Yoshihisa Araki
Character Design: Norio Shioyama
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Takeo Watanabe
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 40 episodi
Anno di trasmissione: 1978 - 1979
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Hiroyuki Hoshiyama, Yoshihisa Araki
Character Design: Norio Shioyama
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Takeo Watanabe
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 40 episodi
Anno di trasmissione: 1978 - 1979
Il dottor Haran Sozo era un brillante scienziato il quale conduceva
delle ricerche su Marte. Egli riuscì a creare una nuova forma di cyborg
al fine di potenziare la razza umana, i Meganoidi. Tuttavia, essi
diventarono autonomi e sfuggirono al suo controllo, ed egli sparì, in
circostanze misteriose, con tutta la sua famiglia, lasciando al figlio
Haran Banjo un robot gigante di sua invenzione: il Daitarn. Il figlio
del dottor Sozo si ritroverà, dopo esser fuggito da Marte, sulla Terra, a
dover combattere contro i Meganoidi, i quali progettano, comandati
dall'enigmatico Don Zauser e dalla glaciale Koros, di trasformare tutta
la razza umana in cyborg. Al fianco di Haran Banjo ci saranno Beauty
Tachibana, una bellissima biondona dalle forme perfette, svampita,
figlia di un famoso imprenditore; Reika Sanjo, un'agente dell'Interpol
dalla sofisticata femminilità, tuttavia molto meno appariscente della
sua collega bionda; Garrison, un maggiordomo tuttofare alla "Batman";
Troppy, un orfanello che ama combinare guai...
"Daitarn 3" è uno dei grandi capositipiti della parodia del genere
robotico, assieme all'altresì tominiano "Xabungle" e alle "Time Bokan"
della Tatsunoko. Titolo risalente al lontano 1978, "Daitarn 3" si
colloca perfettamente nel fecondo periodo dell'anime boom, il quale ha
inizio nel 1977, con il grande successo del film di montaggio de
"Corazzata Spaziale Yamato". Nello stesso anno, l'epocale "Star Wars"
inaugurerà, parallelamente al Giappone, un vero e proprio sci-fi boom
occidentale. L'anime boom, che colloco dal 1977 al 1983 inclusi, fu un
periodo in cui gli autori erano molto liberi di esprimersi, e in cui
vedevano luce molte pietre miliari all'anno. "Mirai Shonen Conan",
"Galaxy Express 999", "Capitan Harlock", "Gundam", "Dunbine", "Queen
Millennia", "Macross", "Votoms", "Ideon", "Uchuu Senkan Yamato 2" ecc.
erano titoli molto creativi, innovativi, i quali hanno fatto la storia
dell'animazione. La libertà artistica di cui godevano gli artisti
giapponesi all'epoca è paragonabile a quella che aveva generato i
capolavori musicali del rock progressivo anni '70; libertà che spinse i
vari musicisti a sviluppare nuovi suoni, tecniche, armonie,
sperimentalismi di vario tipo.
"Daitarn 3", oltre ad essere una parodia del robotico, genere del quale
ironizza sui vari cliché in modo assai caricaturale ed umoristico, è un
vero e proprio omaggio al cinema occidentale e ai Comics americani.
"James Bond 007" e "Batman" sembrano essere le influenze principali,
tuttavia, l'opera, attraverso il suo ampio citazionismo, fa l'occhiolino
ad innumerevoli film occidentali dei quali ricostruisce addirittura
determinate scene e coleografie. Proprio come ha dichiarato Shinya
Sadamitsu, regista e designer dallo stile molto sperimentale e dalla
conoscenza approfondita di fantascienza, astronomia ed arte
cinematografica occidentale, al tempo presente nel prestigioso staff
diretto da Yoshiyuki Tomino.
«In "Daitarn 3" abbiamo sperimentato numerose tecniche. Nel
dodicesimo episodio, ad esempio, tenendo ben presente la scena
ambientata nello spazio del film "2001: Odissea nello Spazio" abbiamo
tentato di riprodurre le profondità dell'atmosfera e di combinare le
immagini con la tecnica dell'esposizione sovrapposta. Inoltre,
influenzati da film quali "007", "Star Wars" e i lungometraggi di Kung
Fu, abbiamo inserito numerose immagini sperimentali.» [Shinya Sadamitsu]
Siamo di fronte al primo ruolo di Norio Shioyama come character
designer, presente nello staff creativo di "Daitarn 3" anche nelle vesti
di direttore delle tavole originali e dell'animazione. Egli più avanti
diventerà il character designer del celebre "Votoms", e vincerà numerosi
premi per il lavoro svolto nell'epocale lavoro di Ryosuke Takahashi.
«Nel disegnare Beauty mi sono ispirato a Matilyn Monroe. Tuttavia ho
voluto affiancarle Reika, quella che per me rappresenta l'ideale di
donna giapponese. Guardando i disegni di Tomonori Kogawa ero rimasto
impressionato dalla sua bravura, tuttavia cercai di metterci qualcosa di
mio, nonostante fossi ancora inesperto.» [Norio Shioyama]
Al mecha design c'era il migliore di tutti, il grande Kunio Okawara;
inoltre è da segnalare la presenza di YAS, sotto lo pseudonimo di
YasuhikoTadano, nelle vesti di animatore e disegnatore di schizzi e
tavole originali. La trentatreesima puntata, quella in cui Garrison
pilota il Daitarn, è stata interamente realizzata da lui (circa
quattromila disegni). E' facile intuire che nel periodo in cui vedevano
luce i suoi capolavori Tomino fosse stato una persona molto felice, così
tanto che, in un'intervista recente, ha dichiarato di aver molto
rimpianto durante la lavorazione di "V Gundam" il fecondo periodo
dell'anime boom.
