
"Non mi piacciono i ragazzi che si isolano" ha detto una collega ad altri colleghi in un'oziosa discussione di fronte alla macchinetta del caffè. Ne ho dedotto che per lei le persone devono essere tutte estroverse, e che quelle come me, proprio come vuole la società performativa dell'oggidì, non siano tollerate. Un'altra collega, una bionda molto bella, si ingobbisce, avvicina gli occhi allo smartphone ed esclama: "Uno da quaranta kappa follower mi segue, è famoso!". Sembra proprio che ci uscirà insieme, chi lo sa. Un altro giorno parlo per caso con un influencer di successo che conosco da una vita (ma che evito di frequentare) e, seguendo il filo di un discorso, lui a un certo punto mi dice: "Ieri ne ho provata una magra, conosciuta in chat come tante altre. Deludente, non sa scopare". Mi viene quindi il dubbio che questo individuo, per quanto sgradevole ed egoriferito, venga scelto come partner da molte femmine in quanto in qualche modo visto come "capobranco", o quantomeno come reuccio ben conformato al sistema dei like e dei follow. Qualche psicologo ha detto che femmine hanno una "mente ad alveare", ossia che tendono a conformarsi all'ambiente circostante per inconsce ragioni di sopravvivenza della loro potenziale prole; non per nulla, una volta mia madre, nel mezzo di un discorso, mi confessò: "A me non me ne frega niente della filosofia, io sono pragmatica, ho sempre cercato di adattarmi". Un uomo eterosessuale quindi, per poter aver la garanzia di ottenere del sesso non a pagamento, deve in qualche modo essere attinente alla moda. Tra l'altro ho come l'impressione che le femmine vadano a momenti, a fasi (mi vengono in mente i calendari lunari del matriarcato, basati sul ciclo mestruale). Il loro ventre, dopotutto, è una sorta di orologio che da millenni stabilisce la predisposizione e i tempi di fioritura della vita. Fatto salvo ciò, il vuoto dettato dalla noia, d'altro canto, spinge le persone a ricercare maggiormente il sesso, anche con partner diversi: uno scientista direbbe che ciò è necessario al fine della diversificazione del genoma ("L'infedeltà è figlia dell'istinto naturale // Contribuisce al miglioramento della specie" cantava una volta qualcuno su MTV). Moda e noia sono pertanto due cose fondamentali nella nostra natura: se gli esseri umani fossero tutti asceti refrattari al mondano e perennemente impegnati in attività intellettuali, si riprodurrebbero con una frequenza molto più bassa; d'altro canto, più una persona acquisisce conoscenza e diventa consapevole di sé e della vita, più tende a sviluppare una forma di pensiero tendente al nichilismo o al pessimismo, nonché un mindset che induce a comportamenti antisociali (mi viene in mente CHAЯLY, un film molto discusso su questo blog). "Quando andavo al Leoncavallo dovevo farmi piacere musica di merda per poter skopare" mi disse una volta un metallaro diventato finto ska-boy per rimorchiare. E poi vabbè, gli esempi sono infiniti e sotto gli occhi di tutti.