Titolo originale: Supesu Kobura
Regia: Osamu Dezaki
Regia: Osamu Dezaki
Soggetto originale: Buichi Terasawa
Sceneggiatura: Buichi Terasawa, Haruya Yamazaki, Kenji Terada, Kosuke Miki, Kosuke Mukai
Sceneggiatura: Buichi Terasawa, Haruya Yamazaki, Kenji Terada, Kosuke Miki, Kosuke Mukai
Character Design: Akio Sugino
Musiche: Kentarou Aneda
Studio: Tatsunoko Formato: serie televisiva di 31 episodi
Anni di trasmissione: 1982 - 1983
Musiche: Kentarou Aneda
Studio: Tatsunoko Formato: serie televisiva di 31 episodi
Anni di trasmissione: 1982 - 1983
Cobra è un'avventuriero senza alcuno scrupolo morale di sorta, che vaga
nello spazio a bordo della sua astronave accompagnato dall'assistente
androide Lady Armaroid. Egli deve perennemente fuggire dalla grande
organizzazione detta "Gilda dei Pirati", la quale intende ucciderlo per
punire le sue intromissioni nei propri affari criminali. Per sfuggire
all'organizzazione, Cobra decide di cambiare i propri connotati
attraverso un intervento chirurgico, di cancellare i suoi ricordi e di
rincominciare una vita normale nei panni del modesto impiegato Johnson.
Una serie di circostanze casuali, tuttavia, spingeranno Johnson a
ricordare il suo passato, e lo metteranno di nuovo davanti
all'inevitabile scontro contro la temibile gilda comandata da Lord
Salamender. Cobra potrà contare sulla Psychogun, un'arma contenuta nel
suo braccio in grado di trasformare la sua energia psichica in raggi
distruttori, e sulla sua costituzione sovrumana, la quale gli permetterà
di sopravvivere in circostanze molto pericolose...
"Space Adventure Cobra" è l'adattamento animato operato dal celebre
Osamu Dezaki - uno dei più grandi registi della storia dell'animazione,
se non il più grande - dell'omonimo manga di Buichi Terasawa. Siamo nel
lontano 1982, in pieno anime boom: l'uscita nel 1977 di "Star Wars"
aveva profondamente influenzato l'animazione giapponese dell'epoca; la
fantascienza in tutte le sue forme e manifestazioni era la moda seguita
dalla maggiorparte degli autori, e sovente sfociava nella pura,
maestosa e fantasiosa space opera tout court. In questo clima molto
fertile e creativo, nel quale pietre miliari come "Capitan Harlock",
"Uchuu Senkan Yamato 2", "Gundam" e "Ideon" erano all'ordine del giorno,
aveva luogo l'unica incursione di Osamu Dezaki - regista conosciuto
prevalentemente per i suoi adattamenti autorali di Meisaku e Spokon -
nella space opera di stampo avventuroso. "Space Adventure Cobra" è
direttamente influenzato da "Star Wars", con il quale condivide le
ambientazioni, piene di strani alieni, robot, cacciatori di taglie et
similia; lo stesso Cobra, nonostante sia dichiaratamente ispirato
all'attore francese Jean-Paul Benmondo, è una sorta di incrocio tra
Lupin III e Han Solo (a scanso di equivoci non mancherà un episodio nel
quale anch'egli verrà ibernato in un blocco di grafite, esattamente come
il suo antesignano); Lord Salamander, invece, nell'aspetto ricorda
molto Dart Fener.
A livello registico, Osamu Dezaki, grazie alla grande libertà espressiva
che deriva dalla direzione di una serie fantascientifica d'azione, si
diletta con moltissimi sperimentalismi registici molto personali e
all'avanguardia per l'epoca: si pensi alle suggestive inquadrature del
primo episodio, che cercano in tutti i modi possibili di sovrapporre il
sogno di Johnson con la realtà, anche attraverso l'utilizzo di split
screen multipli disposti diagonalmente lungo lo schermo. Lo stile di
Dezaki in "Space Adventure Cobra" raggiunge uno dei suoi apici: non
mancano i suoi classici sfondi blu scuro, la generale tendenza
all'espressionismo, le inquadrature oblique, l'effetto cartolina, i
primi piani intensi e drammatici; le scene d'azione sono sempre
perfette, spettacolari, con esplosioni continue e sparatorie assurde;
sotto tutti gli aspetti si nota la continua ricerca della magia nella
fantascienza tipica di quegli anni. "Space Adventure Cobra", infatti, ha
un qualcosa di magico, uno stile di gran classe, unico, in cui il
raffinato character design di Akio Sugino fa da contrappunto al geniale
stile registico di Dezaki e alla ricercata colonna sonora, pregna di
gradevolissime suggestioni lounge.