«All'inizio del lavoro, il signor Tomino ci aveva fornito indicazioni
ben precise, ma in seguito ci aveva lasciati molto liberi. Credo che,
dopo aver lavorato insieme in "Zambot 3", riponesse in noi molta
fiducia. In quel periodo lui era più libero di modificare lo storyboard,
quindi noi leggevamo la sceneggiatura e realizzavamo lo storyboard,
dopodiché lo mostravamo al regista. Ricordo che, nel disegnarlo, più che
altro pensavo a come far ridere il signor Tomino. Abbiamo faticato
molto per "Daitarn", ma nello studio si respirava un'atmosfera familiare
e bella.» [Shinya Sadamitsu]
Siamo quindi ben lontani dall'incubo descritto da Satoshi Kon nel suo
"Paranoia Agent", in cui lo staff di un'opera animata giapponese vive
nello sconforto, nella mancanza di libertà di espressione artistica e
nell'alienazione dovuta alle pressioni della produzione. I capolavori
della storia dell'animazione sono spesso il risultato di una grande
libertà espressiva, così vasta che, come testimonia il qui presente
"Daitarn 3", spesso gli animatori erano liberi di fare di testa loro,
addirittura di modificare lievemente, a loro discrezione, il design.
Nascevano così i fans dei vari animatori, i quali erano in grado di
riconoscere immediatamente i loro beniamini in base alle loro personali
finezze stilistiche.
Nel periodo dell'anime boom, negli anime era consueta l'umanizzazione
dei cattivi, scelta seguita anche dal qui presente "Daitarn 3", in cui i
Meganoidi, i quali rappresentano gli antagonisti principali della
serie, vengono messi sullo stesso piano dell'eroe il quale pilota il
super robot. Haran Banjo non è molto diverso dal Meganoide che uccide
ritualmente in ogni puntata con il Daitarn. Tomino, con la sua prima
parodia del robotico - la seconda sarà l'altrettanto valido "Xabungle" -
mette in scena il problema dei difetti di comunicazione tra persone, il
quale sarà la chiave di volta di tutta la sua opera successiva (tale
tema era anche presente nel precedente "Zambot 3"). Il Meganoide è in
realtà un essere dotato di determinate ossessioni e/o complessi, il
quale viene imparzialmente messo a nudo prima della sua rituale
dipartita verso l'altro mondo. Il Meganoide è un buffone, ma allo stesso
tempo una figura tragica, uccisa da un essere umano il quale non riesce
a comprendere i suoi sentimenti e le sue motivazioni. Infatti Banjo è
un anti-eroe il quale odia il padre e si contraddice in toto pilotando
il robot da lui creato - il complesso di Edipo è un'altro tema
ricorrente nell'opera di Tomino, così come il divario generazionale e il
rapporto genitore-figlio -. Nell'ultima puntata della serie, quando
arriverà infine il suo turno, Haran Banjo verrà impietosamente
analizzato allo stesso modo dei Meganoidi; ed ecco uno dei colpi di
scena che più rimangono impressi, un vero e proprio difetto di
comunicazione finale il quale rappresenta il primo grande traguardo
della poetica tominiana.
"Daitarn 3" è un action tout court dall'elevato "coolness factor", in
cui il protagonista, unito alle sue bellissime assistenti, corre e spara
dappertutto, compie salti, acrobazie, sale sulla sua Mach Patrol in
giacca e cravatta come un novello James Bond e così via. Non è di certo
un anime psicologico con grandi pretese di coerenza strutturale, siccome
il target per cui è stato pensato è quello infantile (solamente con
l'avvento di "Macross" nel 1982 gli anime robotici saranno rivolti agli
adolescenti). Bambini giapponesi dell'epoca, i quali, ben lontani come
background culturale da quelli occidentali, potevano usufruire senza
problemi di scene tragiche, mature e crude. Anche con "Ideon" Tomino si
rivolgeva ai bambini, nonostante la serie sia una delle più cupe e
annichilenti mai prodotte. Anche con "Gundam": quando il regista scoprì
che esso era stato molto apprezzato dagli studenti universitari rimase
assai sorpreso. La mancanza di spiegoni di sorta e la presenza di alcuni
misteri mai svelati da Tomino, come ad esempio il rapporto tra Koros,
Don Zauser e Banjo, conferiscono a mio avviso un certo fascino
all'opera, già di per sé molto carismatica.
"Daitarn 3" è un tokusatsu tout court: lo schema narrativo, come il
lettore avrà facilmente intuito, consiste nel classico "mostro della
settimana", in questo caso un Meganoide, il quale verrà puntualmente
sconfitto con il colpo finale del robot, in questo caso il leggendario
"Attacco Solare". Questo schematismo per me non è affatto un difetto,
siccome viene sfruttato in modo molto intelligente dal regista al fine
di analizzare le passioni e/o le ossessioni dei vari antagonisti, i
quali nella sostanza sono veri e propri esseri umani tout court,
potenziati grazie alla tecnologia, che dovrebbero rappresentare il
gradino successivo dell'evoluzione umana. Questa tematica non viene
comunque approfondita più di tanto, Tomino preferisce in questo caso
lasciar spazio alla fantasia dello spettatore, stimolandola a dovere con
numerosi spunti creativi.
NB: Il doppiaggio storico di "Daitarn 3" non è assolutamente fedele ai
dialoghi originali, e snatura completamente il finale della serie.
Pertanto è consigliata la visione dell'anime con l'ottimo doppiaggio
fedele della Dynit, veramente ben fatto, allo stesso modo dell'edizione
dvd, la quale presenta un'ottima qualità video e degli inserti extra
molto interessanti, con molte interviste ai vari autori dell'anime
(dalle quali ho attinto liberamente nello scrivere la qui presente
recensione).
Nessun commento:
Posta un commento