E' da notare che nel secondo arco della serie Osamu Dezaki si costruisce
il suo personalissimo Spokon virile e sanguinolento; in esso Cobra sarà
impegnato come giocatore di una specie di baseball dei bassifondi in
cui sono ammesse scorrettezze di tutti i tipi. Il primo arco della
serie, invece, è quello più drammatico, e vedrà Cobra destreggiarsi in
un'ambientazione tendente al noir, in una vicenda d'amore e di vendetta
molto coinvolgente. Il terzo arco sarà quello decisivo, ed in esso il
nostro simpaticissimo antieroe affronterà direttamente l'organizzazione
che gli dà la caccia riunendo tutti i suoi ex compagni d'avventura.
Putroppo in questo frangente Dezaki decide di ammorbidire il finale
facendo "resuscitare" un personaggio chiave in modo abbastanza forzato,
contrariamente al manga, che godeva di un finale ben più drammatico.
Continuando il paragone con il manga, l'adattamento animato copre
soltanto le prime tre saghe, ed è un vero peccato che la versione
cartacea di "Space Adventure Cobra" non sia mai pervenuta integralmente
in Italia.
"Space Adventure Cobra" è una serie d'azione tout court, nella quale la
spettacolarità ed il fascino del protagonista reggono tutto; non viene
fatto alcun approfondimento dei personaggi, e nell'opera i riferimenti
al cinema e ai comics americani si sprecano. Infatti, nonostante "Space
Adventure Cobra" sia all'unaminità considerato come la diretta fonte
d'ispirazione del celebre "Cowboy Bebop", in quest'ultimo era posta più
enfasi nella caratterizzazione dei personaggi, a discapito dell'azione e
della spettacolarità. "Space Adventure Cobra", inoltre, è una serie
d'avventura molto fantasiosa, nella quale compaiono addirittura tappeti
volanti, dinosauri, armi finali in grado di distruggere pianeti, tesori
nascosti alla "Indiana Jones" e tante altre trovate molto bizzarre.
Insomma, l'opera non è ancora influenzata dai dettami del
postmodernismo che andranno molto di moda negli anni novanta, ma
rappresenta una "transizione" tra modernità e postmodernità in cui il
citazionismo è ancora legato ad una struttura narrativa lineare e non
frammentaria.
Il protagonista della serie, Cobra, non è un eroe modello: alcune volte
fallisce, non riuscendo a salvare determinate persone; talvolta utilizza
metodi criminali, arrivando ad uccidere per raggiungere determinati
obbiettivi. Egli ha comunque l'atteggiamento tipico degli eroi
americani, della serie "take it easy", e si discosta molto dai supereroi
giapponesi tipici degli anni settanta. Non per nulla "Space Adventure
Cobra" nasce in un contesto storico nel quale i giapponesi, incoraggiati
dal boom economico, potevano permettersi di mettere da parte il
proprio complesso di inferiorità nei confronti degli americani cercando
di batterli sul loro stesso campo.
Il budget della serie è molto elevato, e di conseguenza le animazioni e
gli aspetti tecnici sono veramente all'avanguardia per l'epoca.
In conclusione, questa è una serie molto coinvolgente, una memorabile
avventura in cui non manca un certo retrogusto drammatico. La grande
simpatia del protagonista, la scoppiettante azione ed il raffinato
apparato artistico creato dai grandissimi Osamu Dezaki e Akio Sugino
piazzano "Space Adventure Cobra" tra quegli anime indimenticabili che
vanno visti almeno una volta nella vita da tutti gli appassionati del
cinema d'azione i quali non disdegnano il magico sci-fi giapponese
tipico degli anni ottanta.
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